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Autore: LadyUzumaky    25/07/2012    2 recensioni
È una bugia. È un illusione. Noi non siamo felici insieme. Lo è una prova il tono con cui si stanno rivolgendo parole amare e rancorose. Mi fanno paura. Quella è davvero la voce del mio papà? Non la riconosco. Sta davvero facendo piangere la mia mamma, la mia mamma che è forte, che ride sempre, che mi racconta le favole?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pretending

 

Non riesco a pensare. Vorrei andarmene, vorrei smettere di sentire tutto questo, ma non ci riesco. Le urla rimbombano fra le pareti sottili di casa nostra, oltrepassando i muri ed i confini. Poco importa che io sia nascosto nell'armadio, fra i cumoli di vestiti caduti al mio passaggio. Poco importa che loro siano chiusi in cucina, al piano di sotto. Li riesco a sentire come se fossero dietro, davanti, dentro di me. Vorrei trovarmi da un'altra parte. Mi immagino il mare, le spiaggia su cui eravamo soliti stenderci al sole dopo aver costruito castelli di sabbia; immagino i boschi in montagna ed il campeggio. Mi abbandono ai ricordi e mi sforzo di far comparire davanti ai miei occhi immagini di noi felici, insieme.


Ma è una bugia. È un illusione. Noi non siamo felici insieme. Lo è una prova il tono con cui si stanno rivolgendo parole amare e rancorose. Soffoco un singhiozzo e poi un altro, cercando di tapparmi le orecchie con più forza, sentendo un male atroce. Non funziona. Piango e non riesco a smettere. Spero quasi che i singhiozzi mi impediscano di sentire. Mi stringo nelle spalle, prendendo respiri piccoli e veloci. È colpa mia? Mi viene naturale chiedermelo. Se non ci fossi stato, questo non sarebbe successo? Sicuramente. Loro sarebbero stati più felici. Contrariamente a quanto avevo creduto, i singhiozzi non fanno altro che farmi soffocare. Cerco di trattenere il fiato, ed il mio cuore smette di battere per qualche secondo. Un rumore sordo e poi silenzio.


-MA CHE CAZZATE STAI DICENDO? LA DEVI PIANTARE MADDALENA, VERAMENTE, SMETTILA-
Mi rannicchio maggiormante, cominciando a mugolare piano, allargando gli occhi. Non ha mai parlato a quel modo, non ha mai urlato a quel modo.
-NON TI RIVOLGERE A ME A QUEL MODO, NON PARLARMI COSì! WILLIAM NON MENTIRMI-
Non l'ho mai sentita piangere, non l'ho mai sentita così disperata. La mia mamma sta piangendo. Il mio papà ha picchiato le mani contro al tavolo tanto forte da far affievolire i suoi lamenti.

È colpa mia? Perchè se è colpa mia, posso cercare una soluzione, posso provare a rimettere le cose a posto. Se è colpa mia, non c'è bisogno che siano loro a litigare. Gli occhi mi si riempiono così tanto di lacrime che non vedo più nulla. Mi danno fastidio, mi fanno chiudere in continuazione gli occhi, mi bruciano le guance con la loro scia di sale. Voglio smettere, voglio essere forte, ma appena riesco a far diminuire i tremori del mio corpo, torno a sentire le loro parole e torno a piangere più forte.

Mi fanno paura. Quella è davvero la voce del mio papà? Non la riconosco. Sta davvero facendo piangere la mia mamma, la mia mamma che è forte, che ride sempre, che mi racconta le favole? Non voglio sentirla piangere, lei non deve piangere. Lei è grande ed i grandi non devono piangere. Non devono. Quindi fatela smettere. Non voglio sentirla, non voglio sentire più niente. Stringo gli occhi e tengo premute le mani sulle orecchie tirandomi i capelli, stringendo anche i denti.

Non voglio sentire


-SEI ASSURDA, MI STAI PORTANDO ALL'ESASPERAZIONE-
Non voglio sentire, non voglio sentire.
-NON SONO IO AD ESSERE ASSURDA, SEI TU CHE SEI UNO STRONZO, HAI CAPITO? UNO STRONZO! Me ne vado da mia madre. Quanto torno, non voglio trovarti-
Non voglio sentire, non voglio sentire. Alzo di scatto il volto, fissando senza vedere veramente l'anta dell'armadio accostata davanti a me. Come?La mamma se ne va? Le labbra mi tremano, sento i singhiozzi tornare prepotenti a scuotermi. Non può andarsene! Sento tutto. La porta della cucina che si apre di scatto sbattendo contro al muro, i singhiozzi di mia madre mentre si veste mettendosi il giubbino di piuma, quello che fa rumore; il tintinnio delle chiavi e il rumore degli stivali sul pavimento; la porta di casa che si apre per poi chiudersi.

Silenzio.

Se n'è andata davvero. Ho paura a muovermi. Ho paura a respirare. In casa siamo solo noi due. Aspetto nel più completo silenzio, piangendo silenziosamente. Sono talmente in ansia, che non riesco a fiatare. Dove sei? Ancora in cucina? Perchè te ne rimani li come se nulla fosse? Perchè non vieni da me? Non posso fare a meno di chiedermelo. Ti sei dimenticato anche tu di me? Te ne andrai anche tu come la mamma, mi lascerai qui da solo? Non voglio rimanere da solo, il buio mi fa ancora paura.

Dove sei?

Passano secondi, minuti interminabili. Ho freddo e caldo allo stesso tempo. Mi fa male la testa e lo stomaco. Mi sento esaurito. Perchè non vieni? Non sento più niente. La casa sembra essere caduta nel silenzio più profondo. Poi, di nuovo, il mio cuore si ferma. Le ante dell'armadio si aprono all'improvviso e sento il mio nome
-Oh Christian-
Le braccia forti del mio papà mi stringono ed io affondo contro al suo petto largo, contro al suo maglione troppo grande che sa di tabacco e ammorbidente, che sa di buono.
-Mi dispiace-
Non dice altro.
Ed io non posso fare altro che piangere, ancora.



Edit: Mi scuso per eventuali errori, se ci sono avvertitemi che provvederò a correggerli. Questa storia appartiene ad un personaggio da me creato in un forum gdr.

  
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