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Autore: FairLady    27/07/2012    2 recensioni
Mini Fan Fiction che vede come protagonista Joseph Morgan alla prese con un nuovo personaggio. E' la prima volta che mi cimento con lui, perciò siate clementi! ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Joseph seguì la ragazza nonostante lo sguardo severo di Vince, che non era granché d’accordo. 
Si fermò sul ciglio della camera da letto e la guardò di spalle, mentre prendeva in braccio suo figlio e lo cullava. Si avvicinò piano ma senza nascondere la sua presenza.
“Deve essere una sensazione indescrivibile…”
Lisa si voltò verso di lui e gli sorrise.
“Cosa?”
“Essere genitore…” 
Erano abbastanza vicini ma non ancora sufficientemente perché lui riuscisse a vedere il bimbo in viso.
Lei lo alzò e il piccolo rise divertito.
“Vuoi prenderlo?”
Lisa aveva già le lacrime agli occhi. Joseph, un po’ imbarazzato e intimorito, si fece passare il bambino che subito tuffò gli occhietti blu nei suoi. 
Fu un attimo. Un unico semplice breve istante. 
Joseph ricordò delle foto che lo ritraevano alla stessa età di Nicholas ed avvertì una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
“Quanto tempo hai detto che ha?” Lo chiese a bruciapelo, senza rendersene conto. 
“Farà sette mesi tra pochi giorni…”
Joseph contò a ritroso cercando di ricordare date ed avvenimenti. 
“Io, io credo che dovrei andare.. Scusami Lisa ma avevo dimenticato…”
Non finì neanche la frase. Mise tra le braccia di Lisa il piccolo e salutando frettolosamente gli altri che stavano parlando in sala da pranzo, uscì da casa. 
Si dice che i legami di sangue si percepiscono anche con uno sguardo.
Era vero? 
Non lo sapeva, in verità.
Che Nicholas fosse suo figlio?
Gli sembrava di impazzire all’idea mentre con l’auto sfrecciava per Atlanta diretto a casa. 
 
Aveva rovinato tutto. 
Aveva buttato quello che di bello aveva riconquistato, nella pattumiera. 
Per il resto della serata cercò di far finta di niente ma le faceva male lo stomaco dal nervoso. Dalla paura. Dall’incredulità di aver davvero sprecato l’occasione di averlo nella sua vita. Nelle loro vite.
Quando finalmente rimase sola si tuffò sul divano e le lacrime fecero capolino. 
Senza preavviso. Senza contegno. Togliendole il respiro.
Scrisse un sms a Valentina. A quell’ora era sicuramente nel mondo dei sogni ma lo avrebbe letto al risveglio. 
Lei invece non contava molto nel sonno ristoratore. Sarebbe stato difficile con tutto quel casino che aveva in testa anche solo pensare di riuscire ad addormentarsi. 
 
Joseph bussò ripetutamente alla porta dell’appartamento dell’amico. 
“Ian, dannazione…apri!”
Poco dopo, un assonnatissimo Ian fu sul ciglio del portone, a piedi nudi e con un espressione sconvolta.
“Morgan, dimmi che è morto qualcuno o ti è andata a fuoco la casa, altrimenti ti uccido!”
“Peggio, amico, molto peggio…” spingendolo dal petto, lo spostò e si fece strada nel salotto. 
Ian non aveva mai visto il ragazzo in quello stato catatonico. Per giunta, non era affatto da lui presentarsi in casa della gente all’improvviso e in piena notte.
“Non sapevo…io ..non sapevo… dove andare…”
“Che diavolo è successo, Jos…”
Lo mise a sedere e si posizionò accanto a lui. 
“Calmati e dimmi che cosa è successo… Hai investito qualcuno e sei scappato?”
“Diamine, no! Ian ma che razza di persona pensi io sia???”
L’attore fece spallucce. “Lo so che non sei il tipo…sto cercando di capire…”
“Sai che c’è, amico? Lo sai cosa c’è? – stentava a credere ai propri pensieri e il coraggio di dire ad alta voce quello che intuiva, gli mancò per un attimo. Ma doveva liberarsi… o sarebbe impazzito – c’è che credo proprio di avere un figlio…”
Il moro spalancò la bocca, incredulo. Gli occhi celesti, sgranati per lo sbigottimento.
“S…scusa?” 
Ma Joseph non sentiva niente. Aveva iniziato un discorso tutto suo. 
“Mi domando perché… perché non mi ha detto niente??? Oddio, forse non è riuscita a mettersi in contatto… Plausibile.”
Si alzò dal divano ed iniziò a camminare avanti e indietro per il salotto dell’amico. 
Ogni tanto lo guardava per essere certo che lo stesse seguendo ma Ian non sapeva cosa dire.
“Però aveva i contatti del management…Poteva cercarmi tramite loro!”
“Dio, ha la mia bocca. I miei occhi. I miei capelli mossi…”
“Lisa…”
Ian a quel nome, perse un battito. 
“Scusa, Jos! Alt… Lisa… QUELLA Lisa???”
Non poteva credere a quello che sentiva.
Finalmente l’inglese si rese conto che probabilmente il suo amico era rimasto indietro.
“Già, Ian. QUELLA Lisa…” sbuffò rumorosamente e si lasciò cadere su una poltrona.
“Quella stessa per cui mi hai torturato per mesi, prima di conoscere Phoebe e cercare di dimenticarla?”
Il biondo annuì mestamente. 
“E’ ripiombata nella mia vita nel modo più assurdo e improbabile ma…è tornata. Capisci, Ian. Il destino. Io lo sapevo, me lo sentivo!”
“Ha un figlio???”
“Si… - disse, esaminando l’immagine mentale che aveva del piccolo, paffuto e sorridente – ed è meraviglioso.”
“Ma sei sicuro che sia tuo? Cioè, scusa. Io non la conosco bene ma ne è passato di tempo – cercò di riflettere Ian – può essere di chiunque. Non per forza tuo.”
Joseph parve accigliarsi al pensiero che Lisa potesse essere stata con qualcun altro “in quel modo”. Poi riportò lo sguardo in quello dell’altro. 
“Tu non capisci, Ian. – gli rispose accorato – non pensavo fosse possibile. Cioè… guardare negli occhi qualcuno e sentire un legame. Quel legame indissolubile che solo lo stesso sangue crea… Appena mi ha scrutato da dietro quelle ciglia lunghe e bionde io ho sentito….”
“…cosa intendi fare?”
“Dio! Non lo so!” si prese la testa tra le mani.
Un figlio. Non riusciva a capacitarsene.
Un figlio!
Non c’era niente di minimamente paragonabile ad una cosa così grande, così importante. Così vitale. Era pronto ad affrontare Lisa? Era pronto a farle domande?
Che poi neanche un test del Dna, si disse, poteva essere più chiaro di quel paio d’occhi e quel sorriso. Era suo. Non c’era alcun dubbio.
Ma era sicuro di volersi buttare in questa cosa? 
Poi tornò con la mente a quel famoso week end a Milano. All’altra sera. 
Lui e Lisa che s’incastravano alla perfezione l’uno nell’anima dell’altro. Pensò a quanto durante quell’ultimo anno e mezzo avesse pensato a lei. A loro. 
A quando aveva visto quel bellissimo bambino tra le braccia di lei. 
E chiaro come un lampo, capì ogni cosa. 
“Io ne sono innamorato, amico.” 
 
*************
 
Ciao a tutte/i!!!!! 
Anche oggi, eccomi qui con l'aggiornamento! *_*
Che ne dite?!
Beh... avendovi io promesso miele e diabete vari, non potevo essere cattiva e fornirvi un JoMo crudele e menefreghista all'idea di avere un piccolo Martin nel mondo! :) e Poi...lui Lisa l'ama! (tanto cuoriciamento per questi due che secondo me sono davvero softissimi!)
Ian dovevo inserirlo ancora in qualche modo perchè senza di lui io nun pozz stà! ^^ scusate se come migliore amico di solito si "usa" Paul... ma io proprio senza occhioni blu non vivo! :3
Vi avviso che la mini fan fiction (che è diventata già troppo lunga...) sta per finire... mancano si e no due, massimo tre, capitoli. Dipende da come mi gira. (si, questo capitolo era diverso in origine e l'ho modificato un pò...e anche allungato ^^) perciò potrebbe accadere anche con l'epilogo. Comunque entro martedì/mercoledi prossimo dovrebbe concludersi! Un pò mi spiace perchè mi stavo abituando a JoMo...che cmq, anche in versione papino, è troppo ushjaihfhiudfhuiehabcadibnfak....
Direi che ho scritto anche troppe cavolate..così chiudo ringraziando come al solito tutti coloro che leggono, seguono, preferiscono la storia e la mia Giuggi che non mi abbandona mai! *_*

un bacione
a presto!!!

F.E.
   
 
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