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Autore: FairySweet    26/07/2012    1 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Burke 19                                                                     Vieni con Me?






Era paralizzata, stretta in un abbraccio che per troppo tempo le era mancato, lo sentiva tremare, era quasi certa di sentire le sue lacrime “Non posso perderti” trasalì cercando di sciogliersi dal suo abbraccio ma la stretta di Owen si fece più forte e pesante “Non puoi morire” “Owen” posò le mani sul suo petto spingendolo leggermente indietro, gli occhi fusi nei suoi e il viso di Burke a pochi centimetri da loro “Allora, ci decidiamo a raccontargli la verità oppure continuiamo a prenderlo in giro?” scosse leggermente la testa sospirando “Non sto morendo” lo sguardo confuso dell’uomo a seguirla mentre chiudeva la porta, mentre lasciava il resto del mondo fuori da quella stanza “Non stai morendo? Che vuol dire? Hai un cancro! Il cancro non è sinonimo di vita Cristina!” ma lei sorrise appena passandosi una mano tra i capelli “Non ho il cancro, stavo semplicemente pensando ad alta voce e tu hai ascoltato solo quello che ...” “Pensando ad alta voce?” domandò irritato passeggiando avanti e indietro “Ottima scelta Scheggia! Ora continua altrimenti giuro su Dio che inizio a suonare la tromba e non la smetto fino a domani” esclamò Burke sollevando lo strumento apparso dal nulla, lo fissò confusa cercando di capirci qualcosa “Credi davvero che non ne sia capace?” “È uno scherzo vero?” sbottò Owen riportandola alla realtà “Dimmi che è uno scherzo perché altrimenti ... tu non ...” la rabbia gli impediva perfino di respirare, era stanco, incazzato e sollevato allo stesso tempo “Hai idea di quanti anni di vita abbia perso in tre ore? Hai idea del male che mi hai fatto? Di quello che mi è passato per la testa?” “Lo so e mi dispiace se ...” “Ho creduto di perderti!” urlò lanciando all’aria le ciliege dal tavolino “Ho pensato di dover organizzare il funerale di mia moglie cazzo!” “Uao, sono parole davvero forti cavolo! Forse l’abbiamo spaventato troppo e ...” “Smettila” sussurrò piantando gli occhi nei suoi ma il viso di Owen si confuse inevitabilmente con quello di Burke “Scusa, non sto parlando con te ma ...” chiuse qualche secondo gli occhi cercando di respirare, di riordinare i pensieri ma l’unica cosa che riusciva  a sentire era la voce di Burke “Coraggio respira, ce la puoi fare. Riordina le idee, raccogli il coraggio e sbattigli in faccia la verità!” annuì debolmente sospirando “Mi dispiace se tutto questo ti ha fatto del male, mi dispiace se sei arrabbiato o spaventato ma ...” “Spaventato? Mi prendi in giro? Porca puttana Cristina mi hai mentito! Mi hai detto di avere un cancro e mi sono sentito morire!” “Tu?” buttò lì ironica “Tu ti sei sentito morire? Davvero Owen? Cosa pensi che abbia provato io quando mi hai sbattuto in faccia la verità su quella donna! Mi hai tradito! Sei andato con un’altra donna e l’hai fatto per cosa?” “Cristina tu ...” “Io cosa?” Burke sorrise sedendosi sul letto dietro di lei “Esagero? Mi incazzo perché mio marito mi ha tradito con l’unico scopo di ferirmi? Perché un aborto può giustificare il tuo tradimento?” lo vide sospirare, tremare sotto la spinta di quella rabbia violenta “Tu mi hai fatto del male Cristina, mi hai fatto più male di quanto immagini! Mi hai negato una famiglia e poi sei scappata insieme al tuo passato e ora, ora sono qui, ti vedo, ti parlo quando fino a tre ore fa cercavo di capire come fare a sopravvivere senza di te!” sospirò abbandonandosi sul letto accanto a Burke “Fino ad ora sei stata brava, coraggio, ti manca ancora poco” si passò una mano in viso cercando di trattenere la nausea “Tu davvero non capisci vero?” “Cosa dovrei capire! Aiutami tu a capire come mai corro dietro a mia moglie pregandola di continuare a vivere e scopro che in realtà non ha niente!” un debole sorriso a colorarle le labbra “Non sono corsa via con il mio passato, ho ucciso il mio passato e tu nemmeno lo capisci! Credi davvero che accompagnare Burke a morire sia sempre stato il mio sogno segreto?”  “Ho sempre saputo di essere parte dei tuoi sogni dolcezza” ma lei non fece caso a quell’ironia gelida “Ho ucciso l’unica persona che mi abbia mai capito” Owen scoppiò a ridere allargando le braccia “E allora io chi diavolo sono? Il primo che passa per la strada?” “Tu non puoi capire! Avevo dei ricordi che mi legavano a lui! Aveva tre anni di vita in comune con lui e se ora sono un chirurgo decente lo devo a lui! È stato il mio mentore, il mio maestro, l’unico chirurgo che prendevo come esempio!” si alzò di scatto come se le mani di Burke posate sulla sua schiena l’avessero spinta violentemente in alto “È stato il mio compagno, il mio amico, il mio amore e io l’ho ucciso perciò scusami se al momento non posso essere la mogliettina dolce che vuoi tu!” “Io non voglio ... Io voglio te! Porca puttana è così difficile da capire?” “Se ti voleva allora non si scopava un’altra!”  quelle parole le perforarono il cervello e, quasi senza riflettere, la bocca sussurrò la stessa cosa.

Owen indietreggiò sotto il colpo di quelle parole violente “Vuoi sapere perché mi è uscita la parola cancro dalla bocca?” domandò ironica avvicinandosi di un passo a lui “Ogni fottuta ora del giorno, ogni mattina, ogni pomeriggio, ogni sera io vedo Burke ...” “ ... parlo con lui, rido con lui. Ogni giorno che passa cammina accanto a me, parla con me, opera in sala con me e per quanto mi sforzi di mandarlo via non ci riesco ...” “ ... vorrei farlo ma non posso perché ...” “... perché mi sento in colpa ...”  posò una mano sulle labbra cercando di trattenere le parole ma Burke sorrise alzando leggermente le spalle.
Non riusciva a riflettere, a pensare, ogni cosa che diceva Burke usciva puntualmente dalle sue labbra come se fossero una persona sola “... perché non riesco a superare quel ricordo ...”  “... non parlavo con te quando ho detto quelle cose ma con lui!” Owen socchiuse leggermente gli occhi cercando di capire se sua moglie fosse impazzita di colpo “Cristina tu stai ...” “Sto bene!” esclamò gelida evitando la sua mano “Chi vede fantasmi non sta bene!” “Nemmeno chi ritorna sui proprio passi perché si sente in colpa ma ehi, il mondo è  bello per questo no?” esclamò ironica concentrandosi sul volto di Burke a pochi passi da lei “Che c’è?” “Smettila di usarmi come paroliere chiaro?” Owen seguì il suo sguardo perdendosi nel nulla “Non ti sto usando” ma lei sorrise scuotendo leggermente la testa “Se continui a farlo mi scambierà per pazza! Credi davvero che abbia voglia di passare del tempo in manicomio?””Se non vuoi essere scambiata per pazza allora smettila di parlare con il niente!” “Se quel niente appare e scompare girandomi intorno come posso ignorarlo?” ma le mani di Owen posate sulle sue spalle la riportarono alla realtà, si concentrò sul suo viso, sui suoi occhi chiari e profondi “Guardami” non rispose, non si mosse nemmeno “Cristina guardami!” “Ti sto guardando” “No” inspirò a fondo cercando di restare calmo “Fai finta di guardarmi ma la tua testa è lontana da qui” abbassò lo sguardo cercando di nascondere una lacrima “Oh andiamo!” sbottò gelido Burke passeggiandole attorno “Davvero vuoi piangere? E per cosa? Per aver affrontato tuo marito? Sei diventata debole Scheggia” un altro respiro, un’altra lacrima a scivolare via dagli occhi “Sei diventata debole e sentimentale e da quando? Cosa diavolo mi sono perso si può sapere? Torno dal mondo dei morti per te e tu, tu te ne freghi! Digli la fottuta verità e lasciami andare via!” chiuse gli occhi, tremava, sapeva di farlo perché lo sguardo spaventato di Owen percorreva ogni centimetro del suo viso “Ehi andiamo, non hai il diritto di spaventarmi così! Non adesso, non dopo tutto quello che mi hai fatto passare” “Avanti! Urlaglielo in faccia o mandalo via! Scegli perché io sono davvero stanco di farlo al posto tuo” “Non hai scelto niente” mormorò tra le lacrime “A no? Ti è corso dietro e il merito di chi è? Parla con te come una persona civile e il merito è tuo? Io l’ho fatto arrivare fino a qui e se devo essere stronzo o comportarmi come un idiota per farti dire la verità allora lo farò!”  una mano a sollevarle il volto “Cristina tu ...” “Sono incinta! Diglielo!” schiuse le labbra pregando Dio che quella parola non uscisse ma Burke continuava a ripeterla e la sua volontà sembrava sparita nel nulla “Di che hai paura? Che si arrabbi? Che non voglia questo bambino? Se non glielo dici non lo saprai mai Scheggia! Digli che diventerà padre e conoscerai la sua reazione, se non lo fai potresti pentirtene per il resto della tua vita!”  lo sguardo perso nel suo, sentiva le sue mani, la sua paura, la sua preoccupazione “Stai bene?” “Sono incinta!”  chiuse gli occhi qualche secondo “Sono incinta” Burke sorrise annuendo soddisfatto ma nel silenzio della notte uno schiaffo violento la spinse lontano, un rumore sordo e doloroso che la massacrò nell’anima.
“Volevi una risposta? Ora cel’hai! Tuo marito non merita un figlio” si passò una mano in viso asciugandosi le lacrime “Prendi le chiavi della macchina e vattene via!” “Vieni con me?” mormorò con un filo di voce, Burke sorrise avvicinandosi a lei, coprendo l’immagine di suo marito, tremante, preoccupato, deluso da quella reazione che non gli apparteneva e che non voleva “Ho scelta forse?” "Mi dispiace Burke, non volevo farti ..." "Ehi, non fa niente davvero. Vorrà dire che avrai un bambino e che il suo papà sarà un fantasma che lo protegge dai pericoli" mormorò sorridente "Certo che vengo con te, non ti lascio sola"  una mano a sfiorarle il volto mentre un debolissimo sorriso tra le lacrime si impossessava del suo volto “D’accordo” afferrò le chiavi dal comodino, il cellulare e la borsa accanto al letto e senza nemmeno cambiarsi, uscì da lì dentro con il cuore a pezzi e l’unica certezza che quel fantasma al suo fianco era diventato ora la persona più importante della sua vita.

  
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