25/07/2012
0 recensioni1 Settembre, 1991
Aveva cercato di controllare la sua rabbia durante la cena nella sala grande, ma una volta solo aveva perso il suo ferreo autocontrollo. Rimase un attimo in piedi al centro della stanza, respirando affannosamente e guardandosi intorno, come se stesse valutando contro quale oggetto scagliarsi.
Il suo sguardo cadde con un lampo maligno su un grosso baule di legno coperto di polvere, lo aprì colpendolo con un calcio. All’interno c’erano vecchi libri di testo e quaderni, qualche piuma ormai consunta e un piccolo album rilegato in pelle. Lo afferrò e lo scrollò violentemente tenendolo per il dorso. Dalle pagine cadde a terra una vecchia fotografia ingiallita. Ritraeva due giovani ragazzi seduti sulla gradinata esterna della scuola in una giornata di sole. Uno era inconfondibilmente il professore da giovane, aveva l’aria schiva di chi non ama farsi fotografare e teneva rigidamente una mano a cingere la vita della ragazza seduta di fianco a lui, una giovane sorridente e molto carina, con lunghi capelli rossi, che invece sembrava perfettamente a proprio agio.
Severus Piton prese la fotografia e fissò duramente la ragazza, con la mano che gli tremava leggermente nell’accesso di rabbia.
Io ti odio, Lily Evans.
Sì, ti odio! Ti detesto, non ti sopporto!
E non me ne frega niente se sei morta! No, perché in fondo mica te ne sei andata, vero?!!
Tu non mi abbandoni mai, mai! Mi hai avvelenato, mi hai incatenato a te, mi hai ucciso!
Io non so più cosa significhi vivere senza avere te nella testa! Ogni fottutissimo giorno! Dopo undici anni!
E invece non saprò mai come sarebbe stato vivere davvero con te. Quante volte ho immaginato noi due Lily!
Ma era tutta una finzione, mi sono innamorato di una finzione.
Si sedette sul pavimento, con le spalle al muro e la fotografia ancora stretta in mano. Si passò una mano sul viso, come a voler cancellare il ricordo di un dolore ancora vivo.
Quanto darei per poter tornare indietro a quel giorno, quando ti vidi per la prima volta e decisi di avvicinarti!
Non sono stato mai più libero da allora. Mi hai tolto la libertà e non l’hai neppure usata.
Vorrei tornare indietro per ignorarti.
Guardarti in faccia e chiederti con disprezzo “Chi sei?”. Vivere la mia vita senza la tua intromissione. Oh, come sarebbe bello essere libero da te!
Perfino da morta non mi dai pace!
Avrei preferito essere morto io, lo sai…
E ora mi ritrovo davanti quel tuo moccioso arrogante, così uguale a lui!
E tu, e Silente, vi aspettate che io lo accolga e lo protegga?!
Fanculo Lily! Io lo odio! Più di quanto odiassi suo padre, più di quanto odio te! L’hai mandato a condizionare ancora la mia vita eh?
Ma adesso sono stanco. Non ne posso più di te, vorrei svegliarmi ed essermi dimenticato della tua esistenza, di noi, di tutto.
Non si rendeva nemmeno conto che, travolto dalla rabbia, stava anche piangendo. Guardava il volto della ragazza e lo sovrapponeva mentalmente a quello del ragazzino che aveva appena visto a cena. Gli occhi erano esattamente gli stessi, come se lei fosse tornata a guardarlo attraverso il bambino. Provò una nuova, violenta ondata di rabbia.
Ti prometto che renderò la sua vita qui un inferno! Piccolo ragazzino prepotente! Lui non sa niente! Non sa niente e non è niente!
Lui non è te Lily…