Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: zacra    28/07/2012    3 recensioni
questa è la mia seconda FF, parla di quello che parlano tutte le FF una ragazza, un ragazzo, l'amore il solito insomma, è scritta senza pretese quindi ottima lettura per il tempo libero!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eva entrò nello studio  e il ragazzo la fece accomodare sul lettino.
-          È il primo?- le chiese mentre posizionava appena sotto il seno lo stencil  dove lei gli aveva chiesto.
-          Si è il primo-
-          Non hai scelto un buon posto per cominciare- fece lui ridacchiando.
-          Me lo hanno detto in molti- rispose .
Il ragazzo iniziò a tatuarla e lei strinse i denti, aveva accompagnato Bec un sacco di volte e anche altri suoi amici, era dispiaciuta di averlo dovuto fare da sola ma non poteva certo chiedere a Bec di saltare il lavoro.
-          Ecco fatto- disse il ragazzo facendola alzare e guardare allo specchio.
-          Perfetto – disse  ringraziandolo e uscendo dopo aver pagato.
Una volta arrivata a casa mandò una foto del tatuaggio a Bec , e poi cenò.
Prima di mettersi a letto si guardò ancora una volta allo specchio ammirandosi il tatuaggio era una frase latina “vitam sine cantu quasi corpus absque anima”, “ una vita senza musica è come un corpo senza anima”, si mise la maglietta che usava per dormire e andò a letto.
Bob controllò la mail appena sveglio, l’aveva controllata ogni ora prima di addormentarsi sul divano di Jared.
-          Allora Romeo? Che ti ha risposto?- disse Jared andando a sedersi accanto a lui.
-          Ha detto che viene- disse Bob serio.
-          E allora mi spieghi quella faccia?-
-          Non le ho detto di voi- disse Bob.
-          Beh vorrà dire che le parlerai di noi durante il tragitto dall’aeroporto al tuo appartamento- disse Jared.
-          Tu la fai facile-
-          Perché è facile! Devi solo dirle che hai due fratellastri famosi, non mi pare una cosa così complicata- disse Jared.
-          Giusto- ammise Bob sorridendo a Jared.
Rispose alla mail di Eva dicendole che avrebbe prenotato il biglietto la mattina stessa così che lei potesse arrivare entro la settimana.
 
Il giorno della partenza era arrivato, Bec aveva accompagnato Eva all’aeroporto di Milano e ora dovevano salutarsi.
-          E se a Boston mi perdo e sbaglio gate? E se vado a finire in culo ai lupi? E se…- disse Eva.
-          Eva basta, lo so che è il tuo primo volo fuori dall’Europa, ma smettila andrà bene ok? Adesso prendi questa pesantissima valigia e vai a sederti sull’aereo – disse Bec abbracciandola.
-          Ok ok basta abbracci- disse Eva dopo pochi secondi.
-          Sempre la solita, fammi sapere qualcosa appena sei arrivata intesi?-
-          Intesi- rispose Eva prima di lasciarla.
Eva salì sull’aereo e si mise comoda a leggere, l’ aspettava un lungo viaggio.
Bob era arrivato in aeroporto con un leggero anticipo, controllò gli orari degli arrivi e si sedette ad aspettare.
Finalmente vide arrivare le prime persone del  volo da Boston e si alzò in piedi per farsi vedere da lei.
Eva prese la sua valigia e poi si voltò per cercare Bob tra la gente che aspettava all’arrivo, era così stanca che sarebbe andata a casa con chiunque se le avesse promesso un letto.
-          Eva!- disse Bob vedendola.
-          Ciao- rispose andandogli incontro.
-          Come stai?- disse togliendosi gli occhiali da sole e sorridendole.
Lei sorrise e gli mostrò la maglietta che aveva comprato all’aeroporto di Boston dove c’era scritto “  jet lagged please be kind”, lui sorrise  e le prese la valigia.
Salirono in auto e Bob iniziò a pensare a come dirle di Jared e Shannon, lei sembrava stanca, ma il problema era che Jared aveva insistito perché la portasse a cena da loro quella sera.
-          Allora come ti sembra Los Angeles?- le chiese notando che guardava fuori dal finestrino incantata come una bambina.
-          Mi sembra figa! Me l’ero immaginata sempre così in tutti i libri che ho letto e i film che ho visto- rispose stiracchiandosi.
-          Metto un po’ di musica ti va? Così non ti addormenti in macchina- disse Bob mettendo uno dei cd dei Mars per vedere la reazione di lei.
Eva rimase in silenzio, ascoltava e basta.
-          Ti piace?- chiese Bob.
-          Questo gruppo mi ricorda l’ultimo anno di liceo, quando vedevo partire il video cambiavo canale dicendo “ sta zitto coglione” alla tv, diciamo che non mi fanno impazzire- disse guardandolo.
Bob non disse nulla e si fece serio.
-          Oh  cavoli, mi dispiace, probabilmente è uno dei tuoi gruppi preferiti o roba simile e io mi sono appena comportata come una stronza, scusa, è che sono stanca- disse  cercando di farsi perdonare la sua solita lingua lunga.
-          Non sono il mio gruppo preferito tranquilla- disse.
-          Meno male, sai che figura di merda se no? Tu mi inviti qui e io dopo neanche un’ora te ne faccio pentire- disse lei.
-          È che ti devo dire una cosa, sai il cantante e il batterista dei Mars sono i miei fratellastri- disse Bob tutto d’un fiato senza mai staccare gli occhi dalla strada.
Eva lo guardò  un attimo e poi si mise a ridere.
-          C’ero quasi cascata- disse voltandosi verso di lui e notando che era rimasto serio –non stavi scherzando vero? Oh merda, quindi ho dato del coglione ad un tuo fratellastro, sarebbe stato meglio se fosse stato il tuo gruppo preferito, vorrei sprofondare- disse Eva nascondendo la testa tra le mani.
-          Tranquilla, non lo sapevi-
-          Già non lo sapevo! Perché non me lo hai detto in questi 5 mesi?-
-          Non lo so, è che dai tuoi discorsi mi era parso di capire che non sei una a cui piacciono le star, quindi non lo so- disse lui.
-          Ok senti scusami va bene, adesso almeno lo so- disse Eva appoggiandosi allo schienale del sedile.
Arrivarono all’appartamento di Bob e lui le mostrò la sua stanza e il bagno.
-          Grazie, credo che dormirò per i prossimi giorni- disse Eva lasciandosi andare sul letto.
-          Veramente stasera Jared voleva conoscerti, ma se sei troppo stanca gli dico di spostare- disse Bob restando sulla porta a guardarla.
-          No  va bene, fammi solo dormire un po’- disse Eva con gli occhi già chiusi.
Bob sorrise e restò ad osservarla per un po’, li sdraiata sul letto, sperava solo che Shannon non si lasciasse scappare niente a proposito di quello che lui aveva iniziato a provare per lei negli ultimi tempi.
 
Bob guardò l’ora e decise di provare ad andare a svegliare Eva, entrò nella stanza e si sedette sul bordo del letto, non sapeva come fare, probabilmente sarebbe stato strano per entrambi se l’avesse svegliata accarezzandola, ormai erano amici certo ma amici che si erano visti solo una volta, quindi ogni gesto andava calibrato, le posò una mano sulla spalla e iniziò a scuoterla gentilmente.
-          Ancora 5 minuti..- disse lei nascondendo il viso sotto al cuscino.
-          Vorrei poterteli concedere, ma se devi fare anche la doccia non li hai- disse Bob.
Eva si girò e gli sorrise.
-          Ok allora vado- disse alzandosi e andando in bagno con le sue cose.
Bob andò nella sua stanza e finì di prepararsi intanto che Eva era sotto la doccia, poi si sedette a guardare la tv mentre l’aspettava.
Eva uscì dal bagno e andò in camera sua per vestirsi, non aveva idea di cosa mettere, Bec in quel momento le mancava più che mai, lei sapeva sempre cosa indossare.
Si sedette in mutande davanti alla sua valigia ancora da disfare e iniziò a cercare.
Prese in mano un paio dei suoi pantaloni preferiti, li aveva presi a Londra e li indossò, erano dei pantaloni scozzesi rossi e neri a sigaretta con delle lampo applicate qua e là , ci mise sopra una canottiera nera semplice e un paio di ballerine nere.
Raggiunse Bob in soggiorno e lui si voltò a guardarla.
-          Dici che posso andare bene?- chiese guardandolo.
Bob sorrise, Jared avrebbe adorato quei pantaloni, erano simili persino nel gusti di vestire oltre che nel carattere.
-          Vai benissimo- le disse alzandosi.
-          Meno male, davvero, io se c’è una cosa che non so fare è vestirmi da persona normale- disse Eva sorridendo.
-          Anche loro fidati- disse Bob.
Uscirono e salirono in auto per andare a casa di Jared.
Il viaggio fino a casa di Jared fu  piuttosto breve, Bob si voltò a guardare Eva era rimasta in silenzio per quasi tutto il tragitto.
-          Tutto bene?- le chiese.
-          Si, cioè non lo so, sono un po’ nervosa, hai detto che passi molto tempo con loro, quindi mi sento un po’ sotto esame come tua amica- disse .
-          Io passo molto tempo con loro è vero, ma non è a loro che devi piacere- disse Bob guardandola.
Eva sorrise imbarazzata per quella frase che probabilmente voleva dire ben più che solo quello.
Bob parcheggiò e i due scesero dall’auto.
Appena pochi secondi dopo aver suonato alla porta vennero accolti dagli occhioni azzurri di Jared che squadrava Eva attentamente mettendola decisamente in imbarazzo.
-          Bei pantaloni- disse infine- io sono Jared- aggiunse allungandole la mano.
-          Eva- rispose lei stringendola.
Li fece accomodare in salotto e si sedette sul divano con loro.
-          Ma sono già arrivati- disse Shannon arrivando in salotto con indosso solo i pantaloni.
Eva sorrise e si alzò in piedi per presentarsi.
-          Io sono Shannon piacere- disse abbracciandola.
-          Si….piacere- disse lei arrossendo e tornando a sedersi accanto a Bob.
-          Devi perdonarlo, è molto espansivo, e si dimentica spesso di essere seminudo- disse Jared riferendosi al fratello che nel frattempo si stava infilando una canottiera.
-          Non fa nulla- disse Eva sorridendo debolmente.
-          Allora che fai nella vita?- le chiese Shannon sedendosi davanti a lei.
-          Lavoravo per un giornale come foto-reporter, ma adesso non faccio nulla come la maggior parte delle persone purtroppo- rispose lei.
-          Beh si certo che in Italia siete messi male, con la mafia e i politici corrotti…- disse Shannon.
-          Almeno noi sappiamo di essere messi male, e non scopriamo all’improvviso che non si possono comprare le case a credito- disse Eva, non sopportava molto che si parlasse del suo paese solo per luoghi comuni o per sentito dire.
-          Che vuoi dire?- disse Jared.
-          Che nel 2008 le banche alle quali crollarono i crediti in borsa furono le vostre e avete trascinato tutti nella merda- disse Eva.
-          Bob non mi avevi detto che era così preparata a sostenere anche questo tipo di conversazioni- disse Jared sorridendo compiaciuto, era la prima volta che una persona si esprimeva in maniera così esplicita nei confronti di una cosa così complicata come la crisi economica mondiale.
-          Mi dispiace, sono sempre troppo istintiva e parlo troppo- disse Eva.
-          Beh allora ti metteremo a mangiare accanto al caro Jay così almeno non stressa noi con i suoi discorsi- disse Shannon.
Si alzarono e andarono a cenare .
Eva e Jared parlarono poco a discapito delle previsioni di Shannon. Jared la stava in qualche modo studiando stava cercando di capirla, capire le persone era il suo “ sport” preferito, gli piaceva prevedere le reazioni altrui gli dava un certo senso di controllo.
Jared osservava Bob non smettere un attimo di guardarla, e sapeva che anche lei se ne era accorta, si chiese se lui le avesse già detto qualcosa o se aspettasse ancora .
Erano ormai passate le due di notte quando Eva e Bob salutarono Jared e Shannon per tornare a casa.
-          Allora ci vediamo giovedì che vieni a provare la piscina- disse Shannon sorridendo a Eva.
-          Ok- rispose lei stringendosi nelle spalle.
Si salutarono e salirono in auto per tornare a casa.
-          Allora come sono andata?- chiese Eva a Bob mentre erano fermi ad un incrocio.
-          Sei andata benissimo- disse lui guardandola, era tutta la sera che voleva baciarla, accarezzarle il viso, ma scattò il verde e si trattenne ancora una volta.
Arrivarono a casa e si sedettero in salotto a parlare per un po’.
-          Beh sarai stanca- disse Bob voltandosi a guardarla.
-          In effetti un pochino si, devo ancora abituarmi al fuso orario-rispose Eva stiracchiandosi e lasciandosi andare sul divano.
Restarono in silenzio per alcuni minuti.
-          Bob?-
-          Si?-
-          Sai c’è una cosa che ti volevo chiedere da un po’ , quindi te lo chiedo e basta- disse Eva guardandolo.
-          Chiedi- rispose lui.
-          Io ti piaccio? Voglio dire più che come amica…- disse Eva.
-          Si- rispose lui passandosi una mano tra i capelli imbarazzato.
-          Capito- disse lei alzandosi dal divano.
Bob si alzò con lei e la prese per un braccio facendola voltare.
-          Non è solo che mi piaci, mi sono preso una bella sbandata per te Eva- le disse guardandola.
Eva non ebbe neanche il tempo di rispondere che lui le diede un bacio che lei corrispose.
-          È meglio se ne parliamo domani mattina- disse Eva spostandosi e andando in camera sua.
Bob si lasciò andare sul divano, prendendosi a parole nella sua testa e poi andò in camera sua.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: zacra