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Autore: koshi    11/02/2007    4 recensioni
La mia prima ff...non sono neanche riuscita a giudicarla io stessa, se potete lasciare un commento così che io possa migliorare! Grazie infinite.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella ballerina, dal viso candido e innocente dagli occhi grandi e profondi, con quel tutu bianco che seguiva lealmente quella bellissima figura mente echeggiava nell’aria, quelle scarpette rosa chiare con quei nastri di raso che dolcemente avvolgevano i polpacci della giovane, quelle calze candide che socchiudevano le sue sottili gambe come una carta regalo. Ma ora era distesa, su un dolce pavimento di parquet color noce, la sua testa sembra quasi essere incorniciate dalla doge massicce del legno, il suo volto senza espressione, gli occhi neri spalancati, terrorizzati da qualcosa che ormai è finito, me lei, ormai non vede più, non sente più, non balla più, lei è morta. Non danzerà mai più su quel palco, non metterà quei bellissimi abiti per andare in scena, non passerà più quelle interminabili ore a provare i riprovare quei passi. Ricordo ancora delle vaghe immagini, quando la accompagnavo in macchina per le sue interminabili lezioni di danza il venerdì pomeriggio, la aspettavo, mi piaceva vedere il suo viso determinato danzare, io la amavo veramente, forse sono l’unica persona che l’abbia mai amata. Ora lei è morta e nulla la farà vivere perché lei non c’è più. Lei era solo per me, io non permetto a nessuno di portarmela via, per questo ho dovuto con un soffio mettere fine a tutta queste bellezza perché, già sapevo che lei, la mia ballerina, avrebbe danzato per qualcun altro, che non fossi io. Era una ragazza come tante altre solo con un’immensa passione per la danza. Quella stanza la avvolgeva come un dono, lei era semplicemente bellissima, ma ora il riflesso della calda luce di mezza estate le sfiorava le mani e le gambe. I suoi pugni erano serrati, le sue labbra chiuse, dai quei gesti ormai terminati traspariva il terrore. Lei era tutto, lei era perfette, lei era magnifica. Ricordo ancora quel pomeriggio quando la incontrai, trovai una bellissima ballerina sulla banchina numero 4 della stazione di Milano centrale, era triste, seduta sul quell’immensa valigia nera. Mi chinai e le chiesi se aveva bisogno di un aiuto, con la sua celestiale voce mi rispose con sussurro, non ricordo lei parole che lei pronunciò; ma non ha importanza, perché dal quel momento io non mi separai mai più da lei. Sono ormai passati molti anni da quel pomeriggio in stazione, io l’ho sempre amata con la stessa intensità, con lo stesso ardore. Forse fin troppo. Adesso solo adesso il suo amore si è congiunto con il mio, lei vivrà in eterno nei miei sogni, nei miei pensieri, lei non morirà mai, questo accadrà solo e soltanto per me.
  
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