"Mostro!"

"Sparisci!"

"Tesoro, ti avevo detto di non giocare con quel ragazzino, è un mostro!

Un bambino seduto sull'altalena del parco giochi, bagnato dalla luce del tramonto, piangeva, soffocando i singhiozzi, con i piccoli pugni sugli occhi, cercando invano di asciugare le lacrime.
"Perché? Perché? Cos'ho fatto? Perché continuano a chiamarmi mostro? Non ho fatto nulla di male, non sono malato. Non sono la peste! Perché continuano a chiamarmi così?
Continuava a piangere, talvolta iniziava a dondolare per cercare di svagarsi, ma appena cominciava, subito smetteva. Quelle parole continuavano a tormentarlo.
Fin da piccolo lo chiamavano così, era una parola che gli avevano dato fin dalla nascita. Nella mente continuavano a raffiorarsi quegli sguardi carichi di odio.
Piangeva ancora, ormai non riusciva più a trattenere i singhiozzi.

- "Ciao"-   Una lieve vocina lo svegliò dai suoi pensieri.  Alzò di scatto la testa, sgranando gli occhi si asciugò in fretta le lacrime e calmando i singhiozzi.

- "C-Ciao"- Balbettò il ragazzino con la  voce lievemente scossa dai singhiozzi, sorpreso.

- "Perché stavi piangendo?"- Chiese la ragazzina dai colori dei capelli biondo chiaro e gli occhi azzurri dispiaciuta . Non gli piaceva veder un bambino della sua età piangere.

Il ragazzo non rispose, non voleva fargli sapere il motivo delle sue lacrime, non aveva nemmeno voglia di parlarne. Si limitò a scuotere la testa.
La ragazzina confusa da tale comportamento, cercò di cambiare discorso presentandosi.

- "Mi chiamo Ino, Ino Yamanaka." -  disse la ragazzina tendendo la mano.

Il ragazzino non volle rispondere, però poi tirò su col naso e facendosi coraggio rispose:

- "Naruto Uzumaki, molto piacere" -  Disse poi stringendo la mano della ragazzina, sorrise insieme a quest'ultima, sembrava felice, felice di aver trovato qualcuno, finalmente.

Indugiando, il ragazzino chiese titubante alla ragazza il perché gli rivolgeva la parola, il perché non lo chiamasse mostro.

- "Perché dovrei? Sei simpatico, non sei un mostro." - rispose sorridendo dolcemente.

Sul viso del biondo si disegnò un sorriso a trentadue denti. Era felicissimo, un'emozione mai provata prima. Dopo quella conoscenza, aveva finalmente costruito un legame. Giocavano per il parco
felici, facendo gare di corsa, e rincorrendosi tra di loro.
Quel momento durò fino a che il sole si nascose dietro le montagne ai confini di Konoha.

- "Ci rivedremo?" - chiese il ragazzino un pò triste perché la ragazzina doveva tornare a casa.

- "Si, certo. Ma ora devo andare, altrimenti chi la sente mia madre!" - disse sorridendo e cominciando a correre.

Il volto di Naruto esprimeva gioia, felicità. Quella notte tornò a casa tutto felice, ignorando gli sguardi della poca gente che incontrava per strada.


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Spero di avervi incuriosito col prologo, spero che vi sia piaciuto.
Cercherò di aggiornare il prima possibile, grazie a quelli che recensiranno e seguiranno questa storia.

Arcanum :D