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Autore: Dearly Beloved    26/07/2012    2 recensioni
"Eri come un foglio spiegato sotto gli sguardi di tutti, con le lettere incise nero su bianco, alla mercé degli occhi curiosi che volevano leggerti unicamente per giudicarti. Volevi solo accartocciarti, e che le tue lacrime bagnassero la carta e sbavassero l’inchiostro in modo da renderti illeggibile."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti stai abbandonando al dolore, e lentamente stai perdendo te stessa.
I sentimenti che nascondi nel cuore sono sporchi, sai? I pensieri che rivolgi all’uomo di un’altra donna ti stanno trascinando all’Inferno. Presto o tardi, le tue difese crolleranno, e tu brucerai tra le anime empie prima ancora che la tua carne muoia.
Ma in fondo, sei già morta.
Moristi quando dall’ultima fila di quella chiesa sperduta in una località rurale lo sentisti dire “Sì”, e come una sciocca ti mettesti a piangere sommessamente. Qualche parente accortosi della tua silenziosa presenza ti guardava con ammirazione “Che brava ragazza, si è commossa!”. Ah, quanto avresti voluto scomparire.
Eri come un foglio spiegato sotto gli sguardi di tutti, con le lettere incise nero su bianco, alla mercé degli occhi curiosi che volevano leggerti unicamente per giudicarti. Volevi solo accartocciarti, e che le tue lacrime bagnassero la carta e sbavassero l’inchiostro in modo da renderti illeggibile.
Lei era così bella, radiosa, così felice che avresti tanto voluto strozzarla con quel velo da sposa.
Non parlava, lei. Cinguettava con quel suo vocino stridulo che a momenti tremava dall’emozione. L’opposto di te, che il solo respirare ti riusciva quasi impossibile.
L’unica cosa da fare per stare bene, lo sapevi, era ignorare quella fabbrica di cuoricini e merletti ambulante e guardare lui.
Sorrideva come un ebete, lui. Gli mancava solo un rivolo di bava alla bocca, e poi sarebbe stato perfetto. Vederlo così felice ti faceva pensare che era giusto così, perché  tanto alla fine quella felicità sarebbe finita, avrebbero litigato, urlato, lanciato piatti come una qualsiasi famiglia. Perché il matrimonio rovina tutto.
Perché è la scelta più sbagliata che due persone possano fare.
Perché all’inizio credi che la tua famiglia sarà come quella del Mulino Bianco, e, beh, è una prospettiva che alletterebbe chiunque in fin dei conti, una prospettiva che ha l’odore nauseabondo di cornetti e brioscine preconfezionati.
In quel momento, forse, pensi che basteranno i quattro cereali a portare l’armonia in casa tua e che tu dopo non dovrai fare niente, se non  metterti lì a fabbricare i maglioncini all’uncinetto e dare al tuo uomo appellativi come ‘Caro’ e ‘Tesoro’. Si stancherà presto di te, pensavi con odio rivolgendoti a lei.
Era bello anche tutto rosso e sudato, con i denti bianchissimi in bella mostra e gli occhi lucidi. Aveva un’aria così innocente, e quegli occhi da esserino felice.
Anche se il suo sguardo non era rivolto a te, ma alla donna che gli stava a fianco, ti arrivava al cuore e faceva sciogliere lo strato di ghiaccio che l’aveva avvolto, infondendoti un piacevole tepore, insieme al sorriso luminoso che ti aveva fatta innamorare e che s’imponeva prepotentemente nella tua testa, insieme a tutti i ricordi dei momenti passati con lui. Ti arrivava al cuore, quello sguardo, e sembrava volerti dire “Va tutto bene”.
Così faceva male, ma meno di prima.
Si voltava spesso indietro, e ogni volta speravi che ci avesse ripensato, che non la volesse più fare quella follia. Ma durava un nano secondo, e poi si girava nuovamente in avanti, verso il tabernacolo, e metaforicamente verso il futuro che aveva scelto per sé.
Le rivolgeva l’ennesimo sorriso, uno di quelli che tempo addietro rivolgeva anche a te quando ti consegnava il risultato del compito in classe e che ricambiavi quando scoprivi di aver preso nove, solo che quello rivolto alla sua donna era più intimo, più luminoso.
Se l’avesse rivolto a te gli saresti svenuta tra le braccia.
“Ecco, vedi? Sei solo una ragazzina cotta del suo insegnante. Lei, una donna che sta sposando quello che vuole che sia il suo compagno di vita. Non c’è gara, dannazione.”  Diceva la vocina fastidiosa nella tua testa mentre ricominciavano a pizzicarti gli occhi.
Prima di vedere lei che si fiondava famelicamente tra le labbra di lui, annullandone il sorriso, quasi a sigillare quel patto con il diavolo, ti voltasti verso l’uscita e ti buttasti in strada inspirando affannosamente, come se fino ad allora fossi stata in apnea e stessi tornando a respirare. A galla, finalmente.
Gli applausi ti arrivavano come suoni lontani, insieme alle congratulazioni e alle risate felici che ti ferivano a morte ma senza provocarti un eccessivo dolore.

No, non avresti fatto gli auguri allo sposo.




 



Tratto da una storia vera.
E no, non fate i curiosi perché non ve la racconto -??-
Uhm, beh.
I commenti sono sempre ben accetti, anche se mi dite che sono una pazza che si è presa una cotta per il suo avvenente e giovane professore di… no, la materia non la dico.
Ma tanto la protagonista non sono io -w- e non vi dico chi è.
Oh, me la sto tirando tanto ma alla fine scommetto che non interessa a nessuno :foreveralone:
Beh, dato che a questa schifezza ci tengo abbastanza ed è pure breve breve, credo che non vi costi niente esprimere il vostro parere al riguardo con un commentino, o no? ò_ò
Beh, mi auguro che vi abbia invogliati a recensire, è la prima volta che pubblico qui e sono emozionata C’:

A presto ~
-si spera-

Dearly B.

   
 
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