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Autore: Gwen Kurosawa    27/07/2012    8 recensioni
{Basata su due canzoni dei Vocaloid: "Chivalry" come il titolo della storia; e "Daughter Of Evil" per il finale che avrà questa storia}
Salve a tutti!
Questa storia racconta degli avvenimenti accaduti 200 anni prima della storia del game "HeartGold e SoulSilver".
La protagonista è il mio OC Marina Miyazaki.
{Pairing presenti: DarknessShipping, accenni Rollingwindshipping e Resistanceshipping}
Buona lettura!
Dal Capitolo Primo:
"-Proteggete mia figlia fino alla fine…- disse alla fine, lasciando spazio alla figlia, che stava per ribattere.
-Padre, ma perché non mettiamo fine a questa storia? Io sono pronta ad affrontare il mio destino!- urlò, aridata contro il padre, che voleva, in un certo senso, sterminare tutto il popolo.
-Non devi fare nulla! Tu devi rimanere qui, chiaro?- la rimproverò l’uomo, con i suoi occhi color ghiaccio fissò quelli della figlia, mettendola in soggezione."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Chivalry



Capitolo Secondo: Una nobile e un Capopalestra?
 
Era già da un bel pezzo che era finita quella riunione: Akane era tornata a casa sua; mentre Marina stava uscendo per prendere una boccata d’aria.
Aveva fatto rientrare Mismagius nella sua Sfera, cosicché non si stancasse troppo nello stare con lei a sentire le sue riflessioni deprimenti.
Quando uscì dal palazzo reale e andò verso la Torre Campana, cominciò a sentire le voci degli abitanti.
Guarda chi è uscita oggi, la Dama dell’Oscurità.
Era conosciuta così nella città di Amarantopoli a causa dei Pokémon che prediligeva e dei colori che amava.
Non ci faceva tanto caso a quel soprannome: alla fine la rispecchiava in tutto e per tutto, non vedeva il motivo per cui non doveva farsi chiamare in quel modo.
Dopo aver attraversato tutta la città, si nascose nel bosco che circondava la città, tanto per pensare un po’.
Mentre stava entrando nella foresta, notò che un ragazzo stava appoggiato su un pino, probabilmente stava dormendo.
Decise di avvicinarsi: non che si fidasse degli estranei; ma quel ragazzo la incuriosiva parecchio.
Si avvicinò cautamente al ragazzo dai capelli biondi e, sebbene la ragazza cercasse di non farsi sentire, lui aprì un occhio.
-Le serve qualcosa?- chiese educatamente, sapendo perfettamente chi aveva davanti e cosa era capace di fare quella nobile.
La ragazza sussultò, imbarazzata; poi, volse lo sguardo altrove, con il viso in fiamme.
-Nulla…mi domandavo semplicemente come mai un Capopalestra stia qui, da solo!- cercò di mentire la nobile, guardando sempre un punto impreciso del bosco.
Quel ragazzo accennò a una risata: la invitò a sedersi accanto a lui e cominciarono a parlare del più e del meno, delle loro affinità e persino delle tecniche di lotta per i loro Spettri.
Quando si fece tardi per la ragazza, smise di parlare e si alzò, pulendo il vestito dalla terra.
Guardò quel ragazzo che la incuriosiva tanto e arrossì vistosamente.
-Me ne dovrei andare…- mormorò a mezza voce, timida timida, girando appena gli occhi verso la figura slanciata del Capopalestra.
-Ah si, andate…potete trovarmi in Palestra, se volete ancora parlare con me!- le propose l’uomo biondo, alzandosi anche lui da terra.
Marina arrossì ancora di più di quanto non lo era già.
-Vorrei chiederle di smetterla di darmi del Voi…mi chiami per nome!- chiese la castana, sempre con voce flebile, girandosi, poiché sapeva che era diventata rossa come il tappeto del corridoio del palazzo.
-Io vi chiamerò per nome solo se non mi darete del Lei…- propose il ragazzo, prendendo la sua mano e la fece girare, con il suo viso rivolto al proprio.
In quel modo, giunsero a un accordo: dovevano chiamarsi per nome.
Dopo quel patto, la castana se ne andò, con un sorriso dolce stampato in faccia.
 
***
 
Non che era stato altrettanto bello, il suo ritorno a casa: appena la trovò il padre, le fece una ramanzina davvero molto pesante e la minacciò dicendo che avrebbe scelto lui il marito che la figlia doveva avere da lì a poco.
Dopo di ciò, le ripeté che non doveva più uscire a causa delle rivolte che avvenivano e, affinché la ragazza lo capisse, la rinchiuse nella camera da letto della nobile.
Lei, senza scomporsi, si buttò nel suo comodo letto e cominciò a guardare un punto del soffitto nero.
La sua stanza era di colore viola con qualche macchia nera qua e là, poiché la ragazza si dilettava a decorare la sua stanza.
“Quel ragazzo…Angelo…cos’ha di tanto bello da incuriosirmi così? Alla fine, è un semplice Capopalestra…” cominciò a pensare Marina, cercando di comprendere cosa fosse quell’attrazione che provava per Angelo, il Capopalestra che aveva incontrato.
Alla fine, erano di rango diverso ed era risaputo da tutti che non ci si poteva legare a qualcuno di rango inferiore.
“Ma aspetta…perché sto pensando a legami particolari?” pensò ancora, rendendosi conto che lei stava pensando a dei legami troppo particolari!
Decise di non pensarci più: si sistemò meglio nel suo letto e si addormentò.
Durante il suo sonno, sognò una rivoluzione del popolo, la città in fiamme, il cadavere del padre, Angelo che cercava di salvarla e lei era in un patibolo, pronta all’esecuzione tramite la ghigliottina.
Sentì tutta la paura invaderla e percepì tutta la sua incomprensione per ciò che stava per commettere quella città che tanto amava.
-Vi prego, fermatevi! Io non voglio morire, per piacere! Fermatevi!- supplicò a gran voce, ma sembrava che nessuno la sentisse.
Ed ecco che una lama le attraversò il collo.
 
-Ahh!
Si svegliò di colpo.
Era ancora nella sua stanza, con Mismagius che la guardava preoccupata.
Era stato tutto uno stupidissimo incubo; però non capiva perché aveva paura, nel sogno: non era questo ciò che voleva affrontare?
-Misma?- domandò il Pokémon Stregone, preoccupato per la nobile, che si teneva la fronte con la mano sinistra.
-Non ho nulla, Mismagius. E’ stato solo un incubo…- la tranquillizzò Marina, sfoderando uno dei suoi sorrisi, quelli pieni di falsità e di ambiguità.

 


Spazio Autrice:
 
Bene, ecco il secondo capitolo.
Ho introdotto finalmente Angelo, però non credete che la Darkness sarà portata a termine, eh?
{Spoiler: Ancora devo introdurre Chiara}
Allora, vi lascio e spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
 
Sayonara!
 
Gwen Kurosawa
   
 
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