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Autore: Cloe87    25/07/2012    1 recensioni
E se quelli che all’inizio erano sembrati degli Angeli salvatori si rivelassero invece dei diavoletti tentatori?
Beh… Atena potrebbe finire a ballare sul cubo e Poseidone a chiedere consulenza su come rimorchiare le ragazze…
Tra dubbi, ripensamenti, oscuri presagi di una guerra imminente e sfiancanti allenamenti per recuperare le lacune, gli Emissari si ritroveranno ad architettare uno strampalato piano per far capire a tutti che essere uomini è meglio che essere dei, soprattutto se si è dei ricchi ereditieri con patrimoni da far impallidire chiunque … in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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SCONTROSI GIARDINIERI, SCHIVI SPADACCINI E CIGNI INCAZZATI

Giornata di visite ai convalescenti.

 

Bisognava dire che non potevo certo lamentarmi del mio ricovero forzato alla Seconda Casa e pian piano mi stavo rimettendo in forze. Ormai riuscivo a reggermi in piedi tranquillamente e a camminare, anche se le scale mi davano ancora un senso di vertigine. Purtroppo però Aldebaran mi aveva ancora tassativamente negato di vedere Saga, mentre si dimostrò conciliante nell’accompagnarmi in visita a Shiryu, Katy e Alexis.

Durante il tragitto per raggiungere le case del Capricorno e dell’Acquario, Aldebaran, fu però costretto a prendermi in spalla.

«Toglimi una curiosità... ok che non ti sei ancora ristabilita, ma come hai fatto ad arrivare fino al Tredicesimo Tempio se non riesci nemmeno a reggere la rampa di scale che porta dalla mia casa a quella di Gemini?» mi chiese Aldebaran, mentre entravamo nella casa del Cancro, che notai non essere più tappezzata da teste di cadaveri.

«Non saprei. Forse adrenalina.» dissi.

«Oppure l’aiuto ingente della tua armatura. La tua forza di volontà ha interagito, senza che tu te ne rendessi conto con il tuo cloth, che ti ha sorretto come un esoscheletro per tutto il tempo» disse Morgana, dandoci il benvenuto in quella che presentò come la sua nuova dimora.

«La tua nuova dimora? Che cos’è questa storia?» chiese il saint del Toro inarcando un sopraciglio.

«Da ora in poi sarò io a presiedere questa casa, che voi approviate o meno. Prendetela come una sorta di indennizzo di guerra. Ma non credere che sia contenta di dimorare al Grande Tempio. Se lo faccio è solo per dovere e gratitudine nei confronti del mio Custode e per il bene dell’Equilibrio che ho giurato di difendere.» rispose secca la Medium, cosa che fece assumere uno sguardo truce al Toro.

«E la dea Atena che dice al riguardo?»

«La vostra ragazzina che gioca a fare la dea non ha dato né segni di assenso né di opposizione. Quindi chi tace acconsente» rispose Morgana.

«”Ragazzina che gioca a fare la dea”? Ti rendi conto che una frase del genere in questo luogo è una blasfemia? Fossi in te terrei più a freno la lingua, se vuoi continuare ad avere una convivenza pacifica con gli altri abitanti di questo complesso sacro» rispose accigliato il Toro e io mi affrettai quindi a cambiare discorso prima di finire immischiati in uno più spinoso. Infatti, tolte noi, i bronze, Saga, Mu e forse Shaka, al Grande Tempio tutti erano convinti che gli olimpici fossero davvero divinità e definire la “Grande Atena” una semplice ragazzina viziata ed incosciente significava innescare reazioni non esattamente pacifiche. Quindi per tirare in ballo tale argomento bisognava andarci molto cauti.

«Death Mask che fine ha fatto?» chiesi quindi io.

«Dopo che ho concesso agli spiriti delle sue vittime la forza di violentare la sua anima per placare la loro sete di vendetta, ho constatato che era un vero peccato sprecare il suo potenziale e quindi ho negato loro di condurlo con sé oltre il varco che porta verso la via del non ritorno, ponendolo sotto la mia protezione. Può ritenersi fortunato. Se la sua capacità di separare le anime dal corpo non avesse destato il mio interesse, sarebbe finito in balia dell’ira delle sue vittime fino alla sua prossima reincarnazione.» rispose Morgana.

«Non riesco ad inquadrarti, Medium. Il tuo cosmo non è malvagio, ma il tuo modo di fare è ambiguo e la cosa non mi piace.»

«Gli Emissari non sono qui per fare assistenza sociale, anche se qualcuno di noi ha dato questa impressione. Spiacente, ma non sono stata scelta come Emissario dal Custode della Seconda Colonna per i miei metodi, ma per ciò che mi spinge a lottare. Ricordati che sia il male che il bene sono relativi e possono cambiare in base alle circostanze. Anche se ammetto di aver iniziato a provare pietà per il Cancro»

«Che vuoi dire?» chiesi.

«Che se era così cinico c’era un motivo.» disse asciutto Aldebaran.

«Esatto. A quel poveraccio hanno fatto il lavaggio del cervello durante il suo addestramento per diventare cavaliere. É stato portato via dalla famiglia quando aveva pochi anni ed è stato addestrato solo ed esclusivamente ad uccidere in nome del Grande Tempio. Figuratevi che non si ricorda nemmeno il volto di sua madre. Le uniche cose della sua infanzia che riesce a riportare alla mente sono solo sangue e fuochi fatui. Questo è un sistema che deve finire, sai cosa intendo Arianna?» disse la Medium guardandomi negli occhi, ma io elusi la domanda per poi salutare a proseguire con Aldebaran. Sapevo infatti cosa volevano veramente i Custodi da noi: la soppressione di un ordine creato da falsi dei che giocavano a Risiko usando guerrieri dotati di cosmo come armate e l’umanità come tabellone, senza rendersi conto d’intaccare equilibri arcani che stavano alla base dell’Universo e del Cosmo stesso, anche se durante la mia salita era tutto passato in secondo piano, sovrastato dai miei propositi personali. Saga in fin dei conti era stato solo un imprevisto, ma sinceramente in quel periodo l’unica cosa che volevo era tornare a casa; altro che occuparmi di sedicenti divinità dei miei stivali, Atena inclusa.

 

Nella Casa del Leone Aioria ci salutò calorosamente e, dopo essersi sincerato delle mie condizioni di salute, ci lasciò passare. Attraversammo quindi la casa della Vergine, che fortunatamente era vuota (non avevo minimamente voglia di vedere quel borioso biondino) e la casa di Libra.

Giungemmo quindi alla casa dello Scorpione, dove ci accolse, (si fa per dire) un irritato ed indisposto Milo, intento a potare edera rampicante. Il suo tempio ne era infatti ancora parzialmente infestato nonostante Saori avesse liberato lo Scorpione dalla stretta di fronde in cui era finito per opera di Sayuko.

«Vedo che ti dai al giardinaggio!» rise Aldebaran, mentre io mi nascosi il più possibile dietro le spalle del Toro. Milo aveva infatti una faccia tutto tranne che socievole.

«Non c’è nulla da ridere! Ma prima o poi quella maledetta strega con gli occhi a mandorla me la pagherà con gli interessi! Trattare così me, Milo dello Scorpione, coprendomi di ridicolo e imprigionandomi slealmente! Come ha osato! Se solo non fosse sempre scortata da quel bell’imbusto del cavaliere dei Pesci le darei una bella lezione!» brontolò lo Scorpione tra i denti.

«E da quando hai paura di Afrodite?» chiese sornione e sarcastico Aldebaran, cosa che gli fece guadagnare uno sguardo di fuoco da parte del collega, che sibilò:

«Non ho timore di Afrodite, ma è tassativamente vietato attaccar briga con un altro saint! Dovresti saperlo anche tu!»

«Aldy... io eviterei di stuzzicarlo ulteriormente... mi sembra già abbastanza nervoso...» sussurrai io al saint del Toro, che sorrise:

«Can che abbaia non morde. Brontola, brontola, ma infondo è un pezzo di pane! Parola mia, altrimenti Hyoga e la Veggente non se la sarebbero cavata così facilmente! Altro che “Assassino del Santuario”!»

«Che fai? Sfotti pure tu?» ringhiò Milo, puntandoci contro le cesoie.

«No, figurati! Buona continuazione... pollice verde!» disse Aldebaran uscendo dalla casa dello Scorpione, mentre il proprietario del tempio tirava impropri in greco a tutto andare.

La Casa del Sagittario era tristemente vuota e così raggiungemmo in fretta la casa del Capricorno, dove però non trovammo nessuno ad accoglierci nell’androne.

«Uhm... deduco che ci toccherà bussare agli alloggi privati di Shura» disse Aldebaran, facendomi scendere dalle sue spalle, per poi guardarsi intorno grattandosi pensieroso il capo:

«Purtroppo non ho mai avuto molta confidenza con il saint del Capricorno e quindi non ho mai avuto modo di vedere altro di questa casa che il corridoio di passaggio» disse quindi il Toro, mentre ci aggiravamo tra i corridoi impreziositi con stucchi del Tempio. Bisognava infatti dire che, nonostante la mancanza dell’elettricità e di altre comodità moderne come l’acqua corrente, i gold saint non se la passavano poi così male a livello di alloggio, senza contare che avevano la possibilità di richiedere al loro servizio dei domestici. Aioria del Leone veniva infatti servito e riverito da una giovanissima ancella di nome Lythos (che, a suo dire, era più una sorella che altro, nonostante le malelingue) e da un uomo di nome Galan, amico d’infanzia del defunto Aioros.

Aldebaran invece aveva preferito non richiedere nessun domestico “Un uomo deve sapersela cavare in ogni circostanza, anche se si tratta di padelle e detersivi!” mi aveva infatti detto. Che ragazzo da sposare! Se non fosse stato così giovane quasi, quasi ci avrei fatto un pensierino!

Le mie divaganti considerazioni vennero però bruscamente interrotte da una profonda e severa voce maschile alle nostre spalle, che si rivolse a noi in greco, ma con un mal celato accento spagnolo:

«Che ci fate a zonzo per la mia casa?»

Io e Aldebaran ci ritrovammo così ad osservare l’ombroso Capricorno guardarci serio e con fare ammonitore.

«Salute a te Shura di Capricorn. Ti stavamo giusto cercando!» disse quindi gioviale Aldy, mentre Shura faceva capire, con un cenno del capo, di dargli una motivazione valida per il giro turistico nei corridoi della sua dimora o di levare le tende.

«Ehm, chiedo scusa per l’intrusione, ma eravamo venuti fin qui per poter vedere Shiryu e Alexis e non sapendo bene dove e a chi rivolgerci abbiamo iniziato a girovagare qua e là» dissi quindi io.

Shura chinò quindi il capo in segno di assenso e ci fece cenno di seguirlo.

Fummo così condotti in silenzio al secondo piano del tempio, dove il cavaliere aveva collocato i suoi alloggi ed io non potei non notare quanto fosse taciturno e schivo il custode della decima casa, tanto da sembrare scontroso, visto che ad ogni domanda che gli veniva rivolta rispondeva a monosillabi.

Il silenzio quasi surreale che regnava all’interno del Tempio del Capricorno venne però meno, man mano che ci avvicinavamo alla stanza in cui avevano trovato ricovero la Sensitiva e il Dragone. Le imprecazioni in inglese di Alexis si sentivano infatti fin dal corridoio e quando Shura aprì la porta della stanza, venne investito da una vagonata di insulti.

«Ehi, maledetto Zorro! Come hai osato farmi questo! Slegami subito!» sbraitò Alexis.

«Ordine del dottore e della Grande Atena per il vostro bene, vista la vostra ostinazione a non voler seguire le prescrizioni mediche e rimanere a letto. Vi ricordo che, nonostante l’intervento della dea, la vostra ferita potrebbe riaprirsi.» commentò asciutto il cavaliere.

«E io ti ricordo che se mi trovo in questa condizione e solo per colpa tua che mi hai quasi tranciato una gamba con la tua maledetta Excalibur! Sai dove te la dovresti infilare?» ringhiò Alexis.

«Sono consapevole di avervi cagionato ingiustamente dei danni e mi dolgo dei miei sbagli, che espierò fino all’ultimo in nome di Atena. Quindi, per iniziare a sdebitarvi con voi, non lascerete queste mura fin quando non vi sarete completamente ristabiliti. Sia voi che Shiryu. Ora vi lascio in compagnia del saint del Toro e della signorina Arianna, che sono giunti a farvi visita» e Shura uscì dalla camera in silenzio e senza aggiungere altro.

«Se vuoi sdebitarti slegami! Non ho tempo da perdere a letto io! Ho delle indagini da portare avanti a Sydney e che ho sospeso perché sono stata spedita da una sorta di ectoplasma a riportare la giustizia al Santuario!» sbottò Alexis, ma invano. Il saint era già lontano.

«Ehi, ehi, ehi! Calma bimba! Prima ti rimetti in sesto e prima potrai fare quello che vorrai!» esclamò Aldy, divertito.

«Bimba a chi? Guarda che mentre ti cambiavano il pannolone io sapevo già far di conto, pulcino! Ho 28 anni, che credi?» replicò la Sensitiva quasi ringhiando; poi nella stanza cadde il silenzio.

«Grazie al cielo! Un po’ di pace finalmente!» esclamò così Shiryu, collocato nell’altro letto della stanza, mentre appoggiava su un comodino il libro che stava leggendo: «Ciao Arianna. Buongiorno sommo Aldebaran. Perdonatela se è così scontrosa, ma se è costretta a letto diventa intrattabile.» ci disse il Dragone, che portava una fasciatura all’altezza del cuore, per poi rivolgersi ad Alexis: «Non credi di stare esagerando con Shura? Insomma, ok che non è stato esattamente simpatico con noi, ma ormai ha compreso perfettamente i suoi errori. Pensa che anche Aioria e Saori lo hanno perdonato, comprendendo che anche lui era stato ingannato sul conto del Sagittario, liberandolo dalla roccia in cui gli avevi imprigionato il braccio sinistro, dopo che io gli avevo rotto il destro!»

«Sì, rischiando di venire centrato al cuore! Bella mossa! Davvero! Se fossi crepato poi chi la sentiva Shunrei!» lo rimbeccò la Sensitiva, per poi passarsi seria una mano nei capelli: «Lo so che nonostante la sua facciata, Shura sta soffrendo come un cane. Venire a conoscenza di aver ucciso ingiustamente una persona che stimava è stato un duro colpo. Comunque non riesco ugualmente a farmelo stare simpatico con il suo atteggiamento da cavaliere penitente in cerca di espiare i suoi peccati, come se ci fosse solo lui a portare tale croce… Senza contare che si è permesso addirittura di legarmi per farmi stare a letto! Ma vi rendete conto? A proposito, potete slegarmi?» esclamò depressa la Sensitiva.

«Spiacente, ma non mi prendo tale responsabilità» disse Aldy.

«Se ti può consolare anche Aldebaran è stato molto severo con me. Credo che sia una cosa comune a tutti i saint.» dissi io, mentre Alexis mi guardava poco convinta, ma feci finta di nulla e chiesi: «Quindi Shura e Aioros erano amici?»

«Dire che fossero amici è esagerato, ma certamente per Shura il Sagittario era un modello, il suo esempio da seguire e il dolore per aver dovuto compiere quel gesto lo ha sempre accompagnato nel profondo del suo cuore, anche se per dovere lo negava persino a se stesso, ed ora che sa che è stato un gesto inutile beh... potete immaginare anche voi che non sia un bel periodo.» concluse Alexis.

«Non credevo foste così in confidenza con il saint del Capricorno. Con tutti è sempre stato molto schivo, anche con i suoi parigrado. Già il fatto che abbia chiesto alla Grande Atena di potersi occupare in prima persona di voi, mi ha stupito» disse Aldebaran.

«Infatti non siamo in confidenza. A parte venire a portarci i pasti e i medicamenti, non sta mai molto con noi e parla ancora meno.» disse Shiryu.

«E quindi come fate a sapere tutte queste cose?» chiese il saint del Toro, un po’ confuso, mentre io sorrisi:

«Alexis è la Sensitiva.»

«Già, riesco a percepire i sentimenti del presente e i ricordi del passato, tramite il contatto fisico e siccome è Shura a cambiarci le fasciature e disinfettare le ferite ormai il suo stato d’animo è un libro aperto. Ed è una cosa abbastanza frustrante. Uno ne ha già abbastanza dei propri problemi, senza aggiungerci quelli degli altri. Anche perché, a parte dire dei poco consolanti “Fatti forza” ed “Ormai quel che è stato è stato, cerca di tirare avanti” non è che ci sia molto altro da fare» disse Alexis.

«Tra l’altro poco credibili da parte nostra, dato che siamo stati noi a dirgli per tutto lo scontro che se non si fosse comportato da perfetto subordinato senza cervello, magari le cose sarebbero andate diversamente» disse Shiryu.

«Purtroppo però la storia non si fa con i se e con i ma» disse Aldy, facendoci asserire tutti con il capo.

«Saga, piuttosto? E tu come stai? Quello che sei venuta a sapere nella sala del trono contro Arles è stata una bella batosta.... sei stata fregata proprio bene» mi disse quindi Alexis.

«Non ho ancora avuto modo di vederlo. Per il resto va tutto bene. Ho passato di peggio, credimi.» dissi io (maledette barriere mentali inesistenti che permettevano alla Sensitiva di vagare nei miei sentimenti senza nemmeno l’ausilio di un contatto fisico!), per poi aggiungere, rivolgendomi ad Aldebaran: «Che dici? Sarà meglio che andiamo, visto che volevamo ancora passare da Katy.»

«D’accordo» disse quindi Aldebaran.

«Se hai bisogno di parlare mi troverai qui legata al letto a rimirare il soffitto! Quindi non farti problemi! Ah, se ti capita di vedere Saga evita solo di evirarlo perché l’ho visto di sfuggita mentre lo scortavano lungo le 12 case e… sarebbe veramente uno spreco, buongustaia!» mi disse quindi Alexis facendomi l’occhiolino, mentre io salutai per poi accingermi ad uscire dalla stanza insieme al saint del Toro. Per quanto riguardava l’incolumità dei Paesi Bassi del saint di Gemini non potei però assicurare nulla.

 

Durante il tragitto verso la Casa dell’Acquario, rimasi alquanto silenziosa.

«Arianna, sicura di stare bene?» mi chiese quindi Aldebaran.

«Si, perché?»

«Da quando Alexis ha menzionato il tuo scontro contro Arles sei diventata improvvisamente muta. È successo qualcosa che non so, oltre a quello che ci ha riportato Seiya?»

«No, nulla» dissi abbozzando un sorriso tirato. Sì, nulla, tolto il fatto di aver scoperto di essere stata ingannata ulteriormente da Saga, che aveva giocato abilmente con la mia persona con lo scopo di legare a se le mie facoltà di esorcismo; ma infondo un’inculata in più o in meno che differenza poteva fare ormai?

Aldy mi scoccò un’occhiata poco convinta, ma vedendo che io ero passata a fare considerazioni sul tempo, aveva colto il segnale di cambiare discorso e non indagò oltre. Ma perché la gente al Grande Tempio non sapeva farsi gli affari suoi? Forse perché non essendoci i televisori non sapevano come passare il tempo?

 

Arrivati finalmente alla nostra ultima meta, io e Aldebaran, ci ritrovammo però ad assistere ad una tremenda sfuriata di Hyoga nei confronti di Camus, che stava per lo più zitto ad incassare, mentre il povero diavolo del medico badava bene di congedarsi.

«É solo colpa tua se Katy è in queste condizioni. Come hai potuto Camus? Come hai potuto ridurla così? Avevi già fatto sprofondare il relitto in cui riposava mia madre nelle profondità inaccessibili dal mare, non ti bastava? Katy non la dovevi toccare!!! Non la dovevi toccare capito!!!» Urlò Hyoga in preda all’ira.

«Ho fatto il possibile perché non venisse coinvolta, ma non mi era venuto in mente che potesse gettarsi in quel modo nell’aria congelante, te lo giuro. Il suo stato di salute preoccupa anche me, cosa credi? Se solo potessi tornare indietro lo farei» rispose l’Acquario.

«Come al solito belle parole e basta, “maestro”, peccato che non traspaia nulla di ciò che dici! Il tuo è solo uno dei tuoi discorsi di circostanza!» inveì però il Cigno, e non potei dargli torto. Infatti l’espressione impenetrabile di Camus non lasciava spazio a nessuna emozione.

«Ma che succede?» chiese quindi Aldebaran rivolgendosi al medico, che nel frattempo si era diretto verso di noi allo scopo di lasciare l’Undicesima Casa.

«Le condizioni della giovane americana non sono rosee. Ha una brutta broncopolmonite e la febbre non accenna a diminuire. La permanenza nella teca di ghiaccio ha minato seriamente la sua salute ed ora è troppo indebolita per riuscire a riprendersi con facilità.» ci spiegò il dottore, mentre il tono di voce poco conciliante di Hyoga ci fece tornare ad assistere alla discussione.

«E pensare che credevo che anche tu ti fossi affezionato a lei ed invece anche in Siberia è stata tutta una facciata, non è vero? Infatti è bastato un ordine dall’alto per farti dimenticare tutto l’affetto che lei ci ha dato! Mi dispiace, ma se diventare un cavaliere significa ridursi come te, dei tuoi insegnamenti non so che farmene!»

«Non è come dici Hyoga. Le cose stanno in un modo molto diverso, ma sei troppo giovane e con poca esperienza alle spalle per poter capire...»

«Taci! Se fosse come tu dici ti saresti schierato dalla nostra parte e non da quella del Grande Sacerdote! Non sei degno di stare al suo capezzale!!!»

«Hyoga ti prego... basta così» una flebile voce fece cadere il silenzio nell’ambiente.

«Katy, cosa ti è saltato in mente? Devi rimanere a letto!» esclamò Camus alla vista della Guaritrice che aveva raggiunto l’androne uscendo da una porta laterale, per poi affrettarsi a raggiungerla. L’aspetto di Katy non era dei migliori: era pallida come un cencio e la camicia da notte bianca e i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle la facevano sembrare ancora più cadaverica.

«Katy, per favore, torna a riposarti. Se già così debole» gli disse il cavaliere dell’Acquario con modi gentili, nonostante la freddezza dell’espressione del volto.

«No. Hyoga deve sapere. Non potete continuare così.» rispose però la Guaritrice, rifiutando il sostegno di Camus, per poi rivolgersi al Cigno: «Hyoga, smettila di comportarti come un bambino e di rivolgerti in questo modo al tuo maestro perché lui è sempre stato dalla nostra parte e se sono intervenuta non è stato per salvare te, ma lui.»

«Katy, basta così, non devi affaticarti!» intervenne Camus, ma Katy non lo ascoltò e continuò:

«Perché Camus ha fatto tutto con l’unico scopo di farti ottenere il settimo senso ed era disposto a morire pur che tu riuscissi a raggiungere questo obbiettivo! Quindi ora finiscila di recriminarlo, senza contare che la scelta di intromettermi in quel modo è stata soltanto mia e di nessun altro!» concluse Katy per poi essere colpita da un attacco di tosse e soccorsa prontamente da Camus, nei cui occhi non potei fare a meno che intravedere una certa preoccupazione, anche se solo per una frazione di secondo. La capacità di autocontrollo di quel ragazzo era veramente impressionante.

L’Acquario prese quindi Katy in braccio a forza e disse:

«Sei veramente testarda.»

«Dopo il tempo che ho passato con voi in Siberia dovresti aver capito che non mi faccio intimidire tanto facilmente. Tanto meno da te» rispose Katy, facendo abbozzare un mezzo sorriso a Camus, che però svanì subito per poi rivolgersi a noi:

«Sono desolato, ma come potete vedere, madamigella Katy non è in grado di ricevere visite e mi scuso per la discussione a cui avete assistito anche se... rimanere ad ascoltare le conversazioni degli altri come dei curiosi spettatori non è educazione.» ci disse con glaciale gentilezza e non senza un pizzico di rimprovero.

Fu così che io e Aldy tornammo alla Seconda Casa con la coda fra le gambe e la consapevolezza di esserci fatti una pessima figura.

  
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