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Autore: anfimissi    11/02/2007    14 recensioni
Una sera, la luna, un cimitero. E i pensieri di un figlio.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tua maxima culpa

TUA MAXIMA CULPA

***

C’è aria di pioggia, stasera.

L’odore è quello, lo sento mentre il vento mi scompiglia i capelli.

Eppure il cielo è limpido. Forse mi sbaglio, non lo so.

Distolgo gli occhi dalla luna piena e li lascio scivolare su di te.

E’ uno momento davvero strano, questo.

Perché mai avrei pensato di rivolgermi a te, ora che non ci sei più.

O forse sono le parole taciute per anni, che lo rendono tale. Non lo so.

Fatto sta che mi trovo qui, davanti alla tua tomba di marmo bianco.

Una scelta di colore davvero fuori luogo, per quello che è stato il braccio destro del Signore Oscuro.

Ma forse, prima di un Mangiamorte, eri innanzitutto un Malfoy.

E per questo, allora, te la si può pure concedere. Una lastra immacolata, che nemmeno il freddo e le intemperie sono riuscite a scalfire.

Ricorda un po’ i monumenti del Canova, quell’artista che apprezzavi nonostante tutto, nonostante il suo sangue babbano.

Perché aveva trovato il modo di arrestare il tempo di fronte alla bellezza di un’opera, di una musica, di una poesia.

"L’arte è eternatrice", dicevi sempre.

Ma tanto sei morto lo stesso.

***

Raggi di luna, sulla tua tomba.

Il tuo nome risplende sotto il suo riverbero.

Poco più sotto, due date. Solo numeri, nessun epitaffio.

Perché nell’aldilà le falsità servono a poco.

Non ho bisogno di toccare quelle scritte, per sapere che sono d’oro massiccio.

Questo tuo ultimo capriccio ci è costato una piccola fortuna, sai.

Anche se i soldi non sono mai stati un problema per te. E nemmeno per me.

Solo il meglio del meglio, in casa Malfoy. Eleganza, buongusto e raffinatezza. Sempre.

Ma non è per parlare della tua tomba, che sono qui, oggi.

***

Sono venuto a dirti che ti ho odiato, che ti ho odiato per davvero. E che ancora non ho smesso.

Forse lo farò, un giorno, prima di raggiungerti, tre metri sotto terra. Non lo so.

Mi viene quasi da ridere, dico sul serio.

Tre metri sotto terra.

No, l’inferno non può stare così in alto.

E tu lo sai bene.

Pensavi forse che ti avrei perdonato, Padre? No, non credo.

E probabilmente non l’avresti neppure voluto, il mio perdono.

Questa, forse, la tua colpa più grande.

***

Il mio sguardo torna alla luna, nitida e piena.

Ma c’è ancora quell’odore di pioggia nell’aria.

Forse domani arriverà, e laverà via tutto quanto.

Dalla prima parola che ti ho detto all’ultima che hai ascoltato.

Lacrime di sangue, di rabbia e di dolore. Tutto, fuorché d’acqua.

O forse non pioverà per niente.

Chissà.

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