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Autore: marasmaa    27/07/2012    1 recensioni
Ero sola ed insicura di tutto quando lui mi trovò. Per caso o forse a causa di un qualcosa più grande di noi, come il destino. Ma ci trovammo e all'improvviso qualcosa ebbe senso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Four.




Oggi ero io in ritardo. L'appuntamento era alle sei davanti al solito bar, e alle sei e dieci stavo ancora in macchina. Ma non era stata colpa mia, la mamma dei bambini a cui badavo ogni tanto mi aveva chiesto gentilmente di stare con loro oggi perché aveva delle commissioni da sbrigare, ma mi aveva promesso che dopo pranzo sarebbe tornata. Invece fu di ritorno per le cinque e mezza. Feci finta di non essermela presa per l'enorme ritardo e li salutai con il mio solito sorriso finto sulle labbra. 
Come se non bastasse la strada era anche trafficata, se il destino fosse esistito sul serio, molto probabilmente mi stava lasciando segni per fare in modo che non andassi all'appuntamento. Però al destino non credevo, quindi all'appuntamento ci sarei andata lo stesso.

Appena arrivai lo vidi, era lì, con una t-shirt bianca e una bermuda di jeans. Aveva un paio di occhiali da sole che coprivano i suoi grandi e profondi occhi nocciola. Si passava la mano tra i capelli ripetutamente scombinandoli, sembrava nervoso, o impaziente. Approfittai del fatto che non mi avesse ancora visto per darmi un'ultima occhiata allo specchietto. I miei capelli dorati erano lisci ed arrivavano fino a sotto il seno, il mio viso era coperto da un velo di trucco e indossavo un vestitino a fiori. Ero stata attenta però a non sembrare troppo elegante, anche perché amavo vestire semplice, e poi non volevo dare l'impressione di essermi preparata tanto per lui. 
Scesi finalmente dalla macchina e salutai Daniel con un cenno di mano per poi avvicinarmi.
- Eccoti! Pensavo mi avessi dato buca. - Disse venendomi incontro sorridendomi.
- Scusa per il ritardo, ma sono stata trattenuta. - 
- Non ti preoccupare, e poi ora siamo pari, no? - Sorrise, ancora. I suoi denti luccicavano al sole, erano perfetti. Non era impacciato come me, anzi sembrava avesse sempre la risposta pronta. La sicurezza era una cosa che mi piaceva nei ragazzi. 
- E' vero! Allora, dove mi porti di bello? - Chiesi io curiosa. 
- Ti ho già accennato ieri del parco, è un po' lontano da qui, quindi andiamo con la macchina.. se vuoi lascia qui la tua, vieni con me.. - Mi guardò e si fermò. - O non ti fidi? - Aggiunse poi con uno sguardo di sfida.
- Non lo so, potresti essere un pessimo guidatore! - Esclamai io scherzando. In effetti non sapevo come guidasse.
- Hey, non sono una donna! - 
- Ah, è così eh? Lascia qui la macchina, guiderò io! - Ricambiai lo sguardo di sfida e mi avviai alla macchina. Daniel mi guardò prima stranito, poi mi seguì.

- Ecco, gira qui ora. - Daniel continuava a darmi indicazioni, anche se non era molto pratico nel farlo. Ero quasi sicura ci fossimo persi, quando vidi un cancello arrugginito e un cartello sopra con scritto 'Green park'. Però, che fantasia! pensai guardando il cartello un po' consumato. Da fuori non sembrava un parco affollato, anzi tutt'altro!
Scendemmo dalla macchina e Daniel si avviò al cancello.
- Ma è sicuro qui? - Chiesi io rimanendo ferma.
- Tranquilla.. e poi ci sono io con te! - Disse voltandosi e facendo un occhiolino. Qualcosa nel mio stomaco si mosse, farfalle? Non ne avevo idea. Quelle parole risuonavano nella mia mente, ci sono io con te.
Varcai il cancello e seguii Daniel. Aveva ragione, non era per niente un brutto posto. C'era una distesa di verde e tanti alberi. In più il sole e gli uccellini che cinguettavano facevano sembrare quel posto un luogo dei cartoni animati.
- Oh no! - Urlò all'improvviso.
- Che è successo? - Chiesi spaventata. Forse l'aveva morso qualcosa, corsi da lui e lo vidi con le mani sulla fronte, come per disperazione. - Che c'è? - Continuai guardandomi intorno.
- Ho dimenticato il telo per sederci in macchina.. ne hai mica qualcuno tu? - Tirai un sospiro di sollievo, avevo immaginato subito il peggio.
- E' questo che ti preoccupa? Non possiamo sederci sul prato? Oh, poi ti sporcheresti, hai ragione.. - Risposi io prendendolo in giro. Mi guardò male e poi si avvicinò. 
- Pensavo che fosse un problema per te in realtà, però se non è così.. - Si avvicinò ancora di più. Non capivo cosa volesse fare. All'improvviso mi buttò per terra iniziando a farmi il solletico. Cercai di allontanarlo, ma non lasciava la presa. Iniziai a ridere fortissimo, soffrivo in una maniera incredibile il solletico. Si ritrovò sopra di me, gli occhiali gli erano caduti così i nostri occhi poterono incontarsi. Ma i miei occhi una volta dentro i suoi perdevano la strada del ritorno, erano persi come la mia lucidità. Cercai di ritornare in me, lui era ancora intento a fissarmi. Le sue mani che tenevano strette i miei polsi e i suoi occhi fermi su di me mi fecero venire la pelle d'oca. Scossi il capo e cercai di muovere la situazione. Lo buttai sul prato e mi misi sopra di lui, inziando a fargli il solletico. Scoppiò a ridere rumorosamente, con la sua risata stupenda. 

Una volta ricomposti, ci sedemmo ad osservare il paesaggio. Era davvero bello lì. 
- Allora, oggi mi dirai qualcosa di te? Almeno qualche indizio, per esempio puoi dirmi perché quando mi hai calpestato il piede quel signore ti stava inseguendo! - Ruppi il silenzio. Mi ero preparata una lista di domande da fargli, e non poteva evitare di rispondermi ancora una volta.
- Oh - Ridacchiò e poi si girò verso me. - Se te lo dico poi probabilmente vorrai andartene. - Disse mantenendo il sorriso sulle labbra. Che cosa poteva aver mai fatto?
- Tu inizia a raccontare, poi vediamo se hai ragione. - Non smisi di guardarlo in attesa di una risposta.
- Okay. - Sospirò e rivolse di nuovo lo sguardo verso me. - Ho rubato un pacchetto di sigarette nel negozio di quel tipo.. In realtà non è la prima volta, avevo già rubato delle caramelle e delle gomme ma non se ne era accorto! - 
- Quindi sei un ladro? - Chiesi io, anche se mi ero immaginata di peggio.
- Ho rubato solo un pacchetto di sigarette e delle caramelle, non credo di definirmi un ladro. -
- Sì, hai ragione! - Ridacchiai. - Ma perché non pagare? - 
- Per il brivido dell'avventura. - Rispose ridendo. Risi anche io, la sua risata era davvero contagiosa. E lui era sempre più strano, e io ci capivo sempre meno. - Ora sei contenta? Ho risposto ad una tua domanda, mi merito un premio! - Aggiunse con aria soddisfatta, come un bambino che vuole il leccalecca dai genitori.
- Scusa? Hai risposto solo ad una piccola domanda, io sono pronta a farti un questionario! - 
- Allora posso anche dormire! - Ridemmo. Ridevo sempre quando stavo con lui, e ciò mi succedeva con pochi.

Ci distendemmo, non fregandocene se ci fossimo sporcati i vestiti e i capelli. Mi sentivo così libera con lui. Non come quando stavo in casa con mia madre o quando uscivo con le ragazze. Era solo la seconda volta che uscivamo e sentivo già di non poter fare a meno di quello che provavo quando stavo con lui. Potevamo diventare amici, e magari avremmo avuto una di quelle amicizie durature e sincere. Anche se mi veniva la pelle d'oca e il mio stomaco tremava quando stavo con lui, poi ci avrei fatto l'abitudine. Non era una buona idea andare oltre l'amicizia, sarei rimasta scottata più del dovuto.
- Quella nuvola sembra uno squalo! - Esclamò indicando il cielo. 
- E quella un'aquila! - Esclamai poi io indicando un'altra nuvola. Erano passate le sette e la luce del sole era meno forte, però comunque illuminava i nostri visi vicini.
- Hai davvero dei bei capelli. - Disse all'improvviso guardandomi. Non era un complimento che mi aspettavo, non da un ragazzo.
- Grazie. - Risposi un po' stranita girandomi verso di lui. 
- Mi piacciono soprattutto queste sfumature arancioni. - Continuò giocherellando con una ciocca di capelli. Sorrisi instintivamente. Il mio cuore iniziò a battere più forte e mi misi paura della poca distanza che separava i nostri corpi.
Percorse con i suoi occhi tutta la mia gracile figura, poi alzò lo sguardo e mi fissò. Sentii le mie guance colorarsi e il suo sguardo penetrarmi, come se i suoi occhi fossero raggi x. Non so come successe, fu uno scatto involontario, non ebbi neanche il tempo di pensare che le mie labbra si posarono all'improvviso sulle sue. Gli diedi un piccolo bacio a stampo. Mi guardò, non seppi decifrare quello sguardo, non capii più nulla. Rimasi ferma, i nostri nasi si toccavano. I nostri occhi continuavano a fissarsi, quando le sue labbra sfiorarono le mie per poi unirsi in un bacio, uno vero. Le nostre lingue si intrecciarono mentre le sue mani presero i miei fianchi.
Non riuscivo a staccarmi, tutto quello che volevo era il sapore che le sue labbra lasciavano sulle mie.





hil's corner *


ho aggiornato finalmente! questo doveva essere un capitolo un po'
più interessante, però non sono molto soddisfatta di quello che mi è uscito!
spero comunque che vi piaccia, ringrazio tutti quelli che recensiscono
e che hanno messo la storia tra le seguite :3 spero si aggiunga anche
qualcun altro lol btw, domani parto e torno tra due settimane,
quindi aggiornerò un po' più tardi del solito ç.ç
baci e buone vacanze
hil
  
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