Un caloroso benvenuto a tutti coloro
che avranno l'ardire di leggere questa mia one-shot delirante!!
E' la prima volta che scrivo una
storia che non sia puramente romantica, ma anche introspettiva e più
seriosa...spero di aver prodotto qualcosa di decente!!
Fatemi sapere cosa ne pensate, magari
lasciando una recensione!
Chiara
La storia si ripete
Una prima fitta di dolore lo colse improvvisa,
costringendolo ad appoggiarsi al gelido muro del corridoio e quando una seconda
la seguì, dovette accasciarsi lentamente a terra, stringendosi al corpo il
braccio sinistro dolorante...la testa girava vorticosamente e gocce di sudore
gli imperlavano la fronte.
Il braccio pulsava in maniera dolorosa e la pelle
scottava tremendamente nel punto in cui il marchio di morte spiccava nitido e
sinistro sulla superficie diafana dell'avambraccio. Ultimamente si faceva
sentire sempre più spesso, sintomo che il Signore Oscuro era decisamente
arrabbiato e per quanto ci fosse ormai abituato, a volte il dolore era
veramente insopportabile...questa era senza dubbio una di quelle volte.
Appellandosi a tutta la sua forza di volontà
cercò di rialzarsi, ma proprio quando era convinto di esserci riuscito, una
fitta molto più forte delle altre lo sorprese...sarebbe certamente caduto di nuovo
a terra, se proprio in quel momento due braccia sconosciute non lo avessero
sorretto.
"Professore..." una
voce dolce lo chiamava...la voce di una ragazza...cercò disperatamente di
mettere a fuoco il suo viso, ma i suoi occhi erano come ciechi. Provò a parlare,
ma la voce gli morì in gola mentre preda del dolore perdeva i sensi.
Quando si riprese era sdraiato sul suo letto e
morbide lenzuola di seta nera avvolgevano il suo corpo stanco.
Il dolore che lo aveva colpito sembrava essersi
assopito, no non era sparito, sembrava solo che si fosse momentaneamente
calmato in attesa di manifestarsi nuovamente e stravolgere la sua vita.
La stanza era in penombra, le luci soffuse di
alcune candele facevano le veci di finestre inesistenti...lì nei sotterranei la
luce del giorno non arrivava mai, ma questo era solo un piccolo prezzo che si
doveva pagare pur di essere il Capo Casa di Serpeverde.
Quando un dolce profumo di vaniglia gli arrivò
alle narici, capì di non essere solo nella stanza...
Poi una fresca mano gli si posò dolcemente sulla
fronte bruciante di febbre, d'istinto chiuse gli occhi per gustare appieno il
sollievo che questo gesto gli procurava e un sospiro gli uscì dalla gola.
Era troppo buio o i suoi occhi erano ancora
troppo annebbiati perchè potesse riconoscere la persona che gli stava accanto,
poteva solo intuire che si trattasse di una ragazza, molto probabilmente la
stessa studentessa che lo aveva soccorso poco prima nel corridoio...
Che fosse una giovane della sua Casa? Molto
strano...nessuna delle fiere Serpeverdi spiccava per bontà d'animo e di sicuro
nessuna di loro sarebbe stata così gentile nei confronti di un professore,
anche se Capo Casa...
Quindi la sconosciuta doveva per forza essere di
un'altra Casa...ma allora che diavolo ci faceva nei corridoi dei sotterranei??
Una fitta alle tempie gli fece chiaramente capire
che la sua testa non gradiva molto tutti quegli sforzi, quindi abbandonò l'idea
di capire chi fosse e si concentrò sul fresco contatto che la morbida mano
manteneva con la sua fronte ardente.
Lo accarezzava lentamente, scostandogli una
ciocca di capelli dal viso in modo da potergli tergere con un panno umido la
fronte, poi le guance e il collo...era una magnifica sensazione, lasciò che le
sue membra si rilassassero completamente, si sentiva in pace...come mai prima
d'ora.
Le carezze di quella mano sconosciuta si estesero
anche ai muscoli tesi delle spalle, e dove passavano portavano sollievo...il
suo respiro si fece più regolare, l'ampio petto si alzava e si abbassava al
ritmo tranquillo del suo cuore.
Quando però il morbido panno arrivò a contatto
con la pelle dolorante del suo braccio sinistro, improvvisamente la
consapevolezza di essere nudo ed esposto ad uno sguardo estraneo si fece
sentire e scattando improvvisamente a sedere sul letto, bloccò senza gentilezza
alcuna, la mano della giovane in una presa ferrea, allontanandola senza tanti
complimenti da quella zona del proprio corpo, ma avvicinandola prepotentemente
a sè per poterla finalmente vedere in volto.
A causa del gesto brusco la ragazza perse
l'equilibrio, finendo quasi sul letto, ad un centimetro dal suo viso...
Fu allora che la riconobbe...illuminati dalla
luce calda delle candele, morbidi boccoli color delle foglie d'autunno
giocavano delicatamente sulle guance imporporite della giovane Grifondoro dagli
occhi dorati...
"Weasley..." il
suo nome le uscì dalle labbra come un soffio.
Con la voce tremante la grifoncina gli sussurrò "P-professore...la
prego mi lasci il braccio...mi...mi sta facendo male."
Come se si fosse scottato, lasciò rapidamente la
presa sul polso della giovane che si rialzò e iniziò a massaggiarselo storcendo
le rosee labbra in una smorfia di dolore.
"Signorina Weasley..."
ripetè piano col suo tono strascicato "...posso sapere che diavolo ci
fa nella mia stanza?!" non era stato sgarbato, ma vide ugualmente la
ragazza arrossire, mentre abbassava gli occhi fino a fissare la punta dei piedi
calzati in un paio di comodi mocassini.
"Io...ecco...professore...mi spiace...so che
non dovrei essere qui, ma..." l'imbarazzo traspariva
chiaramente dal suo giovane volto, mentre si stropicciava le mani cercando di
calmarsi.
Non fece nulla per metterla a proprio agio,
perfidamente consapevole della sua posizione di vantaggio in quanto
insegnante...non lo fece, perchè non sarebbe stato da lui...se fosse stato una
persona diversa avrebbe addirittura meditato di ringraziarla, in fondo era
merito suo se non si trovava ancora disteso sul freddo pavimento del corridoio...se
fosse stato una persona diversa...
Ma non lo era...quindi si limitò ad attendere,
con pazienza, una risposta che non tardò ad arrivare.
"...so che è contro le regole andare in giro
oltre il coprifuoco...ma le posso assicurare che quando sono uscita dalla Sala
Comune di Serpeverde dove ero andata a trovare un' amica, era ancora
presto!..." parlava animatamente e molto velocemente,
sintomo che era nervosa, ma che voleva far valere le proprie ragioni "...però
i corridoi qui sotto sono così bui..." fece per giustificarsi "...che
mi sono persa quasi subito...stavo per disperare quando..." e qui fece
una pausa sollevando gli occhi fino a fissarli nei suoi "...quando ho
incontrato lei."
Non fece in tempo ad aprire bocca che la ragazza
continuò "...io...quando l'ho vista a terra...bè...ecco...ho pensato
solo a quello...ad aiutarla intendo...mi spiace...cioè...non è che mi dispiace
per averla aiutata...anzi...ma per il fatto che non avrei dovuto essere
lì...anche se per fortuna poi c'ero...bè sì insomma...oddio che confusione! Mi
starà prendendo per una povera stupida...quindi forse è meglio se me ne sto
zitta...ecco." sospirò forte per calmarsi e finalmente tacque.
Dovette ammettere con sè stesso di essere un po'
confuso...aveva fatto decisamente fatica a non perdersi nello sconnesso fiume
di parole della giovane e in più non riusciva a staccare lo sguardo dagli occhi
di lei e dallo strano luccichio prodotto dalle mille pagliuzze dorate che li
illuminavano. La calda luce delle candele poi, si divertiva a giocare con le
ciocche dei suoi capelli che assumevano, in questo strano gioco di luci ed
ombre, le mille sfumature dell'oro e del rame, facendo risaltare maggiormente
il candore della pelle delle sue gote spruzzate di efelidi...
Decisamente si stava perdendo in strani e
pericolosi pensieri...ma perchè lei lo guardava in quel modo? Non sembrava
essere in soggezione davanti a lui...sicuramente imbarazzata, ma non
intimorita...lo guardava dritto negli occhi con una serenità disarmante...
Non era abituato a tutta quella tranquillità nei
suoi confronti, bè diciamo pure che solitamente la rifuggiva! Aveva sempre
fatto di tutto per creare diffidenza attorno a lui in modo che la gente non gli
si affezionasse in alcun modo e c'era sempre riuscito con meticolosa precisione...fino
ad ora.
Infatti erano all'ordine del giorno ragazzine che
scoppiavano in un pianto dirotto a causa di un suo rimprovero, di una sua
punizione o impavidi giovanotti che tremavano davanti alla sua spietata
freddezza...
Nella sua vita aveva ricevuto molti tipi di
sguardi...sguardi di scherno, sguardi di odio puro, sguardi lascivi anche...ma
mai questo...questo sguardo di sincero, completo e totale rispetto era qualcosa
di nuovo per lui...e decisamente non sapeva se sarebbe stato in grado di sopportarlo.
Che aveva fatto per meritarlo? Sempre che di
merito si trattasse, visto che lui non ne aveva affatto bisogno...
Era una Grifondoro ecco cosa! Una
orgogliosa...generosa...altruista...dannata Grifondo! Ma perchè questa
maledetta Casa non scompariva! Tutti questi studenti perfettini, modelli di
lealtà e di coraggio, di dedizione alla causa...lei pareva non fare eccezione
se era arrivata addirittura a rischiare una punizione per non lasciarlo a
marcire in un fetido e umido corridoio! Perchè era questo che rischiava, una
punizione coi fiocchi! Oh c'era da giurarlo!! Avrebbe provveduto lui
personalmente ad affibbiargliela, dopo aver fatto rapporto a quella vecchia
strega della sua Capo Casa (avrebbe dovuto urlare parecchio per farsi sentire,
perchè quell'acida vecchiaccia ormai aveva più di novant'anni e l'udito se
n'era andato a farsi benedire...ma potete giurarci che l'avrebbe sentito!).
E cinquanta punti in meno le avrebbero fatto
passare la voglia di aiutarlo, la prossima volta che...ma quale prossima volta?
Non ci sarebbe stata una prossima volta!
Lui non aveva bisogno di nessuno! Non aveva
bisogno di qualcuno che si preoccupasse per lui, bastava lui a preoccuparsi di
sè stesso, era sempre bastato questo...
Allora perchè non riusciva a parlare? Perchè non
riusciva a sbatterle in faccia tutta la sua rabbia? Perchè non riusciva ad
essere il bastardo di sempre? Era solo una studentessa in fondo...una
Grifondoro fatta e finita tra l'altro...meritava tutto il disprezzo che lui
aveva sempre riservato a quella Casa...lui, da Purosangue qual'era, orgoglioso
ed arrogante Serpeverde fino nell'anima...lui che non aveva piegato il capo
nemmeno davanti al Signore Oscuro, lui che da più di vent'anni riusciva a fare
il doppio gioco per conto di quell'odioso Grifondoro quattr'occhi che si faceva
chiamare "Preside"...
Cosa diavolo poteva mai avere questa ragazzina di
diverso? Lei che rappresentava quello che per tutta la vita aveva odiato con
tutto il cuore...lei che era amata dalla sua famiglia, mentre per i suoi genitori
lui non aveva mai rappresentato niente di più che un fantoccio, una vittima da
sacrificare sull'altare della gloria e del potere...
Lei che non poteva dire di aver mai sofferto la
solitudine, sempre circondata com'era dall'affetto degli amici...lei che aveva
il rispetto e l'ammirazione di tutti i docenti per l'impegno e le capacità che
dimostrava nello studio...
Già...come sua madre...la stessa intelligenza
acuta...quanto l'aveva amata...in silenzio certo, perchè quel sentimento
chiamato amore non era per lui, non gli apparteneva, non aveva mai voluto farlo
suo per paura di sciuparlo, di sporcarlo e così si era limitato a guardarla da
lontano...e a soffrire come un cane, fino a quando non aveva visto quel
perdente portarsi via il suo sogno...la sua Hermione.
Ebbene sì...la ragazza che gli stava di fronte
era la figlia dell'unica donna che avrebbe potuto farlo diventare un uomo
diverso...ed era una Weasley dannazione! Ragione di più per odiarla...ma allora
perchè sentiva di non riuscire a farlo? Cos'erano tutti quegli scrupoli?
Forse perchè nel suo sorriso rivedeva il sorriso
di lei? Forse perchè i suoi occhi dorati erano gli stessi della donna
che lo aveva stregato? Forse...
O magari era semplicemente per il fatto che
quella ragazzina...Evelyn Hermione Weasley, settimo anno Grifondoro, aveva
saputo vedere in lui qualcosa di più del freddo e cinico professore di Pozioni
che era diventato...
Forse lei, a differenza di tutti gli altri, aveva
capito che tutte le guerre che aveva dovuto combattere da quando, a soli
diciassette anni, aveva commesso il più grosso sbaglio della sua vita, lo
avevano portato ad essere qualcuno che non avrebbe voluto...
In fondo se al mondo esistesse una giustizia lui
non sarebbe mai diventato un Mangiamorte...se al mondo esistesse una giustizia,
Severus Piton, l'unico uomo che gli aveva mai dato l'affetto di una vera
famiglia, sarebbe ancora vivo...se esistesse una giustizia, Harry-sono ancora
vivo-Potter non sarebbe diventato Preside di Hogwarts a soli 37 anni...se
esistesse una giustizia...
No, decisamente la giustizia non
esiste...altrimenti il Signore Oscuro...Voldemort...Tu-Sai-Chi, o come diavolo
lo si voglia chiamare, sarebbe morto già da un pezzo e lui non rischierebbe di
morire ogni volta che il 'suo' Signore si adira per un attacco magicamente
sventato da parte di Auror incapaci che però paiono trovarsi sempre nel posto
giusto al momento giusto...
Sì, forse è per questo che non riusciva ad
indossare, con la solita non chalance, la sua maschera davanti a quella
ragazzina...e poi che ci volete fare se la figlioccia di Potter (potevate
seriamente pensare che Weasley avrebbe proposto a qualc'un'altro di fare da
padrino alla sua progenie?) è anche la pozionista più in gamba che si sia vista
ad Hogwarts bè...si potrebbe dire, da quando lui sedeva su quegli stessi
banchi?!
Niente...assolutamente niente! La sua migliore
studentessa...questo era, e lo ammirava nonostante tutti i pregiudizi...come
professore...(come uomo?)
E doveva ammetterlo...per lui era un po' come una
rivincita...una rivincita nei confronti del Magico Trio, nei confronti di
Potter soprattutto, che non aveva saputo vedere oltre al proprio naso, non
aveva accettato di tendergli la mano quando ancora probabilmente avrebbe potuto
salvarlo...
L'aveva fatto anni dopo, questo è vero, ma ormai
la sua vita era comunque cambiata...e non in meglio.
Un colpetto di tosse lo riportò al presente,
ponendo fine alle sue mille elucubrazioni...quanto tempo era passato? Pochi
minuti forse...
La grifoncina lo fissava ancora, un po' stranita
a dire il vero e si vedeva lontano un miglio che si aspettava da lui una
reazione alle sue parole.
Lentamente, la voce ridotta quasi ad un sussurro,
pronunciò solo poche parole "Va bene...per questa volta può andare
signorina Weasley...ma conto che d'ora in avanti sarà più furba e non si farà
sorprendere fuori dalla sua Sala Comune dopo il coprifuoco...e soprattutto non
si farà...come dire, distrarre?...dico bene?" i grandi occhi della
giovane si spalancarono per la sorpresa, no, decisamente non si aspettava tutta
quella magnanimità...stava veramente invecchiando!
"Sì...grazie professore..." ma
non accennava ad andarsene...Perchè? Perchè si ostinava a rimanere lì davanti a
lui?
Quando riparlò fu tutto chiaro...con tono dolce e
preoccupato chiese "...si sente meglio ora professore?...Ha bisogno di
qualcosa? Sì...insomma...posso esserle di aiuto in qualche modo?..."
Mph...questi Grifondoro erano decisamente senza speranze...
Scosse il capo lentamente, per indicarle che no,
non c'era più nulla che lei potesse fare per lui e che ora stava bene...bè una
piccola bugia non l'avrebbe certo reso più spregevole di quanto già non
fosse...una bugia solo a metà in fondo, perchè con la sua sola presenza lei
l'aveva fatto stare meglio anche se per poco...ma in futuro, chissà...
"Allora io vado professore...grazie
ancora..." e con un movimento della folta chioma fulva girò
su sè stessa avvicinandosi alla porta...la mano si era appena posata sulla
maniglia, quando a lui venne la brillante idea di aprire bocca...
"No...grazie a te...Evelyn." Se
qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe negato di aver mai pronunciato quelle
poche parole, ma non avrebbe mai negato a sè stesso quanto gli fece bene al
cuore il sorriso che la ragazza gli rivolse prima di uscire dalla stanza
sussurrando dolcemente "Buona notte Professor Malfoy..."
La storia si ripete...nel bene e nel
male...ognuno eredita i propri pesanti fardelli...Potter e Silente...lui e
Piton...
La storia si ripete si diceva, ma a volte
qualcosa cambia...a volte un Weasley può rispettare un Malfoy...e un Malfoy,
può decidere di andare contro a tutte le regole e non odiare un Weasley...a
volte.
Con un incantesimo silenzioso, tutte le candele
in un attimo si spensero e la stanza piombò nel buio...
Un sorriso rivolto alla stanza vuota, gli occhi
d'argento fuso fissi al soffitto...un ultimo pensiero...a volte.
Allora che mi dite? Siete
sopravvissuti?
Bè, se soffrivate di insonnia e dopo
averla letta avete dormito per due giorni di filato le cose sono due...o mi dò
all'ippica oppure lo brevetto come cura per l'insonnia!!!
Un abbraccio forte forte a chi è
arrivato fin qui e a chi avrà recensito...a presto! ^.^
Chiara