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Autore: Reciproco    26/07/2012    2 recensioni
"Scrivete una fiaba con una ragazza povera, una strega, una fata buona e uno specchio magico".
La consegna potrebbe sembrare banale, ma penso di poter fare di meglio...rilancio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   C'era una volta un bellissimo specchio magico, a cui piaceva molto far specchiare le persone e apprezzava la soddisfazione che trovava sui loro volti quando lo facevano.
Dopo molti anni però si rese conto che gli altri non provavano gratitudine nei suoi confronti, né volevano andare a trovare lui, bensì il loro riflesso.
Si rinchiuse in una torre, rimpiangendo tutti i giorni passati ad accontentare le persone avide, i ragazzini vanitosi e le donne moleste; -Perché non sono mai venuti per me? Ho qualcosa che non va?-.
Nonostante lo scetticismo dello specchio, alcuni si fecero avanti per strapparlo all'isolamento forzato, forse per aiutarlo.
Andò a trovarlo una strega, ella iniziò a tessere lodi allo specchio, gli promise che niente sarebbe più rimasto come prima e sarebbero diventati inseparabili.
Lo specchio quasi si riscosse, ma poi avvertì lo sguardo della donna fisso sul suo riflesso, come se stesse parlando a se stessa.
La scacciò via.
Andò a trovarlo una fata buona, lei non aveva tardato a trovare parole per confortarlo, gli disse che doveva soltanto cercare la persona giusta.
   -Si riferisce forse a se stessa?- lo specchio pieno di dubbi, sperò che fosse l'occasione buona, poi notò che i suoi occhi vagavano nel vuoto, parlava forse alla sua coscienza? O per buonismo ipocrita?
Cercò di stroncare il problema sul nascere e la mandò via.
Dopo settimane arrivò una ragazza povera, si guardava attorno, quasi come se fosse smarrita.
Trasalì quando sentì la voce dello specchio, "No" disse "sono capitata qui per caso, volevo solo un riparo per la notte", lo specchio cedette di fronte a quegli occhi disperati, la osservò meglio con curiosità e notò che aveva i vestiti logori e i lunghi capelli scompigliati.
Dopo qualche ora la ragazza iniziò a esaminare lo specchio, sembrava quasi un animaletto impaurito: guardò le incisioni in latino sui lati, controllò anche il retro e distolse lo sguardo dal suo riflesso immacolato, come se ne avesse timore.
Lo specchio rimase impressionato.
   Iniziarono a parlare un po', lei era reticente su alcuni argomenti come la sua origine e il perché fosse finita in quella torre, ma lo specchio non insistette, perché ormai aveva scoperto il piacere di discutere con lei e non voleva farla scappare via.
Non si annoiava mai, conversavano per giorni del più e del meno, si sentivano davvero bene.
Alla fine la ragazza confessò che era scappata di casa, perché nessuno la capiva e le dava importanza. Non sapeva cosa fare.
Lo specchio suo malgrado si ritrovò a consigliarle di parlarne e di non nascondersi come aveva fatto lui.
Altrimenti si sarebbe ritrovata a esibire un patetico riflesso domandandosi perché gli altri fossero così distanti da lui.
La ragazza riconobbe che il suo consiglio veniva dal cuore, decise di dare ascolto all'amico e prese il coraggio necessario ad andarsene.
"Tornerò" promise.
Nell'udire quella parola lo specchio si sensì strano, sapeva che avrebbe mantenuto la parola, non servivano gesti o rassicurazioni.
Non aveva paura.
Sapeva che quella persona speciale aveva appena riconquistato la sua fiducia perduta.
  
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