Quella mattina mi sveglia solare e piena di energie. Non so perchè, sarà stato il sole raggiante... i colori di quella casa che tanto mi sembravano ormai familiari oppure era soltanto il fatto che erano ormai trascorsi due mesi dal fatidico giorno in cui mi aveva detto di sì.... Ed io ero veramente pronta a fare il grande passo...
Volevo farle capire che ormai mi fidavo di questo nostro amore... che era tutto così perfetto e che nessuno mi avrebbe mai più diviso da lei, così... scese le scale, canticchiando "It's Inusual" mi diressi in cucina e dopo aver mangiato una bella scodella di cornflaks mi preparai per andare a scuola... o forse no!
Quella mattina dissi a Blaine che non sarei andata e gli chiesi per la prima e l'ultima volta nella mia vita di coprirmi le spalle... la cosa che dovevo sbrigare assolutamente quella mattina era troppo importante per saltarla.
Lasciando lo zaino sulla mensola d'entrata, mi apprestai a prendere la bicicletta rosa del mio coinquilino e sempre con la mia giornaliera anima serena mi andai ad imboscare in un vicoletto non troppo lontano da casa dove c'erano i negozi pi strambi di tutto il quartiere.
Fermandomi davanti alla pasticceria dei mille arcobaleni, misi la catenella alla mia bici e con passo cadenzato entrai nell'edificio. Un dolce aroma di crema mi investì a pieni polmoni e subito fui tentata di prendere all'occasione proprio la torna di crema ma poi girandomi alle mie spalle vidi ciò che più era oro tra quei dolci... una torta a forma di tigre ruggente ricoperta da strisce di cioccolato fondente e scaglie di caffè.
-è la sua torta- Mi dissi. Ruggente come il suo ardore ricoperta di dolcezze come la sua anima. Non ci fu nemmeno bisogno di due dollari per comprarla... il proprietario me la offrì gratuitamente e con più gioia di prima la mise nel cestino della bici e a lentezza di lumaca incominciai a pedalare verso un posto che per me fin da bambina era stata come una seconda casa: " il cappello delle meraviglie"
Sapevo già cosa avrei potuto prendere come regalo ed infatti come per magia lo vidi direttamente dalla vetrina opaca sul suo solito scaffale.
Cosa sarà mai? Vi starete chiedendo ma mi dispiace non posso ancora dirvelo.. lo farò più avanti.
Comunque ritornando a noi... dopo aver messo anche quel misterioso regalo nel cestino fui pronta per tornare a casa ma sulla strada del ritorno incontrai chi non avrei mai voluto incontrare... Sebastian.
-Che ci fa una giovane lesbicozza in giro a quest'ora della mattina? Non dovresti essere a scuola?-
-potrei rivolgere la stessa domanda a te, bastardo-
-Uhm io ho solo ricevuto un permesso..sai com'è... ho un'intelligenza al di sopra della norma non mi servono quelle noiose lezioni... piuttosto... non credo che il mio sia una scusa adattabile a te vista la tua stoltaggine...-
-Piantala e fammi passare...-
-Perchè? Se no cosa mi fai? Lo sappiamo bene che io sono più forte di te... Oh ma guarda cosa abbiamo qui...-
-Toglie le tue zampacce...-
-Cos'è? è il compleanno di qualcuno? Ah no è un mesiversario..." alla mia dolce e amata Santana con affetto una ultra cucciolosa Brittany del suo cuore" Ma che tenerezza... Bleah...-
Il mio sguardo si corrugò ancora di più, la voglia di pestargli la faccia si facea sempre di più strda tra le mie sinapsi e a momenti ce la fece a convincermi.
-Non ti azzardare a toccarmi, piccola... ho degli amici nascosti qua e là... vuoi per caso fare la fine di Alice?-
Digrignai i denti ma non mi mossi... sapevo che non dovevo muovermi... ne andava della salute di Santana più che della mia... se solo lo avessi toccato di sicuro se la sarebbe presa con lei  e non avrebbe avuto chance...
-Allora? Sei diventata una codarda...ti basta solo un mio avvertimento per calmarti?- Il suo sorriso mi infastidì alquanto...
-Basta... lasciami andare per la mia strada...-
-Certo ma non prima di aver fatto questo...- Con uno scatto prodigioso tirò fuori dal taschino un accendino e buttandolo distrattamente nel cestino contenente i regali, acceso fece prendere fuoco a tutto..
-Brutto figlio di...-
-Buona festa signorina mia... sempre che sia rimasto qualcosa...- e ridendo come un pazzo se ne andò.
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