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Autore: Zomi    27/07/2012    5 recensioni
-Oddio, oddio, oddio!!!- si portò le mani tra i capelli la ramata, orami arresosi all’evidenza che al posto delle sue gambe, stava apparendo una coda di sirena. I corti short neri che indossava si stapparono, rotti dall’unione delle cosce, e una serie umida e liscia di squame rosse scarlatte illuminarono il buoi del cunicolo...
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RUBY MERMAID
 

 

Shinkoku e i suoi animali

 

 
La piccola isola si stagliava tra le onde calme dell’oceano, lasciando che s’infrangessero sulle sue spiagge, bagnandola con la loro spuma e abbandonando, tra la sabbia chiara, conchiglie colorate.
Le palme dondolavano lente, mosse da un leggero venticello, che correva tra i rami più esposti sulla spiaggia, tentando di penetrare la folta foresta verde che colorava l’atollo, e accerchiava un piccolo monticello che si allargava nel centro dell’isola, spuntando appena al di sopra delle cime arboree.
-Com’è che si chiama sta isola?- mugugnò annoiato da ciò che vedeva Rufy, mentre la sua piccola, ma rumoreggiante, nave pirata si avvicinava  alla terra ferma.
-Shinkoku…- gli rispose sorridendo Chopper, saltellando sul pavimento di legno, per poter vedere oltre la polena, su cui il suo capitano era sdraiato, l’isola a cui stavano per attraccare.
-È noiosa…- si lamentò il moro, infossando il viso nella visiera del suo cappello di paglia, imbronciandosi -… non c’è nemmeno una taverna dove mangiare… non c’è gente… non ci sono case… non ci sono feste… non ci sono vulcani in eruzione… non c’è l’ombra di un’avventura… è una pizza di isola…-
-Non dire così, capitano…- si avvicino ai due Robin, chiudendo il pesante libro che stava leggendo, seduta sulla poltrona davanti al timone di guida.
-Devi sapere che Shinkoku significa “Regno degli spiriti”… di fatti, quest’isola, è evitata da tutte le imbarcazioni che navigano su questo tratto di mare… i marinai ne stanno ben lontani, spaventati dal suo nome e dagli strani esseri che abitano le sponde dell’atollo…-
Chopper tremò impaurito, inginocchiandosi a terra e preannunciando di già i lacrimoni di paura agli occhi, mentre il suo moro capitano saltava giù dalla polena con sorriso entusiasta.
-… si narra che molte navi vi siano approdate per poi non ripartire più da essa…- continuò pacifica l’archeologa, mentre Rufy molleggiava entusiasta di quelle informazioni sulle sue gambe, illuminando il ponte di prua con i suoi occhi brillanti a forma di stelle.
-Ma, ahimè…- sospirò Robin, addossandosi al balcone di protezione -… sono solo leggende… su Shinkoku non vi sono spiriti maligni o demoni dispettosi, ma solo animali particolari: in fatti su quest’isola sono state scoperte parecchie specie animali che tutt’oggi sono usate dal mondo intero come mezzi di comunicazione o altro…-
-Davvero Robin?!?- s’illuminò rassicurato il dottore renna, mentre Rufy tornava a borbottare annoiato contro l’isola, inginocchiato a terra mentre s’imbronciava.
-Certo dottore… su queste piagge sono stati trovati per la prima volta i gabbiani, intelligenti e dotati di un elevato senso dell’orientamento, che noi tutti chiamiamo Gabbiano News…-
-Ohhh…- si portò le zampe al viso Chopper, ammaliato dalla notizia.
-Anche i Lumacofoni e le Lumacocamere sono originari di quest’isola…-
-Ohhhhhh…-
-Come pure i Blugoria, guardie della prigione di Impel Down…-
-Ohhhhhhhhhhhh…-
-… e tantissime altre specie animali di particolare interesse e abilità, dotati di speciali capacità e doti naturali…-
-Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…- ormai la voce della renna era così acuta e stridula che riecheggiava stonata e molesta per tutta la Sunny, catturando l’attenzione del carpentiere di bordo e del cecchino, che stavano calando l’ancora in mare per prepararsi all’attracco.
-Ehi!!!!- si chiuse le orecchie infastidito Usop, salendo le scale che lo condussero dalla renna estasiata gridacchiante e dagli altri due Nakama.
-Tutto ok, fratello? Perché urli tanto?- chiese Franky, emergendo da dietro le spalle di Usop.
-Noiosa, noiosa, noiosa… quest’isola è una palla…- borbottava Rufy, imbronciato a terra, mentre Robin sorrideva dell’entusiasmo sibillino di Chopper.
-Ehi!!!! Ma dove siete tutti?!? Possibile che quando c’è da lavorare, vi vaporizziate sempre?!?-
L’acuta e scocciata voce della navigatrice pirata, risuonò sul ponte, tamburellando nervosa il tacco del suo sandalo sul ponte, pronta a punire quei scansafatiche dei suoi Nakama con qualche suo micidiale e famoso pungo.
-Eccomi Nami…- saltò oltre la ringhiera di ferro del castello Rufy, atterrando a pie pari sul ponte, facendolo tramare con la sua esuberante forza -… ora ti do una mano io…-
-Dove sono gli altri?- chiese la rossa, prendendo da terra la pesante catena che teneva sollevata dal mare l’ancora.
Rufy, con un solo dito, sollevò la ferrosa catena, aiutando la sua sorella a portarla sul bordo del ponte.
-Stanno parlando con Robin dell’isola a cui ci stiamo avvicinando… io la trovo terribilmente noiosa… non c’è nemmeno l’ombra di un’avventura… Ufff!!! Nami, cambiamo isola…  questa non mi piace…- si lamentò il moro, arrotolandosi al braccio le corde per l’attracco.
-Ci resteremo poco…- sorrise Nami, non arrabbiandosi per le lamentele del suo capitano, mentre lo aiutava a non strozzarsi con una cima -… dobbiamo sono rifornirci di acqua e cibo, e poi ripartiremo per la prossima isola… resteremo su Shinkoku solo per oggi, e domani saremo di già su un’altra terra più popolata e viva di questa…-
-Se lo dici tu… comunque resta un’isola noiosa…-
-UFFF!!! Rufy!!!! Smettila di lamentarti!!!- lo picchiò sul cranio, alzando gli occhi al cielo –Forza, va a chiamare tutti che dobbiamo ancorare per bene la Sunny… e smettila di lagnare… che razza di pirata sei?!?-
Ben presto tutti i Mugiwara si misero all’opera per ancorare e ormeggiare la loro nave pirata lungo il bagno asciuga della spiaggia dell’isola, fermandosi a breve distanza da un gruppo di scogli che proteggeva l’imbarcazione dalle onde più forti e irruenti dell’oceano.
-Bene…- sorrise Nami, mettendo piede sulla candida e calda sabbia di Shinkoku -… dobbiamo rifornirci di acqua e cibo in fretta per poter ripartire al più presto, quindi…- osservò i suoi Nakama armarsi di tutto punto per andare ad esplorare l’entro terra -… ci divideremo in 2 gruppi: Chopper, Usop e Franky penseranno a trovare una buona fonte di acqua potabile… io, Brook, Robin e Sanji penseremo invece al cibo… in quanto a voi due…- la rossa prese per i colletto Zoro e Rufy, gli unici rimasti fuori dai gruppi di ricerca.
-Voi due resterete di guardia sulla Sunny… NON COMBINATENE UNA DELLE VOSTRE!!! CHIARO?!?- tuonò Nami, incenerendo con lo sguardo i due pirati, che la fissavano scontrosi.
-Perché?- sbottò lo spadaccino, avanzando di un passo verso la navigatrice, incrociando le braccia al petto e grugnendo astioso contro l’ordine datoglieli.
-Perché deve rimanere qualcuno sulla nave per la guardia…- sbuffò ovvia la ragazza, imbracciando il suo zaino e preparandosi ad incamminarsi con il suo gruppo nella foresta.
-Bhè ma che ci resti il cuoco allora… o Usop… ho voglia di sgranchirmi le gambe…- soffiò il verde, additando a malo modo Sanji, che piroettava attorno a Robin, entusiasta di poter fare quella piccola escursione in compagnia di entrambe sue adorate Dee.
-No…- vietò Nami, puntandosi le mani ai fianchi e sbottando cocciuta verso Zoro -… TU resti sulla nave con Rufy, SANJI viene con me a trovare del cibo… accidenti ominide!!! Se venisse Rufy, mangerebbe tutto ciò che raccogliamo, e se venissi tu, ti prederesti ogni due passi, e non ho ne il tempo ne la voglia di dover cercarti in mezzo a mille scimmie volanti o che so io che abitano quest’isola…-
-Vuoi dire che preferisci quel coso giallo e mieloso a me, in mezzo a una giungla di Rufy pelosi?!?- ringhiò Zoro, sulla cui fronte pulsava una grossa e rossa vena di rabbia.
-Non ho detto questo…- soffiò debolmente Nami, sfiorando piano le braccia strette al petto dello spadaccino.
Accadevano sempre più spesso, tra loro, quelle strane litigate assurde e senza motivo.
Sempre più spesso il samurai dava in escandescenza per un nonnulla, scoppiando in strampalati attacchi rabbiosi, di urla e attacchi isterici. Nami non se ne restava certa zitta, visto che tali balzi d’umore di spadaccino accadevano sempre con lei, e le litigate si innescavano velocemente, senza più ragione o logica.
Si litigava per le levatacce d’allenamento troppo lunghe di lui, per le ore di lavoro notturne infinte di lei, per le urla esagerate, per i pisolini sotto il sole cuocente, per le mini gonne tropo corte o le maglie troppo scollate, per i pesi troppo pesanti…
Ogni motivo era buono per litigare, urlare, sgolarsi e preoccuparsi per l’altro.
Il resto della ciurma, non sordi ne ciechi alle zuffe continue dei due compagni, li lasciavano fare senza intervenire, tanto sapevano, che per quanto la litigata fosse brutale e acida, quei due alla fine l’avrebbero conclusa calmandosi e sussurrandosi frasi semplici e profonde, che nascondevano qualcosa di più, ma che mai quei due testoni si sarebbero detti chiaramente, troppo orgogliosi e cociuti per esporsi per primo verso l’altro.
Tutti si erano resi conto che qualcosa di nuovo stava nascendo tra la navigatrice e lo spadaccino, un nuovo legame, represso troppo a lungo, che ora si stava facendo spazio negli animi dei due pirati, emergendo velocemente e con forza, bruciando rapido e apparendo nel modo più litigioso possibile.
Zoro ringhiò puntando lo sguardo sulla sabbia della spiaggia.
Aveva detto troppo. Perché cavolo le aveva chiesto se preferiva lui o Sanji?
Aveva scelto quel damerino impomatato? Bene, perfetto, buon per lei. Si sarebbe fatto un bel sonnellino in santa pace sul ponte, senza arpie isteriche ad urlargli nelle orecchie.
Eppure, saperla protetta dalle uniche e sole mani di maniaco di quel cuoco, lo agitava, lo irritava terribilmente, rendendolo nervoso e furioso di un qualcosa di non bene definito, ma che sulla sua lingua sapeva di rancido e zucchero eccessivo.
-Torneremo presto…- mormorò ancora Nami, vedendolo contrariato e arrabbiato -… promesso… non appena troveremo del cibo, ritorneremo sulla Sunny…-
Gli accarezzò ancora le braccia strette sul torace, tentando di strappargli almeno un ghigno, ma lui sbuffò scostandosi dalla sua mano.
-Fa quello che ti pare, mocciosa…- grugnì, dandogli le spalle e incamminandosi sulla passerella che collegava la Sunny alla spiaggia.
Nami soffiò rabbiosa, gonfiando le guance e assottigliando lo sguardo inceneritore contro Zoro e il suo stupidissimo carattere di spadaccino permaloso.
-Ehm… Nami…- parlò appena Rufy, tentando anche lui di persuadere la rossa a concedergli di girovagare per l’isola -… potrei…-
-NO!!!!!- lo appiattì sulla sabbia la navigatrice, picchiandolo con tutta la sua rabbiosa forza sul cranio –TU RESTI QUI E TIENI A BADA QUEL DEMENTE DI UNO SPADACCINO SECCA BALLE!!!-
Fumando nero fumo di collera, Nami abbandonò il suo capitano con le gambe penzoloni per aria, mentre il capo era immerso per qualche metro sotto il livello della spiaggia, imprecando e mugugnando isterica.
S’incamminò dietro a Robin e al suo gruppo, restando sempre nelle retrovie a mugugnare scocciata, mentre si addentravano nella foresta pluviale dell’isola.
-Stupido spadaccino…- borbottava tra se e se -… idiota… ma perché non lo capisce… crede davvero che mi sento più al sicuro con Sanji accanto che non con lui?!?... che cretino… se lo lascio sulla Sunny è solo per non perderlo in mezzo a tutto sto casino di rami e foglie… con quella sua crapa verde si mimetizzerebbe meglio di un camaleonte… che rabbia… con lui si litiga… sempre e solo litigate… mai una parola dolce, una frase normale… se non sbotta e ringhia contro di me, litigando, almeno due volte al giorno non è contento… demente di uno buzzurro testa d’alga… se solo provasse ad ascoltarmi, capirebbe che io ci tengo a lui… e molto… se prendo certe decisioni, è per proteggerlo e saperlo al scuro, non certo perché non mi fido di lui… ma no, figuriamoci, uno scemo arrota coltelli testa vuota come quello non apre le orecchie per ascoltare, no di certo… ce le  ha ai lati del cranio per bellezza… stupido, stupido, stupido…-
La navigatrice continuava il suo monologo senza sosta, calpestando e calciando ogni sassolino o rametto secco che incrociava il suo passo deciso e furioso.
Robin l’osservava seria.
Sapeva bene cosa rendeva tanto isterica la sua sorella, ma riteneva che lei e lo spadaccino dovessero chiarirsi senza l’intervento di altri, ma decidendosi a parlare l’un l’altro come persone adulte e mature. Sospirò, avanzando al fianco di Sanji, scuotendo la testa. Persone adulte e mature?
Iniziava a dubitare che in quella ciurma ce ne fossero…
-Oh dolce Robin!!! Guarda!!!  Un albero di banane!!! Ora il tuo prode Mr Prince scalerà questo esile arbusto e ti porterà tante belle e succose bananine gialle… sei contenta, vero?!?- piroettò fermandosi ai piedi di una palma altissima e florida il cuoco, ondeggiando a mo di alga verso l’archeologa.
La mora sorrise serafica, lasciando che il biondo si catapultasse innamorato ad arrampicarsi sul liscio e scivoloso tronco dell’albero da frutto.
Nami e Brook, dietro le spalle di Robin, osservavano col naso all’insù Sanji scalare energico il banano, sbraitando ogni tanto contro qualche zanzara gigante che lo infastidiva o mandando baci e saluti alle sue Dee ai piedi dell’arbusto.
-Che idiota!!!- salutò con un cenno della mano Sanji la navigatrice, scuotendo la testa sconsolata.
-Yohohoh-ho… però è bravo ad arrampicarsi... in una sua vita precedente dev’essere stato una scimmia… e io un insetto stecco… YOHOHOHOHO-HO!!!-
Robin sorrise alla battuta dello scheletro voltandosi verso di lui, ma Nami non smosse nemmeno le labbra, troppo intenta a mordersele nel ripensare allo scontro con lo spadaccino.
I suoi profondi occhi nocciola si abbassarono al suolo, tristi e persi, incapaci di trovare una giusta via da seguire per mettere fine ai continui bisticci col verde, senza però dover risultarne perdente. Se il bene che provava per lo spadaccino era immenso, lo era anche il suo orgoglio.
Sospirò incrociando le braccia sul petto, coperto dal solo pezzo superiore di un bikini rosso con su una coppa una margherita bianca, sperando che la suo ritorno sulla nave lo spadaccino avesse già dimenticato il loro diverbio.
-Nami…- la chiamò dolcemente Brook, sfiorandole una spalla.
La rossa alzò lo sguardo sul Nakama.
-Tutto bene?- domandò il canterino, sorridendole.
-Si…- sospirò lei, abbozzando un sorriso leggero.
-Stai pensando a Zoro?-
La domanda fece tremare la navigatrice, che sgranò gli occhi puntandoli sul violinista.
-CHE?!? Ma no!!! Figuriamoci!!! Come ti passa per la mente che io perda il mio tempo a pensare a quella testa d’alga ammuffita…- sbottò mentendo la ragazza, arrossendo un poco e distogliendo lo sguardo dal compagno.
-Yohoho-ho… chiedevo… è da un po’ che ho notato, tra voi due, un certo cambiamento…- le si avvicinò con voce tenera e morbida, sussurrando leggiadro -…litigate più spesso, vi guardate di sfuggita, vi scambiate frasi sotto voce… è come se l’amicizia che fin ora vi ha legato, iniziasse a diventar stretta…-
Nami spalancò gli occhi fissi sui suoi tacchi, sudando freddo. Era così evidente che in lei fosse nato un sentimento, ben più grande e forte dell’amicizia, verso quello spadaccino testardo e orgoglioso?!?
Era così evidente che non le bastava più essergli amica e compagna di viaggio, ma che da un po’ di tempo a quella parte, desiderava essergli anche compagna di vita e amante?!?
Era così evidente che si fosse innamorata di lui?!?
La navigatrice si tirò dietro un orecchio una ciocca dei lunghi capelli, tentando di nascondere il leggero rossore che le colorava le gote d’imbarazzo.
Non era più riuscita a controllare l’affetto che sentiva verso il samurai, lasciando che esso corresse libero e selvaggio dentro il suo spirito, stuzzicandola con le sue piccole pretese, costringendola a preoccuparsi sempre più spesso dei pesanti allenamenti del giovane, a rimproverarlo se dormiva sotto il sole cuocente, a mettergli da parte qualche avanzo di carne quando tardava a cena…
Quel strisciante e caldo sentimento, le aveva annebbiato i sensi, riempiendole il naso con il profumo dolce e salato di Zoro, oscurandole la vista con la sua bella immagine aitante e ghignate, insaporendole la lingua con una sfrenata voglia di assaggiarlo, facendole tremare le mani per la voglia di poterlo accarezzare, assordandola con la baritonale e calda voce da uomo di quel buzzurro, che non si limitava più ad infastidirla di giorno, ma ora entrava di sfuggita anche nei suoi sogni notturni.
-Brook, non è come credi…- sussurrò, mentre Sanji litigava sulla cima del banano con una scimmia-gallo che lo beccava sul capo, per fermare il suo tentativo di furto dei frutti dell’albero.
-Yohoho-ho… sarà, mia cara Nami, sarà… quello che so…- si avvicinò a lei, posandole una mano sulle spalle e sussurrandole all’orecchio sorridendo -… è che sia tu che lo spadaccino avete sempre tenuto molto l’uno all’altro… ed era ora che qualcosa si innescasse dentro di voi, bruciando tutti i vostri freni e lasciandovi finalmente liberi i vostri sentimenti più nascosti e veri…-
La navigatrice arrossì, fissando negli occhi lo scheletro.
I suoi bulbi vuoti, senza iride, senza pupilla, sembravano varcare le soglie dell’infinito più nero, sfiorando profondità e segreti che solo lui poteva interpretare e custodire.
-… l’amore è sempre una scelta pericolosa e oscura… nessuno ne conosce la rotta… ma stanne pur certa, che vale sempre la pena seguire le indicazioni del nostro cuore… se lo ami, diglielo e non aver paura… l’amore non è roba per vigliacchi, e so per certo che tu non lo sei affatto...-
La rossa annuì al teschio ridente e afro che l’aveva confortata, sorridendogli riconoscente. Forse, sebbene fosse solo uno scheletro d’ossa nivee, dentro di lui batteva ancora caldo e vitale il cuore più romantico e libero del mondo.
-Navigatore…- la chiamò Robin, raccogliendo da terra alcune banane lanciate al suolo da Sanji, ancora intento ad azzuffarsi con la scimmia-gallo -… mi serve una mano qui…-
-Yohoho-ho… arriviamo bella Robin… a proposito: di che colore sono oggi le tue mutandine?!? Yohohohoho-ho!!!!-
Il gruppo, dopo che il prode cuoco, contuso dal perforante becco della scimmia fu ridisceso a terra ruzzolando giù per il tronco arboreo, ripresero il cammino in ricerca di cibo. Nami camminava più spedita e serena, rassicurata dalle parole di Brook, e non se ne stava più nelle retrovie di quella rumoreggiante carovana, ma la guidava tra le fronde degli alberi, orientandosi con la flebile luce solare che filtrava tra le cime più alte degli arbusti.
-Oh Nami adorata!!!!! Ma quanto sei brava!!! La migliore navigatrice del mondo!!! Oh, I love you!!!!-
-Sanji smettila, o sveglierai qualche bestia feroce che arriverà a sbranarci…- sbottò seccata di quelle grida Nami, scavalcando un tronco abbattuto.
-Si cuoco, è meglio non fare tanto rumore…- sorrise Robin, che seguì la rossa oltre l’albero a terra, aiutata da una mano scheletrica di Brook nel oltrepassare l’ostacolo.
-Oh dolce Robin!!! Oh dolce Nami!!! Vi preoccupate per me!!! Che care!!! Ma non temete: se anche dovesse attaccarci una bestia orribile, siete al sicuro… PERCHÈ QUI CON VOI C’È  IL VOSTRO MR PRINCE A PROTEGGERVI!!!!
Un micidiale pugno di Nami zittì il biodo, che si ritrovò appiattito al suolo tra mille erbacce e fiori colorati.
-Così la pianti una vota per tutte…- grugnì la rossa, sulla cui fronte pulsava una vena di nervosismo.
-Yohohoho-ho… credo che Nami non abbia bisogno di protezione in caso di attacco da parte di qualche animale feroce… io mi preoccuperei di più per la povera bestiola… yohohoho-ho!!!!-
Un secondo fulminate colpo zittì anche lo scheletro…
-Idiota…- ammonì i due Nami, lasciando che Robin sorridesse serafica della sua ira.
-… forza, continuiamo la marcia che abbiamo ancora molto da…- si ammutolì, puntando lo sguardo sul muro floreale che la circondava, aprendo al massimo le orecchie e mettendosi in ascolto, fermandosi a studiare la foresta. Anche l’archeologa, silenziosa e attenta, puntò il suo sguardo sulla foresta, ascoltandone l’improvviso silenzio.
Un fragoroso rumore di alberi abbattuti e tronchi spezzati iniziò a farsi spazio tra le liane e le piante rampicanti, echeggiando sempre più forte e vicino ai pirato.
-Che succede?- infossò lo sguardo sugli alberi Sanji, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni scuri e preparandosi ad attaccare qualsiasi nemico.
Robin assottigliò lo sguardo, avvicinandosi alla navigatrice, che ascoltava attentamente quel chiasso avanzare verso di loro, non riuscendo però a identificarlo.
Avrebbe potuto essere qualsiasi cosa, da un animale feroce in caccia, ad una fuga improvvisa di paura di Usop e Chopper, ad una evasione di Rufy dalla Sunny.
Nami strinse la spallina dello zaino che teneva sulle spalle, impugnando nell’altra mano il suo Sansetsukon per difendersi.
-Cosa credi che sia?- chiese alla sua sorellona, sentendo il suo sguardo ceruleo puntato sulla foresta.
-Non lo so…- ammise la mora, mentre il chiassoso fragore aumentava di volume, diventando sempre più assordante e violento.
Tra il cielo verde delle cime degli alberi, si potevano vedere migliaia d’uccelli alzarsi in volo, in fuga da un pericolo che si avvicinava a gran passo, e abbatteva con la sua forza sovraumana ogni ostacolo che incontrava, distruggendolo con ferocia e aggiungendo, al rumore della sua marcia, il tragico suono degli alberi che s’infrangevano al suolo.
-Yohohoho-ho…- rise Brook, portandosi al limite della piccola radura in cui erano tutti e 4, accostando l’orecchio ossuto al suo palmo scavo, ascoltando la corsa sfrenata che si avvicinava.
D’un tratto, silenzio. La foresta tacque improvvisamente.
-Che abbia cambiato direzione?- chiese Nami, rigirandosi la sua arma tra le mani.
-No…- ruggì Sanji -… credo che si sia fermato prima dell’attacco…-
-Yohoho-ho… chissà che cos…?!?-
Un ammasso di foglie, al limite della foresta, iniziò a muoversi proprio davanti al cranio afro dello scheletro, che ridacchiò emozionato abbassandosi a livello del movimento verdeggiante. Dal cespuglio, una minuscola testolina nera, dal simpatico musetto giallo di Blugoria, sbucò in un ringhio minaccioso quanto esile.
-Yohohoho-ho… eri tu a fare tutto quel baccano, cuccioletto?!?- rise il canterino, facendo avvampare di rosso furioso la piccola creatura, che ringhiò e soffiò offesa dalla risata.
-Brook, smettila…- l’ammonì Robin, non riuscendo però a fermare il compagno nel deridere e schernire la piccola bestiola, che soffiava furiosa saltando sul posto, emettendo buffi e deboli latrati
-…è solo un cucciolo… e come tale, da qualche parte nei dintorni deve esserci anche la mad…- l’archeologa non riuscì a terminare la frase, che un enorme Blugoria squarciò gli alberi che si ergevano alle spalle del suo cucciolo, sradicando gli arbusti e alzandoli nell’aria, ringhiando minacciosa.
-AIUTO!!!!!- urlò Brook, scappando all’impazzata dietro a Sanji, ringhiante verso la bestia, pronto a battersi per salvare le sue adorate.
-UHOHOHOHO!!!!!!!- mostrò i denti l’animale, richiamando altri suoi simili, che apparvero dietro di lei, ringhiando inferociti.
I 4 pirati non persero tempo e iniziarono a correre nella foresta, inseguiti da mamma Blugoria e dal suo piccolo in testa, che ballonzolava divertito dalla caccia sulla schiena della madre.
-YOHOHOHO-HO!!!! AIUTO!! CI MANGIANO!!!!- si portò le mani al volto lo scheletro, scansando i rami bassi della foresta.
-È TUTTA COLPA TUA, RAZZA DI IMBECILLE!!! PERCHÈ CAVOLO HAI PRESO IN GIRO QUEL PICCOLO?!? ORA SUA MADRE CI SBRANERA’ PER PRANZO!!!!- lo picchiò sul cranio afro Nami, usando il suo bastone metallico come prolunga durante la corsa.
-SALIAMO SU QUELL’ALBERO!!!!- gridò Robin, abbassandosi il cappello bronzeo da cowboy sugli occhi, lanciando la sua liana di mani come artiglio su di un ramo e afferrando per la vita Sanji, saltando sull’albero per salvarsi dalla furia omicida del branco.
-BROOK!!!!- gridò Nami, cerando il compagno tra il caos della carica dei gorilla di mare.
Gettò lo sguardo dietro di lei, vedendolo correre spompato al limite delle sue forze. Un enorme Blugoria roteava nell’aria un tronco a mo di mazza ferrata, puntandolo minaccioso. La navigatrice non ci pensò due volte, e si buttò all’indietro sullo scheletro, atterrandolo al suolo per salvarlo dal colpo dell’animale.
I due pirati rotolarono tra le zampe della mandria, impolverandosi e schivando zampate e calci pelosi.
-NAMI!!!!- si sgolò Sanji, non vedendo più la sua Dea in mezzo al polverone alzato dalla corsa del branco, che correva burlando inferocito per la foresta, abbattendo alberi e spezzando massi come fossero stati di carta pesta. Robin e il cuoco cercarono con lo sguardo i due compagni, sporgendosi dal ramo in cui si trovavano, ma nella polvere non riuscivano a vederli.
Tra la ressa blu di gorilla, una chioma rossa si alzò, reggendo un cranio afro per le spalle, tentando di fuggire dalla corsa imbizzarrita della mandria.
-ECCOLI!!!- puntò il dito verso di loro Robin, vedendoli schivare le zampe possenti degli animali.
I due rotolarono di nuovo a terra, per poi finire sotto alle grandi radici di un Baobab gigante, rifugiandosi nel buio delle fondamenta arboree, cadendo in un cunicolo oscuro scavato dalla pioggia proprio sotto alla base dell’albero.
-AAAAHHHHH!!!- urlarono tra il caos dei ringhi dei Blugoria Nami e Brook, precipitando tra le graffianti radici e scivolando nella melma che rivestiva il piccolo cunicolo di terra, impigliandosi tra mille ragnate e foglie marce.
Con un sonoro e doloroso tonfo, Nami cadde sul fondo del dirupo, sbattendo violentemente il suo bel sederino tra la terra e le tele di ragno.
-Oddio, che male!!!- si lamentò, massaggiandosi il fondo schiena, strizzando gli occhi per guardarsi in torno nella penombra.
-Brook? Brook!!! Tutto ok?- chiese nel buio, sentendo il mugugnare biascicato del violinista.
-Yohohoho-ho… mai atterraggio è stato più morbido… Yohohoho-ho!!!- rise, strofinando il cranio tra le coppe dei seni della cartografa, su cui era caduto.
-MANIACO!!!!!!!! COSI’ TI COMPORTI CON LA PERSONA CHE TI HA SALVATO DA MORTE CERTA?!?- lo picchiò sul cranio la rossa, scrollandoselo di dosso e provando a rialzarsi da dove era stesa –La prossima volta non ti salverò proprio, e allora i Blugoria si divertiranno a saltellare sul tuo stupidissimo cranio afr… Ahia!!!-
Istintivamente la ragazza si portò una mano al piede destro dolente, dove qualcosa l’aveva morsa. Un ragno, forse, o qualche altra bestiola che abitava le radici dell’albero, disturbato dal chiassoso intervento dei due nuovi arrivati, punendoli come meglio poteva. Brook, agile e veloce, affettò l’animale, tranciandogli il capo, impedendogli di scappare nella sua tana.
-Stai bene, Nami cara? Ho ucciso il serpente che ti ha morso, ma non so se è velenoso o men…- ma la sua gola si seccò, perché improvvisamente, illuminate da un piccolo riverbero solare che filtrava tra le ragnatele del cunicolo, le dolci e diafane gambe delle bella navigatrice, iniziarono a tremare, sussultare e unirsi, come mosse da una forza naturale e superiore al volere della loro proprietaria.
-MA CHE SUCEDE?!?- strillò Nami, vedendo le sue gambe cambiare colore e assumere una consistenza più squamosa e a scaglie.
-Yohohoho-ho, oddio!!! Nami!!! Che ti succede?!?- saltò in piedi nel buio lo scheletro, correndo in semi cerchi nella penombra attorno alla navigatrice, che sudava freddo puntano i suoi occhi sui suoi piedi, che si liberavano con forza dai sandali, strappando i gancetti che li legavano, e unendosi in una enorme e liscia pinna di pesce.
-Oddio, oddio, oddio!!!- si portò le mani tra i capelli la ramata, orami arresosi all’evidenza che al posto delle sue gambe, stava apparendo una coda di sirena. I corti short neri che indossava si stapparono, rotti dall’unione delle cosce, e una serie umida e liscia di squame rosse scarlatte illuminarono il buoi del cunicolo.
-Oddio, oddio, che mi succede?!? / Cos’è questa coda? Dov’è il mio piede?!?-
Nami si tappò la bocca incredula per la sua frase rimata, mentre Brook, ammaliato da quella magia, rideva a più non posso. I due si fissarono ammutoliti negli occhi, non appena le gambe della navigatrice smisero di tramare.
Era inutile negarlo: d’un tratto Nami era diventata una sirena…
 
 



ANGOLO DELL’AUTORE:
Piccola Long Fic di 3-4 capitoli al massimo per non lasciarvi soli, quella più corposa arriverà tra poco, non appena troverò il tempo di tradurla dai miei pensieri su carta.
Comunque, vi devo qualche spiegazione:
1- Shinkoku: è un nome con cui si indica il Giappone, Shin= spirito, pronuncia antica di Kami; Koku= regno; quindi “Regno degli Spiriti”,  (spiegata ai minimi termini) per chi non ci credesse, guardi pure su Google o altro.
2- Oddio, oddio, che mi succede?!? / Cos’è questa coda? Dov’è il mio piede?!?: la spiegazione vera è propria sarà nel prossimo capitolo, comunque la sbarra centrale è per evidenziare la rima nella frase (succede-piede), non è il massimo, ma trovate voi una rima con “succede” e poi ditemela, così al massimo la cambio…
3- Capitolo infinito: bhè, in 3-4 capitoli soltanto per tutta la FF, devono essere corposi, se no vi annoiate, no?
4- Angolo dell’autore troppo lungo: era per le spiegazioni, uffa!!!
5- La pianti o no?!?: si, ora la finisco. Ciao e al prossimo capitolo. Commentate, grazie…

Zomi 
 

   
 
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