Quel
cielo ignorato
Il
gigante osservò il cielo. Sarebbe stata una buona giornata:
soleggiata e quieta. Il vento di sudest sarebbe presto giunto,
constatò dopo aver studiato le nuvole esili moventi
all’unisono.
Sistematosi gli occhiali mentre si avvicinò
al suo veivolo colorato come la bandiera americana, ridacchio durante
l’addentramento nella cabinella di pilotaggio e porse il suo
casco, omaggio alle “Flying Keys”, sulla testa.
Osservò
il giroscopio: un pilota esperto come lui, abituato a manovre
pericolose, aveva sempre avuto fascino per quei macchinari sin da
bambino e sapeva di essere destinato a pilotare un Caproni Ca.101
Italiano, in onore all’Italia, il Paese da cui provenivano i
suoi genitori e che lui mai ebbe modo di visitare. Vinse numerosi
premi per le sue acrobazie spericolati con questo bombardiere che si
è modificato per renderlo innocuo, rimuovendo (componenti
aerei e descrizioni).
Le sue acrobazie non sono per attirare il
pubblico, ma per mantenersi allenato per poter, un giorno, finalmente
compiere il passo in avanti che da sempre spera: commettere un errore
in volo e morire soddisfatto, conscio di aver sbagliato per una sola
volta in quello che meglio sa fare. Dall’alto, notò una
nave di crociera e decise di stupire le persone avvicinandosi
pericolosamente alla nave con il suo veivolo, sfiorandola di striscio
e colpendo per poco la chiatta.
Mentre pilotava, si accorse di essersi avvicinato troppo ad un pendio
– era immerso nei suoi pensieri ed era come se non ci vedesse –
quindi immediatamente tirò la leva verso di se, alzandosi
verticalmente verso il cielo. Purtroppo, ancora una volta, il suo
istinto e i suoi riflessi preparati gli hanno risparmiato la morte
che cerca.
Sarà per un’altra volta.