Film > Re Leone
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Autore: Miranh    26/07/2012    4 recensioni
Ciao! Eccomi qui, come promesso, a postare il secondo libro! Mi scuso per il tempo passato! Dunque, in questo seguito troverete tutti i protagonisti finalmente cresciuti e pronti ad affrontare ciò che il destino ha in serbo per loro. Spero vi piaccia! Un saluto a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11. “ Insieme nella grotta ”

 

 

Sotto le fitte e gelide gocce di pioggia Ahadi ed Uru correvano insieme alla ricerca di un riparo.

Trovarono una piccola apertura, scavata in una parete rocciosa. Era stretta, ma in due si poteva stare. Ahadi vi entrò, scrollandosi l'acqua di dosso. Uru lo seguì, tremante di freddo: << Che tempaccio... Scusami se non ho voluto tornare subito... >> gli disse;

<< Dai, non preoccuparti. Un riparo siamo riusciti a trovarlo, no? >> le sorrise;

<< Sì... >>

Un gigantesco lampo irruppe nella piccola grotta con la propria luminosità accecante e con il proprio tuono: << Aaaaah!! >> Uru balzò addosso ad Ahadi, a causa dello spavento;

<< Uru..?! Ma che...? >> il leone scivolò a terra, con la giovane avvinghiata sopra al proprio corpo << Fifona. E' stato soltanto un lampo...Non c'è bisogno di allarmarsi per così poco >> le disse;

<< M-ma era così vicino... E'...è stato tutto improvviso... >>

Ahadi la accarezzò dolcemente, per tranquillizzarla: << Guardati, stai tremando... >> si sciolse dalla presa dell'amica e si rialzò << Rimango io vicino all'entrata. Tu spostati internamente: così starai più calda >>

<< Ma...così facendo, sarai tu a prendere freddo... >> disse lei;

<< Ma no >>

<< Sicuro? >>

<< Sì, sì... >> si spostò e andò a sedersi davanti, lasciandole libero l'interno.

Gli dispiacque separarsi dall'abbraccio di Uru. Avrebbe voluto tenerla al caldo, come quando era piccola, ma ora era diverso. Lei non era più una cucciola.

Mentre era assorto fra questi pensieri, sentì il piccolo e caldo corpo della leonessa appoggiarsi sulla propria schiena:

<< Così staremo entrambi più caldi >> disse lei, stringendosi a lui.

Ahadi sorrise, chinando il capo, godendo del calore di Uru.

Trascorsero molti minuti in silenzio, restando fermi così. Tuttavia lui sentiva il bisogno di parlarle: doveva mettere in chiaro i propri sentimenti. Ma l'incertezza persisteva ancora. Cosa provava lui veramente? Cosa ne avrebbe pensato lei? Sarebbe stato bene parlarle? O forse avrebbe solo peggiorato le cose?

Intanto anche Uru rimuginava tra sé. Il cuore le batteva forte, gioendo per il fatto di stare accanto a lui. Ahadi la faceva sentire completa. Ogni volta che stava con lui, si sentiva bene....ma provava anche una scintilla di dolore, mescolarsi alla felicità. Gli voleva molto bene e avrebbe voluto parlargli dei propri sentimenti.

 

<< Io.... >> cominciarono a parlare all'unisono. Rimasero un secondo in silenzio e ripresero a parlare:

<< Scusa, Uru... Volevi dirmi qualcosa? >>

<< No, no, Ahadi...scusami tu. Cosa devi dirmi? >>

<< Parla prima tu >>

<< No, fallo prima tu >>

<< No, tu >>

<< Tu >>

<< Tu >>

<< Allora non parlerò >> disse maliziosa;

<< E neanch'io.... >> si voltò a guardarla.

Uru gli tenne il broncio e lo fissò con occhioni dolci: << Daaaai... >> lo supplicò;

Ahadi fece un risolino e si arrese, tornando a guardare l'uscita della grotta:

<< ...E va bene >>

La giovane sorrise compiaciuta ed appoggiò la testa sulla schiena del leone.

Ahadi fece un sospiro e iniziò a parlare:

<< Volevo dirti... Volevo dirti che sono felice che il tuo carattere non sia cambiato, Uru... >>

<< Eh? >>

<< Sei rimasta come ricordavo: gentile, altruista e sempre pronta a trovare parole confortanti... Prima di incontrarti, per me non esisteva altro che odio e vendetta... Uccidere quel leone era la sola cosa per cui andavo avanti. Dopo l'orrenda morte di mia madre, non pensavo ad altro. Lei, poco prima di andarsene per sempre, mi pregò di non farmi sopraffare dall'odio e di andare a vivere alla Rupe dei Re... >>

<< Cosa...? >>

<< Mi pregò di farlo...Ma non lo feci >>

<< Perché? >>

<< Perché giudicai male tuo padre... Avevo pensato che fosse un re irresponsabile, che permettesse agli assassini di circolare liberamente... Ma sbagliai. Ero troppo accecato dall'odio e non mi accorsi di essere dalla parte del torto. Conobbi anche Rafiki, che si prese cura di me per un po'... Ma gli feci promettere di non palare di me a nessuno e sparii prima che riuscisse a portarmi da voi... Mi allontanai da quelle terre...Non riuscivo a sopportare di trovarmi là, ma memorizzai a fondo la strada per tornarci. Vagai a lungo da solo, cibandomi di carcasse lasciate da altri predatori, rimanendo spesso ferito, a causa degli avvoltoi, che tentavo di cacciare via... Ho sempre rischiato la morte e la malattia. Ma non volevo arrendermi: mi sarebbe bastato soffrire ancora un po', per poter trovare la forza di far fuori quel maledetto... Il trauma che mi aveva inflitto era troppo forte... Feci divorare dall'odio la purezza dell'infanzia e lasciai spazio a dei nuovi occhi, che vedevano il mondo in un'altra maniera. Era un mondo malvagio, pieno di ostacoli difficili da superare... >>

Uru si strinse a lui ancora di più, continuando ad ascoltare.

<< ...Una volta diventato più grande, cominciai a tornare da voi...per cercare lui ed ucciderlo. Continuavo ad avere in testa la sua immagine, la sua imponenza e il suo sguardo... Ogni volta sentivo di essere sulla pista giusta, ma non riuscivo mai a trovarlo... Non me la sentivo di restare là, così ogni giorno andavo, per poi tornare fuori dai confini, carico di rabbia... >>

La giovane sussultò e infine cominciò a piangere, separandosi da lui. Si buttò a terra, in fondo alla grotta, singhiozzando.

<< Uru...? >> il leone le si avvicinò.

Lei alzò il capo e lo guardò: << Oh, Ahadi... >> si rialzò, mettendosi seduta, di fronte a lui << ...Perché? Cosa avresti guadagnato nell'ucciderlo? Non avresti comunque riavuto tua madre...E poi cosa avresti fatto? >>

<< Avrei atteso la morte >>

<< No...è terribile...è ingiusto! Saresti diventato un assassino, sprecante della propria vita... Potevi risparmiarti tutta questa sofferenza... >>

<< Uru...ascolta... >>

<< Sei padrone della tua vita, non c'è da ridire su questo... Ma vivere a quel modo...è deplorevole >>

<< Lo so...! Ma, Uru... >>

<< Ricordo ancora perfettamente la tua espressione, quando ti vidi per la prima volta... Stavo andando con gli altri al Cimitero degli Elefanti. Ero nascosta dietro a delle piante, quando poi ti vidi: eri solo...non ti accorgesti di noi. I tuoi occhi mi colpirono nell'animo sin da quel momento. Belli e malinconici... Ma molto, molto tristi... >>

<< ..... >>

<< Quando venisti da noi, io cercavo sempre di confortarti e di farti sorridere. Quando sei felice, lo sono anch'io. Ogni volta che sorridi i tuoi occhi si illuminano magnificamente... E se sei triste...lo divento anch'io >>

Ahadi si avvicinò, premendo dolcemente la fronte contro la sua:

<< Tu mi hai aiutato, Uru... Se non fosse stato per te, non avrei mai trovato la strada per la felicità. Mi hai confortato...e mi hai fatto sorridere >>

<< Oh... >>

<< ...Ho sempre continuato a disprezzare la vita...finché non ho incontrato te. Fin dalla prima volta che ti ho vista, dal primo momento in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi, ho capito che la mia vita avrebbe subito una grossa svolta...più grande di quanto pensassi. Non volevo ammetterlo inizialmente e mi sono comportato freddamente con te. Mi apparisti come una piccola monella...solare, determinata ed indomabile... Non riuscivo a spiegarmi come tu potessi essere così positivamente avventata... In te ritrovai la mia infanzia, in Mohatu il padre che non ebbi mai e in Aura una buona madre... Ho sempre saputo che incontrarti mi avrebbe fatto del bene un giorno... >>

<< Ahadi... >>

<< Finalmente...Finalmente ho capito che solo con te mi sento bene... Sei la sola creatura che abbia mai saputo toccarmi in fondo all'animo, facendomi aprire gli occhi difronte alla preziosità della vita... Senza di te non sarei niente, Uru. Sei la mia unica ragione di vita... Ora lo so. Non ho più alcun dubbio sui miei sentimenti... Ti amo. Sei entrata dentro di me sin dalla prima volta che ti ho vista... >>

Gli occhi di Uru si illuminarono di immensa gioia, all'udire quelle parole. Mai avrebbe pensato che sarebbe stato proprio lui a dirgliele. Il cuore era talmente carico di felicità, che le stava per scoppiare.

I loro occhi si incontrarono intensamente, entrambi pieni di amore:

<< Anch'io, Ahadi...Anch'io provo da sempre lo stesso per te... Ti devo la vita e questa tenera amicizia, che ci ha unito per molto tempo... Sin da piccola ho sempre ammirato quell'affascinante leone protettivo, che mi stava sempre affianco. Grezzo all'esterno, ma morbido e impavido all'interno. La tua presenza mi infonde sempre sicurezza e gioia... Senza di te mi sentirei persa... Ti amo tanto. Però pensavo che non sarei mai stata ricambiata... >>

Ahadi sentì una dolce scossa nel petto:

<< Bé...in fondo l'inaspettato è uno dei frutti della vita, no? >> le sorrise;

<< Eh, sì... Ma temevo di sembrare ridicola e infantile... >>

<< Sbagli su questo. Tu sei la leonessa più matura che io conosca... >> le accarezzò le guance col muso << ...Così dolce...così unica... quasi ultraterrena... >>

Uru chiuse gli occhi, aspirando l'odore di Ahadi, sentendo un brivido piacevole al cuore.

Rimasero a guardarsi per qualche altro istante, senza scambiare nessun'altra parola. Non vi erano parole in grado di esprimere ciò che entrambi provavano in quel momento.

Si abbandonarono a tenere e intense effusioni e si strinsero.

<< Oh, Ahadi... Sono così felice... Ma... >>

<< Cosa c'è? >> si preoccupò lui;

<< ...sei..sei davvero sicuro? >> si sciolse piano dall'abbraccio;

<< Di cosa? >>

<< Di voler restare al mio fianco... >>

<< Ma certo! Cosa dici? >>

<< Però...sei consapevole di ciò che ti aspetterà? Hai idea dell'enorme carico di responsabilità che avrai, se verrai con me? >>

<< Uru... >>

<< E' per questo che te lo sto domandando... Tu hai sempre viaggiato e forse...forse non ti troverai bene... >> chinò il capo tristemente.

Ahadi rimase in silenzio per qualche minuto, guardando in basso.

Era talmente felice di avere al proprio fianco la sua piccola amata, da non aver pensato alle conseguenze, che avrebbe avuto la loro relazione. Tuttavia abbandonarla era fuori discussione. Sarebbe stato un gesto doloroso ed egoista. Per lei era disposto a tutto, perfino a morire.

<< Aaah...Perché non sono nata come una leonessa normale?? Perché?! >> si dispiacque lei.

<< Non devi dire così >> le si avvicinò, facendole appoggiare la testa sul proprio petto << Bisogna essere felici della vita che ci è stata donata... L'ho imparato da mia madre e dalla tua famiglia. Anche tu dovresti fare lo stesso >>

<< Lo so, Ahadi...Ma ho tanta paura... >>

<< Ti comprendo... E' naturale avere paura, specialmente quando si è consci di ciò che capiterà... Anch'io non mi sento di certo tranquillo, ora che lo so. Ma pensa alle vite che potremo aiutare, noi due insieme... Anche tuo padre e tua madre sicuramente si saranno trovati in soggezione all'inizio, ma ciò non li ha di certo fermati. Anzi...da quanto ho potuto vedere, le loro esperienze li hanno arricchiti di immensa saggezza >>

<< Lo pensi veramente? >>

<< Sicuro >>

<< Allora...verrai con me? >>

<< Anche a costo di morire...Non ti lascerò mai. Ci sosterremo a vicenda nelle avversità >> le leccò la fronte;

<< Grazie, Ahadi... >> affondò la testa nella sua morbida criniera.

<< Quando avremo terminato il viaggio e saremo tornati nelle Terre del Branco, mi sposerai? >> le domandò con un caldo sussurro;

<< Ah...Sì...Sì!! Lo voglio con tutto il cuore! >> esultò lei, stringendosi a lui ancora di più.

Rimasero a lungo abbracciati, senza badare allo scorrere della notte, sperando che la pioggia non cessasse di cadere, così da poter donare loro tempo infinito, per stare insieme da soli. Pian piano il rimbombo dell'acquazzone si fece sempre più lieve, e il cielo si riempì di piccole e delicate gocce d'acqua.

La giovane, infine, ascoltandone il suono, si addormentò felice sul caldo petto dell'amato.

Lui, facendo attenzione a non svegliarla, la adagiò delicatamente al suolo, sdraiandosi accanto a lei. Rimase a guardarla dormire. Era bellissima. Gli fu strano vederla così incredibilmente rilassata. Lei che era sempre così attiva e vitale... Sembrava una delicata goccia di rugiada, adagiata dolcemente su un petalo.

Con una zampa le circondò il ventre ed appoggiò la la testa sul suo collo, riparandola dall'umidità, finché anche lui si assopì sorridendo. 

  
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