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Autore: Hermes    27/07/2012    2 recensioni
Questa non è la classica storia sui Nightwish in se e per sè...a dire il vero non ho idea da dove diavolo sia uscita e non so come ho fatto a trovare il coraggio di postarla...
"Perdona la Bestia che adora...” mormorò ancora “Perdona Me.”
Il bacio che seguì fu aspettato, implorato, desiderato…tutto meno che amaro.
Dimenticammo il resto…il mattino non ci svegliò...
L’unica certezza che mi rimase fu quella della sua presenza, del movimento del suo corpo contro il mio.
Non c’era riposo…ma sognai…
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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13 Aprile 2017, ore 20 e 32
Finlandia, Helsinki, Appartamento di Anette

“Che hai fatto?!?” Anette stava tossendo, mentre l’ultima forchettata di take-out cinese le era andata di traverso.
In giro per l’appartamento c’erano alcuni scatoloni, nell’ingresso troneggiavano due grossi trolley pieni zeppi con i loro vestiti.
Mancavano un paio di giorni alla Pasqua ed avevano deciso di darci un taglio con il nuovo disco e godersi una settimana a Kitee in tutta tranquillità. Joseph era già là, coccolato da Kirsti e Bea che l’avevano tenuto sotto le loro ali da chiocce nell’ultimo mese mentre loro erano occupati in studio.
Tuomas aveva deciso di svelare ad An che era in possesso del numero del famoso David, e per poco non le era preso un’attacco epilettico.
“Tranquilla…non voglio tirare degli scherzi di cattivo gusto. Mi chiedevo solo se vuoi partecipare alla missione Salviamo-François-dalle-caramelle-e-convertiamolo-alla-Nutella!” replicò lui con un sorrisetto innocente.
“Non ti riconosco più, Tuom…” la donna buttò giù un lungo sorso di cola poi sorrise solidale “Ci sto!”
“Bene…ho contattato il famoso David e ho appurato se c’è ancora qualche speranza per baffo-pazzo…”
“E…?” Anette pendeva dalle sue labbra, in apprensione.
“Il tuo amico è un’adorabile sciocco della peggior specie ma sembra che David sia disposto a tenerselo stupido com’è…” Tuomas alzò le spalle mentre lei sospirava di sollievo.
“Quindi quale sarebbe il tuo piano d’azione?”
“Non ce l’ho…speravo mi potessi illuminare tu.”
An si alzò, recuperando una ciotola di fragole dal frigo ed una vaschetta di gelato alla vaniglia, soppesando l’idea.
“Direi che bisogna tendere un’esca per François e fare in modo che non si accorga di niente…”
“A quello ci pensi tu, An.”
“Ovvio lo conosco meglio…” acconsentì lei, offrendogli una fragola “Al momento opportuno li facciamo scontrare uno con l’altro e se son rose fioriranno…”
“Sei sempre così romantica…e se finisce male?”
“Credimi…conosco il mio pollo, se ci sarà una rissa li rinchiuderemo in bagno e sfogheranno tutta la frustrazione accumulata nel migliore dei modi!” replicò An, facendogli l’occhiolino.
“Mi rimangio quel ‘romantica’…”
Lei si chinò, gli lasciò un bacio sulla tempia e lo zittì con un cucchiaino colmo del suo gelato preferito.
“Ti aspetto di là…ma sbrigati o si squaglia tutto…” gli lanciò un’occhiata complice e rubò la vaschetta ed le fragole prima che potesse riacchiapparla.
Tuomas scosse la testa con un sorriso, concendendole un po’ di vantaggio, ripulendo per bene il cucchiaino e poi andando in cerca del dessert rubato.
…e sì, sapeva come prenderlo…

15 Maggio 2017, ore 21 e 32
Finlandia, Helsinki, Appartamento di Anette

Era stata una giornata lunga e massacrante quella appena trascorsa…almeno per il suo apparato uditivo!
Grazie a Dio Joseph era rimasto a Kitee – parcheggiato dai nonni – perché finisse l’anno scolastico…non era sicuro che sarebbe riuscito a tener dietro anche ad un bambino di sei anni in piena fase creativa.
Lui e Mika avevano smanettato fino a due ore prima sulla console del Finnvox ed – dopo otto mesi di lavoro serrato - avevano finalmente in mano il master di Dark Passion Play.
Il cd era al sicuro nella tasca interna del suo zainetto, appeso nell’armadio dell’ingresso.
Tuomas sapeva solo che sarebbe andato felicemente in letargo se avesse potuto, direttamente lì sul divano.
La sigaretta accesa che teneva svogliatamente fra le labbra pendeva sempre di più verso il basso, ed Anette arrivò appena in tempo prima che gli provocasse una bella scottatura.
L’uomo brontolò nel sonno alla sua intrusione e si voltò dall’altra parte, tutto senza svegliarsi.
Anette dovette ammettere con se stessa che i tempi dei party post-master sembravano roba di un’altra epoca…o quasi.
Conoscendo i ragazzi avevano solo ritardato la festa…!
Intanto Tuom era sull’orlo di un collasso, spiattellato stile sottiletta sul divano, fermamente intenzionato a russare sonoramente fino al mattino in quella posizione scomoda.
Al solito doveva salvarlo da certe idee malsane
Non sarebbe riuscita a trascinare la sua massa vichinga nel letto ma avrebbe potuto rendergli più comodo il giaciglio.
Uscì in corridoio e tornò poco dopo con un cuscino ed una coperta. Posizionò il guanciale su un bracciolo e – secondo calcoli d’assoluta precisione – prese a spingere il tastierista finchè la gravità non ebbe la meglio e l’uomo si fermasse nel cuscino a faccia in giù, stile sacco di patate; quell’azione provocò un altro mugugno non ben identificato. Tuomas si aggrappò alla morbidezza inaspettata.
Anette sollevò le gambe del tastierista una per una sull’altro capo del sofà e spiegò la coperta sul marito.
Osservò il suo operato, annuendo soddisfatta ed gli accarezzò i capelli prima di rialzarsi.
“Niente bacio della buonanotte?” mugugnò Tuomas, mezzo addormentato.
“Non sei un po’ grande per queste cose?”
Di risposta tirò fuori il labbro da perfetto bambinone, la solista sospirò e si chinò per lasciargli un bacio sulla fronte.
“Notte, Tuom.”
“Notte, bimba.”
“Non cadermi dal divano.”
“Se succede farò in modo di svegliarti per aver un qualche supporto emotivo alla mia tragedia.”
“Fantastico…” Anette spense le luci con un gocciolone…dov’è che aveva messo i tappi di cera?!

20 Maggio 2017, ore 14 e 12
Finlandia, Helsinki, Centro cittadino

Tuomas camminava con espressione sofferente per le vie della capitale finlandese, François alle calcagna…meno male che quella missione era agli sgoccioli o avrebbe finito per commettere un omicidio ai danni del baffetto!
Anette aveva raccontato all’amico che il tastierista aveva un assoluto bisogno di nuovi acquisti per il suo guardaroba on-stage e che si fidava dei suoi gusti a proposito.
O come l’aveva frasata lei “Tuom dice che non si fiderebbe di nessun altro, Fra!”
Così il baffo aveva colto al volo quell’occasione e l’aveva trascinato per un mucchio di negozi senza una pausa…alcuni capi erano carini ma certi altri non li avrebbe usati nemmeno come tappeti, figurarsi!
Finalmente lei gli aveva dato il via libera con un messaggio ed i due si stavano dirigendo al caffè del centro commerciale lì vicino dove An li stava aspettando.
Tuomas prese un sospiro, non ascoltando nemmeno le chiacchiere dilaganti di François…fatti forza Tuom, un’oretta e ti puoi rintanare tu e la tua Korg, soli soletti!
“Ehm…zio Tom, ma sei sicuro che il bar sia questo? Non vedo Anettina!” commentò François, quasi saltellando sul posto in cerca della donna attraverso le vetrine.
Adesso lo imbavaglio…zio Tom! Sgrunt!
“Tranquillo…so esattamente dove ti sto portando, amico mio!” per buona misura nascose il ghigno diabolico nel risvolto della giacca e varcò la soglia della caffetteria scelta appositamente per l’occasione.
Era un locale nuovo ed aperto da poco, dall’aria moderna e munito di separé fra i tavoli!
Hehe, la sua dolce metà era un asso in certe cose… Camminarono lentamente fra i vari clienti di quell’ora, facendo attenzione di non impigliare le borse dei loro acquisti e finalmente Tuom vide la testa corvina di An, seduta al tavolo più lontano dall’entrata. La donna alzò gli occhi e lo riconobbe, lanciandogli un sorriso radioso che il tastierista ricambiò.
Missione riuscita!
“Anettina!!!” François era subito partito come uno scolaretto appena l’aveva vista. Aveva lasciato indietro il tastierista catapultandosi in avanti come una valanga “Ah! Avresti dovuto venire anche tu! Che meraviglia le nuove collezioni primaverili!!! E-”
Il baffetto si era zittito bruscamente, rimanendo pietrificato sul posto con gli occhi larghi come dei palloni da calcio.
Sull’altro sedile un bel ragazzo abbronzato e dal volto classico, capelli biondo-rossi ed un paio d’occhi grigi mozzafiato era occupato al telefono. Era alto e dinoccolato vestito con giacca, cravatta e pantaloni nella versione più stilosa di manager.
Non c’era dubbio…questa proprio non se l’aspettava.
“C’è qualcosa che non va, Fra? Sei pallidino!” domandò Anette con dolcezza, mentre il baffo si voltava di scatto verso di lei. Tuomas rimase fermo qualche passo più indietro, prevedendo la prossima fuga del moro da un momento all’altro.
“Ehm…ci conosciamo, forse?” il largo sorriso dell’amico era talmente falso che minacciava di scollarsi.
“Divertente, caro. Che ne dici di sederti con noi per un po’?” replicò Anette con un tono che non ammetteva repliche.
“Veramente…mi sono appena ricordato di avere un mucchio di lavoro in arretrato giù al Teatro e-”
François, torna qui!
Il baffo aveva tentato la fuga…ed era rimasto bloccato dalla stazza di Tuomas che lo superava di tutta la testa.
Mister Korg sospirò, cvd perché i lavori sporchi finivano sempre sulle sue spalle?
“Andavi da qualche parte?” gli domandò gentilmente.
François lo misurò dal basso verso l’alto e capì di essere capitato nel vicolo cieco peggiore della sua esistenza.
“Voi due siete delle ligere spietate, traditrici e senza cuore!” sibilò pieno d’odio. Tuomas alzò le spalle con un sorrisetto e replicò “Chiudi gli occhi e fai finta che sia un brutto sogno…ora, vuoi sederti o ti ci devo portare?
Finalmente il baffo riconobbe la sconfitta e si lasciò cadere con uno sbuffo sul sedile mentre Tuomas si accomodava accanto ad Anette e gli lasciava un bacio delicato sulle nocche di una mano.
François scoccò loro l’ennesima occhiataccia a braccia incrociate, ignorando il bell’uomo che aveva accanto ancora impegnato.
“Mi sono permessa di ordinarti una camomilla ed un brandy, François. Penso che ne avrai bisogno.” commentò angelica lei.
“Anettina…preparati…questo scherzo di cattivo gusto non passerà impunito, stanne certa!” rispose François dall’altra parte del tavolo.
“Quindi io sarei uno scherzo di cattivo gusto?” domandò sensibilmente offeso David, guardandolo tristemente.
“N-no! Sì…cioè- oh!” François sembrava aver perso la parlantina, i baffi tremavano orripilati e sul punto di diventare bianchi.
Intanto era arrivato il cameriere per distribuire le bevande.
Finalmente qualcosa di cui gioire! Caffè, nettare degli dei!
Tuomas aveva spento temporaneamente l’udito e gustò la sua brodaglia preferita senza spiccicare parola, imitando Anette e la sua fantomatica tazza di tè.
“David mi stava illustrando il vostro appuntamento per la serata, François…e devo ammettere che sono un po’ invidiosa, sai?” disse tutto d’un tratto Anette con un’occhiata eloquente.
“Ahem…abbiamo un appuntamento, e com’è che non ne sono stato informato?” replicò François velenoso verso l’amica.
“Volevo farti una sorpresa…così Tuomas ed Anette mi hanno dato una mano.” spiegò David con timidezza adorabile.
“Ah…proprio stasera? P-” il baffo venne subito interrotto da Anette che ormai avrebbe potuto incenerirlo “Avevi detto di non aver niente da fare questa sera!
“Sì ma…”
“Tranquillo…le repliche serali di Tempesta d’Amore te le registra Joseph!” aggiunse Tuomas, ignorando tranquillamente l’occhiata di fuoco del moro.
“Ti prego…desidero davvero passare del tempo con te, François. Non voglio però che tu accetti solo perché ti senti obbligato.”
Il baffo-pazzo distolse lo sguardo dagli occhi grigi e ferventi dell’uomo accanto a lui e cercò di nascondere il rossore che si stava diffondendo dal suo collo alla faccia in tempo record.
Anette afferrò la mano di Tuom sotto il tavolo, stringendola forte in attesa.
“Okay…avete vinto. Tranquillo David, sono contento di uscire con te e che non avevo il coraggio di chiedertelo dopo la mia uscita da malato di mente dell’ultima volta!” rispose François, scuotendo la testa con un sorriso rassegnato e girando i pollici, mortalmente in imbarazzo.
“Yiipppiiie!” Anette non poté trattenere l’urletto di giubilo, assomigliando né più né meno ad una bambina d’otto anni, Tuom ridacchiò stropicciandosi gli occhi.
“Beh…An, mi sa che adesso siamo di troppo ed è giunto il momento di ritirarci.” disse il tastierista.
“Sì, assolutamente…dai François, abbracciami e non tenermi il broncio!” trillò lei, allacciandosi al collo del baffo che si era alzato per salutarli.
David strinse la mano a Tuomas “Grazie…”
“Nah…è tutto merito di An, non ringraziarmi.”
Parlottarono per un po’ poi i due si allontanarono mano nella mano.

~ all’uscita del centro commerciale, cinque minuti dopo
Tuomas ed Anette erano appena usciti nell’aria frizzante di quel primo pomeriggio di Maggio.
Il tastierista frugò nelle tasche in cerca del pacchetto delle sigarette.
“Pensi che andrà tutto liscio?” le domandò mentre lei aspettava pazientemente che finisse di accendersi la bionda.
“Tranquillo…François è codardo ma solo fino ad un certo punto.” rispose lei, poi fece dondolare una borsa di plastica dalla forma bizzarra “E poi sono ancora in tempo per rientrare ed usarla!”
Tuomas osservò l’oggetto del mistero, sembrava pesante. “Che cos’è un’incudine?”
“No, no…solo un piccolo incentivo caso mai non fossimo riusciti a farlo ragionare con la propria testa!” rispose An, infilando una mano nell’incavo del suo braccio e riprendendo a camminare.
Tuomas rimase in silenzio per un po’, poi domandò leggermente impensierito.
“An…cosa c’è dentro quella busta?
La donna arrossì “Oh beh…prima del bar io e David abbiamo fatto un giro per i negozi e l’ho vista…ultimo modello sai! Dicono che va meglio delle altre! Poi ho pensato che ne avevo proprio bisogno una a Kitee…”
Tuomas le scoccò un’occhiata e tirò una boccata “Pensi di girarci intorno ancora per molto?”
Di tutta risposta la donna gli tese il sacchetto e Tuom ci sbirciò dentro, curioso.
Per poco la sigaretta non cadde in terra.
Dentro c’era una padella smaltata in ceramica, nuova di zecca e con il cartellino ancora attaccato.
“…”
Anette gli lanciò un’occhiata turbata poi sbottò “Dì qualcosa! Non fare quella faccia che mi sento già in colpa io!”
“Tu sei una donna armata, manesca e pericolosa.” commentò Tuomas, intimorito “E spero che non avrai la malaugurata idea d’usarla con me per i tuoi cavernicoli propositi!”
“Non lo farei mai! Anche perché la tua testaccia dura sarebbe capace di spaccarmela a metà!” gli aveva strappato dalle mani il suo nuovo acquisto, tenendo alta la fronte in una posa dignitosa. Tuomas la seguì, riaccompagnandola a casa per poi dirigendosi al Finnvox.
Durante il pomeriggio aveva ripensato più di una volta alla padella
…aveva deciso che, tornato a casa, – e con il favore della notte - avrebbe fatto sparire tutta la batteria di pentole.
Era meglio pensare all’incolumità sua, dei ragazzi e delle Korg a quel punto.

~~~

Ahem…special guest di questa settimana: la padella! xD
Ve l’aspettavate? Io no, ma la gag ci stava, le nostre padelle entreranno nella leggenda...;)
François ha finalmente mollato le sue paturnie! Yehhh…

Hugs&Kisses a chi ha commentato lo scorso capitolo: CrystalRose (grandine? o.O Poveretta!) e petitecherie.
Entrambe riceverete le mie recensioni tra qualche giorno come al solito. ^^"

Allora l'altra settimana avevo accennato ad una conversazione al pub con uno dei miei amici, che è davvero molto critico con le sue letture in generale...questo dialogo è stato più o meno così:
"Nah Fra...quando leggi un libro non c'è niente di peggio che partire subito con la coppia di Tubatori-di-Turno che si ripetono a dismisura 'Ti Amo' come se fosse scontato..."
"A-ha..."
"Tu non stavi scrivendo una storia?"
"Sì..." *Hermes si stava girando i pollici imbarazzata, non sembra ma parla raramente del suo hobby notturno*
"Sai...secondo me le storie migliori sono quelle dove il sentimento è palpabile ma non leggi mai le parole 'Ti amo'..."
"Ahem...non è che possiamo cambiare discorso...no?" *Hermes a questo punto sudava freddo...pensando a DOR, ovviamente UoU*

Beh...nonostante la mia reticenza (visibile LOL) questa sua idea mi è entrata nel cervello e ci è rimasta.
DOR sta diventando una fic lunghissima, tanto che non riesco più a ricordarla tutta a memoria. L'ho riletta spinta dalla curiosità di vedere se avessi mai usato quella particolare frase in uno dei dialoghi fra An&Tuom...volete sapere quante volte ho trovato quelle due paroline in tutto? <-- e sto includendo i capitoli che non avete ancora letto
Zero.
Immaginate la mia faccia quando ne ho avuto la certezza! *o*
Rispetto a certi altri miei lavori datati questo è un miglioramento inconscio che non mi aspettavo assolutamente...DOR è un esercizio distensivo non uno saggio o.O
Ok...sono orgogliosa come una moffetta in questo momento e non voglio risultare pesante, vi basti sapere che sono molto contenta e che vi ritengo in gran parte (ma anche interamente!) responsabili di questa cosa. xD
Solo le vostre recensioni aiutano tantissimo chi scrive...sia critiche che neutre che buone!
Quindi Hermes si inchina a voi recensitrici che avete reso possibile tutto questo! =*

Io vi saluto con un grande abbraccio...buon weekend! =)
Hermes

PS: la qui presente non riuscirà ad aggiornare DOR la prossima settimana perché anche per me arrivano le meritate ferie! *Halelujah!*
Parto verso metà settimana e non so di preciso quando tornerò ma farò in modo di portarmi avanti con la stesura della storia anche senza connessione o computer sotto mano...che dire se non buone vacanze anche a voi? =)

  
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