10. Aurora
Personaggi: Hyoga. E Milo, nei suoi ricordi. / Parole: 106
Personaggi: Hyoga. E Milo, nei suoi ricordi. / Parole: 106
«Milo? Posso farti una domanda?»
«Dimmi pure».
«Perché ogni mattina ti alzi prima dell’alba?»
«Perché osservare il sole farsi largo nell’oscurità e prendere possesso dell’orizzonte mi dà speranza. É così dolce sapere che la luce tornerà a splendere anche dopo la notte più nera, così … rassicurante. E poi, è stato durante un’aurora che io e Camus … ma non credo che questi siano affari tuoi!»
La risata che ne era seguita, Hyoga la sentiva ancora librarsi nell’aria – cristallina, senz’ombre. Radiosa. Proprio come Milo.
L’avrebbe ricordata per sempre.
Posò delicatamente il girasole a terra e si sedette sulla sabbia di Kastana, a guardare nascere il giorno.
Note dell’autore
E così, è finita. Finita! Un po' – parecchio, a dir la verità – mi spiace.
Su quest'ultima drabble c'è qualcosa da dire.
Hyoga è uno dei pochi fortunati a essere rimanere tutto intero, dopo la battaglia contro Hades, dunque mi pare plausibile che, nel periodo successivo alla fine della Guerra Sacra, abbia avuto occasione di farsi gli affari propri; mi piace pensare che, almeno nel contesto della mia raccolta, si sia preso un po' di tempo per andare a Kastana e porgere a Milo un ultimo saluto tutto particolare.
La scena che apre “Aurora” è un ricordo ambientato durante la breve "vacanza" che Hyoga e Milo si sono presi a Milos – vacanza di cui uno scorcio ho dato in “Tramonto”, per intenderci –, e che si riaffaccia alla mente del Cigno dinanzi al sorgere del sole; quel sole che in vita Scorpio tanto ha amato e, inconsciamente, emulato.
Forse non tutti sanno che aurora e alba non sono propriamente la stessa cosa: diciamo che la prima avvia la seconda, ma non oso arrischiarmi a descrivere differenze tanto sottili.
I motivi per cui ho preferito non terminare "Trafitto da un raggio di sole" con “Sera” sono essenzialmente due: il primo riguarda il fatto che la drabble iniziale era incentrata su un punto di vista esterno a quello di Milo, dunque mi è sembrato coerente fare altrettanto con quella finale – trovo che sia una chiusura armoniosa, ma potrei benissimo sbagliarmi.
Il secondo ... beh, come dice lo stesso Milo nel ricordo riportato: «É così dolce sapere che la luce tornerà a splendere anche dopo la notte più nera, così … rassicurante».
Dopo la notte c'è sempre il giorno; dopo la fine, sempre un nuovo inizio. Questo sarebbe il messaggio, in sintesi.
Chiudo questo papiro ringraziando tutti i lettori che mi hanno seguita in questo viaggio introspettivo attraverso la vicenda di Milo, che ho tracciato secondo la mia personalissima visione del personaggio e della sua storia.
Un grazie particolare va, poi, ai recensori, dagli sporadici ai più costanti: quest'ultimi soprattutto mi hanno dato una soddisfazione incredibile.
Grazie, davvero!