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Autore: FairySweet    25/07/2012    1 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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burke18                                                 Viene per Te




“Perché diavolo ti rispondo alle tre e mezzo di notte?”  un debole sorriso a colorarle il volto “E tu da quando hai un cancro?” “Non gli hai detto che ...” “Per chi mi hai persa? Certo che no! Tu l’hai sconvolto e tu sistemi la cosa. Quando me l’ha detto stavo per scoppiare a ridere, insomma, come diavolo è possibile che tu abbia un cancro se fino a ieri abbiamo parlato del possibile futuro con un bambino?”  sorrise strofinandosi gli occhi, Burke accanto a lei nascose la testa nel cuscino cercando di ignorarla “È venuto da te?”  “È sconvolto sai? L’hai distrutto Cristina!” “Non voleva farlo, io stavo ...”  “Cosa?” domandò ironica “Stavi cercando un modo per svicolare da tutto?” “Se te lo raccontassi nemmeno ci crederesti” mormorò ridendo “Cosa? A cosa non crederei?”  “Lascia stare”  scosse la testa sospirando “È Burke? Lo vedi ancora?” per qualche secondo sentì solo silenzio a riempire la distanza tra loro “È lui? È successo ancora?” “È sempre lui Meredith! Per quanti sforzi io faccia è sempre qui e non so nemmeno cosa ...” “Se hai deciso di tenermi sveglio tutta la notte almeno avvertimi” sbottò irritato “I fantasmi dormono?” domandò confusa cercando di mettere a fuoco il suo viso ma la voce preoccupata di Meredith la riportò alla realtà “Lo sai, ora inizi davvero a preoccuparmi, forse dovresti farti vedere da Derek. Magari è solo un disturbo momentaneo, forse averlo perso in questo modo ti ha fatto male più di quanto ...” “Posso riavere la Meredith di sempre per favore? Non è un disturbo e non permetterò al bel dottorino dai capelli cotonati di studiarmi il cervello” “Non mi sono mai posto questa domanda, in fondo è curioso sai? Perché dormo se sono un fantasma?” portò un dito davanti alle labbra sorridendo ma Burke continuava a parlare “Sta venendo da te Cristina” “Oddio” sospirò passandosi una mano in viso “Se sono morto come può il mio cervello aver bisogno di riposo? Forse sono ancora attaccato al passato” esclamò allegro stiracchiandosi “Cristina parla con lui perché è evidente ormai che avete bisogno di farlo. Non mi importa se litigate o se divorziate, fatelo dopo aver chiarito la cosa perché altrimenti mi toccherà venire fino lì”  un debole sorriso a colorarle il volto “Devo farlo” mormorò più a sé stessa che a Meredith “D’accordo, d’accordo parlo con lui” “Sono fiera di te Cristina Yang, sono davvero molto fiera di te e sappi che non mi hai convinto, vedere un fantasma non è normale” un altro scroscio di risate genuine e fresche e poi di nuovo il silenzio.

“Allora? Come la risolviamo questa cosa?” “Cosa?” domandò confusa posando il cellulare sul comodino “Davvero vuoi nascondermi le cose? Sta venendo qui” “E non era questo il tuo piano? Farlo venire fino a qui?” Burke annuì soddisfatto tornando a sdraiarsi accanto a lei, le braccia incrociate dietro alla testa e un sorriso ironico dipinto sulle labbra “Perché dormo?” “Ancora?” sbuffò schiacciandosi il cuscino in faccia “Guarda che è una domanda seria sai? Per lo meno è curiosa” la sentì sospirare ridacchiando “Vuoi sapere una cosa ancora più curiosa?” “Non vedo l’ora” sbottò ironica stringendo il cuscino “Considerando che ti è corso dietro e che Alringot dista da Seattle un’ora e quaranta circa beh, direi che tra pochi secondi busserà alla porta” “E da quando sei diventato un mago?” ma il respiro si bloccò di colpo quando quei colpi secchi e violenti ruppero il silenzio.
Si alzò tremante cercando con gli occhi qualche stupida spiegazione sul volto di Burke ma lui continuava a sorridere, seduto sul letto, gli occhi persi su di lei “Ce la puoi fare scheggia” chiuse gli occhi qualche secondo cercando di riprendere fiato, la mano stretta con forza attorno alla maniglia, un respiro, un’altro ancora e poi due occhi di ghiaccio a colpirla.
Inchiodata davanti a suo marito, persa in quel viso stanco e sfinito, lo sguardo carico di paura e rabbia, tremava, fradicio dalla pioggia che non smetteva un secondo di sferzare la terra “Owen che ...” ma le mani dell’uomo si strinsero con forza attorno alle sue spalle tirandola di colpo tra le braccia.
  
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