Spiriti Potenti, Vi
invochiamo
Vegliate su Noi che stanotte balliamo
Volti alla luna, Alta la fronte
Danzano le streghe di Camelot
La notte era scesa, profonda, su
Camelot.
Le guardie, sulle alte mura,
scrutavano il paesaggio intorno alla magione di re Artù.
Era una notte strana, quella.
Samhain.
L’ultima notte di ottobre, ogni anno,
un varco si apriva tra i due Mondi, e gli spiriti dei morti erano
liberi di
vagare in mezzo ai loro cari, ai loro conoscenti, ai loro nemici.
Esse si riunivano nei boschi della
foresta Nera, intorno ad alte fiamme, e danzavano cospargendosi il capo
con la
cenere; gli animali fuggivano, e quelli che ebbero la fortuna di vedere
uno di
questi sabba, sfortunatamente, non poterono raccontarlo.
Le leggende raccontavano che gli
spiriti delle antiche streghe di Camelot vagassero di anno in anno tra
le mura
del grande castello per trovare le Prescelte.
Quella che era riuscito a vedere da
una fessura della porta, lo aveva sconcertato; gli spiriti delle
streghe
avevano scelto di insediarsi di persone che egli amava.
Danzano
le streghe
Morgana; ma
questo poteva immaginarselo. Ella possedeva, come Merlino, i poteri
dalla
nascita.
Ginevra;
l’amica più cara del giovane mago. Un cuore puro.
Lady
Vivian,
figlia di re Alined; era stata incantata già una volta,
questa ridicola ragazzina.
Lady
Elena: non
le bastava essere stata posseduta da una fata fin dalla nascita?
Oltra a loro, gli spiriti delle
streghe si erano anche impossessati dei corpi delle vecchie nemiche di
Merlino:
Nimueh; questo
non lo stupiva. Ella era malvagia, la sua mente facilmente corruttibile.
Morgause;
Merlino pensava fosse cambiata. Ma forse, un barlume di magia nera le
era
ancora rimasta.
Sofia, figlia
di re Ulfric; bhe, aveva quasi ucciso Artù, dopotutto.
Vi era, inoltre, tra loro, un’altra
figura, incappucciata; il ragazzo, nella semi oscurità, non
era riuscito a
riconoscerla.
Quando
è notte il lupo grida all'ombra della luna
La danza delle streghe non porta mai fortuna
“Devo avvertire
Artù e gli altri
cavalieri” pensò Merlino, correndo verso la camera
del suo re.
“Artù, dovete venire. La leggenda di
Samhain si è avverata”
“Quale leggenda, idiota?” sbottò
Artù,
irritandosi per essere stato svegliato nel bel mezzo della notte.
“La storia che ci ha raccontato Gaius
qualche giorno fa” rispose Merlino “quella degli
spiriti delle antiche
incantatrici che, nell’ultima notte di ottobre, si
impossessano del corpo di
giovani ragazze per poi portarli nell’altro Mondo!”
Il giovane Pendragon impallidì.
“Va bene, Merlino; non so cosa tu abbia
visto, ma, in quanto anche tu sei un figlio della Magio, credo di
potermi
fidare. Mentre mi vesto, sveglia Lancillotto, Parsifal, Elyan, Leon e
Gwaine;
nessun’altro!”
In armatura e armati di torce, si
avviarono verso la Foresta Nera; ma, uscendo dal castello, si accorsero
subito
che qualcosa non andava.
“Dove sono le guardie?” chiese Leon,
preoccupato.
Un sussulto alla loro destra, richiamò
la loro attenzione.
All’ombra del ponte levatoio, un uomo
giaceva a terra, mezzo morto.
“Godwin!” esclamò il re, scendendo da
cavallo per andare a soccorrerlo “cos’è
accaduto?”
“Mio signore” disse la guardia, con un
filo di voce “poco fa, alcune persone incappucciate sono
passate di qui;
volevano uscire dal castello. Noi abbiamo tentato di impedirglielo, ma,
non so
come, ci siamo trovati a terra, come colpiti da un
incantesimo”
I cavalieri si guardarono.
“Forse è proprio così”
pensò Merlino,
sempre più sicuro di quello che li avrebbe attesi nella
foresta.
Non sapevano contro cosa si sarebbero
battuti, questa volta; nessuno aveva mai fronteggiato non una, ma un
gruppo di
streghe, nella notte più terrificante dell’anno.
Dodici
rintocchi
squarciano la notte scura
La
danza delle streghe, signore di paura
I
cavalieri, Merlino e Artù non sapevano quale direzione
seguire.
Ad
un tratto, però, un bagliore sembrò provenire da
non molto distante;
seguendolo, si ritrovarono davanti ad una piana oscura, circondata da
piante
morte e resti di colonne romane.
In
mezzo a questo lugubre posto, uno squarcio che sembrava dividere in due
l’aria,
sovrastava la scena.
Al
centro, le tenebre.
Erano
otto; solo una si era scoperta il capo; si trattava di Morgause, la
sorella
maggiore di Artù.
La
scena era sovrannaturale; le antiche leggende e miti parlavano di
questi
incontri notturni, ma, presenziare a uno di essi, era alquanto
spaventoso.
La
magia era permessa a Camelot; ma veniva utilizzata, da Artù
e Merlino, nel
miglior modo possibile, come guarire gli ammalati o provvedere se un
raccolto
era troppo scarso.
Ma
questa, questa era la notte della magia
nera.
Ad
un tratto, Morgause iniziò a girare intorno alle altre
figure vicino a lei,
toccando lievemente loro la spalla.
“Fuochi
e spiriti ballate dentro il cerchio della luce
Tramontate
stelle, anime sorelle”
Al suo tocco, le figure
lasciavano scivolare alle loro
spalle i lunghi mantelli vermigli.
Quando, infatti, toccò a Ginevra scoprirsi il volto,
sentì la sua mano spostarsi verso l’elsa della
spada; no, non era quello il
momento di intervenire.
“Sire” bisbigliò il mago “lo
so. Ma non possiamo reagire
ora. Guardate, sembrano in trance”
Quando Merlino ritornò a voltarsi verso le giovani
ragazze, anche lui, come Artù pochi istanti prima,
sentì una fitta al cuore,
molto dolorosa.
L’ultima ragazza del gruppo, colei che Merlino non era
riuscito a riconoscere, era l’unica donna che lui avesse mai
amato, colei per
la quale Merlino avrebbe abbandonato tutto, persino il sovrano che era
destino
a proteggere.
Freya.
Come avevano potuto farle
questo?
Il tempo si era come fermato.
Le foglie avevano smesso di cadere dagli alberi, gli
uccelli notturni di cantare.
I cavalieri non riuscivano a distogliere lo sguardo dai
corpi delle fanciulle danzanti.
Il paesaggio era incantato, e l’unico immune da tutto
questo era Merlino.
Sentiva che, di lì a poco, sarebbero dovuti intervenire.
Dalle
tenebre
sorgete, lento il fuoco nero brucia
Spettri
nel castello fate il vostro ballo.
La
danza infernale continuava.
Una
luce, oscura, ma nello stesso tempo molto potente, scintillava negli
occhi
delle Prescelte, che, alzando le braccia al cielo illuminato dalla luna
piena,
avevano cominciato ad intonare un canto agghiacciante.
Volti
alla luna, alta la fronte
Danzano
le streghe di Camelot.
Ad
un tratto, fermando improvvisamente il ballo di Lucifero, le otto
streghe dai
lunghi capelli e dalle menti ingabbiate di voltarono verso lo squarcio
che
separava il regno dei Vivi da quello dei Morti, e avanzarono verso di
esse.
Quando
Morgause, che guidava il gruppo, era giunta quasi in
prossimità dell’Entrata, i
cavalieri, risvegliati da Merlino da quell’incubo incantato,
si scagliarono,
urlanti, verso di loro.
Si
sarebbero ripresi le loro amiche, innamorate o semplicemente
conoscenti,
qualsiasi fosse stato il prezzo da pagare.
Erano
streghe, è vero, ma i loro corpi non appartenevano a quegli
spiriti maligni.
Morgause,
con un ghigno malefico, alzò il braccio destro e
scagliò Leon a terra.
“Poveri
illusi” li canzonò “cosa pensate di
fare? I nostri poteri sono millenari, e la
nostra forza molto grande”
“Quei
corpi non vi appartengono!” urlò Artù,
accecato dalla rabbia.
L’attacco
riprese.
Artù
era riuscito a raggiungere Vivian, e ad tirarla a terra, prendendola
per i
capelli biondo cenere.
Ella,
sbattendo violentemente il capo per terra, svenne.
Solo
allora Merlino capì.
Gli
spiriti che si impossessavano dei corpi di giovani mortali senza
poteri, non
potevano nulla; infatti, la forza della figlia di Alined non aveva
potuto nulla
contro quella del Pendragon.
Le
uniche ad avere veramente potere contro dei cavalieri erano dunque
Nimueh,
Morgana, sua sorella Morgause, Sofia. E Freya.
Intanto, sulle altre i cavalieri erano
riusciti ad avere la
meglio; Ginevra era stata acciuffata dal fratello, e resa innocua;
Lancillotto
e Parsifal erano riusciti a tirare giù da una quercia
secolare Elena, senza
troppo sforzo.
Merlino,
intanto, fronteggiava, spalleggiato da Artù e Gwaine, le
altre cinque streghe
rimaste.
Le
aveva sconfitte, il giovane mago, una ad una.
Di
Freya si era innamorato, ma questo ora non contava più nulla.
Merlino
era potente; ma sarebbe mai riuscito a sconfiggere questo potere
millenario?
“Sembrerebbe
di sì” lo guardò Morgana, memore di
tutte le volte in cui Emrys le
aveva messo i bastoni tra le ruote.
“Questa
volta è la tua fine” esclamò, infine,
Nimueh.
Così
dicendo, sferrarono un poderoso attacco contro i cavalieri; Merlino
riuscì ad evitarlo,
ma Lancillotto ed Elyan finirono a terra, tramortiti.
La
luce illuminò, per un istante il cielo sopra la Britannia.
“Non
possiamo rischiare che questo marmocchio mandi all’aria i
nostri piani” mormorò
alle altre Morgana, o meglio, lo spirito dentro il suo corpo
“forse è meglio
rimandare questo affare ad un’altra occasione. Presto,
varchiamo il passaggio
tre i due Mondi, prima che si chiuda!”
Così
dicendo, le cinque streghe corsero verso lo squarcio, sotto lo sguardo
ancora
confuso di Merlino.
Ormai
non si poteva fare più nulla.
Morgana
sarebbe scomparsa per sempre, e lui non avrebbe mai più
rivisto Freya.
Dopo
essere entrata nelle tenebre, lo squarcio sparì.
Spero che questa storia vi sia
piaciuta :D
La canzone è “La danza delle
streghe” di Gabry Ponte…bhe, sinceramente non
ascolto quel genere di cose, però
insomma, ci stava °-°
All’inizio l’ho dovuta modificare,
inserendo Camelot al posto del nome
dell’autore…non avrebbe avuto senso,
sennò /(°-°)/