Faint.
Prologo
Incy
Wincy Spider went up
the
water spout
Down came the rain
and
washed the spider out.
Out
came the sunshine
and
dried up all the rain
And Incy Wincy Spider went up
the
spout again.
{Incy
Wincy Spider Song}
«Ehi!...si
tu, devi darmi la tua merenda! ORA!»
Urlò
una bambina dai capelli biondi, rivolta ad
una ragazzina magrolina con due lunghe trecce di capelli color rame.
La
bambina bionda sembrava aver otto anni, mentre
quella dai capelli ramati sembrava averne a mala pena sei.
Era
piccola, mingherlina, esile e fragile, e
stranamente sembrava essersi rimpicciolita da quando la biondina gli
aveva rivolto
parola.
«ma…ma..
»
Balbettò
la
rossa, la
bambina bionda, divenne rossa
in viso per la rabbia, si avvicinò minacciosa contro la
più piccola e con tutta
la rabbia in corpo la prese per il colletto del vestitino a fiori che
portava e
la alzò da terra di una quindicina di centimetri.
«TU
ORA MI DAI LA TUA MERENDA IMMEDIATAMENTE, HAI
CAPITO ?»
Le
sbraitò contro la bionda, a dir poco adirata.
Oramai
tutti i bambini all’interno del parco
della scuola elementari Clarkson, erano
intenti ad esaminare la scena, ma nessuno interveniva, nessun adulto era nei
paraggi, come non lo era mai
durante il consueto pestaggio da parte
dei bulletti di turno.
Annabella,
la ragazza dai capelli biondi, faceva
la quarta elementare, giocava a calcio e fisicamente era molto
più grande dei
suoi compagni di classe, perciò non era
difficile per lei fare quello che le riusciva meglio e che la divertiva
di più,
ossia terrorizzare i bambini delle prime e delle seconde, assieme alla
sua
banda.
La
rossa, era terrorizzata, aveva un groppo in
golo, si vedeva che stava per scoppiare a piangere da un momento
all’altro e in
oltre il colletto alzato a quella maniera la stava facendo soffocare.
«ehm…non..riesc…
»
Cerco
di rispondere la bambina, senza
successo.
«ANNA
SBERLA, LE PUZZA L’ASCELLA! »
Cantò
ad alta voce, una bambina dai capelli neri,
nascosta sul ramo di un albero, tutti
scoppiarono in una breve risata.
La
bulla cercò con lo sguardo chi fosse stato
l’autore
di quella battutina.
«SI
PROVA A LAVARE IN UNA BACINELLA! »
Continuò
la ragazzina, una nuove serie di risate
si propagò fra i bambini.
Annabella
lascio cadere la bambina rossa e si
girò completamente per cercare meglio quel bambino.
«FATTI
VEDERE !>> »
Le
rispose, infuriata la bionda,
«NON
è MOLTO
BELLA E NEPPURE SNELLA! »
Finì
la bambina, i bambini risero ancora di più,
iniziarono a schiamazzare più forte e a cantare i versi
della canzoncina,
formando un piccolo coro.
La
bambina dai capelli rossi, era ancora ai piedi
della bulla, lentamente a gattoni cercò di scappare senza
essere vista, ma non
appena fece due passi la biondina la prese per il retro del colletto e
se la
porto accanto.
La
rossa emise un gridolino di dolore, quando le
sue ginocchia sfregarono contro l’asfalto, sbucciandole la
parte entrata a
contatto col suolo duro.
Però
tutti erano concentrati su
Annabella, per rendersene conto.
«AIAHHH!»
Urlò
essa,
infatti, a gran voce.
In
un attimo la bionda, si accascio a terra tenendosi
la faccia, mentre tutti la osservavano, una raffica di sassolini
iniziano a
colpirle le mani e a farle sanguinare le nocche, mentre continuava a urlare
imperterrita.
D’un
tratto si alzò, sempre tenendo
le mani premute contro il viso e
gridando,
corse via nella direzione dei bagni delle femmine.
Tutti
i presenti corsero all’interno della
scuola, non appena sentirono il suono della campanella invadere il
piccolo
parco giochi, segno che la ricreazione era terminata.
Tutti
tranne
la bambina dai capelli rossi che era rannicchiata a terra
e piangeva per
il dolore alle ginocchia e al collo.
Un
“Tonfh” segnalò che la bambina dai
capelli
neri era appena scesa con un tonfo dal ramo dell’albero in
cui era appollaiata,
poco prima.
In
una mano teneva, quella che doveva essere una
fionda poiché nell’altra teneva due biglie, ben
strette.
Che
con cautela, dopo aver ispezionato il parco,
rimise in un borsello in pelle morbida gonfio e pieno di altre biglie,
legato
alla cintura dei pantaloni.
La
bambina, si girò verso, quella dai capelli
rossi e le si avvicinò, si sedette di fronte a lei e la
fissò intensamente,
fino a quando anche l’altra bambina alzò
lo sguardo e incrociò dei grandi occhi nocciola fissi nei
suoi verdi.
Le
due rimasero in quella posizione per un po’,
senza dire nulla, poi la mora si alzò prese per una mano della rossa e la
sollevò da terra,
quando vide che calze bianche della bambina erano strappate e tinte di
un
rossiccio simile a quello dei capelli della bambina,
prese dal borsello una biglia e la poggiò con
cautela sulle
ferite.
La
rossa si ritrasse intimorita,
«Sono
fredde , mettile sopra i tagli»
La
rassicurò la bambina dai capelli neri,
poggiando nelle mani della rossa una manciata di biglie, la bambina
fece come
gli era stato detto, si lasciò sfuggire un breve verso di
apprezzamento.
«ti
fa tanto male? »
Domando
la mora, corrugando la fronte, la bambina
rispose con una scossa del capo, la bambina sorrise .
«Io
mi chiamo Honey, e tu ? »
La
rossa, ingoiò
della saliva poi rispose con voce flebile.
«…io
mi chiamo Bonnie»
La
mora sorrise poi strinse la mano della bambina
che le si parava di fronte.
«Hai
un bel nome! Io ho faccio la prima nella
classe accanto alla tua»
Gli
occhi verdi di Bonnie si ingrandirono e per
la prima volta le comparse un sorriso sul viso,
«Credo
che Anna sberla, non farà più la cattiva
con te….»
Disse
ridacchiando Honey anche Bonnie ridacchio.
«Anche
io»
Rispose
Bonnie sistemandosi il vestitino
stropicciato.
«<…e
se anche ci provasse, avrebbe contro le
mie biglie, no?>> »
Scoppiarono
entrambe di nuovo in una grande
risata.
«HONEY
FOLKER, BONNIE ANNELY, COSA CI FATE QUI? DALLA
MAESTRA IMMEDIATAMENTE»
Sbraito
il bidello, brandendo fra le mani una
scopa, le due bambine corsero all’interno della scuola
tenendosi per mano e
ridendo come matte.
Quel
giorno iniziò un’amicizia, un’amicizia
profonda e intrisa di profondi sentimenti fra due bambine talmente
diverse da
essere quasi gemelle, per quanto l’una completasse
l’altra .