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Autore: _Eleuthera_    28/07/2012    21 recensioni
«Credi che non sia più un prigioniero?» domandò Loki, fissandola negli occhi pieni di orgoglio. «Credi che io adesso sia libero? Ti svelo un segreto, Sigyn. La libertà è la più grande menzogna che ti sia mai stata raccontata. Qui dentro non deciderai mai per te stessa. La prigione non è quella che hai visto nei sotterranei. Asgard lo è. Tutto il mondo è una prigione».
[Post Avengers][Loki/Sigyn]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BELIEVE NONE OF US


La cosa più strana era che niente sembrava essere mutato nel modo di fare di sua madre. Loki non capiva. Aveva quasi ucciso Thor, distrutto un mondo, soggiogato un altro pianeta, sfidato l’autorità di suo padre più volte, eppure Frigga continuava a riservargli l’affetto che non gli aveva mai fatto mancare. Frigga aveva insistito affinché passasse del tempo con lei e lui non era riuscito a rifiutare, ma si sentiva a disagio, mentre camminava al fianco della madre accompagnandola nella sua solita passeggiata. Non comprendeva come facesse a guardarlo e a parlargli come se niente fosse stato. Loki camminava in silenzio, senza capire se si sentisse estremamente grato a sua madre per quell’atteggiamento, o piuttosto tradito, perché era stata lei ad aver architettato un matrimonio alle sue spalle. Forse entrambe le cose.
Dopo la frettolosa cerimonia di fidanzamento, Loki si era rinchiuso nelle sue stanze e non ne era più uscito per quasi due giorni. Thor aveva cercato di parlargli, una volta, ma lui lo aveva cacciato via. Si chiedeva se mai fosse giunto il momento in cui Thor avesse finalmente compreso che non c’era alcun modo di ricostruire un qualunque legame tra di loro. Aveva l’impressione che non si sarebbe mai arreso, e si era aspettato di rivederlo molto presto. Tuttavia, Thor non si era più fatto vivo. In un certo senso, Loki ci era rimasto male.
Frigga era venuta personalmente a chiedergli di accompagnarlo, quella mattina stessa. Dapprima lui non le aveva risposto, diffidente. Pensava che se avesse seguito la madre si sarebbe ritrovato al seguito qualcuna delle sue dame, e forse Sigyn sarebbe stata tra loro. Il pensiero lo aveva raggelato, ma dopo un istante si era ricordato che la cosa era in realtà assolutamente irrilevante. A lui non importava nulla di Sigyn. Se lo ribadì più volte, in silenzio, mentre cercava di formulare una risposta. Così alla fine aveva accettato., ma si era comunque sentito a dir poco sollevato quando aveva raggiunto i giardini con la madre e avevano iniziato a camminare senza altra compagnia.
Per un po’, Loki aveva ascoltato Frigga narrargli con calma di ciò che era accaduto durante la sua assenza - la ricerca di un altro passaggio tra le dimensioni, il lutto, i tentativi di ristabilire l’ordine tra i mondi. Gli aveva raccontato tutto questo senza calcare mai l’accento sul ruolo che lui aveva avuto nelle vicende. Loki ascoltava senza parlare, gli occhi fissi nel vuoto. Incontrarono alcuni nobili sulla loro strada, e lui osservò il gelo nei loro gesti e la paura nei loro occhi con un’attenzione quasi morbosa, come a voler farsi del male.
Devo andarmene da qui, pensò dopo aver oltrepassato il terzo drappello di nobildonne indignate. Aveva creduto di essere abbastanza forte da poter sopportare quelle facce, quegli occhi, quelle parole, ma il problema era che lui non poteva sopportarli. Non ne era mai stato capace, nemmeno prima, ed era inutile che continuasse a ripetersi di potercela fare. Non sarebbe mai stato in grado di ignorarli.
Avrebbe voluto ucciderli tutti.
Improvvisamente si sentì talmente pieno di rabbia e di amarezza che ebbe l’impulso di smettere di camminare e restare lì dov’era. Gli sembrava di soffocare. Invece continuò a procedere accanto a Frigga, la mente altrove, un nodo nel petto. Non sentiva più niente di quello che lei gli stava dicendo.
Finché, ad un certo punto, Frigga disse qualcosa che lui non poteva proprio ignorare.
«Dovresti passare più tempo con lei».
Loki si voltò di scatto. «Con chi?»
Sapeva già la risposta, ma la domanda era sorta spontanea, gli era sfuggita dai pensieri.
«Con Sigyn, naturalmente».
«Non mi sembra il caso» disse Loki, tentando di chiudere la conversazione. Frigga corrugò la fronte.
«Al contrario, piuttosto. Vi sposerete fra tre settimane. Non credi che sia opportuno conoscere la donna che diventerà tua moglie?»
«Le avete già fatto male abbastanza costringendola a sposarmi. Intendete farla soffrire ancora imponendole la mia presenza più del necessario?».
Questa volta fu Frigga a fermarsi all’improvviso.
«Perché dici così?» chiese. Loki sbuffò, spazientito.
«Vedo le cose come stanno. Sigyn non mi desidera come suo sposo e io non ho alcuna intenzione di anticipare il supplizio». E inoltre - ma questo evitò di dirlo - nemmeno lui era ansioso di passare del tempo con lei. Volse il pensiero al loro ultimo dialogo, a quel gesto totalmente inaspettato. Lei gli aveva afferrato il braccio. Loki non era sicuro se fosse stata quell’azione a dargli fastidio, o l’accecante sincerità che aveva visto sul suo volto. Sigyn aveva voluto sul serio dirgli che gli dispiaceva, e nonostante tutto era riuscita a farlo. Forse si stava davvero sforzando di non avere paura, come lui le aveva detto. Loki strinse i pugni. Si era lasciato travolgere da una situazione che gli dava l’idea di non poter essere del tutto controllata.
«Questo non è il modo giusto di affrontare la questione» disse Frigga.
«E quale sarebbe il modo giusto, madre?»
«Loki, passa del tempo con lei. O desideri forse spendere il resto della tua vita al fianco di una perfetta estranea?»
Loki tacque, pensando che sicuramente non avrebbe passato il resto della sua vita insieme alla sua sposa, e che sarebbe riuscito ad andarsene molto prima; ma tenne per sé stesso i propri piani, nascondendoli con cura alla mente lungimirante della Regina.
Qualcosa turbinava nella sua testa.
Sono stata ingannata anch’io, aveva detto Sigyn. Lui meglio di chiunque altro sapeva che cosa significasse subire un inganno. Quella ragazza era stata costretta al matrimonio, proprio come lui. Avrebbe dovuto essere un dettaglio del tutto irrilevante, eppure continuava a pensarci quando considerava la propria condizione. Lei lo odiava, questo era evidente e prevedibile, eppure lui non riusciva a detestarla del tutto. Sapeva troppo bene che cosa significasse essere ingannati per riuscire a ignorare il fatto che, per la prima volta, si trovava davanti a qualcuno nella sua stessa identica situazione. Qualcuno che avrebbe potuto capire.
Si riscosse rabbiosamente, accusandosi con disprezzo di essere troppo sentimentale. Era chiaro, che lei non avrebbe mai capito. Non avrebbe mai capito, perché
non voleva capire. In fondo, perché avrebbe dovuto?
E comunque, lei era niente. Un dettaglio sulla strada verso la sua libertà, e tale sarebbe rimasta.
«Mi dispiace, madre, ma temo che passerò del tempo con la mia sposa soltanto quando questo sarà inevitabile» disse con tono fin troppo aggressivo. Frigga sussultò, lo osservò per qualche istante, ma poi chinò il capo e non aggiunse nient’altro sulla questione. La passeggiata si concluse in silenzio.
Loki si allontanò, tetro. Dentro era tutto un groviglio di ira e frustrazione. Quel matrimonio, per quanto non fosse che un dettaglio, gli bruciava terribilmente. Era certo che Frigga avesse escogitato quell’espediente non solo per salvargli la vita, ma anche per tentare di tenerlo lì, di non farlo andare via. Forse sperava che il senso del dovere, o l’affetto, avrebbero avuto la meglio. Ma il suo unico dovere era vendicarsi dei torti subiti, e non c’era posto per l’affetto in tutta quella faccenda. La sua vendetta sarebbe stata più efficace se nessuno avesse sospettato alcunché, e quindi, chiaramente, doveva stare al gioco e sposarsi come volevano loro, per tranquillizzarli, perché si illudessero che lui non fosse più un pericolo. Era tutto molto semplice. Perché quel nodo nello stomaco, allora?
Loki si ricordò di un tempo, quando era adolescente, in cui aveva pensato che forse, un giorno, gli sarebbe capitato di conoscere una ragazza a cui non avrebbe dato fastidio la sua propensione per gli incantesimi, che non avrebbe preferito Thor a lui, e che lo avrebbe trattato in modo diverso da tutti gli altri. Allora, pensava, l’avrebbe sposata. E l’avrebbe amata.
Ma con gli anni si era reso conto che non sempre i desideri possono essere soddisfatti, e allora cambiano nome. Diventano sogni. Li aveva rinchiusi dentro di sé, in posti dov’era difficile cercare e dove non guardava mai; ma lui aveva una grande immaginazione, un innato talento per le storie e per le illusioni, e adesso non riusciva a fare a meno di pensare a quello che aveva desiderato, e a ciò che aveva ottenuto.
Per qualche strana legge dell’universo, quello che voleva non era mai ciò che gli veniva dato.
Si lasciò alle spalle i suoni ovattati del giardino. Era spaventosamente assurdo camminare per i corridoi del palazzo come un uomo libero, quando sapeva perfettamente che libero non lo era affatto. Loki tentò di sopportare, ignorando gruppi di cortigiani che cercavano a loro volta di ignorarlo. Ma non era impossibile far finta di niente, questo era chiaro. I loro sguardi lo condannavano. Serrò la mascella, dirigendosi con passo veloce verso le proprie stanze, senza guardare in faccia nessuno.
Voltò l’angolo, e si fermò di colpo. Poco più in là due donne stavano parlando fra loro.
Una di esse era Sif. L’altra era Sigyn.
Loki si sentì raggelare, mentre un nuovo groviglio di sentimenti prendeva forma sotto la sua pelle. Sif. Era la prima volta che la vedeva da quando era tornato, ma non era questo a turbarlo.

Perché stava parlando con Sigyn?
Loki non ci pensò sopra nemmeno un secondo. Era sicuro che l’argomento della conversazione avesse a che fare con lui. Non poteva vedere le espressioni delle due donne siccome gli davano le spalle, ma per qualche motivo lo sapeva. Lo sapeva e basta.
Se solo si fosse avvicinato, anche di un passo, sarebbe stato abbastanza vicino da ascoltare il loro dialogo. Ma a pensarci bene, perché avrebbe dovuto avvicinarsi? Molto probabilmente Sif stava mettendo in guardia Sigyn, o qualcosa del genere. O forse Sif aveva qualcosa di preciso in mente, un piano contro di lui. Ma Sigyn sembrava troppo onesta per darle corda.
Giusto?
Indugiò per un attimo. Credeva di essere freddo e calcolatore anche in quel momento, ma il suo cuore andava a mille.
Alla fine, prese una decisione. Mosse un passo in avanti.


Grete non si era arresa e aveva continuato a cercare come se fosse stata messa in pericolo la sua stessa vita. Dopo giorni passati tra i libri, però, non aveva ancora trovato nulla.
Sigyn sapeva che quella ricerca era completamente inutile. La sua unione era stata resa ufficiale dal Padre degli Dei in persona, e si sarebbe sposata alla fine del mese. In qualche modo sentiva che era arrivato il momento di affrontare la realtà, e la realtà diceva che quel matrimonio era assolutamente inevitabile. Poteva pensare che esistesse una via di uscita, ma poi quel giorno sarebbe arrivato lo stesso, e se la sarebbe portata via. La consapevolezza cresceva dentro di lei, e Sigyn non comprendeva neppure del tutto cosa fosse stato innescarla. Certe parole, forse, che ancora sentiva nella testa.
Grete l’accusava di essersi rassegnata, ma lei non si sentiva affatto come se si fosse rassegnata. Non riusciva a spiegarlo alla cugina. Non erano emozioni che poteva delineare con chiarezza. Non voleva sposarsi, eppure sapeva che lo avrebbe fatto. Era come se avesse visto nel futuro, e sapesse già che cosa sarebbe successo.
Verso metà mattina, Sigyn venne convocata dalla Regina con le altre donne. Si preparò insieme a Grete e lasciò la propria stanza. Non le piaceva l’idea di incontrare le dame di compagnia, né la Regina, che l’aveva ingannata e che non le aveva più parlato dopo l’incontro con suo padre.
Poi, le venne in mente Loki, e tutto il resto scomparve. Era un pensiero ingombrante, aveva bisogno di spazio.
Era distratta, quando sentì una mano sulla sua spalla. Si voltò. Davanti a lei stava una donna alta con lunghi capelli neri.
«Lady Sif» Sigyn si piegò in un breve inchino.
«Lady Sigyn» fece l’altra. «Potete dedicarmi un istante del vostro tempo?»
Sigyn si voltò verso Grete. Sua cugina la stava guardando, smarrita. Sapendo di non poter rifiutare, Sigyn le fece un cenno, invitandola a raggiungere gli appartamenti della Regina prima di lei. Grete si allontanò con aria poco convinta.
«Sì, certo» rispose allora, tornando verso Sif. Era la prima volta che la guerriera le rivolgeva la parola e si chiedeva quale fosse il motivo. Non aveva nulla di che temere, o almeno così pensava, eppure sentì lo stesso il battito del cuore aumentare di intensità mentre lei e Sif si appartavano accanto alla finestra.
«Lady Sigyn, mi rincresce rivolgermi a voi in circostanze tanto spiacevoli, ma devo mettervi in guardia» esordì subito Sif, concitata.
Sigyn corrugò la fronte. «Che cosa intendete dire?»
«Mi riferisco alla vostra unione con Loki, naturalmente».
Il cuore mancò di un battito. Sigyn rimase in silenzio, e Sif proseguì.
«Ho sentito dire molte cose a corte, ma non posso credere ciecamente a nessuna di esse. Non so quali siano stati i termini del vostro matrimonio, ma se vi è un modo per evitarlo, ricorretevi all’istante».
«Perché mi state dicendo questo?» chiese Sigyn. Sapeva già la risposta, ma voleva sentirla pronunciare ad alta voce. Sif la scrutò per un istante.
«Vi rendete conto che state per sposare un folle?»
«Sì, lo so» rispose Sigyn a bruciapelo. Si sentiva attaccata, e avrebbe voluto difendersi. Il problema era che, in questo modo, avrebbe dovuto per forza difendere anche Loki.
«Non so che cosa stia tramando Loki, ma è pericoloso. Io c’ero, quando ha organizzato il complotto contro Thor, quando ha cospirato contro il regno. So di che cos’è capace».
«Pensate che abbia intenzione di farmi del male?»
Sif fece una pausa. «Forse. Di certo, non vi farà del bene».
Erano tutte le sue paure, tradotte in parole chiare e concise. Sigyn sperò con tutto il cuore di riuscire a sopportarle senza mostrare l’effetto che avevano su di lei. Voleva affrontarle, maledizione.
«Sono conscia del pericolo che sto correndo, mia signora» disse con voce controllata. Sif spalancò gli occhi, e la afferrò per le braccia.
«Che cosa vi spinge a correre un simile rischio? È un’azione totalmente dissennata! State cadendo in trappola. Non so che cosa vi abbia detto, ma quell’uomo non è capace di pronunciare una sola parola onesta».
«Invece te, Sif, onesta lo sei fin troppo».
Sigyn e Sif si voltarono nello stesso momento. Era stato Loki a parlare, poco lontano, le braccia incrociate e nemmeno l’ombra di un sorriso.
«Loki» sussurrò Sif a denti stretti.
Lui non ricambiò il saluto. Sigyn lo fissò immobile mentre le si avvicinava, e si accorse all’ultimo della scintilla nei suoi occhi. Non riuscì a decifrarla. In quel momento, Loki si fermò accanto a lei e le circondò la vita con un braccio.
Sigyn quasi trattenne il respiro, e le parole dell’altro le arrivarono opache e confuse.
«Se non ti è di disturbo, Sif, vorrei passare del tempo con la mia promessa sposa».
Sigyn si accorse che l’espressione della guerriera era diventata come di pietra. Si voltò impercettibilmente verso l’uomo che doveva sposare, cercando di scorgere il suo viso, ma non ci riuscì. La percezione della sua presenza accanto a lei era circoscritta al contatto della sua mano. C’era una certa forza in quella presa, forse troppa.
Loki si allontanò, costringendola a seguirlo e lasciandosi alle spalle Sif. Sigyn realizzò a poco a poco di star camminando accanto a lui, in silenzio, in un’atmosfera assurda. Non le sembrava che le volesse fare del male, e rimase disorientata dalla sua stessa impressione. Poi si rese conto che la mano era ancora sul suo fianco, e si ritrasse di colpo.
«Cosa state facendo?» esclamò. Loki la guardò divertito.
«Passo del tempo con la mia futura sposa» ribatté. «Vieni».
Appoggiò la mano sulla sua schiena, guidandola verso la terrazza che si protendeva sul profilo di Asgard, alla fine del corridoio.
«Sono attesa da vostra madre» cercò di difendersi Sigyn, il cuore in gola.
«Non credo che mia madre avrà nulla in contrario se passerai del tempo con me invece che con lei».
La trascinò con sé fino alla terrazza. Quando lei aprì la bocca per parlare, Loki la precedette.
«Molto bene, Sigyn» disse, e tutto di lui era cambiato, gli occhi si erano riempiti di amarezza e la sua voce era dura. «Adesso, dimmi che cosa ti ha detto Sif».
Sigyn corrugò la fronte. Loki aveva tolto la mano dalla sua schiena, ma lei se la sentiva ancora lì.
«Quindi è questo che vi interessa» commentò. Loki non fece una piega. In qualche modo, Sigyn si sentì ferita.
«Mi ha detto che sono in pericolo e che non mi devo fidare di voi» rispose.
«E tu le credi?»
Una pausa, decine di immagini dietro agli occhi, e brandelli di parole nella testa.
«Qui dentro nessuno è come sembra, e a nessuno si può credere. Non la pensate così anche voi?» rispose.
Loki rise. Rise sul serio, e Sigyn ne fu spiazzata.
«Certo che la penso così».
Si appoggiò alla balaustra. Guardava Asgard come un re avrebbe guardato il suo regno, ma a Sigyn sembrò devastato da quella vista. Serrò le labbra, combattuta tra l’odio che le ribolliva da qualche parte nel cuore e l’empatia che non riusciva ad ignorare.
«Quindi, non volete passare del tempo con me» disse dopo un po’. «Volevate solo che vi dicessi cosa mi aveva raccontato Lady Sif».
«Era quello che volevo sapere».
«Perché?»
Loki si voltò verso di lei. Sigyn non aveva osato avvicinarsi, ma quello che la tratteneva era timore, non terrore. Non si sentiva paralizzata come sempre. Forse iniziava a farci l’abitudine, forse iniziava ad avere coraggio, o forse aveva finalmente capito che Loki avrebbe potuto apprezzare la schiettezza in quel mondo di inganni. Tra le mura di Asgard lei aveva imparato a mentire, ma fin dai suoi primi incontri con Loki qualcosa l’aveva sempre spinta a non celargli mai la verità.
Lui la osservò per qualche momento.
«Ho le mie ragioni» replicò.
«Non credevo che vi importasse tanto di quello che mi viene raccontato sul vostro conto».
Loki la fissò, lo sguardo immobile su di lei, e per un istante Sigyn tremò di nuovo.
«La pensi così?» le chiese.
«Voi avete detto che non mi volete sposare, e quindi pensavo che non vi importasse di quello che penso».
«Non mi importa, infatti».
Sigyn si fermò a riflettere. «Allora vi importa di quello che pensa Lady Sif».
Loki sbuffò. «Men che meno».
«Non capisco» si arrese Sigyn. Mosse involontariamente un passo verso di lui. «Non potete spiegarmi?»
Loki si irrigidì, e la scrutò con interesse. «Tu vorresti che ti spiegassi che cosa penso?»
Sigyn si rese conto troppo tardi di dover rispondere ad una domanda pericolosa. Pensò a tutte le notti che aveva passato sveglia, chiedendosi quali fossero le intenzioni di Loki, quali i significati delle sue parole. Così, decise di rispondere di nuovo la verità.
«Sì», disse.
Loki, attonito, non replicò. Le diede le spalle senza guardarla, come sovrapensiero, e Sigyn ebbe il sospetto di aver detto una cosa terribile.
«Suppongo che non siano affari miei» mormorò, per riparare al danno.
«Esattamente» replicò subito Loki, e Sigyn desiderò di scomparire.
Per un lungo istante rimasero entrambi in silenzio.
«Fra tutte le richieste, questa non credevo mi sarebbe mai stata sottoposta» disse Loki. Sigyn non capì se la cosa gli piacesse o meno e rimase in attesa, con il cuore che batteva forte e la paura che iniziava a riemergere.
Poi Loki si voltò verso di lei e si rese conto che no, non era offeso, perché non sembrava volesse spaventarla. Aveva un’espressione che non gli aveva mai visto. Le appariva quasi fragile, e per un attimo si dimenticò di odiarlo tanto e di non voler niente a che fare con lui perché era pazzo e pericoloso. In quel momento sembrava soltanto smarrito.
Il silenzio era durato troppo. Lo sguardo di Loki diceva un sacco di cose, ma Sigyn non riusciva a capirle tutte. Abbassò la testa per un istante, poi rialzò gli occhi.
«Allora, mi spiegherete?» chiese.
Loki si avvicinò. Sembrava che fosse lui, adesso, a cercare di capire che cosa passasse per la testa di lei.
«Sì», rispose. «Lo farò».
Sigyn sentì il cuore mancare di un battito - per il tono con cui aveva parlato, per l’intensità dello sguardo, per l’assenza di sorriso che aveva fatto assomigliare le sue parole ad una vera promessa.
Loki si riscosse bruscamente, e mosse qualche passo lontano da lei.
«Va’ da mia madre, ora. Ti starà aspettando».
Sigyn avrebbe voluto dire ancora qualcosa, ma si rese conto che la conversazione era terminata. Loki, le braccia distese sulla balaustra, osservava il regno che non possedeva, dandole le spalle e celandole i suoi occhi, e Sigyn si allontanò con una strana sensazione dentro al petto.
Era tutto un mistero, e lei non riusciva a smettere di pensare che, forse, Loki le aveva appena promesso che presto lo avrebbe svelato.


Il panorama di Asgard davanti a lui non gli sembrava niente di più di una landa desolata. Loki ascoltò i passi di Sigyn farsi sempre più lontani. Appoggiato alla balaustra, fremeva di rabbia.
Era arrabbiato perché era confuso.
Nessuno, prima di quel momento, gli aveva mai veramente chiesto
che cosa pensava.















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Questo, che era nato come un capitolo di transizione, è diventato invece un altro snodo molto importante.
Sto disperatamente inseguendo l'IC, ma questo non mi impedirà di dare una svolta considerevole alle relazioni nel prossimo capitolo, che uscirà fra una settimana e che prevede un piccolo salto temporale, perché per quanto mi piaccia far dialogare questi due, non posso scrivere altri quattro capitoli solo di dialogo, che servirebbe sicuramente ad approfondire e a rendere tutto molto plausibile, ma temo che finirebbero per annoiarvi. Per qui, la mia sfida è di riuscire a rendere le cose plausibili anche tramite la nobile arte della sintesi. Riuscirà la nostra eroina a non andare OOC? Il mistero sarà svelato la prossima settimana.

Parliamo di citazioni! Il titolo di questo capitolo è, ancora una volta, una citazione dell'Amleto. Viene da una battuta che lui dice a Ofelia, atto III, I. Mi rendo conto che più scrivo questa storia, più trovo dell'Amleto in certe tematiche. Sigyn è per certi versi una novella Ophelia. Loki è, ancora di più, Hamlet.
Nello scorso capitolo la citazione era nel titolo. "One may smile and be a villain", ripresa, in traduzione, nel testo ("Uno può sorridere e sorridere, ed essere malvagio"). E' tratta dal monologo di Amleto dopo aver scoperto che il padre è stato assassinato dallo zio.

Anche su facebook, sto conoscendo tante persone che seguono la fanfiction, a cui piace, che si divertono leggendola... e questo è un regalo enorme per me, e dopo tredici capitoli ancora non riesco a crederci che ci sono persone che aspettano gli aggiornamenti e che seguono la storia e che la divorano. Accidenti, come faccio a dire a parole quanto vi sono grata, e quanto sono contenta?
Grazie!
A chi ha commentato lo scorso capitolo: camomilla17, _Zazzy, waterlily, Alkimia187, Morwen_Eledhwen, Darma, Efy, Sheleen_, Elweren, LilianStark, Livin_la_vida_Loki, Red_sayuri, LittleBulma, Nat_Matryoshka, TsunadeShirahime, Liz_23, mirianval, Francesca Akira89, EffEDont.
Chi ha inserito la storia tra le seguite (siete tantissimi!!!): AcrossTheSea, akachika, Alkimia187, amidala1202,Amora the Enchantress, blackpearl_, BradDourif89, camomilla17, Caris, ClaireCarriedo, Darma, Didyme, doctor tenth, EDVIGE86, EffEDont, Elweren, EnekSotet, Enide, flavianolamanoo, Francesca Akira89, Geilie, GingerTrickster, Hiddle, Ila_Chan91, Jack delle Ombre, Jessy87g, JoyBrand, kenjina, Keyra93, Klainer, Lady Aquaria, Lady of the sea, LaPazza7, Latis Lensherr, LilianStark, LilythArdat, Livin_la_vida_Loki, Liz_23, lullaby3, MadHatterJoe, MaRmOtTeLlA, maura 77, mhcm, Mishja, Morrigan Aensland, Morwen_Eledhwen, Nat_Matryoshka, Nemsi, Out of my head, Paddina, PhoenixOfLight, Princess_Klebitz, Red_sayuri, saku89, sasuchan7, Seleia, snoopevious, Strix, The_Lonely, TsunadeShirahime, Vale11, Warumono, _Loki_, _Lucrezia97_, _Zazzy
A chi ha inserito la storia tra le preferite: akachika, Astrid Cuordighiaccio, ClaireCarriedo, EffEDont, enifpegasus, ESTchaviski, Francesca Akira89, ghirigoro, gunnantra, Harmony394, HelleonorGinger, Jun M, Keyra93, Lady_G93, LittleBulma, LaPazza7, Livin_la_vida_Loki, lovermusic, LudusVenenum, MonMon, muahaha, NerdHerd, Nou, Paddina, Sheelen_, Sherlockian7, sillyVantas, Vampire_heart, Veruschka, virgily, Warumono, waterlily_, _Zazzy
A chi ha inserito la storia tra le ricordate: BadWolfSherloki, Chihiro, Jun M, Layla_Morrigan_Aspasia, Out of my head, Sheelen_, Wynne_Sabia


_Zazzy ha segnalato la storia per essere inserita tra le "scelte"!!! Io sono ancora emozionata. Grazie, grazie, grazie!!!

Come sempre, vi esorto a lasciarmi una recensione, che è un po' l'ossessione di noi autori :) A parte gli scherzi, bè, lo sapete quanto mi faccia piacere.
Se ancora non l'avete fatto, aggiungetemi su facebook: http://www.facebook.com/eleuthera.efp

Au revoir,
Eleu

   
 
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