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Autore: Lola_Payne_Directioner    26/07/2012    7 recensioni
-April?- dice, all’improvviso.
-Mh?-
-Quali sono le sette cose che odi di me?-
Io spalanco gli occhi.
Le sette…cosa?
-Come prego?- esclamo.
-Hai capito bene. Quali sono le sette cose che odi di me?-
-Ma perché mi fai questa domanda?- gli chiedo, senza ironia.
-Perché ormai ho capito che mi odi, quindi voglio sapere almeno sette motivi validi.-
Io sorrido.
-Styles io non ti odio….- gli dico.
Lui si illumina.
-Ah no?!-
-No. Mi stai diversamente simpatico. Diciamo che se per caso dovessi scegliere se buttare da un burrone te o Giustino Biberon, beh butterei te.-
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'Chi era lo stronzo che aveva parlato?'


 

-Tesorooooo, sei pronta?- mi urla Jane dal piano di sotto. Io sbuffo e reprimo gli istinti omicidi che salgono ad ogni minuti che passa.
Ma perché perché perché sono così cazzona?
E’ semplice dire di no. L’avrei dovuta guardare negli occhi, essere un po’ spietata e dirle: ‘Mia adorata Jane, non ho intenzione di passare l’intera estate con Louis Testadicarota Tomlinson. Specie perché la casa mi serve intera al ritorno dei miei e, visto il quoziente intellettivo e l’età celebrale del tuo ragazzo, sarà una cosa molto improbabile se rimane qui’.
Ma..sono troppo buona. Cazzomerda!
-Siiiiii. Ora scendo.- le urlo.
Scrollo le spalle. A cosa serve curare il look per ricevere in casa Louis? Anche se Jane mi aveva accennato che lui aveva intenzione di portare uno o due amici…che senso aveva?
Me ne ero sempre fregata dei ragazzi, avrei continuato così. Non che non avessi mai baciato nessuno o avessi sempre fatto la sfigata che sta a casa tutte le sere a guardare film strappalacrime mentre sta sbragata sul divano in pantaloncini di tre taglie più grandi, magliette con stampe improponibili, calzettoni di lana, crocchione e il barattolo di Nutella alla mano.
Anzi, io uscivo mediamente tutte le sere anche nel periodo scolastico.
I miei se ne sono sempre fregati di me. Mio padre, ricchissimo imprenditore di bell’aspetto, era sempre troppo occupato con le sue carte, il suo giornale, i suoi clienti e a tradire mia madre e lei, beh, lei era troppo occupata con manicure, pedicure, parrucchieri, estetiste, le sue amiche super chic e le sue serate ai circoli più esclusivi.
Entrambi erano sempre assenti, e non solo in casa…
Perciò io avevo dei voti pessimi a scuola, uscivo tutte le sere, tornavo a casa la notte ubriaca e i miei non si sono mai accorti di nulla.
Scendo le scale con passo felpat…no che cavolata, scendo le scale con la grazia di un pachiderma in un negozio di porcellane e non posso non ridere alla vista della mia migliore amica.
Jane è vestita con un abitino nero tutto svolazzante che le arriva appena sopra il ginocchio, calza un paio di sandaletti neri e ha raccolto i capelli rossi in una coda di cavallo alta e stretta, dalla quale sfuggono due riccioli ribelli che le circondano il viso.
Non si è truccata quasi niente, ma il suo sguardo brilla di felicità e di emozione.
Seguo un po’ con gli occhi la sua figuretta piccola e snella che cammina avanti e indietro per il salotto, poi non riesco a reprimere una risata.
Mi fa tanta tenerezza.
E’ così emozionata e così tenera che per un attimo sono fiera di me stessa per averle detto si e mi metto a pensare che forse non sarà così tragico avere Louis ‘the Tommo’ Tomlinson che gira per la casa tre mesi.
Okay, basta con questo momento troppo dolcioso. Ho detto ‘per un attimo’.
Lei pare notare la mia risatina e si gira verso di me.
Sul suo viso passano una serie di emozioni che terminano in quella che pare indignazione.
Assume  un espressione alla ‘WTF?’ e io non riesco a capire se è arrabbiata sul serio o sbalordita.
-April Van Der Woodsen, ma come diavolo ti sei conciata?- mi urla.
Io le intimo di abbassare la voce e faccio spallucce, guardando il mio abbigliamento molto casalingo: felpona ‘Hollister’ di due taglie più grande e di un verde pisello andato a male, shorts di cotone giallo limone ammuffito e piedi nudi.
Niente trucco, niente parrucco. I capelli sono selvaggi, liberi…si spettinati insomma. Rassomigliano alla criniera di un leone barbone (?).
-Che c’è?- le chiedo. –E’ il tuo fidanzato, non il mio-
Lei fa per aprire la bocca ma il campanello glielo impedisce. Santo Dio, sposerò chiunque abbia inventato i campanelli. Mi sono scampata una ramanzina alla Jane su quanto il look sia importante da curare…è una grande cosa!
Lei si girà verso di me, alla disperata ricerca del coraggio che lei ha evidentemente lasciato a casa sua.
-Non apri?- le chiedo, alzando un sopracciglio.
Lei mi guarda e annuisce, rimanendo, però, ferma dov’è. Il campanello suona ancora e stavolta io la spingo verso la porta e accompagno la sua mano verso la maniglia, spingendola verso il basso.
Louis appare sulla soglia della porta; è un po’ più alto e più figo di quanto mi ricordassi, si è fatto crescere un po’ di barbetta sulla mascella pronunciata che gli da’ un’aria un po’ più matura, ho detto solo un’aria eh, ed è vestito con dei pantaloni rosso acceso e una maglia a righe larghe, bianche e blu.
Si, nell’abbigliamento è rimasto sempre un poppante.
Neanche mio cuginetto di cinque anni usa più le righe.
-Jane!- urla lui, poggiando il suo borsone per terra.
Jane ha gli occhi a cuoricino ed un sorriso a 93248 denti stampato in viso. Poi, nella frazione di un secondo, lei gli salta addosso e lui la afferra, facendola volteggiare in aria.
-Mi sei mancata amore mio. Mi sei mancata come mi mancherebbe l’aria- gli sussurra lui all’orecchio. E’ un sussurro, si…ma io sono talmente vicina da sentirlo.
Lei lo bacia e tra un bacio e l’altro gli sussurra quanto sia mancato anche lui a lei.
E’ una scena stomachevole, da diabete multiplo…eppure non riesco a smettere di sorridere mentre gli guardo.
Lui rimette giù Jane e si gira verso di me, rivolgendomi un sorriso accattivante.
-Ciao April.- mi dice.
Io fingo un sorriso, ma tutto ciò che mi esce è un ghigno sarcastico.
-Ciao Tommo-carota- gli rispondo.
Lui scuote la testa e mi rivolge un’occhiata divertita con i suoi penetranti occhi color ghiaccio.
Ecco, quegli occhi, l’espressione che c’è nel suo sguardo…è quello che lo fa sembrare sempre un bambino.
-Siamo sempre le solite acide stronze, vedo. Non sei cambiata- mi dice, ma naturalmente il suo ‘acida stronza’ è affettuoso.
Louis e Jane stanno insieme da ben 7 anni, sono la coppia più carina che io abbia mai visto.
Stanno insieme da quando sono dei bambini ma si amano ogni giorno di più.
E io, essendo la migliore amica di Jane dalla nascita, ho imparato ad affezionarmi a quello scemo del suo ragazzo.
Diciamo che gli voglio QUASI bene…..
Gli rivolgo un’occhiataccia e poi gli faccio la linguaccia. Oh, ho fatto anche la rima…
-Bene, adoro la tua stronzaggine. Mi diverte- mi dice, e sembra davvero sincero.
Alla fine la mia parte umana si fa vedere un po’ e io lo stringo in un abbraccio veloce.
-Wow, mi hai abbracciato. Sei di buon’umore…- dice.
Io gli do un pugno sul braccio, divertita. Poi lui abbraccia di nuovo Jane e tutti e due mi guardano.
-Bene, ne approfitto ora che sei di buon’umore. April, ti presento le altre 4 persone con la quale dovrai condividere la tua casa per i prossimi 3 mesi…- mi dice.
Io lo guardo a bocca spalancata. Ma che diamine sta blaterando adesso questo coglione? Quattro persone? Che cosa sono io, un bed &breakfast?
-Louis che cazzo blateri?- gli chiedo retorica, in modo fin troppo acido.
-Ragazzi, potete venire- urla, ignorandomi.
Tento flebilmente di protestare ma quattro ragazzi entrano in casa mia.
Ma che cazz…
-Oh porco cazzus…- mormoro io.
Quei quattro ragazzi sono uno più figo dell’altro. Sembrano quattro modelli, alti, con fisici asciutti e tonici, vestiti alla moda, sorrisi perfetti e occhi e capelli da far girare la testa. Jane viene verso di me e mi passa una mano davanti agli occhi.
-Prooontooo, Terra chiama April.- dice. Ma io la ignoro. Tutto ciò che vedo sono quattro dei dell’antica Grecia che stanno davanti a me, nel mio salotto, rivolgendomi sorrisi perfetti e reggendo borsoni gonfi.
-Attenta ragazzina, o ti si slogherà la mascella- sussurra uno dei cinque con un tono insopportabilmente sarcastico.
Quella voce così profonda mi risveglia dal sonno indotto da cotanta perfezione. Richiudo la bocca, ferita nell’orgoglio per essere stata sorpresa in uno stato di semi-trance. Chi era lo stronzo che aveva parlato?
Un ragazzo biondo che, tra una risata e l’altra dava un cinque ad un altro risponde silenziosamente alla mia domanda.
A parlare è stato il ragazzo più alto dei quattro. E, diamine, è anche il più bello. Ha dei capelli ricci, boccolosi, capelli con i quali giocherei ore e ore, due paia d’occhi grandi e verdi, fin troppo maliziosi, un sorriso a trentadue denti, e che denti…
Ha perfino le fossette. Perdio, più lo guardo più sembra diventare perfetto.
Oh cazzus, che cosa non gli farei…
-Oh no, ci risiamo. Hei Jane ma la tua amica ha qualche problema di cervello che si spegne o si incanta molto spesso?-
Un’altra domanda che mi ferisce nell’orgoglio. Il mio orgoglio smisurato. Indignata guardo nella sua direzione, sollevando il mento a mo’ di sfida.
-Senti, caro il mio Mr. Cespuglio, chi ha dei problemi di cervello tra noi due sei tu. Ricordati che sei sotto il mio tetto per tre mesi e posso farti fare la fine dei barboni in quattro e quattr’otto.- gli dico.
Sento un ‘uuuuh’ da parte degli amici. Rivolgo loro uno sguardo rapidissimo. Il pakistano e il ricciolo-sorriso dolce stanno ridendo sotto i baffi mentre il biondino si mette meno problemi a mascherare la sua risata, che riecheggia nella casa manco fosse dotato di un megafono.
Mr. Cespuglio mi si avvicina, senza mai staccarmi di dosso i suoi occhioni maliziosi e sorridendomi.
-Wow, sei molto aggressiva. Mi piace…- mi dice, arrotolandosi una ciocca dei miei capelli castano chiaro intorno al suo dito. Il suo lungo dito. Dio, anche il suo dito era perfetto…
Ma che cazzo dico?!
Sto per dire qualcosa ma Jane si mette tra noi.
-Va bene, okay. E’ chiaro che non vi state molto simpatici. Perciò, April, è meglio che mostri le loro camere ai ragazzi. Sennò rischi di ammazzare Harry prima della fine della prima settimana.-
Harry…che bel nome. Un bel nome, proprio come era bella chi lo aveva.
Ok, seriamente…devo smetterla di pensare queste cose. 
-Bene, massa di steroidi con braccia e gambe. Le camere sono tutte al piano di sopra.  La prima porta che vedete è la mia di camera perciò azzardatevi ad aprirla e vi eviro con un rasoio. Le altre nove camere potete dividervele come volete.
Se qualcuno di voi quattro è gay non mi metto problemi, sono una ragazza molto aperta. Ma se divide la camera con il suo boy abbia la decenza di non fare casino la notte.
Stessa cosa vale per voi due, Louis e Jane. La vostra camera sarà la matrimoniale dei miei genitori.
Le regole sono semplici; la casa deve arrivare intatta al ritorno dei miei perciò niente festini, niente puttanate.
-Se dovete invitare le ragazze, andate in albergo; questa non è una casa di appuntamenti. Per me è già abbastanza difficile accettare cinque ragazzi, di cui quattro sconosciuti, sotto il mio stesso tetto perciò faremo i turni per cucinare, fare la spesa e le pulizie.
Se qualcuno salta il suo turno, farà una fine ben poco raccomandabile.
Azzardatevi a fare una sola cosa della quale potreste pentirvi e giuro che vi grattugio i testicoli e ve li servo sugli spaghetti al posto del parmigiano.
Siamo intesi?-

I ragazzi, Jane compresa, mi guardano a bocca spalancata. Poi iniziano a metabolizzare il mio discorso e la smettono di fare le statue di sale.
Il ricciolo-dolce e il pakistano si scambiano un’occhiata intimidita, Louis se la ride sotto i baffi insieme a Jane, Niall è fermo alla parte del discorso dove alludevo agli spaghetti e continua a nominarli con le stelline agli occhi. Harry invece mi sorride.
-Che hai da sorridere, coso?- gli chiedo, retorica.
-Mi chiamo Harry Styles- mi dice lui facendo roteare gli occhi. Io faccio spallucce.
-Come vuoi, Styles. Perché mi sorridi in quel modo?-
-Niente, sono fermo alla parte in cui dicevi di essere una ragazza aperta…-
Mi batto una mano sulla fronte, cercando di non saltargli addosso e picchiarlo a sangue.
Li guardo, Harry soddisfatto per la sua battuta, i Jouis che si scambiano effusioni, il biondino che fantastica  sugli spaghetti e Pakistan e ricciolo-man che continuano a guardarmi come se fossi io l’assassino di Scream.
Porco cazzum…sarà davvero una luuuunga estate.






Ma saaaaaaaaaalve dolci donzelleeee!

Come state?
Io bene. 'Ma sta stronza non aveva altro da fare che aggiornare la storia per la seconda volta nella giornata' direte voi.
Ssssii care, mi annoiavo, ero tanto eccitata per la mia PRIMISSIMA recensione nel prologo, per le tre ragazze che seguono
la mia fanfiction, che ringrazio un sacco, e ho deciso di aggiornare con il PRIMO CAPITOLO *yeeeeeeeeeeah*.
Lo so, lo so, lo so...avevo detto che avrei aggiornato due giorni alla settimana, ma il prologo era corto e io volevo postarvi un
qualcosa che vi facesse davvero capire se vale la pena di leggere questa storiella.
Ammetto, l'acidità della mia April si ispira a quella di Mary delle storie della miticissima extraordinharry. Se non la conoscete,
andate a leggere le sue storie. Quelle si che sono belle.
Se tinypic non ha fatto lo stronzo potete anche vedere un banner diverso. Ne avevo fatti due per questa storia.
Vorrei quindi che nelle recensioni, oltre che un parere per il capitolo, la storia, quanto vi fa schifo, etc etc...mi diciate quale dei 
due banner è più guardabile. Non sono una professionista con GIMP, faccio cagare. MA C'EST LA VIE.
Basta, la smetto di parlare.
Grazie a tutte per la pazienza, il capitolo è lungolungolungo, lo so. Ma spero non vi annoierete
Kisses, donzelle.
Al prossimo capitolo

   
 
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