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Autore: R e d_V a m p i r e     27/07/2012    0 recensioni
"Strano, eppure era convinto d'essere ormai ghiacciato.
Ghiacciato proprio come l'acqua del laghetto artificiale su cui si riflettono addormentati gli stessi Sakura che in primavera colorano di rosa quella superficie così dannatamente bianca.
E' un colore che ferisce gli occhi. Gli fa venir voglia di abbassare le palpebre e trincerarsi in un buio più rassicurante, in un nero certamente più caldo se pur angosciante.
Ma mai come quel candore che pervade vista e sensi.
Lo stesso colore del kimono che fascia il suo corpo, adornandolo e vantando una purezza che non gli appartiene più. Si domanda, il giovane, si domanda perchè mai debba mentire ancora in quel modo. Che senso ha? Cosa può cambiare per gli altri? Per lui?"
[SasuNeji][AU]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Neve


La neve scende fitta su Tokyo. E' raro vedere qualcosa del genere. Solitamente non accade mai che nevichi tanto da imbiancare le strade e gli alberi, o bloccare il traffico.
Quand'è stata l'ultima volta che ha visto tutto quel bianco?
Sinceramente non ricorda. Da bambino, forse. Divertendosi a lanciare manciate di neve alle cugine più piccole, impegnandosi con la concentrazione dei piccoli a fare orribili pupazzi sbilenchi e poi chiedere scusa a tou-san e oji-san per il disastro combinato con i vestiti completamente zuppi, così come le assi di legno dell'ingresso in cui le domestiche li placcavano per asciugarli prima di farli correre in cucina a bere cioccolata calda.
Sembra passato così tanto tempo...
Un flebile sospiro passa dalle sottili labbra vermiglie, un sospiro che si scioglie, come il fiocco di neve che gli si posa leggero sul palmo, tramutandosi subito in acqua fra le sue dita, a contatto con il calore della sua pelle.
Strano, eppure era convinto d'essere ormai ghiacciato.
Ghiacciato proprio come l'acqua del laghetto artificiale su cui si riflettono addormentati gli stessi Sakura che in primavera colorano di rosa quella superficie così dannatamente bianca.
E' un colore che ferisce gli occhi. Gli fa venir voglia di abbassare le palpebre e trincerarsi in un buio più rassicurante, in un nero certamente più caldo se pur angosciante.
Ma mai come quel candore che pervade vista e sensi.
Lo stesso colore del kimono che fascia il suo corpo, adornandolo e vantando una purezza che non gli appartiene più. Si domanda, il giovane, si domanda perchè mai debba mentire ancora in quel modo. Che senso ha? Cosa può cambiare per gli altri? Per lui?
Inizia ad avere freddo, fermo nella panca di legno gelida da troppo tempo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla sottile patina di ghiaccio che ricopre quel bacino su cui danzano ancora fiocchi di neve che non si prende più pena di poter afferrare.
Sa che basterebbe poco. Il suo peso, anche se troppo leggero, giusto un istante e poter vedere mille piccole sottili crepe aprirsi sotto i suoi piedi, e poi il freddo pungente dell'acqua sulla pelle, i vestiti pesanti, i capelli appiccicati al viso e i polmoni che bruciano, e poi, e poi...
<< Neji >>
Quella voce che lo richiama dai suoi pensieri, che finalmente permette a quegli occhi di una sottile sfumatura di grigio, troppo chiara tanto da rassomigliare a quel bianco che gli dà il voltastomaco, di voltarsi a contemplare un colore che spicca prepotente nella distesa pallida.
C'è nero.
Nero nei suoi occhi. Nero nei suoi capelli. Nero nei suoi abiti.
E nel suo sorriso.
Socchiude gli occhi, chinando appena il capo, senza muoversi nè dir nulla.
D'altrocanto non può davvero chiamarsi sorriso. Quell'individuo non ha mai sorriso realmente in tutta la sua vita.
Ma gli va bene così.
<< Uchiha >>
Anche la sua voce suona fredda come la neve che continua a scendere, e non meno morbida fra quelle che sono solo lettere sulla lingua, sputate con risentimento, quasi potessero in qualche modo sciogliere quel freddo che gli si arrampica dentro, mettendo radici nel suo cuore, ben lontano dall'essere imputabile alla temperatura esterna.
Non vuole che gli si avvicini. Eppure lo desidera disperatamente.
Le dita di quell'uomo sono leggere eppure decise, mentre passano fra i suoi lunghi capelli castani, ravviandoli dal volto.
Non delicate. Quello mai. Non è qualcosa insita in lui.
E sono leggere anche mentre percorrono la linea del viso, quasi a voler col tatto ricordare qualcosa di cui si è privato a lungo. Bruciano, sulla pelle.
Ma questo Neji non lo dice.
<< Cosa ci fai qui? >>
E' assente il tono con cui pronuncia quelle parole. Quasi distaccato, distante. Farebbe male altrimenti. Più di quanto non facciano quelle dita che continuano ad accarezzarlo.
Dita che un tempo ha odiato, e che hanno incendiato ogni terminazione nervosa, poi, scoprendo tutti i suoi più intimi segreti, nelle notti di sesso, fingendo che quello fosse amore.
Non ha mai vissuto di speranza. La speranza è per gli sciocchi.
Non per gli uccelli dalle ali spezzate, chiusi in gabbie dorate con fasulle promesse di libertà.
Il sorriso nero sul viso del giovane uomo sparisce, lasciando posto soltanto a una linea sottile che vorrebbe dire tanto, e che quel tanto non sa nemmeno riordinarlo nella sua testa.
Finirebbe col ferire, come sempre.
<< Sono venuto per il riscatto >>
Quegli occhi così simili a neve sembrano farsi più grandi, ma è solo un attimo. Perdono la luce dello stupore e della gioia, tornando rassegnati mentre si voltano ancora verso il laghetto, non riuscendo a sostenere quella figura al suo fianco.
China appena il viso il ragazzo più grande, quel tanto che basta a nascondersi senza dare l'idea di starlo facendo davvero. Non è un vigliacco. Proprio no.
<< E' troppo tardi >>
Ed è il turno degli occhi d'onice a sgranarsi, cercare con sbigottimento e apprensione talmente simile a rabbia da essere scambiata per cieca disperazione quel viso che gli sfugge. Una muta domanda fra le labbra, che si congela in una nuvoletta di condenza, senza avere la forza di venire fuori.
<< Neji... >>
Allunga una mano verso quel volto, costringendolo a sollevarlo. Ricambia il suo sguardo assente, forzandosi e forzandolo, frugandoci dentro alla ricerca di risposte che è meglio non domandare.
E si china, premendo le labbra sulle sue. Rabbia. Tanta rabbia capace di dare ancora calore, di non percepire il sangue se non quando si allontana, leccandolo via, sentendone l'acre sapore sul palato.
<< Addio >>
Non si volta a guardarlo il ragazzo mentre va via. Sa che non riuscirebbe a lasciare quel giardino, altrimenti. E non è qualcosa che può permettersi.
Neji fissa ancora la sua schiena che si allontana, fino a sparire fra la neve che scende e turbina.
S'è fatto tardi.
<< Mi dispiace, Sasuke >>
Chiude gli occhi, tossendo brevemente contro il palmo della mano, ignorando lo scarlatto che la macchia, mentre si avvicina a passi lenti alla superficie candida.
I Sakura addormentati si rispecchiano nel ghiaccio. Quasi è dispiaciuto dal non poter essere graziato dai loro petali, mentre solleva la veste con eleganza e nobiltà di gesti a lui appartenuta da sempre.
Il ghiaccio è fragile sotto i piedi nudi.
Nevica su Tokyo. Non nevicava così da anni.
Sasuke alza il viso, un brivido freddo che gli attraversa la schiena, mentre si stringe nel bavero del cappotto.
Nevica su Tokyo. O forse solo nel suo cuore. Lì, l'inverno, è destinato a permanere.
Domani forse tornerà il sole. Ma cosa importa?
Lui non è riuscito a pronunciare quelle due parole. Nemmeno sta volta. E' amaro constatare come, forse, sia meglio così.
Nevica su Tokyo. Ma nessuno fa caso al tonfo morbido, al rumore di ghiaccio spezzato. Diranno che era malato. Che non c'è pietà per quelli come lui. Diranno tante cose.
Ma non importa. Perchè lui sa.
<< ...ti amo >>


Ghishishishishish-coff

Angolo delle spiegazioni: "Neji e Sasuke sono figli di due importanti famiglie Giapponesi, messi l'uno contro l'altro fin da bambini per rivaleggiare. Ma quando il padre di Neji muore, il ragazzo viene venduto ad un vecchio e famoso bordello per lavare l'onta e pagare i suoi debiti con la famiglia. Sasuke lo va spesso a trovare come cliente abituale e dopo tempo fra i due sboccia l'amore, anche se nessuno dei due lo accetta o è capace di dirlo ad alta voce. Sasuke è però troppo giovane, e promette all'amato di riscattarlo, un giorno, e portarlo con sè. Il giovane aspetta con ansia quel giorno, ma presto scopre di essere malato di tubercolosi e non avere più molto tempo. Il resto è storia."
Era da tanto che non mi facevo viva su questo fandom. E no, non sono tornata per vostra immensa fortuna. Questa cosetta è semplicemente un regalino scritto per un amico che, parlandomi della coppia proebita (XD) m'ha fatto venire l'ispirazione. Tutto qui. Ovviamente l'avvertimento OOC. Pur essendo un AU ho cercato di mantenere i personaggi più IC possibile, ma siccome non si sa mai nella vita... Che altro dire? Torno a rotolarmi nel mio lettuccio.
See ya...?
   
 
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