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Autore: xholdonlovato    27/07/2012    0 recensioni
buonasera, inizierò spiegando il titolo del libro, si chiama moonlight perché il chiarore di luca è la cosa più difficile da trovare, non è come i raggi del sole, nei raggi di luna è difficile abbattersi, come nell'amore, nel vero amore per la precisione.
Ora passerò alla trama, quest'opera parla di un amore, di un conflitto, più precisamente di un conflitto interiore pur di far vivere questo amore a pieno, la protagonista è molto combattuta, si vedrà l'evoluzione dell'amore capitolo dopo capitolo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono quei momenti nella propria vita in cui pensi che non possa accadere di peggio, ma in realtà ti sbagli, c’è sempre qualcosa di peggio, qualcosa d’inverosimile ai tuoi occhi che accade ma che non credi possibile.

Questo è uno di quei momenti, la mente umana non arriva mai alla percezione del dolore fino a quando questo non arriva.

La mente vaga a vuoto, la menta non ragiona quando questo dolore incommensurabile arriva.

Come la mia mente in questo momento, Andrew aveva un trauma cranico, era sedato.

Gli tenevo la mano in quel posto oscuro, quel luogo che la mente non vorrebbe mai vedere, quando l’uomo pensa al male, al dolore, pensa sempre a questa struttura che prende il nome di ospedale.

L’odore nauseabondo di farmaci, quell’odore che colpisce il tuo olfatto fino a intontirlo.

Stringevo la mano di Andrew era passata una notte, e stava per iniziarne un'altra.

I medici erano sempre più preoccupati non per Andrew, ma per me.

Non uscivo mai da quella stanza, nella speranza di vederlo svegliarsi, cosa che non era accaduta fino ad ora.

I medici dicono di dare tempo al tempo, ma è un po’ impossibile quando sei in una situazione del genere.

Odio vedere questa situazione, odio vedere Andrew pallido come un fantasma, non riesco a farmi forza.

La mia forza è distesa su un letto di ospedale, e non vuole svegliarsi, tra un po’ gli butterò un secchio d’acqua in faccia. Almeno mi urlerà contro, sentirò la sua voce, almeno spero.

Scuoto la testa, che pensiero idiota.

Dovrei mangiare qualcosa, dovrei bere, dovrei tornare a casa, dovrei fare tante cose, ma non riesco a muovermi, ho soltanto voglia di parlare con lui.

<< Andrew, ehi, vuoi svegliarti? I tuoi genitori sono preoccupati, li ho dovuti chiamare, mi dispiace, so che non avrei dovuto, ma non potevo prendere nessuna decisione, legalmente non
sono nessuno per te, ed è orribile visto che stiamo insieme da un anno, quasi. Amore ti prego, apri gli occhi >>

Mi avvicinai alle sue labbra e le accarezzi, fredde come il ghiaccio.

Così fredde da procurarmi un brivido che percorse tutta la schiena.

<< Lo sai non sono il tipo di persona che prega, ma molto probabilmente è la mia ultima possibilità come dire, è l’ultima barca, l’ultimo rifugio, l’ultima speranza >>

Lo guardai, se mi avesse sentito, starebbe ridendo come un matto, il mio viso involontariamente accenna un sorriso.

<< Potrei fare un patto con Dio così tu ti svegli ed io boh, potrei fare finta che non ti conosco più >>

Gli accarezzai i capelli.

<< Che cosa idiota, non ce la farei mai, preferirei la morte, avanti Andrew apri gli occhi, vuoi vedermi piangere ancora? >>

Vidi la sua mano muoversi e appoggiarsi sulla mia guancia.

<< Andrew, oddio, non ti sforzare, non ti muovere, vado a chiamare il dottore >>

Mi alzai e corsi fuori dalla porta, pochi secondi dopo mi ritrovai in quella camera appoggiata al muro mentre il dottore lo visitava.

<< Si ricorda come si chiama? >>

Io lo guardavo speranzosa, mentre nella mia mente stava già accadendo il peggio, e se non ricordava il suo nome? E se non si ricordava chi fossi?

<< Andrew Carter >>

Un sospiro di sollievo tutto ciò che riuscì a fare fu un sospiro di sollievo, si ricordava come si chiamava meno un problema, ora ne manca un altro.

<< Si ricorda chi è quella ragazza? Come si chiama? >>

Il dottore m’indico, io lo guardavo, cercavo di sorridere, mi sembrava giusto far sembrare che andasse tutto bene.

Andrew mi guardo, sul suo volto si disegno un sorriso bellissimo.

<< Davvero mi sta chiedendo se so chi è? Lei è Rosalie Spears, la mia ragazza, prossima fidanzata, e poi moglie, lei è l’amore della mia vita come potrei non ricordarla?  Anche s’è un po’
pallida >>

<< Vedo che si ricorda, la lascio un po’ con la sua ragazza, torniamo dopo per altri accertamenti >>

Il dottore usci dalla camera, mi avvicinai al letto, parlammo per non so quanto tempo, forse troppo, avevo dimenticato di chiamare i genitori, appena lui andò a fare una tac chiamai i genitori
per avvertirli che Andrew, il loro adorato figlio, si era svegliato.

Si dice sempre che dopo la pioggia arriverà l’arcobaleno.

Adesso posso dire con sicurezza che dopo il dolore arriva la felicità, la gioia, facendoti dimenticare tutto quello che è accaduto, come se non fosse successo niente, come se il dolore era soltanto un assaggio della felicità.

Ho imparato nel corso del tempo che l’amore non è soltanto felicità, ma anche tristezza, un amore pieno solo di felicità alla fine stancherà, annoierà fino alla nausea.

Il mio cervello pensa troppo.

In questo momento devo godermi soltanto il risveglio di Andrew.

Ma prima o poi dovrò anche chiedergli cos’è successo.

Non potevo chiederglielo ora, sembrava indelicato, non so se lui ricorda cos’è accaduto.  
  
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