Ho pensato centinaia di volte che non avrei mai davvero significato niente per qualcuno. C’è stato un periodo relativamente lungo in cui ero convinta che la solitudine che mi sovrastava le ossa mi avrebbe abbattuto completamente, come uno tsunami che mangia un villaggio, lasciando l’ombra dei bei momenti passati in quella spiaggia.

Così ero, ancora peggio mi sentivo. Non è strano: è successo così tante volte, a così tanti adolescenti, a così tante persone. Vedo spesso alcune combatterlo col suicidio.

Io, onestamente, non ci avevo mai minimamente pensato.
“Suicidio? Ma perché? Ci sono così tante cose da fare prima di morire, ti vuoi davvero togliere il divertimento?”
Molti rispondevano così, io non avevo nemmeno mai affrontato l’argomento. Forse ero troppo piccola, forse non sapevo nemmeno che significava. Sta di fatto che per quanto provassi a fare l’allegra quello che risultava era una morta che vagava intorno agli stessi discorsi. Secondo i miei vecchi amici ero una traditrice. Qualcuno li sputtanò in giro spacciandosi per me e fu così che la mia morte mi raccolse presto.
Sì, morte. Nell’estate 2010 stavo ricominciando a rinascere.
Dopo una fatidica gita della metà del 2011 la mia vita stava iniziando a fruttare, finalmente.
Chiusi le ferite e chiarii con la maggior parte della gente che mi circondava. Feci il possibile per stampare un sorriso su quello schifo di faccino che mi ritrovo e gliel’ho fatta pagare. L’ho fatto eccome.
Ho passato una bella fine 2011 e un ottimo inizio 2012. Ho finito di riallacciare i rapporti con tutti quelli che hanno voluto e l’unica persona che ha continuato a voltarmi le spalle è rimasta sola.

Ora ditemi: può andare tutto così bene?

Beh, nemmeno quando tutto va bene non c’è niente che possa migliorare: a dire la verità, ho cominciato a vedere la vita nell’ottica sbagliata.
Non era nemmeno colpa mia, non sopportavo più niente, andava tutto troppo bene e a qualsiasi cavolata mi calava il broncio.
Questo mi ha riportato a una situazione di felicità limitata e precaria, che ho imparato a sormontare.
“Non avevo nulla da fare? Bene, sentiamo cos’ha da dire la gente.”Iniziai a pensarla così.
Ho imparato cosa vuol dire ascoltare e non ho mai provato nulla di simile, sinceramente.
Ascoltare è bellissimo, imparare dalle storie degli altri, acquistare la fiducia, trovare il coraggio di pensare e rispondere qualcosa che sia all’altezza della situazione.
Ovviamente ho molto da imparare, ma stare a sentire può essere davvero indispensabile.
Non è bellissimo sentirsi dire “sei una bella persona”?
Prima stavo pensando che sentirsi dire sinceramente di essere una bella persona è meraviglioso.
Non è come un "6 bllxm tesy bei kapeli" boh, un complimento simile lo possono fare a tutti, anche se sei un disastro disumano, perché non costa niente.
Sentirsi dire "sei una bella persona" vale molto di più. Per essere valutati tali, non basta guardarti. Bisogna innanzi tutto ascoltarti, e in questo mondo ascoltare ed osservare è molto più complesso di guardare.
Poi bisogna fidarsi, e fidarsi è altrettanto difficile, ce ne vuole di tempo per acquistare la fiducia di qualcuno e altrettanto per mantenerla.
Poi bisogna ammetterlo. Ammettere il fatto che sei davvero qualcuno con uno straccio d'anima e che se fai qualcosa c'è un motivo, senza cercare scuse di merda inutili e banali.
E per raccogliere abbastanza attenzione per farti ascoltare, osservare, fidare e capire, è molto più soddisfacente che mettere bene il mascara o sistemare bene i capelli.
E non lo dico perché sono un cesso che cerca di giustificare il suo essere un cesso, è che è tutto quello che mi viene da pensare.