Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: kithiara    09/02/2007    4 recensioni
A volte la storia si ripete...chi può dire dove finisce il passato, inizia il presente o arriva il futuro? Una One-shot un po' delirante, su uno dei personaggi più ambigui della Rowling. Si può amarlo o odiarlo, ma non ha importanza, l'importante è che lui è estrememente vero! Leggete e commentate!!
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Un caloroso benvenuto a tutti coloro che avranno l'ardire di leggere questa mia one-shot delirante

Un caloroso benvenuto a tutti coloro che avranno l'ardire di leggere questa mia one-shot delirante!!

E' la prima volta che scrivo una storia che non sia puramente romantica, ma anche introspettiva e più seriosa...spero di aver prodotto qualcosa di decente!!

Fatemi sapere cosa ne pensate, magari lasciando una recensione!


Chiara




La storia si ripete


Una prima fitta di dolore lo colse improvvisa, costringendolo ad appoggiarsi al gelido muro del corridoio e quando una seconda la seguì, dovette accasciarsi lentamente a terra, stringendosi al corpo il braccio sinistro dolorante...la testa girava vorticosamente e gocce di sudore gli imperlavano la fronte.

Il braccio pulsava in maniera dolorosa e la pelle scottava tremendamente nel punto in cui il marchio di morte spiccava nitido e sinistro sulla superficie diafana dell'avambraccio. Ultimamente si faceva sentire sempre più spesso, sintomo che il Signore Oscuro era decisamente arrabbiato e per quanto ci fosse ormai abituato, a volte il dolore era veramente insopportabile...questa era senza dubbio una di quelle volte.


Appellandosi a tutta la sua forza di volontà cercò di rialzarsi, ma proprio quando era convinto di esserci riuscito, una fitta molto più forte delle altre lo sorprese...sarebbe certamente caduto di nuovo a terra, se proprio in quel momento due braccia sconosciute non lo avessero sorretto.

"Professore..." una voce dolce lo chiamava...la voce di una ragazza...cercò disperatamente di mettere a fuoco il suo viso, ma i suoi occhi erano come ciechi. Provò a parlare, ma la voce gli morì in gola mentre preda del dolore perdeva i sensi.


Quando si riprese era sdraiato sul suo letto e morbide lenzuola di seta nera avvolgevano il suo corpo stanco.

Il dolore che lo aveva colpito sembrava essersi assopito, no non era sparito, sembrava solo che si fosse momentaneamente calmato in attesa di manifestarsi nuovamente e stravolgere la sua vita.

La stanza era in penombra, le luci soffuse di alcune candele facevano le veci di finestre inesistenti...lì nei sotterranei la luce del giorno non arrivava mai, ma questo era solo un piccolo prezzo che si doveva pagare pur di essere il Capo Casa di Serpeverde.


Quando un dolce profumo di vaniglia gli arrivò alle narici, capì di non essere solo nella stanza...

Poi una fresca mano gli si posò dolcemente sulla fronte bruciante di febbre, d'istinto chiuse gli occhi per gustare appieno il sollievo che questo gesto gli procurava e un sospiro gli uscì dalla gola.

Era troppo buio o i suoi occhi erano ancora troppo annebbiati perchè potesse riconoscere la persona che gli stava accanto, poteva solo intuire che si trattasse di una ragazza, molto probabilmente la stessa studentessa che lo aveva soccorso poco prima nel corridoio...

Che fosse una giovane della sua Casa? Molto strano...nessuna delle fiere Serpeverdi spiccava per bontà d'animo e di sicuro nessuna di loro sarebbe stata così gentile nei confronti di un professore, anche se Capo Casa...

Quindi la sconosciuta doveva per forza essere di un'altra Casa...ma allora che diavolo ci faceva nei corridoi dei sotterranei??


Una fitta alle tempie gli fece chiaramente capire che la sua testa non gradiva molto tutti quegli sforzi, quindi abbandonò l'idea di capire chi fosse e si concentrò sul fresco contatto che la morbida mano manteneva con la sua fronte ardente.

Lo accarezzava lentamente, scostandogli una ciocca di capelli dal viso in modo da potergli tergere con un panno umido la fronte, poi le guance e il collo...era una magnifica sensazione, lasciò che le sue membra si rilassassero completamente, si sentiva in pace...come mai prima d'ora.

Le carezze di quella mano sconosciuta si estesero anche ai muscoli tesi delle spalle, e dove passavano portavano sollievo...il suo respiro si fece più regolare, l'ampio petto si alzava e si abbassava al ritmo tranquillo del suo cuore.


Quando però il morbido panno arrivò a contatto con la pelle dolorante del suo braccio sinistro, improvvisamente la consapevolezza di essere nudo ed esposto ad uno sguardo estraneo si fece sentire e scattando improvvisamente a sedere sul letto, bloccò senza gentilezza alcuna, la mano della giovane in una presa ferrea, allontanandola senza tanti complimenti da quella zona del proprio corpo, ma avvicinandola prepotentemente a sè per poterla finalmente vedere in volto.

A causa del gesto brusco la ragazza perse l'equilibrio, finendo quasi sul letto, ad un centimetro dal suo viso...

Fu allora che la riconobbe...illuminati dalla luce calda delle candele, morbidi boccoli color delle foglie d'autunno giocavano delicatamente sulle guance imporporite della giovane Grifondoro dagli occhi dorati...

"Weasley..." il suo nome le uscì dalle labbra come un soffio.


Con la voce tremante la grifoncina gli sussurrò "P-professore...la prego mi lasci il braccio...mi...mi sta facendo male."

Come se si fosse scottato, lasciò rapidamente la presa sul polso della giovane che si rialzò e iniziò a massaggiarselo storcendo le rosee labbra in una smorfia di dolore.

"Signorina Weasley..." ripetè piano col suo tono strascicato "...posso sapere che diavolo ci fa nella mia stanza?!" non era stato sgarbato, ma vide ugualmente la ragazza arrossire, mentre abbassava gli occhi fino a fissare la punta dei piedi calzati in un paio di comodi mocassini.

"Io...ecco...professore...mi spiace...so che non dovrei essere qui, ma..." l'imbarazzo traspariva chiaramente dal suo giovane volto, mentre si stropicciava le mani cercando di calmarsi.

Non fece nulla per metterla a proprio agio, perfidamente consapevole della sua posizione di vantaggio in quanto insegnante...non lo fece, perchè non sarebbe stato da lui...se fosse stato una persona diversa avrebbe addirittura meditato di ringraziarla, in fondo era merito suo se non si trovava ancora disteso sul freddo pavimento del corridoio...se fosse stato una persona diversa...


Ma non lo era...quindi si limitò ad attendere, con pazienza, una risposta che non tardò ad arrivare.

"...so che è contro le regole andare in giro oltre il coprifuoco...ma le posso assicurare che quando sono uscita dalla Sala Comune di Serpeverde dove ero andata a trovare un' amica, era ancora presto!..." parlava animatamente e molto velocemente, sintomo che era nervosa, ma che voleva far valere le proprie ragioni "...però i corridoi qui sotto sono così bui..." fece per giustificarsi "...che mi sono persa quasi subito...stavo per disperare quando..." e qui fece una pausa sollevando gli occhi fino a fissarli nei suoi "...quando ho incontrato lei."

Non fece in tempo ad aprire bocca che la ragazza continuò "...io...quando l'ho vista a terra...bè...ecco...ho pensato solo a quello...ad aiutarla intendo...mi spiace...cioè...non è che mi dispiace per averla aiutata...anzi...ma per il fatto che non avrei dovuto essere lì...anche se per fortuna poi c'ero...bè sì insomma...oddio che confusione! Mi starà prendendo per una povera stupida...quindi forse è meglio se me ne sto zitta...ecco." sospirò forte per calmarsi e finalmente tacque.


Dovette ammettere con sè stesso di essere un po' confuso...aveva fatto decisamente fatica a non perdersi nello sconnesso fiume di parole della giovane e in più non riusciva a staccare lo sguardo dagli occhi di lei e dallo strano luccichio prodotto dalle mille pagliuzze dorate che li illuminavano. La calda luce delle candele poi, si divertiva a giocare con le ciocche dei suoi capelli che assumevano, in questo strano gioco di luci ed ombre, le mille sfumature dell'oro e del rame, facendo risaltare maggiormente il candore della pelle delle sue gote spruzzate di efelidi...


Decisamente si stava perdendo in strani e pericolosi pensieri...ma perchè lei lo guardava in quel modo? Non sembrava essere in soggezione davanti a lui...sicuramente imbarazzata, ma non intimorita...lo guardava dritto negli occhi con una serenità disarmante...

Non era abituato a tutta quella tranquillità nei suoi confronti, bè diciamo pure che solitamente la rifuggiva! Aveva sempre fatto di tutto per creare diffidenza attorno a lui in modo che la gente non gli si affezionasse in alcun modo e c'era sempre riuscito con meticolosa precisione...fino ad ora.

Infatti erano all'ordine del giorno ragazzine che scoppiavano in un pianto dirotto a causa di un suo rimprovero, di una sua punizione o impavidi giovanotti che tremavano davanti alla sua spietata freddezza...

Nella sua vita aveva ricevuto molti tipi di sguardi...sguardi di scherno, sguardi di odio puro, sguardi lascivi anche...ma mai questo...questo sguardo di sincero, completo e totale rispetto era qualcosa di nuovo per lui...e decisamente non sapeva se sarebbe stato in grado di sopportarlo.


Che aveva fatto per meritarlo? Sempre che di merito si trattasse, visto che lui non ne aveva affatto bisogno...

Era una Grifondoro ecco cosa! Una orgogliosa...generosa...altruista...dannata Grifondo! Ma perchè questa maledetta Casa non scompariva! Tutti questi studenti perfettini, modelli di lealtà e di coraggio, di dedizione alla causa...lei pareva non fare eccezione se era arrivata addirittura a rischiare una punizione per non lasciarlo a marcire in un fetido e umido corridoio! Perchè era questo che rischiava, una punizione coi fiocchi! Oh c'era da giurarlo!! Avrebbe provveduto lui personalmente ad affibbiargliela, dopo aver fatto rapporto a quella vecchia strega della sua Capo Casa (avrebbe dovuto urlare parecchio per farsi sentire, perchè quell'acida vecchiaccia ormai aveva più di novant'anni e l'udito se n'era andato a farsi benedire...ma potete giurarci che l'avrebbe sentito!).

E cinquanta punti in meno le avrebbero fatto passare la voglia di aiutarlo, la prossima volta che...ma quale prossima volta? Non ci sarebbe stata una prossima volta!

Lui non aveva bisogno di nessuno! Non aveva bisogno di qualcuno che si preoccupasse per lui, bastava lui a preoccuparsi di sè stesso, era sempre bastato questo...


Allora perchè non riusciva a parlare? Perchè non riusciva a sbatterle in faccia tutta la sua rabbia? Perchè non riusciva ad essere il bastardo di sempre? Era solo una studentessa in fondo...una Grifondoro fatta e finita tra l'altro...meritava tutto il disprezzo che lui aveva sempre riservato a quella Casa...lui, da Purosangue qual'era, orgoglioso ed arrogante Serpeverde fino nell'anima...lui che non aveva piegato il capo nemmeno davanti al Signore Oscuro, lui che da più di vent'anni riusciva a fare il doppio gioco per conto di quell'odioso Grifondoro quattr'occhi che si faceva chiamare "Preside"...


Cosa diavolo poteva mai avere questa ragazzina di diverso? Lei che rappresentava quello che per tutta la vita aveva odiato con tutto il cuore...lei che era amata dalla sua famiglia, mentre per i suoi genitori lui non aveva mai rappresentato niente di più che un fantoccio, una vittima da sacrificare sull'altare della gloria e del potere...

Lei che non poteva dire di aver mai sofferto la solitudine, sempre circondata com'era dall'affetto degli amici...lei che aveva il rispetto e l'ammirazione di tutti i docenti per l'impegno e le capacità che dimostrava nello studio...

Già...come sua madre...la stessa intelligenza acuta...quanto l'aveva amata...in silenzio certo, perchè quel sentimento chiamato amore non era per lui, non gli apparteneva, non aveva mai voluto farlo suo per paura di sciuparlo, di sporcarlo e così si era limitato a guardarla da lontano...e a soffrire come un cane, fino a quando non aveva visto quel perdente portarsi via il suo sogno...la sua Hermione.


Ebbene sì...la ragazza che gli stava di fronte era la figlia dell'unica donna che avrebbe potuto farlo diventare un uomo diverso...ed era una Weasley dannazione! Ragione di più per odiarla...ma allora perchè sentiva di non riuscire a farlo? Cos'erano tutti quegli scrupoli?

Forse perchè nel suo sorriso rivedeva il sorriso di lei? Forse perchè i suoi occhi dorati erano gli stessi della donna che lo aveva stregato? Forse...

O magari era semplicemente per il fatto che quella ragazzina...Evelyn Hermione Weasley, settimo anno Grifondoro, aveva saputo vedere in lui qualcosa di più del freddo e cinico professore di Pozioni che era diventato...

Forse lei, a differenza di tutti gli altri, aveva capito che tutte le guerre che aveva dovuto combattere da quando, a soli diciassette anni, aveva commesso il più grosso sbaglio della sua vita, lo avevano portato ad essere qualcuno che non avrebbe voluto...


In fondo se al mondo esistesse una giustizia lui non sarebbe mai diventato un Mangiamorte...se al mondo esistesse una giustizia, Severus Piton, l'unico uomo che gli aveva mai dato l'affetto di una vera famiglia, sarebbe ancora vivo...se esistesse una giustizia, Harry-sono ancora vivo-Potter non sarebbe diventato Preside di Hogwarts a soli 37 anni...se esistesse una giustizia...

No, decisamente la giustizia non esiste...altrimenti il Signore Oscuro...Voldemort...Tu-Sai-Chi, o come diavolo lo si voglia chiamare, sarebbe morto già da un pezzo e lui non rischierebbe di morire ogni volta che il 'suo' Signore si adira per un attacco magicamente sventato da parte di Auror incapaci che però paiono trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto...


Sì, forse è per questo che non riusciva ad indossare, con la solita non chalance, la sua maschera davanti a quella ragazzina...e poi che ci volete fare se la figlioccia di Potter (potevate seriamente pensare che Weasley avrebbe proposto a qualc'un'altro di fare da padrino alla sua progenie?) è anche la pozionista più in gamba che si sia vista ad Hogwarts bè...si potrebbe dire, da quando lui sedeva su quegli stessi banchi?!

Niente...assolutamente niente! La sua migliore studentessa...questo era, e lo ammirava nonostante tutti i pregiudizi...come professore...(come uomo?)


E doveva ammetterlo...per lui era un po' come una rivincita...una rivincita nei confronti del Magico Trio, nei confronti di Potter soprattutto, che non aveva saputo vedere oltre al proprio naso, non aveva accettato di tendergli la mano quando ancora probabilmente avrebbe potuto salvarlo...

L'aveva fatto anni dopo, questo è vero, ma ormai la sua vita era comunque cambiata...e non in meglio.


Un colpetto di tosse lo riportò al presente, ponendo fine alle sue mille elucubrazioni...quanto tempo era passato? Pochi minuti forse...

La grifoncina lo fissava ancora, un po' stranita a dire il vero e si vedeva lontano un miglio che si aspettava da lui una reazione alle sue parole.

Lentamente, la voce ridotta quasi ad un sussurro, pronunciò solo poche parole "Va bene...per questa volta può andare signorina Weasley...ma conto che d'ora in avanti sarà più furba e non si farà sorprendere fuori dalla sua Sala Comune dopo il coprifuoco...e soprattutto non si farà...come dire, distrarre?...dico bene?" i grandi occhi della giovane si spalancarono per la sorpresa, no, decisamente non si aspettava tutta quella magnanimità...stava veramente invecchiando!


"Sì...grazie professore..." ma non accennava ad andarsene...Perchè? Perchè si ostinava a rimanere lì davanti a lui?

Quando riparlò fu tutto chiaro...con tono dolce e preoccupato chiese "...si sente meglio ora professore?...Ha bisogno di qualcosa? Sì...insomma...posso esserle di aiuto in qualche modo?..." Mph...questi Grifondoro erano decisamente senza speranze...


Scosse il capo lentamente, per indicarle che no, non c'era più nulla che lei potesse fare per lui e che ora stava bene...bè una piccola bugia non l'avrebbe certo reso più spregevole di quanto già non fosse...una bugia solo a metà in fondo, perchè con la sua sola presenza lei l'aveva fatto stare meglio anche se per poco...ma in futuro, chissà...

"Allora io vado professore...grazie ancora..." e con un movimento della folta chioma fulva girò su sè stessa avvicinandosi alla porta...la mano si era appena posata sulla maniglia, quando a lui venne la brillante idea di aprire bocca...


"No...grazie a te...Evelyn." Se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe negato di aver mai pronunciato quelle poche parole, ma non avrebbe mai negato a sè stesso quanto gli fece bene al cuore il sorriso che la ragazza gli rivolse prima di uscire dalla stanza sussurrando dolcemente "Buona notte Professor Malfoy..."


La storia si ripete...nel bene e nel male...ognuno eredita i propri pesanti fardelli...Potter e Silente...lui e Piton...

La storia si ripete si diceva, ma a volte qualcosa cambia...a volte un Weasley può rispettare un Malfoy...e un Malfoy, può decidere di andare contro a tutte le regole e non odiare un Weasley...a volte.


Con un incantesimo silenzioso, tutte le candele in un attimo si spensero e la stanza piombò nel buio...

Un sorriso rivolto alla stanza vuota, gli occhi d'argento fuso fissi al soffitto...un ultimo pensiero...a volte.





Allora che mi dite? Siete sopravvissuti?

Bè, se soffrivate di insonnia e dopo averla letta avete dormito per due giorni di filato le cose sono due...o mi dò all'ippica oppure lo brevetto come cura per l'insonnia!!!

Un abbraccio forte forte a chi è arrivato fin qui e a chi avrà recensito...a presto! ^.^


Chiara








  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: kithiara