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Autore: AngelOfSnow    25/07/2012    1 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Sesta: II Atto.

Scena Sesta: II Atto.

Non avevo voluto spiegazioni e lui non aveva accennato a darmele, nemmeno per giustificarsi o magari per spiegarmi cosa mi fossi, effettivamente persa, ma vabbè, sono dettagli di poco conto, no? In fondo, tre mesi senza accennare alla cosa e una donna del tutto sconosciuto che ogni tanto gironzola in casa, facendo delle moine da gatta morta, provando a sedurlo, che differenza fa?

<< Nicola, usciamo più tardi? >>

<< Certo! >>

Non devo nemmeno chiedere che mi ritrovo le sue labbra premute delicatamente contro le mie e automaticamente mi sciolgo, come se oramai fosse diventata cosa automatica.

Con una piccola pressione allontano il mio attuale ragazzo e sorrido a Sam e Domenico, tornati effettivamente insieme, più uniti di prima

<< Mh, tra poco farai diciassette anni... amica mia, che desideri? >>

Scrollo le spalle e non accenno alla voglia di ritrovare i miei ricordi e tornare a vivere a casa mia, però, pazienza, non posso nulla contro i miei genitori e gli avvocati... quindi.

<< Nulla! >>

<< Davvero non c’è nulla che desideri? >>

Sospiro passandomi una mano fra i capelli e scrollo le spalle, disinteressata del tutto all’argomento.

Con l’orecchio teso, sento la campanella della prima ora suonare e prendo Sam a braccetto, rubando un bacio a Nicola e dandone uno sulla guancia a Domenico, che arrossisce leggermente, mentre Sam fa l’esatto opposto con entrambi. Attraverso la porta della classe e saluto più o meno calorosamente Lucia e Milena, le gemelle, e  Mary, che mi guardano con un certo divertimento negli occhi.

Non dico nulla anche con gli sguardi di Francesca, Chiara e Sofia puntati addosso.

Sam sembra essere immune a questi sguardi, ma posso notare nel fondo dei suoi occhi una punta di divertimento, ben sopita.

Barbara e Teresa, cominciano a confabulare fra di loro in modo civettuolo, lanciandomi delle occhiate strane e Daphne sta dettando qualcosa a Nives, mentre Ilaria annuisce commentando sottovoce.

<< Ehi, ma tu non hai notato nulla di strano? >>

Mormoro aspettando l’arrivo di uno dei professori a caso, ancora l’orario delle lezioni non è stato rilasciato e vengono i nostri professori a turno, senza una logica precisa.

Sam alza le spalle concentrata a massaggiare sia con Domenico che con Anna, Giuliana e Valentina, compagne rimaste a casa.

Senza ricevere risposte soddisfacenti, comincio a massaggiare con Nicola, fino a quando la porta si chiude e ci alziamo in piedi, per salutare la professoressa o professore.

<< Professore Ambrosia, è lei a prima ora?! >>

Esulta Laura, battendo il cinque a Francesca, tornata la proprio posto, mentre io cerco di nascondermi il più possibile gli occhi con i capelli e la cosa sembra fare effetto.

<< Già, è da una buona settimana che c’è scompiglio per i turni e sinceramente, lasciare una classe scoperta, soprattutto la vostra, mi sembrava uno spreco... comunque avete un semplice quaderno? >>

Il suo tono è caldo e gentile e io comincio a scarabocchiare un foglio del quaderno a quadri appena utilizzato.

Quasi tutte annuiscono ed esultano prendendo con piacere gli appunti che sta dettando, io, mi limito a sbadigliare, indifferente, mentre Sam mi da delle gomitate controllate per incitarmi a scrivere qualcosa.

<< Dai... >>

Sussurra... chissà per quale caso, la campanella suona non appena incrocio i suoi occhi e non ho intenzione di lasciami incantare, spostando gli occhi sul telefono.

<< Ma che ti prende? >>

<< Non lo so. >>

Ammetto e sono convinta di vedere una massa di capelli ricci e morbidi, svolazzare sulle scale prima di svanire.

Esaurita da me stessa, prendo Sam sottobraccio e la trascino al Bar.

Con la mia solita fortuna la massa di ragazze sono tutte accalcate dove si trova Davide e allora giro i tacchi, prima di venire richiamata.

<< Elisa! >>

Appunto.

<< Elisa! >>

<< Oh! Lidia! >>

Con un scatto degno della miglior velocista, mi affretto a prendere a braccetto la ragazza che avrei preferito evitare, pur di non parlargli.

<< Che cazzo vuoi? >>

Con un’occhiata acida gli ricambio il buon giorno e con spassionata cattiveria gli indico Sam.

<< Lidia, queste è Sam, la nuova campionessa mondiale di Box giovanile. >>

Automaticamente il sorriso di Sam si fa cattivo, intuendo cosa avessi in mente e Lidia si limita a chiedermi ciò ce voglio con sguardo rassegnato.

<< Portami via da qui, prima che mi raggiunga Ambrosia. >>

Inarca un sopracciglio ma lo fa e in poco tempo lo seminiamo.

<< Dovresti parlarli. >>

<< Lidia non ti ho chiesto un parere, comunque grazie. >>

<< Grazie. >>

Continua Sam salutandola gentilmente, sottolineando il fatto che il suo parere non ci serve.

<< Stai diventando ridicola ! >>

Sbuffa ed io ruoto gli occhi al soffitto.

<< Elisa non sto scherzando, abitate nella stessa casa, ma sembra che nemmeno vi conosciate, è successo qualcosa che non so? >>

Scuoto la testa affidandomi all’istinto di non dirle nulla di Lucrezia.

Il suono della campanella ci distrae e afferro di nuovo Sam per il braccio, tornando in classe.

<< Me deve interrogare l’Adalgisa. >>

Ride divertita Sam e io la seguo, in fondo, non è difficile sfilare un otto a questa professoressa.

   
 
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