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Autore: snow nymph    26/07/2012    2 recensioni
Long-fic | Fantasy | AU | Klaine | Presenza di un po' tutti i personaggi |
Quando Kurt e Rachel avevano deciso di andare a vedere una rappresentazione teatrale, non immaginavano di certo di finirci dentro. Eppure ora si ritrovano a Phandorie, una bellissima terra incantata governata però da un terribile sovrano. E Kurt, separatosi suo malgrado dalla sua migliore amica, per salvarla si ritroverà pericolosamente vicino a questo Re violento e crudele. Ma non tutto è come sembra, e tutto accade per un motivo.
Dal testo.
Kurt strizzò gli occhi, cercando di fare mente locale. Impresa non facile, con la testa che pulsava in quel modo.
-Eravamo a teatro. C'era l'uragano.- E poi? Buio.
Rachel nel frattempo si era messa in piedi e aveva fatto qualche passo, ma era così confusa che non sapeva neanche che direzione prendere. Si girò verso il ragazzo, gli occhi spiritati.
-Kurt, che diavolo sta succedendo?-

*
La voce di Mike si ruppe dal dolore.
Kurt era sul punto di vomitare per lo strazio, ma continuava a non capire. -Chi è stato a fare una cosa del genere? Voglio dire, a infettare l'acqua e a rapire vostro figlio?-
Tina teneva il viso abbassato. Negli occhi di Mike passò una scintilla di un odio così puro e fiammante che Kurt tremò di paura.
-E' stato quel bastardo di Anderson con i suoi maledetti soldati.-
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dodici

Santana gettò un altro secchio pieno di acqua calda nella grande vasca, l'ultimo.

-Grazie- disse Kurt, cauto. Non aveva ancora bene inquadrato quella giovane donna; era sì una degli scagnozzi di Anderson, ma a quanto pare aveva una relazione clandestina con la sua rivale per il trono. Kurt non sapeva se considerarla nemica o alleata, quindi stava molto in campana in sua presenza.

-Niente, bambolina- rispose lei, senza voltarsi. Stava finendo di sistemare gli oli e le creme su uno scaffale in legno della sala da bagno.

-A cosa dobbiamo questo trattamento?- chiese Kurt, senza lasciare la mano di Rachel, che era ancora un po' scossa.

-Sua Maestà ha saputo della vostra piccola avventura ed è rammaricato per quello che vi è successo-

Kurt sgranò gli occhi, sorpreso.

-Non ti montare la testa, bambolina,- ridacchiò Santana, -è solo che siete stati feriti mentre eri suo ospite, e non vuole che la sua reputazione venga intaccata.-

Rachel sbuffò, nervosa. Santana le rivolse un sorriso da gatta. -Qualche problema?-

La più bassa si affrettò a scuotere la testa in segno di diniego, cercando di evitare il suo sguardo. La donna scura sembrò soddisfatta.

-Hai finito di impaurirla?- sbottò Kurt, seccato, -ne ha già passate abbastanza. Puoi lasciarci.-

-Come vuoi- disse Santana alzando le mani e uscendo dalla sala da bagno e attraversando quella da letto. -Comunque penso che Sua Maestà vi verrà a fare visita,a breve. - Kurt rabbrividì a quella notizia. -Fatevi trovare in condizioni decenti.-

-Non intendo mettermi a lucido per uno come quello! E ditegli che non vogliamo ricevere visite!-

-Ti conviene portare un po' più di rispetto, mani-di-fata. Sua Maestà è un uomo molto potente.-

-Uno che condanna un'intera città all'oblio solo per arricchirsi non si può nemmeno considerare un uomo.-

Santana guardò Kurt, seria. -Non ti conviene parlare di cose di cui non sai nulla.-

-Io penso di sapere abbastanza, invece.-

-Da chi? Da quei fetenti dei villici di Sabrier?-

-Non sono fetenti!-

-Non alzare la voce con me, bambolina. Solo perché sono una donna non significa che io non possa farmi scappare una parola di troppo con Sua Maestà e farti decapitare.-

-Potrei dire lo stesso. Chissà qual'è la punizione per coloro che se la fanno con la rivale al trono del Re?-

Kurt e Santana si squadrarono per un attimo, in cagnesco. Poi quest'ultima sbuffò, irata, e uscì sbattendosi la porta alle spalle. Kurt si girò verso Rachel con l'ombra di un sorriso di vittoria sul volto.

L'amica fissava immobile, con sguardo vacuo, il punto in cui Santana era appena scomparsa. A Kurt si strinse il cuore.

-Vieni, Rach- le disse, prendendola per mano. Era ancora sotto shock per quello che era successo, ma sembrava essersi ripresa prima di vedere Santana. Era ora di parlare un po'.

-Lascia, ti aiuto.- Kurt aiutò Rachel a togliersi il vestito blu scuro sporco di terra e del suo sangue. Non aveva biancheria sotto; la rabbia si impadronì di lui quando pensò a come aveva dovuto servirsi di lei Anderson. Strinse con forza il vestito nella sua mano per evitare di colpire qualcosa.

Rachel si immerse nella vasca piena d'acqua e rabbrividì leggermente per il cambio di temperatura; Kurt prese una delle boccette d'olio aromatizzato e si sedette su uno sgabello accanto all'amica; lui era stato fasciato e medicato, ma sembrava che nessuno si fosse preso cura di Rachel.

-Allora- cominciò piano Kurt, versando l'olio sul palmo della mano e cominciando a massaggiarle i capelli bruni. -Cosa è successo in questa settimana? Dopo che sei venuta qui?-

Rachel non rispose subito; aveva gli occhi chiusi e stava cominciando a rilassarsi sotto il tocco delle mani esperte di Kurt.

-All'inizio volevano vendermi come schiava- disse infine. -Ma War... voglio dire, Anderson, mi ha mandata a prendere facendomi capire che sarei stata una... compagna di piaceri per lui.- Rachel rabbrividì di nuovo. Le mani di Kurt si erano arrestate.

-Quel bastardo ti ha toccato?- sbraitò, la collera che cominciava a impadronirsi di nuovo di lui.

Rachel sgranò gli occhi. -No... no, Kurt! Lui...- si zittì, incerta se continuare. Alzò lo sguardo sull'amico. -Se ti dico una cosa, prometti di non fare parola a nessuno?-

-Certo...-

-Lui non ha fatto niente- disse velocemente Rachel. Kurt alzò un sopracciglio. -Davvero. La prima notte, dopo che la guardia -Quinn- ci aveva lasciati soli, lui si è avvicinato a me. Ero terrorizzata, pensavo volesse farmi chissà cosa ma... non è successo niente. Mi ha preso la testa e mi ha guardato negli occhi; poi ha fatto un suono strano, come un sospiro, e se ne è andato. Nient'altro.-

Kurt era sorpreso; per quanto fosse felice che quell'infame non avesse fatto nulla a Rachel, non era quello il comportamento che si sarebbe aspettato da uno come lui.

-Che altro?-

-Niente. Sono rimasta tutto il tempo nella mia stanza, da sola. Lui l'ho visto poco. E' un tipo... strano. Volubile. La notte successiva, quando è venuto a farmi visita era agitato; ripeteva qualcosa su come fosse combattuto, su quale fosse la scelta giusta da fare, cose così. Un'altra notte era su di giri, felicissimo; è stata quella in cui mi ha mostrato il suo volto.-

Kurt trattenne il respiro. -E com'è?-

-E'... giovane. Molto più di quanto pensassi. Era talmente contento, diceva che forse aveva finalmente trovato qualcuno che lo... non ho capito bene. Parlava più con se stesso che con me. L'ho incontrato solo queste tre volte.-

-E' strano- disse Kurt, pensieroso, -perché non ti ha venduto come schiava se poi non gli servi a nient'altro? Non mi fraintendere, sono contento che lui non si interessi a te. Ma allora, perché graziarti?-

-Me lo sono chiesto anch'io- disse Rachel. -Ma una volta ho ascolta un discorso tra Quinn e un uomo, da dietro la mia porta. Dicevano qualcosa su come... su come lui stesse aspettando l'occasione giusta. Per usarmi come esca.- I suoi occhi si appannarono, velati di nuovo dalle lacrime.

-Ehi, ehi- disse Kurt scendendo dallo scabello e inginocchiandosi accanto alla vasca, così da essere alla stessa altezza dell'amica. -Ormai siamo insieme. Non pensiamoci più, ti va?-

Rachel annuì, tirando su col naso. -Non so cosa voleva dire, ma ho capito che non devo lasciarmi illudere da quanto lui sembri quasi inoffensivo, a volte. Un uomo che ha fatto cose così orribili non può essere buono.-

-Shh. Affrontiamo una cosa alla volta. Pensiamo ad altro, ok? Per esempio...- Kurt sorrise dolcemente. -Ho incontrato una persona, mentre ero qui-

Rachel lo studiò bene in viso, e uno sfavillio le illuminò gli occhi ancora pieni di lacrime trattenute. -Chi?-

-Una persona che sembra essere molto speciale.-

-Fammi capire, io sono stata in super-ansia per te tutto questo tempo e tu te la spassavi?-

-Non me la sono spassata!- ribatté Kurt. -Lui è così dolce... hai presente quando hai preso dalla strada quel cagnolino fradicio che stava marcendo sotto la pioggia? E come sei stata tutti i giorni successivi a coccolarlo e accudirlo perché sembrava così indifeso e bisognoso di protezione? Ecco, io mi sento così con lui. Ho voglia di stringerlo e proteggerlo, di aiutarlo. E' una sensazione... calda, che mi fa sentire importante. Puoi comprendermi?-

Ora Rachel era decisamente intrigata. -Racconta tutto. Dall'inizio.-

*

Il pomeriggio seguente Blaine era al solito posto, seduto sotto il solito albero, a sperare che Kurt si facesse vivo. Nonostante l'avesse visto la notte prima, voleva accertarsi che stesse bene. Sapeva che era molto probabile che volesse rimanere a letto a riposare, ma ci sperava lo stesso.

No, improbabile. Sarebbe sicuramente rimasto in camera. Perché mai avrebbe dovuto sforzarsi dopo un'aggressione e scendere fino al bosco? Perché c'era lui? Ridicolo.

Blaine si strofinò i piedi, a disagio. Non voleva tornare al castello -il Cielo sapeva quanto desiderasse andarsene da lì- ma senza Kurt quel posto sembrava triste, con quegli alberi scuri e le foglie secche, e i raggi del sole prossimo al tramonto non sembravano altrettanto calorosi.

Chiuse gli occhi, ma si impedì di pensare; era troppo stanco e non abbastanza in forze per combattere con se stesso. Voleva solo poter svuotare il cervello e dimenticare tutto. Tutto. Sebastian, Santana, Quinn. Brittany, Puck, Jeremiah e tutti gli altri. I poveri abitanti di Sabrier e quelli di Phandorie, gli schiavi che marcivano nell'Area M e quelli che sarebbero venuti dalla Terra Nera. Tutto. Ma soprattutto voleva dimenticarsi di se stesso.

Conservò solo il ricordo di due occhi azzurri, puri e sinceri.
Gli stessi occhi che ora lo stavano scrutando, un po' colpevoli.

-Scusa- disse una voce melodiosa. -Non volevo svegliarti.-

Blaine si tirò su -a quanto pareva si era appisolato contro il tronco- e quello che vide lo lasciò senza fiato. Kurt non solo era lì, ma era seduto davanti a lui, sopra una grande coperta color grano, e stava uscendo del cibo da un cestino di rametti sottili. Doveva aver raccolto dei fiori mentre lui dormiva, perché varie piccole composizioni ornavano la coperta.

Era delizioso.

Kurt seguì il suo sguardo con un'espressione compiaciuta e imbarazzata in volto.

-Volevo fare qualcosa di particolare- disse, e le sue guance si colorarono adorabilmente di rosa, -sai, ieri notte ti ho visto così... sconvolto. Volevo provare a tirarti su.-

Blaine era senza parole.

-Oh, ma se non ti va non fa niente, posso benissimo...-

-Kurt- lo interruppe Blaine. Alzò i suoi occhi d'ambra per incontrare quelli del ragazzo, ed erano pieni di gratitudine e qualcos'altro che Kurt non riuscì bene ad identificare. Ma non importava, perché il viso del moro si era illuminato in una maniera bellissima, come colpito dal più radioso dei raggi del sole. -E' perfetto.-

Kurt sorrise, contento, mentre Blaine era ancora in contemplazione.

-Come hai fatto a procurarti tutta questa roba?-

Kurt uscì dal cestino due bicchieri e una piccola ampolla panciuta contenente del vino. La stappò e ne versò due dita in ciascun bicchiere.

-Per tutta la giornata non hanno fatto che portarmi cibo in camera. Anderson deve davvero temere che io vada a dire maldicenze sulla sua ospitalità.-

Blaine arrossì. Forse aveva esagerato.

-Come se questa fosse l'accusa peggiore che io possa rivolgergli.-

Qualcosa nel tono di Kurt fece sentire Blaine ancora più disumano e orribile di quanto non si sentisse di suo. Ma non poteva dargli torto. Aveva ragione da vendere, e lui non poteva difendersi.

E in realtà, nemmeno voleva farlo.

-Serviti pure- disse Kurt, porgendo dei piattini con dei dolci a Blaine, che scosse la testa per liberarsi dai suoi pensieri. Non se lo fece ripetere due volte e agguantò un dolcetto dall'aria soffice.Kurt lo guardò, adorante. Blaine aveva un'aria così tenera, mentre apriva la bocca e ci affondava i denti, staccandone un morso e masticando con gusto, le gote che si riempivano come quelle di uno scoiattolo che conserva le sue ghiande.

Era irresistibile. Kurt non ci aveva mai davvero pensato, ma ora che ci faceva caso Blaine era davvero giovane. Poteva avere al massimo la sua età. All'inizio non gli era sembrato, perché quello sguardo duro e al contempo agonizzante, l'atteggiamento di un uomo abituato alla sofferenza e i lineamenti marcati lasciavano credere che si trattasse di un tipo tutto d'un pezzo, adulto, consapevole, vissuto. Invece in quel momento, mentre allungava la mano per prendere un altro dolcetto gettandogli un'occhiata e un adorabile sorrisetto colpevole, sembrava semplicemente un bambino goloso, con gli occhi luccicanti e della panna sul labbro.

Kurt ridacchiò.

-Co-a?- disse Blaine, la bocca ancora piena.

-Sei sporco-

Blaine si passò la mano sul labbro.

-No, non lì. A destra...-

Senza volerlo -cadendo nella situazione più banale e romanzata mai vista prima- Kurt si sporse verso il moro e con un dito gli pulì l'angolo della bocca. Si sarebbe allontanato subito se Blaine non avesse fatto il madornale errore di guardarlo negli occhi, facendolo annegare in una densa confettura di albicocche al miele, assolutamente deliziosa. Kurt cominciava a sentirsi affamato, ma non era interessato al cibo sulla tovaglia.

Dal canto suo Blaine credeva di aver smesso di respirare da un tempo troppo lungo per potersi rallegrare di essere ancora vivo. Kurt lo stava guardando così intensamente, come se volesse leggergli l'anima. E quella non era una buona idea, affatto. Doveva allontanarlo. Sapeva che doveva, ma non ce la faceva; nonostante tutto il suo odio per se stesso, non riusciva a negarsi quella sensazione di completezza e di leggerezza che Kurt -a quanto pareva- riusciva a donargli solo guardandolo.

Si sentiva messo a nudo, esposto, vulnerabile, ma non importava. Kurt lo stava guardando come se lui, Blaine, fosse la cosa più bella che avesse mai visto. E per quanto fosse sbagliata quella visione che Kurt aveva di lui -Dio, se era sbagliata- in qualche modo quello sguardo faceva sentire Blaine... spaventosamente giusto.

Il dito di quell'angelo dagli occhi azzurri stava indugiando un po' troppo sulle sue labbra, e Blaine provò l'impulso irrefrenabile di dischiuderle e accogliere quelle dita nella sua bocca, mordicchiandole, leccandole, assaggiandole. Voleva sapere di cosa sapeva Kurt. Una sua segreta ipotesi diceva “zucchero a velo” ma doveva, doveva averne la conferma.

Grazie al cielo Kurt si riebbe e si allontanò da lui, prima che facesse qualcosa di irrimediabilmente stupido. Kurt tornò al suo posto e prese un tovagliolo, che porse all'altro. Era molto rosso in faccia, e Blaine non volle pensare al colore che doveva aver assunto lui.

Nel disperato tentativo di alleggerire l'atmosfera -che si era fatta davvero troppo densa e piena di desideri inespressi- Blaine si schiarì la voce e disse la prima cosa che gli passò per la mente.

-Tu non mangi nulla?-

Idiota. Ti ha appena detto che è tutto il giorno che si ingozza con il cibo che tu continui a mandargli.

-No, ho già mangiato e comunque non vado pazzo per i dolci.-

-E che cosa ti andrebbe, ora?- Blaine gli avrebbe fatto arrivare dalle cucine qualunque cosa.

Senza pensarci, Kurt rispose di getto. -Albicocche al miele.-

Blaine lo guardò, educatamente sorpreso, mentre Kurt assumeva l'aria di chi si sarebbe volentieri sotterrato. Per grazia della bontà divina Blaine non poteva sapere come il corpo di Kurt sentisse il bisogno di  quello dell'altro, e adi come avesse collegato qualcosa di tangibile al colore dei suoi occhi. Kurt non avrebbe mai ringraziato abbastanza tutti i santi e gli dei che conosceva per questo.

-Niente- disse Kurt, evitando il suo sguardo e cominciando a trafficare col cestino, alla ricerca di non sapeva bene cosa. Blaine sorrise; anche se non capiva il motivo del suo imbarazzo, era adorabile.

Kurt riemerse e si guardò attorno, per poi afferrare il bicchiere di vino.

-Beh, brindiamo.- disse, alzando il suo calice e interrompendo i pensieri di Blaine, che non poté trattenere un sorriso alla vista dell'altro così composto e fiero e con il mignolo, per qualche strana ragione, alzato e lontano dall'asta del bicchiere.

-A cosa?-

-Veramente non saprei. Facciamo... a noi, che ne dici?-

Blaine lo guardò, confuso.

-Sì, a noi. Perché non importa quante siano persone ci dicono che non siamo adatti, che siamo diversi, che siamo sbagliati; alla fine troveremo quella che ci farà sentire amati e giusti.-

Kurt si stava riferendo alla sua situazione, ai problemi che aveva avuto con i suoi ragazzi -problemi che erano riemersi la notte dell'attacco con quell'assurdo sogno. Non poteva sapere come quelle parole per Blaine avessero un significato profondo, tanto che batté le palpebre più volte per evitare che gli occhi da umidi si trasformassero in piccole fontanelle imbarazzanti.

Guardò Kurt, impegnato a svuotare il suo calice, e decise che se qualcuno poteva accettarlo quello era proprio lui. Certo, avrebbe potuto non farlo. Sebastian, per quanto odioso e falso fosse, in una cosa aveva ragione.

Era impossibile che qualcuno lo amasse veramente.

Ma, in realtà, fino a qualche giorno prima Blaine era convinto che non potesse esistere nemmeno qualcuno capace di riuscire a farlo sentire giusto. E quello era successo, grazie a Kurt.

Blaine in quel momento non lo capiva; se lo avesse fatto, si sarebbe costretto a smettere di farlo.

Ma la verità era che Blaine cominciava a sperare.

-Lo vorrei così tanto.- disse nel suo calice, così piano da essere meno di un sussurro. Kurt non lo sentì.








Dlin-dlon, comunicazione di servizio. La qui presente disgraziata e stressata pseudo-autrice parte per una meritata vacanza; di conseguenza, mi dispiace per chi segue assiduamente e col fiato sospeso la storia (sì, come se ci fosse qualcuno del genere...) ma fino al 12 non potrò aggiornare.
Ma non disperate! Ho in mente e quasi già pronte due one-shot e una mini-long con le quali spero di farmi perdonare. Da qui in poi, dopo questo capitoletto un po' rilassato (ci voleva!) le cose cominceranno a ingranare in maniera vertiginosa... tenetevi forte! Nuovi personaggi e nuove sfide attendono i nostri eroi! (sembro tanto la voce fuori campo di Dragon Ball)
E per Kurt e Blaine sta arrivando la svolta! Vi dico solo una cosa: c'è un motivo se il raiting è “arancione”... eheh. Ok, mi censuro.
A presto. Vi prego, lasciatemi un vostro parere, rallegrereste le mie oziose vacanze.
Alla prossima puntata!

P.S. Non lasciate nel dimenticatoio le albicocche al miele... la mia mente perversa ha trovato loro un posticino nella storia. O meglio, nella storia tra Kurt e Blaine.

  
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