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Autore: Nati_Chan    27/07/2012    3 recensioni
Occhi color ghiaccio.
Penetranti e profondi.
Che fosse veramente lui?
Per un attimo gli occhi blu di Honoka si incontrarono con quelli del ragazzo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Honoka Yukishiro/Cure White, Kiriya Irisawa, Nagisa Misumi/Cure Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 05: Thank you for everything.


-Ha fallito, vero?
-Sì principe Jimbo, le avevo detto che Pisard è una nullità, il più debole della Compagnia.
Poisonny stava in piedi, con la testa bassa, di fronte al possente profilo di Jimbo avvolto dall’oscurità.
-Tu mi sembri molto più affidabile e furba. Bisogna giocare sporco, puntare sui loro punti deboli.
La rossa stava pensando, mordicchiandosi un po’ il labbro. Avrebbe voluto ribellarsi e favorire un futuro migliore a lei e suo fratello Kiriya, ma se avrebbe disubbidito sarebbe scomparsa.
-Signore, mi dia qualche giorno di tempo per elaborare una strategia.
-Poisonny, io voglio attaccarle oggi, saranno stanche dal combattimento di ieri, sarà molto più facile. Chiamerò Gekidrago, sperando che combini qualcosa.
La ragazza si mise a ridere, poi aprì di nuovo bocca.
-Tutto muscoli e niente cervello! Beh sperò per lui che svolga un po’ bene la missione, ma considerando che è un babbeo .. Mio signore, tornerò al suo cospetto domani.
-Non deludermi, dolcezza.
La ragazza accennò un sorriso, girando i tacchi seguita dal suo lungo mantello e una scia di profumo al gelsomino.

Era arrivato il tanto atteso giorno della gita di inizio anno allo zoo Ueno.
La professoressa Takenouchi era allegra e fischiettava controllando che tutti i ragazzi fossero presenti.
-Molto bene ragazzi,buona giornata!- annunciò allegra. –Oggi ho deciso una distribuzione dei posti originale e particolare. Beh, dato che sono felice poiché compio un anno di matrimonio di mio marito .. ogni ragazzo si dovrà sedere vicino ad una ragazza. Su, scegliete il vostro compagno di viaggio e salite in fretta, la destinazione ci aspetta!
Le frasi della professoressa furono seguite da esulti, ma anche da lamenti contradditori.
-Beeeh, Honoka caraaa! Ci dovremmo separare mi dispiace, il mio Shogo mi aspetta.- disse Nagisa con un sorrisone stampato in faccia. –Ci vediaaaamo!
E sparì in una nuvola di polvere. Senza fiatare, Honoka andò alla ricerca di un compagno di viaggio. QUEL compagno di viaggio.
-Honoka vuoi stare vicino a me?
-No vicino a me!
-Honoka-Chan ci divertiremo, vieni con me!
La ragazza era molto ricercata nella classe, essendo la più bella. Ma, mortificata, disse a tutti di no.
-E se te lo chiedessi io?
Honoka si girò: era Kiriya.
-Va bene, magari possiamo conoscerci meglio.- annuì inventando una scusa per evitare le proteste degli altri ragazzi.

-Si parteee!- urlò la professoressa al microfono, facendo tappare le orecchie a tutti.
Ultimi posti .. Kiriya e Honoka erano seduti vicini, ma nessuno dei due sapeva cosa dire.
Più a fianco c’era Nagisa che rideva e scherzava di gusto con Shogo. Avrebbe dato il mondo intero per assomigliarle.
-Stai meglio?- disse lui rompendo un po’ il ghiaccio.
-Cosa?- chiede Honoka con espressione interrogativa.
-L’altro pomeriggio .. stavi per scoppiare a piangere. Vedo che ti sei ripresa. O forse è solo quello che cerci di far capire agli altri?
Honoka gli sorrise un po’ tristemente.
-Magari adesso non piango, ma non sto bene.
-Mi dispiace.- aggiunse lui.
Honoka non rispose, si limitò a guardarlo negli occhi, profondamente. Come se ci si dovesse annegare dentro.
-Perché non mi racconti qualcosa di te?- chiese lei.
-La mia storia non importa a nessuno. Io non importo a nessuno.
Lo guardò malissimo, come se volesse tirargli uno schiaffo da un momento all’altro.
-Ma cosa dici, stupido! Ogni persona è importante. Ogni storia che porta qualcuno con sé è interessante, non esistono vite noiose. Sono sicura che la tua vita è speciale.
Kiriya alzò lo sguardo, facendo una strana espressione amareggiata.
-La mia vita è una condanna, non so cosa darei per essere come te.
-Cosa vorresti dire con questo?
Honoka era sicura di sapere tutto, di sapere che quello era il Kiriya di prima. Lui si è lasciato andare qualche frase di troppo .. l’aveva quasi smascherato.
-Nulla, certe cose è meglio non saperle.- le rispose.
-Kiriya, vorrei tanto capirti .. se hai bisogno di qualunque cosa, io sono qui per te.
La guardò intensamente.
-Ragazzi, cazzo che depressi che siete! Unitevi con noi, stiamo cantando la canzone delle Rane!
Un loro compagno di classe seduto davanti a loro li interruppe, facendo chiudere il discorso.

-Ci siamo ragazzi, scendete uno alla volta in fila indiana!
Fu una bella mattinata. Lo zoo era molto grande, quindi ognuno faceva gruppo con chi voleva e muniti della mappa, si spostavano dove volevano.
Nagisa, Honoka, Shogo e Kimata formavano il solito gruppo. Molti altri avevano chiesto di andare con loro, specialmente per Honoka e Shogo, i più ambiti della classe. Ma Honoka tra tutti lasciò entrare solo Kiriya.
Passarono una bella giornata, divertendosi insieme e mangiando quanto più potevano. Beh, soprattutto Nagisa.
Volò tutto molto in fretta, tanto che si fece l’orario di chiusura. Era rimasto solo il loro gruppo scolastico nello zoo, ma radunati tutti gli alunni sarebbero dovuti andare via anche loro.
-Ragazzi sbrigatevi a mangiare il gelato, tutti gli altri staranno già al pullman!- disse preoccupato Kimata.
-Cosa vuoi che accada? Senza di noi mica partono!- lo rassicurò Shogo.
Honoka sorrise, Nagisa mangiava a più non posso. Kiriya non prese nulla, gli bastava il panino mangiato a pranzo.
-Ragazzi, mi sento .. strano.- disse poi Shogo.
-Ovvio, quando uno mangia troppo .. – sospirò Nagisa toccandosi la pancia piena.
-Anche io, mi gira tanto la testa!- si aggiunse Kimata.
Honoka era preoccupata per gli amici, propose di alzarsi e fare una piccola passeggiata.
Ma ad un tratto, Shogo e Kimata svennerò.
Kiriya sparì.
-Sento una strana sensazione, mepple!
-Anche io, mipple!
Ecco le vocine che le ragazze non avrebbero mai voluto sentire.
Ma capirono e si trasformarono subito.
DOPPIA AURORA BOREALE!
E tra fasci arcobaleno, sbucarono loro in versione Pretty Cure.
-Wow, che tempismo. Devo dire che mi avete lasciato di stucco, Pretty Cure.
Davanti a loro sbucò l’enorme figura di Gekidrago, seguito da piccoli lampi che scendeva dal cielo diventato scuro.
-Devo ammetterlo, pensavo in qualcosa di peggio. Ti finiremo subito, come abbiamo sempre fatto.
-Stai zitta Cure Black, se non vuoi finire male! Muoviti Zakenna!
Lanciò il suo mostriciattolo nero nella gabbia della tigre bianca, facendola diventare ancora più grande e aggressiva.
-Zakennaa!- urlò il mostro nero nel corpo della tigre, che cominciò ad attaccare le ragazze con i suoi lunghi artigli.
Poi dalla gola gli uscirono delle fiamme roventi, che le Pretty Cure schivarono per un pelo.
-Se non fosse per Zakenna, ti avremmo già fatto fuori!- gli incalzò Cure Black.
-Zitta, stupida! Inchinati al principe Jimbo!
Urlò Gekidrago, facendo segno a Zakenna di attaccarle nuovamente. Questa volta Cure Black riuscì a schivare gli artigli della tigre, provocando solo un piccolo taglietto al braccio, ma Cure White rimase nella sua presa. La schiacciava pesantemente a terra, provocandole graffi e tagli lungo il corpo, e non le permetteva di respirare.
-Lasciale andare!- urlò Cure Black con tutto il fiato che aveva in gola, dando calci e pugni alla zampa dell’animale che non mollava la presa. Le tirò un colpo di coda mandandola al muro, battendo forte la schiena.
All’improvviso un fascio di luce verde che sbucò da un albero andrò dritto sulla zampa della tigre, bruciandola e facendole mollare la presa.
-Sfruttiamo l’occasione Cure Black!- disse Cure White all’amica, nonostante si mantenesse a malapena in piedi.
GRAN FULMINE NERO!
GRAN FULMINE BIANCO!
E prendendosi per mano dissero:
DOPPIO VORTICE DELLE PRETTY CURE!
Scagliandolo contro Zakenna e Gekidrago, gli distrussero, provando come al solito la pioggia di stelline.
Questa volto presero la pietra blu.
Il cielo tornò normale, la tigre normale, i pavimenti e i muri normali. Honoka, non aveva più graffi né tagli, ma voleva sapere chi l’aveva salvata sull’albero.
Si avvicinò di corsa, salendo sul tronco e raggiunse la cima. Non c’era più nessuno, ma lei sapeva chi era stato.
Shogo, Kimata e Kiriya le aspettavano con tutti gli altri vicino all’autobus, non si ricordavano nulla. A parte uno, così pensava Honoka.
-Finalmente siete arrivate signorine, vi siete fatte desiderare eh. Forza, salite e andiamo.

-Ehi, Kiriya.- gli disse Honoka nell’orecchio.
Il ragazzo aprì gli occhi e sbadigliò, stiracchiandosi un po’.
-Dimmi Honoka.
-Grazie tante.
-E di cosa?
-Non importa.
   
 
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