POV Gordonius.
Mi guarda con espressione felice ed estasiata, come se fosse al cospetto di una divinita’.
Quando le passo il trofeo della vittoria, sento le sue mani tremare.
Le sono cosi’ vicino che riesco a percepire il suo aroma di minestrone con
aglio e peperoncino, che impregna non solo le sue vesti, debbo dire, ma anche
il suo alito.
Lo sa solo Madre Eva cosa ho dovuto fare per convincere la giuria a far
vincere lei.
Quello che ho dovuto pagare in denaro ed in natura...
Per carita’, non che mi dispiaccia piu’ di tanto, ma i giurati sono tanti e
adesso mi sento vagamente indolenzito.
Ma alla fine si sono comportati da veri professionisti.
Hanno assaggiato le pietanze di Masu senza storcere il naso.
Anche io le ho assaggiate.
E al solo pensiero rischio di svenire e cappottarmi sul pavimento
dimenandomi come un verme.
Quella donna ha del talento...
Oh...si’, per cucinare nelle Galere di Golconda, nel settore 35, dove ci
finiscono i peggiori criminali...anzi...no, nemmeno quelli meritano una fine
del genere!
Magari Raflesia potrebbe impiegarla come torturatrice ufficiale: un boccone
delle sue pietanze e’ sufficiente ad estorcere le piu’ segrete informazioni da
chiunque sotto minaccia di essere costretti a mangiare l’intero piatto!
Certo, gente come il generale Cleo, che gozzoviglia nel torurare lentamente
con un temperino, non avrebbe piu’ un lavoro, ma pazienza....l’importante è
ottenere una dichiarazione “spontanea” dai prigionieri!
Se chiudo gli occhi riesco ancora a
ricordare il sapore del brasato
d’asino che Masu aveva cucinato.
Effettivamente sapeva di asino.
O meglio, di una parte ben precisa di un asino, ovvero quella posteriore
...con tanto di retrogusto simile a quella cosa che esce da lì!
Ho dovuto ingoiarlo fingendo un’aria così estatica che un membro della
giuria credeva che stessi venendo...quasi: stavo s-venendo, che e’ diverso.
Le cosce di rana fritte le sono venute un po’ meglio...se si fosse
ricordata di friggere solo le cosce e non tutta la rana intera con le
viscere...il ricordo del sapore di quella cosa gelatinosa in bocca mi fa ancora
venire il voltastomaco.
E il pani ca’ meusa?
La milza non bollita prima e fritta direttamente diventa una cosa
immangiabile...era cosi’ disgustosa che sembrava di mangiare fegato...fegato
crudo. Bleargh.
La cassata le e’ riuscita un frullato zuccheroso che lei ha cercato di
correggere non so con che cosa, ma che aveva un vago sentore che si sente nei
bagni pubblici.
Quella donna dovrebbe essere al soldo di Raflesia...avvelenerebbe Harlock ed i suoi in un solo istante e la
guerra sarebbe finita...uhm...quasi quasi, quando rientro nelle grazie della
mia regina, glielo suggerisco.
Madre Eva…al solo pensiero di quello che ho dovuto fare mi sento assalire
dai conati….presto presto….un bagn…
“Scief Gordonius! Non sapete quale onore e’ per me ricevere questo
riconoscimento da voi, che siete il mio idolo, la mia musa ispiratrice....se mi
consentite...”
Musa ispiratrice? Io? Ne dubito fortemente, visto quello che cucina!
La voce stridula della cuoca mi perfora i timpani.
“Glurb…Signora Masu, voi mi adulate! Siete un talento naturale...non avete bisogno di ispirazione alcuna, voi...” dico io, sorridendo e deglutendo per cacciare indietro la nausea.
E’ vero.
E’ un talento naturale.
Da avvelenatrice professionista.
Lei diventa tutta rossa. Saranno le caldane della menopausa, suppongo,
anche se penso che questa signora sia talmente vecchia da essersi dimenticata
anche di cosa sia la menopausa...figuriamoci il resto.
“Oh...Scief Gordonius...siete troppo buono....Non vedo l’ora ci cimentarmi
tra i fornelli con voi!”
Deglutisco.
Sudo.
Dal tono in cui l’ha detto, sembra quasi volesse fare una maratona di sesso
sul tavolo in cucina!
Sono sul punto di tirarmi indietro.
Poi, in lontananza, vedo l’espressione arcigna di Lilith che si apre in un
sorriso sardonico.
Mi fa vedere un busta.
Ne conosco il contenuto.
Le foto compromettenti di cui parlava...quella volta in cui, per fare
piacere a Raflesia, io ero travestito da banana split e mi ero ricoperto di
crema e cioccolato.
Per lei!
E anche quella volta in cui le ho servito il pranzo vestito con un
grembiulino striminzito davanti.
E niente altro.
E anche quella volta in cui mi ero ricoperto di cioccolato alla cannella di
Ganimede, di note proprieta’ afrodisiache, perche’ a Raflesia piaceva.
E piaceva anche alla tre che erano con lei...tutte a volere un pezzetto di
me.
Beh...pezzetto si fa per dire...io modestamente...
“Oh, Scief Gordonius....vipregoviprego, una foto ricordo assieme!”
Di nuovo la voce stridula della cuoca.
Si issa su uno sgabello per arrivarmi alla spalle, mi abbraccia con
entusiasmo impugnando una mannaia e
sorride alla macchina fotografica. Cerco di fare buon viso a cattivo gioco,
mentre cerco anche di ignorare quell’odore di minestrone rancido che la pervade
e che adesso mi si attacca addosso come una pestilenza.
Dovro’ fare il bagno.
Nella candeggina, mi sa.
“Chef Masu...non perdiamo tempo: non vedo l’ora di cimentarmi con voi per
cucinare una cenetta con i fiocchi...essere al fianco di un talento come il vostro,
mi mette addosso le vertigini....mi sento smuovere le viscere....mi si chiude
la gola e la bocca dello stomaco...che emozione!” dico io, sinceramente.
Volevo aggiungere che mi veniva anche l’impulso di correre al bagno, ma non
volevo esagerare.
Lei mi guarda ammaliata
“Ditelo ancora, Gordonius....”
Dire che?
“Chiamatemi ancora Sciiief.....” dice lei, con aria sognante e leggermente
sbrodolante.
Sorrido come un ebete.
“Sciiief Masu...come altro potrei chiamare un talento come voi?”
In realta’ ci sarebbero moltissimi improperi che potrei usare, tanti e tali
da scatenare un tifone a cielo sereno ma nessuno dei quali pronunciabile
davanti ad un minorenne.
“Oh, vorrei tanto che il mio capi...ehm...il mio capo ci vedesse in questo
momento!” dice lei con aria soddisfatta,
mentre cerca tra il pubblico qualcuno che pero’ sembra non esserci.
La sua espressione si rabbuia.
“Il solito! Si e’ perso il mio momento di gloria...tutta invidia!” mormora.
Cerco di salvare la situazione prima che possa precipitare.
“Signora Masu...Chef Masu...venite, non perdiamo tempo: fremo dalla voglia
di cucinare con voi.”
Lei sembra distratta.
“Non vedo l’ora di vedere le vostre mani che stirano la sfoglia, le vostre
minute dita che avvolgono i tortellini, voglio inebriarmi del vostro
talento...”
“Oh...adulatore...” mi dice lei con finta modestia facendomi gli occhietti
da pesce lesso.
Credo proprio che sia giunto il momento che Lilith ed i suoi soldati
intervengano rapendo la vecchiaccia.
“Voglio assistere alle vostre performance. Siete un’ispirazione per
me...pendo dalle vostre labbra, chef!” le dico mentre mi inginocchio davanti a
lei.
Ma allora? Che aspettano ad intervenire? Non posso mica andare avanti
ancora per molto a recitare questa farsa….
Sbircio oltre la cuoca e sento montare la rabbia: Lilith si sganascia dalle
risate vedendomi in questa situazione e sembra voler prolungare la mia
agonia….grrrr…aspetta che tutto finisca e poi vedi cosa ti combino dannata rompiscatole!
“Ohhhh caro Gordonius…perché avete quell’espressione accigliata??” mi
chiede improvvisamente Masu.
Le rispondo con la prima cosa che mi passa per la testa.
“Chef Masu: insegnatemi i segreti della vostra cucina!”
“Cooosa?? Insegnare, io? A voi? Ohhhh….aahhhh…iiiihhhh….siiiii!!”
Ma che fa?
E’ in preda ad un orgasmo????
Stonf!
E’ caduta a terra.
Lilith, da vero falco quale è, si lancia prontamente sulla preda insieme ad
un gruppo di soldatesse ed afferra la poveraccia, trascinandola di peso nello
sgabuzzino adiacente al salone della gara.
Per completare l’opera le iniettano un ingente quantitativo di sonnifero in
modo che il suo risveglio non avvenga troppo presto e che sia possibile
trasportarla senza intoppi alla nave del Generale Cleo.
“Gordonius, hai fatto un ottimo lavoro….ora vai a farti una doccia, puzzi
come un gillone di Antares ”
Brutta strega…..vorrei vedere te a stare a contatto con una il cui profumo
preferito sembra essere “eau d’ail et
oignon n.5”.
A me il lavoro sporco e a lei la gloria!!
“Come desiderate comandante Lilith. Non vorrei mai urtare le vostre
sensibili narici ed il vostro delicato stomachino vegetale.” Le rispondo
sarcastico.
Mi allontano dal luogo del delitto e, mentre cammino, mi sfilo il camice
lasciando che quelle femmine vedano la mia schiena muscolosa, le mie spalle
ampie, il mio fisico scultoreo e
diventino verdi d’invidia…anzi, verdi lo sono già, allora facciamo
blu-violaceo.
Eh eh, lo so che loro sono a secco da parecchio tempo….qualche
soddisfazione me la devo pur togliere anch’io, no??