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Autore: Glowen    09/02/2007    9 recensioni
“Lo sai che una volta qui c’era un lago, Cissy?” Un ragazzo e una ragazza, un uomo e una donna. Una favola che li insegue.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Palle di neve Favole di Novembre

Favole di Novembre

“Lo sai che una volta qui c’era un lago, Cissy?”

Un ragazzo e una ragazza, un uomo e una donna…una favola che collega i momenti della loro vita.

 

Narcissa si cinse le ginocchia con le braccia e lasciò che il vento continuasse a giocare coi sui capelli.

Era seduta su quel sasso ormai da un quarto d’ora e il freddo pungente del vento autunnale aveva penetrato la stoffa del suo abito di broccato e poi, la sua pelle.

Guardava fisso davanti a se, verso i confini del parco, con gli occhi celesti bagnati di lacrime, che fossero per il freddo o per il dolore.

Pensava e cercava di dare un senso a tutto quello che le stava succedendo, mentre il dolore al braccio si faceva più vivo.

Si guardò l’avambraccio sinistro e allora lo vide, nero e pesante era lì come a ricordarle l’uomo che aveva scelto di amare, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella luce e nelle tenebre.

Lucius. Il suo fidanzato e poi, e ora, suo marito.

Eppure non era lui che aveva agitato il suo cuore da adolescente, non era da lui che aveva sognato di essere amata. Non era con lui che aveva passato quella notte.

Un’altra lacrima le rigò le guance pallide mentre un singhiozzo prepotente la faceva sussultare.

Rimase ancora in silenzio, immersa nei suoi pensieri e nei suoi dolori.

Non lo sentì avvicinarsi, non lo sentì arrivare.

Lo sentì solo quando si lasciò cadere seduto sul sasso dove lei stessa stava seduta. Si girò di scatto, chiedendosi se fosse possibile che Lucius si fosse spinto fino ai confini del parco per cercarla.

E infatti quello che vide non fu il solido profilo di suo marito, ma una più magro e snello.

L’uomo che le voltava parzialmente le spalle aveva i capelli mori e si stava portando la sigaretta alla bocca con un movimento elegante.

Lei non disse niente, rimase a guardarlo, stupita e grata che fosse lì, aspettando che facesse qualcosa.

Lo vide aspirare una boccata da una delle sue amate Chesterfield e poi la sua voce le giunse tranquilla, come se stessero tenendo una normale conversazione al bar.

“Lo sai che una volta qui c’era un lago, Cissy?”

L’espressione confusa della giovane donna lasciò il posto ad un largo sorriso.

“E che fine ha fatto quel lago, adesso?” chiese complice, sorridendo apertamente.

*

Rodolphus si portò un’altra volta la sigaretta alla bocca e accennò un sorriso con le labbra sottili.

Stavano seduti sul muretto dietro le serre di Erbologia, lontano da tutto e tutti;

da qualche parte oltre le colline il treno era già arrivato e di primi studenti si stavano avviando alle carrozze. Lei non voleva partire, voleva rimanere lì con lui ancora almeno qualche giorno e pensava che se fosse stata all’ultimo anno, avrebbe avuto gli esami e avrebbe potuto restare.

Ma non era così, lei tornava a casa; a restare con lui, oltre a molte delle gallinelle che gli stavano sempre dietro, era sua sorella, Bellatrix. La sua fidanzata.

Questi pensieri le attanagliavano l’animo e le gettavano secchiate d’angoscia sul capo.

Cercò di rispondere al sorriso per invitarlo a proseguire con la storia, ma i muscoli non le risposero.

Lui la guardò accigliato per un po’, poi parlò nuovamente

“ Adesso non c’è più. Una volta, a novembre, uno stormo di anatre si posò su quel lago, laggiù, oltre quelle colline. Improvvisamente la temperatura scese e l’acqua divenne ghiaccio. E le anatre vi rimasero imprigionate”

“E sono morte?” chiese Narcissa, leggermente preoccupata.

I capelli scuri del ragazzo coprivano leggermente i suoi carismatici occhi blu.

“No. Le anatre spiccarono il volo, portandosi dietro il lago. Si dice che ora si trovi da qualche parte in Cornovaglia..”

Narcissa ci mise un attimo a realizzare quello che lui aveva detto, poi sorrise e gli mollò una pacca sul braccio.

“Che cretino che sei!” disse sorridendo apertamente.

Rodolphus prese un’altra boccata dalla sua sigaretta

“Ti è piaciuta?”

“E’ molto bella, sì” confermò lei, guardansi le punte delle scarpe bianche.

“Mi fa piacere” disse lui, accomodante, avvicinando nuovamente la sigaretta alle labbra.

*

“Adesso non c’è più” Disse l’uomo, sempre senza voltarsi verso di lei.

“Una volta, in novembre, uno stormo di oche..”

“Anatre” corresse Narcissa

“Come vuole lei, mia signora!” disse ironico lui, abbozzando un’inchino col capo.

Narcissa sorrise, sentendo le preoccupazioni diventare meno opprimenti.

Allungò la mano a toccare la schiena di lui e disse “Va avanti” perché quella storia che significava tutto e niente, era capace di rincuorarla.

“ Uno stormo di anatre si posò sul lago e la temperatura scese e l’acqua diventò ghiaccio, intrappolando le anatre.”

Fece una pausa, aspirò gravemente una boccata dalla sua sigaretta e buttò fuori il fumo, lentamente.

Narcissa si accigliò un’attimo a questa pausa.

“E così le anatre sono morte” concluse il ragazzo, e non c’era ironia nella sua voce.

“Che cosa? Non è così la storia!” Protestò lei, riprendendo gli atteggiamenti di quella bambina capricciosa che era morta molte estati prima.

Le labbra dell’uomo si schiusero in un sorriso amaro.

“E’ tempo di smetterla di credere alle favole, Cissy

Le lacrime ripresero a scendere copiose dagli occhi azzurri della donna.

“Cosa sei venuto qui a fare?” gli chiese velocemente, sulla difensiva.

Rodolphus si alzò in piedi e le si mise di fronte. Lei alzò il viso per vederlo, mentre i capelli le volavano nel vento.

Rodolphus si piegò sulle ginocchia e quando il suo viso fu all’altezza di quello della donna, la guardò intensamente negli occhi.

“Volevo dirti che ti amo, Narcissa, ti amo davvero”

“E’ un addio?”

“Ti amo” ripetè lui, alzandosi di nuovo. Si avviò lungo il parco, con quella sua andatura un po’ dinoccolata e un po’ elegante e prima di venire inghiottito del tutto dalla nebbia che si stava alzando, sparì con un piccolo PLOP.

Narcissa guardò le colline all’orizzonte.

“Anche io” disse a sé stessa e alla nebbia. Rimase in silenzio qualche secondo e poi con convinzione aggiunse “ E le anatre non sono morte; sono volate fino in Cornovaglia”

**

“Allora…Ero indecisa su come finirla e la fine originale non doveva essere così ma arrivata a quel punto la frase “Sono morte” è uscita da sola…forse per il mio stato d’animo al momento;

insomma, non è detto che un giorno non ne scriva un’altra versione! ^_^

Intanto prendetevela così, sperando che non faccia troppo schifo.

Ah, nasce da una richiesta di Nilla che potete trovare qui!

Ps: L’idea e la storia del lago è presa dal fantastico film ‘Pomodori verdi fritti’ e chi l’ha visto può forse capirla meglio! ;-)

-Glo

Ps: la ff è dedicata a Les, il mio angelo custode, che tanto so non commenterà

  
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