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Autore: Gwen Kurosawa    24/07/2012    9 recensioni
{Basata su due canzoni dei Vocaloid: "Chivalry" come il titolo della storia; e "Daughter Of Evil" per il finale che avrà questa storia}
Salve a tutti!
Questa storia racconta degli avvenimenti accaduti 200 anni prima della storia del game "HeartGold e SoulSilver".
La protagonista è il mio OC Marina Miyazaki.
{Pairing presenti: DarknessShipping, accenni Rollingwindshipping e Resistanceshipping}
Buona lettura!
Dal Capitolo Primo:
"-Proteggete mia figlia fino alla fine…- disse alla fine, lasciando spazio alla figlia, che stava per ribattere.
-Padre, ma perché non mettiamo fine a questa storia? Io sono pronta ad affrontare il mio destino!- urlò, aridata contro il padre, che voleva, in un certo senso, sterminare tutto il popolo.
-Non devi fare nulla! Tu devi rimanere qui, chiaro?- la rimproverò l’uomo, con i suoi occhi color ghiaccio fissò quelli della figlia, mettendola in soggezione."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Chivalry

 
Capitolo Primo: Affronto il mio destino
 
Duecento anni fa, nella regione di Johto, ogni città aveva un proprio governo monarchico.
Anche Amarantopoli aveva una monarchia, all’epoca, ma stava attraversando una forte crisi.
Due secoli fa, viveva una ragazza di nome Marina Miyazaki ed era l’erede al trono dopo il padre.
Quella ragazza era cresciuta con una storia: un secolo prima della sua nascita, il sei Dicembre, delle persone che facevano parte della servitù del palazzo reale bruciarono la Torre Campana, facendo scappare il Pokémon Leggendario che viveva lì, la Fenice di Fuoco Ho-Oh.
Dopo il fallimento del piano per impossessarsi del potere del Pokémon, diedero fuoco a tutta la città; ma gli abitanti, con la forza di volontà, spensero quell’incendio.
A un secolo di distanza, il popolo portava ancora il rancore nel loro cuore e, spesso e volentieri, avevano fatto molte rivolte, ma erano soppresse duramente dai regnanti.
Marina si sentiva fortunata se, ancora, non avevano attentato la sua vita; ma sentiva in lei un desiderio profondo di mettere fine a quella situazione.
Non era possibile che, ogni giorno, dovesse morire della gente per un errore della monarchia!
Spesso, diceva che avrebbe affrontato tutta la rabbia del popolo per il bene della città; ma suo padre gli ripeteva che non era affar suo e che non doveva mettersi in situazioni in cui non ne sarebbe uscita illesa.
La sua migliore amica, Akane, le ripeteva che non doveva pensare allo Stato o roba simile, ma doveva concentrarsi nel trovare un fidanzato, o comunque, a dare un nuovo re ad Amarantopoli.

Ma nessuno capiva, oltre a Marina e ai suoi Pokémon Spettro, che quella monarchia stava per sparire nel peggiore dei modi.
 
***

 
Erano le nove del mattino e già il sole era sorto da un bel pezzo, quando una ragazza dai capelli castani si svegliò.
-Misma?-
Era il fedele Mismagius di Marina che, ogni mattina, cercava di svegliarla, senza buoni risultati.
-Sono sveglia, Mismagius…ma mi secco ad alzarmi!- protestò la castana, mettendosi il cuscino bianco del suo letto sopra la testa, per non sentire le lamentele del Pokémon Stregone.
Il povero Spettro cominciò a fare versi molto seccati rivolti verso l’Allenatrice, che però non sentiva, poiché aveva il cuscino sopra la testa.
Arrabbiata, il Pokémon sparò un Palla Ombra verso la nobile, che cadde inesorabilmente a terra.
-Ok, ok, ho capito! Mi alzo!- urlò la ragazza, massaggiandosi la testa, dove le erano spuntati due bernoccoli.
In fretta e furia, prima di ricevere qualche altro Palla Ombra da parte del Pokémon, si vestì con il suo solito abito nero.
Dopo di che, uscì di corsa dalla sua stanza e percorse tutto il corridoio che portava alla Stanza delle Riunioni, dove suo padre, insieme a qualche altro aristocratico, decideva sul destino del popolo.
Dopo un minuto di corsa, Marina si fermò, con il fiatone.
Mancava poco alla sala, ma si sentiva stanca e, di certo, non sarebbe riuscita a mantenere una postura degna di una nobile.
Già stava infrangendo una regola del portamento delle Nobili: le ragazze non dovevano assolutamente correre.
Ma la ragazza era già in ritardo: non si poteva permettere di fermarsi e arrivare alla riunione quando sarebbe finita.
A causa dell’eccessiva stanchezza, ci fermò: respirava a fatica a causa della corsa che si era fatta e, per riposare, si appoggiò alla grande finestra che c’era in quel corridoio dai muri gialli come l’oro e il tappeto rosso come il sangue.
Il sangue che, probabilmente, lei avrebbe versato per la pace.
-Ehi, Mari, stanca già di prima mattina?-
Quella battuta sarcastica sapeva farla solamente una persona: la sua migliore amica Akane.
Infatti, dopo che la ragazza alzò lo sguardo, vide una sua coetanea con un vestito lungo e sottile bianco con dei ricami neri e dei capelli lunghi castani correre verso di lei.
-Akane…sai che non sono abituata a correre…- sbuffò la castana, girando lo sguardo altrove.
Akane non disse nulla: prese per mano l’amica e cominciò a correre verso la porta della sala, dove c’era, di sicuro, una riunione.
Aprirono la porta senza bussare, poiché erano entrambe nobili, e notarono che c’era il padre di Marina che stava impartendo un ordine molto importante ai suoi servi.
-Mi scusi tanto, padre, siamo state troppo impulsive e se abbiamo corso per i corridoi!- si scusò immediatamente la figlia, inginocchiandosi con la testa china davanti al padre, che si era girato per vedere ci fosse entrato.
L’amica della ragazza, invece, stava in piedi, come se nulla fosse successo.
-Non preoccuparti, Marina…anzi, tu e la tua amica sedetevi accanto a me: imparerete molte cose, oggi!- sorrise l’uomo, indicando due sedie accanto al suo posto.
Akane annuì tranquillamente; mentre Marina, sebbene fosse un po’ intimorita, si alzò da terra e si accomodò in una di quelle due sedie.
-Allora…si prevedono per questa settimana almeno quattro rivolte: voi potete uccidere chi volete, basta che non entrino nel palazzo!- riprese il discorso il regnante, stringendo un pugno dalla rabbia.
La ragazza dagli occhi viola guardò interrogativa il re; mentre la figlia dell’uomo lo guardò sconvolta.
-Proteggete mia figlia fino alla fine…- disse alla fine, lasciando spazio alla figlia, che stava per ribattere.
-Padre, ma perché non mettiamo fine a questa storia? Io sono pronta ad affrontare il mio destino!- urlò, aridata contro il padre, che voleva, in un certo senso, sterminare tutto il popolo.
-Non devi fare nulla! Tu devi rimanere qui, chiaro?- la rimproverò l’uomo, con i suoi occhi color ghiaccio fissò quelli della figlia, mettendola in soggezione.
La nobile non poté fare altro che acconsentire a ciò che lei non voleva fare.

 
 
Spazio Autrice:
 
Allora, questa storia è al posto di una che era troppo melensa per i miei gusti…si basa un po’ su quella, ma finisce male, ecco.
Vorrei anche fare una piccola gara: il primo che mi dice di quale categoria fanno parte i derivati dei Vocaloid che citerò, avrà uno spoiler su ciò che vuole! xD
 

  1. Haku Yowane e Dell Honne
  2. Lenka Kagamine e Rinto Kagamine
  3. Zeito Shion
  4. Juon Kiku
Angelo appartiene al suo creatore, come Mismagius; Marina e suo padre mi appartengono; Akane appartiene a Blair Michaelis.
Detto ciò, vi saluto!

Sayonara!

Gwen Kurosawa


   
 
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