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Autore: LuLu96    27/07/2012    1 recensioni
E' tanto che ho questa storia salvata in una cartellina del mio computer, senza che io avessi mai avuto il coraggio di pubblicarla. Si tratta di un grandissimo Cross-Over che vede partecipare tutti i personaggi creati da film, libri o anche esistiti nella storia che mi piacciono o mi hanno fatto riflettere. Alice dovrà affrontare un'avventura senza eguali, viaggiando tra scenari famosi di film o libri e essendo presente in magici momenti della storia. Dovrà stare attenta a non modificarne il corso, però, e soprattutto a proteggere il Ciondolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi svegliai la schiena mi faceva male. Dormire su un ramo non era proprio la cosa più comoda del mondo. Se non altro, però, ero riuscita a riposare per qualche ora.
*Al, vieni a mangiare qualcosa*
Mangiare. Non avevo fame, per niente. Guardai ancora un po' il cielo azzurro, senza ombra di una nuvola. Mi sembrava una presa in giro. Il mio umore, infatti, non era migliorato dalla sera prima. Era ancora nero e cupo, e quel cielo terso mi sbeffeggiava, si prendeva gioco di me. Mi alzai piano dal ramo e scesi veloce rientrando in casa. Mi diressi all'ingresso, dove mangiavamo. La tavola era apparecchiata con ciotole di legno contenenti pochi frutti, per non sprecarli. Mi sedetti e presi quello che mi sembrava essere un mango. Sam scese allegro, seguito da Roshanne. 
"Che fame che ho! Che si mangia?" chiese.
"Frutta" risposi secca. Non mi piaceva il modo in cui sorrideva ed era allegro. Certo il suo sorriso mi mozzava il fiato, mandando il mio cuore a mille, e il fatto che era felice mi rendeva felice a mia volta, ma non si rendeva conto della stupidaggine che aveva fatto seguendomi? "E non strafare, ci deve bastare per tre giorni" lo ammonii arrabbiata mentre prendeva anche lui un frutto simile ad un mango. Roshanne lo imitó senza una parola. Mangiai svelta e poi salii in camera mia, dove Gal si stava già mettendo gli abiti da allenamento, quelli con cui io ero partita.
*Ne prendo uno tuo per Sam e uno mio lo do a Roshanne*
Presi i vestiti e tornai da loro nell'ingresso.
"Allora, ragazzi, questo è il programma: tutte le mattine faremo allenamento fisico con Massimo, Alessandro e Achille, Robin, Eddard e Jack; al pomeriggio, invece, teoria cioè storia, lingua, erbologia, scrittura, sviluppo della logica e magia con Guglielmo, Holmes e Watson, in più faremo esercitazioni di pianificazione con Dan e Rasty. Alla sera, invece, faremo esercizio di volo, lingua e magia con Eragon e Safira. Dovrete indossare questi, capito? Voi starete con la mia squadra, Alessandro, Holmes, Grent e Robin, oltre a me e Galian. Quando ci divideremo per le missioni verrete con noi. Tutto chiaro?"
Spiegai loro il programma che avrebbero dovuto seguire con durezza, forse troppa, ma volevo che capissero la situazione, cosa davvero rischiavano. E magari li avrei anche incoraggiati a tornare a casa...
"Tutto chiaro" disse Sam annuendo. Nei suoi occhi riuscivo a vedere determinazione e decisione, non un fremito di paura o tentennamento. Era determinato a dare il meglio, e deciso a non tornare indietro. Roshanne lo imitó, nei suoi occhi lo stesso sguardo. Si scambiarono un'occhiata, e con questa i loro pensieri.
Niente, erano convintissimi.
"Bene" dissi annuendo "Vi aspetto fuori"
Afferrai la mia spada dalla rastrelliera. Avevo costruito un laccio di cuoio da farmi passare a tracolla con un anello sulla spalla destra, in cui era infilata la lama in modo che restasse incastrata l'elsa.  Mi calai giù dalle scale. I miei maestri erano già lì, pronti per iniziare. Mi avvicinai a Massimo, lui era il meno severo tra gli spadaccini, il migliore per un principiante. Quando avevo iniziato io, lui era stato la mia ancora di salvezza. L'esigenza di Alessandro mi spronava a fare sempre meglio, Achille, con la sua dote divina, pretendeva sempre tutto e subito.
Ned era più tollerante, esigente, certo, ma meno severo. In realtà, tutti e quattro gli spadaccini erano fondamentali per poter imparare bene.
"Aiutalo, non farlo abbattere, ti prego" dissi piano al generale. Forse farlo sentire troppo debole, troppo inadeguato, avrebbe aiutato a farlo andare via, ma ormai mi ero rassegnata: non se ne sarebbe andato, e io non volevo che se ne andasse. Era un ragionamento troppo egoista. Un senso di colpa spiazzante mi appesantì, creando un nodo in mezzo allo stomaco. Cercai di rilassarmi, ci avrei pensato in un altro momento.
Sentii arrivare dei passi dall'ingresso e poi li vidi scivolare giù dalla scala. La tenuta da allenamento gli stava veramente d'incanto, sembrava una statua greca, senza paragoni. Sentii una gomitata nelle costole e il dolore mi riportó con i piedi per terra, obbligandomi a chiudere la bocca e a smettere di fissarlo.
"Grazie" mormorai a Massimo.
In tutta risposta ricevetti un solo sorriso, divertito, probabilmente, dalla mia figura.
"Bene, ora che ci siete anche voi, possiamo cominciare" annunciai per poi mettermi di fianco a Sam e Roshanne insieme a Gal. Notai che Sam evitava lo sguardo di Achille, e quando l'eroe non lo guardava, lui gli lanciava sguardi timorosi.
*Sarà per l'accoglienza di ieri sera* ipotizzai con Galian, ricevendo il suo muto assenso.
"Molto bene, iniziamo" dissi con tono serio e deciso. "Facciamo vedere loro come vanno le cose qui"
Achille si piantó davanti a me. Alto, forte, con i muscoli ben definiti e visibili e il corpo affusolato e perfettamente proporzionato. All'inizio combattere con lui era impossibile. Combattere con tutti i miei maestri era difficile, a essere sincera. Massimo, peró, mi aveva insegnato a vedere, senza effettivamente usare gli occhi. Per un periodo a cui non saprei dare una stima di tempo il mio maestro mi aveva fatto combattere contro di lui a occhi chiusi, o bendati, o al buio più totale. Il mio udito, così, era diventato ottimo. Sentivo il minimo fruscio intorno a me, perfino i passi più lievi. E così, non vedendo più il mio avversario, combattere contro Achille non era più stato un problema, e pian piano mi abituai a lui, nonostante il suo fisico da scultura greca, per l'appunto.
Achille estrasse la spada e si preparó ad affrontarmi. Iniziò subito con le sue movenze delicate, flessuose, eleganti, ma al contempo forti, potenti, precise, letali.
Parai e schivai cercando di imitare i suoi movimenti. L'arte del combattimento non aveva regole o definizioni, se non la concentrazione costante, su tutto e non sul singolo. L'unico modo per imparare bene era osservare e imitare. Mescolare più stili di combattimento, fino a trovare il proprio. O almeno questo era quello che mi era stato insegnato.
Attaccai non solo con la spada, ma anche con gomiti, mani e gambe. Mescolai allo stile sinuoso e istintivo di Achille, quello più grezzo di Ned, quello studiato di Alessandro, quello preciso di Massimo. Il risultato era imprevedibile ed efficace.
Piano piano anche gli altri si unirono alla nostra danza. Le loro lame arrivavano veloci da ogni lato, minacciando ogni mio punto scoperto. Per primo si inserì Massimo, lo seguì Alessandro e poi Ned. Mi difendevo bene, certo avevo poco possibilità di farcela, ma non me la cavavo affatto male.
Dopo poco i quattro si fermarono, lasciandomi riprendere fiato.
Mi voltai verso i nuovi arrivati, con un sorriso, nonostante il fiato corto. Sul viso di Galian troneggiava un sorriso fiero ed orgoglioso, su quelli di Sam e Roshanne un'espressione stupita e sorpresa.
"Visto? Questo è quello che dovete mirare a saper fare, per poi migliorarlo. Una cosa importante: non siete soli. Molti di quei colpi mi avrebbero colpita se Gal non ci fosse stato. Ció che io non vedevo, lui lo vedeva per me. Dovete imparare a collaborare."
Li guardai con occhi seri. Poi continuai: "Forza, vediamo cosa siete capaci di fare."
Sam estrasse la spada e si posizionó al centro del cerchio. Massimo davanti a lui.
"Avanti, colpiscimi" lo incalzó il generale.
Il ragazzo impugnó più forte la spada, vidi le nocche delle sue mani schiarirsi. Corse verso di lui. Era veloce e la pallanuoto lo aveva fortificato oltre al potere dell'Herak. Vedevo la mascella contratta dallo sforzo e la fronte corrugata dalla concentrazione. Sferró un fendente verticale sul lato destro del corpo di Massimo. Al generale bastó spostarsi poco di lato per schivarlo. Tentó poi un attacco orizzontale dalla posizione in cui era, all'altezza della vita. Il generale schivó anche quello accucciandosi e poi, appoggiandosi all'indietro su una mano, con una gamba fece perdere l'equilibrio al ragazzo. Sam si trovó sdraiato a terra puntellato con i gomiti e con la punta della spada di Massimo puntata alla gola. Il generale aveva un espressione severa, truce, un'espressione che sapevo non appartenergli più. Sam dal canto suo guardava la lama con risentimento, stupore e non mancava anche un po' di paura. Risi piano.
*Iniziamo bene!* anche Gal rise a quelle parole, attirandoci addosso lo sguardo divertito dei guerrieri e quello scocciato e risentito di Sam e Roshanne. Massimo rise rivelando così lo scherza che nascondeva la sua espressione seria. Ritrasse la spada e tese la mano libera verso Sam per aiutarlo ad alzarsi. Quest'ultimo accettó l'offerta schiudendosi in un sorriso. Insieme a lui anche Roshanne si rilassó, ma si vedeva dalla sua espressione che era preoccupata.
"Non male, ragazzo, non male." Ecco perchè avevo voluto che fosse Massimo ad allenare Sam per primo.
"Sei forse diventato cieco, Massimo?" tutti ci girammo verso Achille che appoggiato ad un albero guardava la scena con una punta di superiorità, che sempre lo accompagnava in un duello.
"Achille, è la prima volta che..."
"Non ha importanza." Il condottiero non lasció finire il generale. "È lento, prevedibile, poco sicuro, debole."
Vidi Sam guardare per terra, tenendo appena la spada in mano. Sapevo quanto la parola "debole" gli facesse male, ma non potevo aiutarlo. Non potevo andare lì, mettergli una mano sulla spalla, abbracciarlo e dirgli che ce l'avrebbe fatta. Doveva farlo da solo.
"Achille, non tutti abbiamo il tuo dono. Non puoi pretendere che una persona che non h mai impugnato un'arma combatta come uno noi, come te." Massimo sapeva usare bene le parole. Fece una pausa per far sì che Achille ragionasse su ció che aveva detto.
"Ti ricordi Alice quando ha iniziato?  Non riusciva nemmeno a tener dritta la spada. Certo aveva talento, lo abbiamo verificato subito, ma ti ricordi? Dagli un'altra possibilità. Dalla ad entrambi." A quelle parole il guerriero squadrò Sam, poi abbassó la testa abbandonandola sul petto e tornando a scrutare qualcosa per terra. Guardai il Greco, cercando di immaginare cosa mai avesse nella testa, quali ricordi lo tormentavano. Osservai gli occhi in ombra, preoccupata. Se la mia squadra avrebbe iniziato a discutere ora sarebbe stato un bel guaio. La voce di Sam mi sottrasse ai miei pensieri.
"Achille! Dimmi pure tutto quello che vuoi, ma io non sono debole! Io e Roshanne non ci arrenderemo. Mai. E prima o poi riusciró a sconfiggerti, è una promessa." Lo guardai sbalordita. Quello era un tratto di Sam che era sempre rimasto imprigionato dentro di lui, desideroso di uscire, e che ora ne aveva la possibilità. Achille alzó appena lo sguardo, guardando ancora una volta il ragazzo che aveva osato parlargli in quel modo sfacciato.
"Fa come ti pare." fu la sua unica risposta. Vidi il pugno di Sam serrarsi intorno alla spada. Lo sguardo era fuoco puro, deciso e determinato. *Sì!* esclamammo io e Gal all'unisono.
"Roshanne, devi aiutarlo di più. Come ha fatto prima Gal con me." la ragazza annuì, il fervore di Sam aveva contagiato anche lei.
"Generale?" chiese Sam mettendo si in posizione.
Massimo annuì divertito, orgoglioso del fatto che ció che aveva detto fosse risultato vero.
Sam si rilanció all'attacco. Alzó la sua spada sopra la testa e la caló sul generale, questa volta facendo un semicerchio attorno al corpo del soldato, mirando alle gambe di Massimo. Questi si spostó facilmente, anticipando il colpo, e passó al contrattacco. Anche lui optó per un fendente verticale. Sam, stavolta più concentrato, riuscì a parare il colpo. *Massimo non si si sta impegnando, è ovvio.* commentai.
*Beh, certo, ma per Sam già così è un avversario forte da battere. È meglio per ora che assesti colpi scontati e ovvi, così potranno imparare le basi, sia Sam che Roshanne.* ero d'accordo con Galian, ma la mia preoccupazione era un'altra: Achille se ne era accorto.
*Oh, capisco. È vero, questo è un problema. Sì è davvero irragionevole. Cosa?* Galian aveva risposto a quello che mi frullava per la testa prima che glielo comunicassi, perfino la mia ultima idea. 
*No, scordatelo* continuó *Io non ci parlo. Sai benissimo che c'è un'unica persona a cui da ascolto.*
Sì lo sapevo, ma non ci potevamo andare. Forse peró era la cosa giusta da fare. Avrebbe giovato a tutti. Sospirai. *Va bene* prima andiamo all'abbazia, poi andremo da lui.*
Nel frattempo Sam era di nuovo a terra, ma sia sul suo volto che su quello di Massimo regnava un'espressione soddisfatta.
"Molto meglio, ragazzo"
Sorrisi e li raggiunsi al centro del cerchio che avevamo creato.
"Basta così per stamattina, direi che  ci siamo guadagnati il pranzo."
   
 
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