Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: nals    28/07/2012    5 recensioni
Deglutisci un pezzo di vuoto e, nel mentre, la disperazione ammantata di rabbia nelle iridi di James è già diventata tua.
Lo odi. Odi che i tuoi propositi diventino patetici tentativi andati in fumo ad ogni suo sguardo. Odi dipendere così tanto da una persona; ami troppo che quella persona sia lui.
[Quarta classificata al "Cantatemi, o Muse, di maghi e non di babbani"-contest di ValViols]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'A whisper in your ear? '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non t’importa.

 
 
 

“Can you see that I am needing, 
Begging for so much more 
Than you could ever give 
And I don't want you to adore me, 
Don't want you to ignore me 
When it pleases you yeah 
And, I'll do it on my own”
 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                    

"Cosa sta succedendo?"
La porta cigola oltraggiata, oscillando sul suo asse di rotazione; tu non fai una piega. Ostenti una tranquillità che sa di plastica e gli mostri il viso.
Glielo sbatti in faccia, così, velato di trucco. Le sopracciglia inarcate dalla finta sorpresa ed un ghignetto odioso sulle le labbra. Falsità.
È sempre semplice , per te,  fingere di essere, Sirius. È sempre così naturale nasconderti tanto a fondo e restarci, restarci, restarci.
Rimanere lì, rannicchiato tra le tue stesse fibre in attesa di schiuderti e respirare, urlare forse. O ridere. Ridere per davvero.
Sei accovacciato da qualche parte dietro lo sterno, adesso; il cervello continua a riempirti la testa di chiacchiere: vuole atrofizzarti il cuore.
“Non t’importa” sta dicendo.
Nont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importa.
L’altro te prega che James faccia in fretta.
“CHE CAZZO STA SUCCEDENDO?”
Gesticola un sacco, Prongs, quando parla, figurarsi da arrabbiato. Ha il viso arrossato per la collera ed il fiato grosso. È sul punto di staccarti la testa, Sirius. O forse no.
“Non urlare, idiota.”
“N-non...?”
“Urlare, James.”
È quasi divertente vederlo boccheggiare come un fesso. Quasi. Le mani sono ancora sospese a mezz’aria, lo sguardo continua a saettare in ansia per tutta la camera, ma trova sempre te.
“Sono due settimane che mi eviti. Hai persino convinto Silente a cambiare i turni delle ronde che abbiamo insieme. Rifili una scusa dietro l’altra come se servissero a qualcosa. E... ed io non capisco. Non sto capendo un cazzo, Sirius.”
Pensi che sia un gran peccato che ti abbia scoperto. Cerchi di rimanere impassibile, giocando con i muscoli del viso. Gli insegnamenti di tua madre sono serviti a qualcosa, almeno. Non rispondi, non lo guardi, lo mandi a quel paese così, senza sforzi.
 “Okay.” Sospira  James e le dita affondano tra le ciocche scure. “Parliamo. Dobbiamo parlare.” aggiunge, poggiandosi di schiena alla scrivania intagliata. Ti guarda.
Nont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importa.
“Ho sonno. Non ne ho voglia. Parliamo domani.” Biascichi, dandogli le spalle. Lo stomaco si contorce.
Il silenzio si fa pesante, fagocita l’aria che i polmoni bramano con disperazione, finché la pazienza evanesce e James scatta.
Riduce la distanza che vi divide con due falcate e hai le sue dita ai lati della faccia, ed il suo fiato sulle labbra, e quegli occhi nei tuoi occhi.
Forse sono i tuoi ad essere nei suoi.
Deglutisci un pezzo di vuoto e, nel mentre, la disperazione ammantata di rabbia nelle iridi di James è già diventata tua.
Lo odi. Odi che i tuoi propositi diventino patetici tentativi andati in fumo ad ogni suo sguardo. Odi dipendere così tanto da una persona; ami troppo che quella persona sia lui.
Fissi lo sguardo sulla guancia sinistra di James, tra le ombre della microscopica cicatrice dove le tue labbra hanno sostato...quante volte, Sirius?
Volgi l’attenzione altrove all’improvviso, come scottato, cercando di  liberarti dalla sua presa. Hai caldo. Perché è caldo lui, e sono calde le sue mani su di te.
“Hai bevuto, amico?” ringhi, irritato, indicandogli le sue mani sulle tue braccia. Ma non molla, non molla, James.
“Parlami, dannazione.”
“Lo sto facendo.”
“Sirius, cazzo...”
“Cosa? COSA? Lasciami in pace. Sono stanco.”
Lo strattoni con più forza e te ne liberi, riprendendo a respirare. C’è il vuoto, adesso, a scivolare tra le sue dita e troppa confusione nello sguardo.
 “Perdonami. Qualsiasi cosa io abbia fatto, perdonami.” Sussurra, James. E tu vorresti urlargli di andare al diavolo una volta per tutte, di smetterla con questi stupidi teatrini di carta pesta e decidere una volta per tutte. Vorresti spezzargli il piede che ha ficcato tra le tue scarpe e non averlo più a due centimetri dal naso. Perché non può, non può giocare così con il tuo cuore, non può costringerti a vivere di speranze decedute in partenza, non può sposare Lily ed amare te nello stesso istante. NON PUO’.
Le sopracciglia scattano verso l’alto e ti sporgi in modo teatrale di lato, indicando con lo sguardo il suo fondoschiena.
“Non pensavo ti fosse cresciuta la coda, Potter. Di paglia addirittura! Gran bell’affare.” Il tuo tono gronda di rabbia e sarcasmo; James ti guarda e c’è così tanto in quelle iridi che smetti di volerci capire qualcosa. Le eviti con saggezza, lasciando che le tue si perdano tra le crepe del muro che ti sta di fronte.
Nuotando tra quegli angusti spazi ammuffiti ricordi le parole di Remus e l’istante in cui hai sentito le fondamenta del tuo mondo tremare con più violenza del solito prima di ridursi in polvere.
“Ho accompagnato James a comprare l’anello per Lily, stamane. Diagon Alley non è cambiata affatto, ma è molto meno affollata e più ombrosa, ecco. Avresti dovuto esserci, Pad. Sembrava l’undicenne fuori di testa di sette anni fa. Peccato che tu fossi impegnato.Impegnato, certo. Impegnato a non saperne nulla. Ma hai ingoiato il dolore, premendolo con le dita giù per l’esofago e hai sorriso a Remus, promettendo che ti saresti rifatto presto per organizzare un addio al celibato con i fiocchi, a quel cervo da strapazzo. Hai accennato una risata di circostanza e ti sei fiondato fuori dopo avergli rifilato un paio di scuse da adolescente depravato. Un tè da Andromeda, forse. Come se sapesse prepararne uno decente, la tua cuginetta. Probabilmente Remus non se l’è bevuta. Lui sa sempre tutto, prima che gliene si parli. Ma è un buon amico, sa quanto pesino i segreti, sa come sigillarli nello stomaco.
Inspiri a fondo, cercando di sedare la rabbia ripresentatasi e tutta quella delusione. Ci provi, ci provi davvero, ma l’istinto è sempre in grado di mettere nel sacco la tua razionalità. E lui, l’istinto, ti mette all’angolo non appena James apre bocca.
“Scus...”
“Scusa, certo. Da un paio di mesi a questa parte sai solo scusarti. E dimmi, per quale ragione dovrei perdonarti ora? Perché Voldemort sta cercando di accopparci tutti? Perché Marlene cucina da schifo? Perché due settimane fa eri impegnato a cercare un meraviglioso anellino alla tua deliziosa fidanzata nei negozietti di Diagon Alley senza che io ne sapessi nulla, James? Per cosa, pezzo di merda? COSA?”
Lo spintone che gli hai appena rifilato è stato abbastanza liberatorio, ma hai ancora tanta rabbia impigliata su per la gola. Ti viene da vomitare.
“E dimmi, già che ci siamo, cos’è che avevo da fare di così importante io, nel mentre? Perché sai: NON NE HO IDEA!”
Lo guardi, la mascella contratta, le dita strette a pugno, una grossa voglia di prenderlo a Schiantesimi. James è immobile; respira piano ad occhi chiusi ed è come se stesse per sbriciolarsi. Un’altra ondata di rabbia ti monta dentro.
“Non volevo che tu ci stessi male. Pensavo che sarebbe stato peggio.” Sussurra le sue scuse sempre a sguardo basso e le tue nocche bramano ancora d’infrangersi sulla sua guancia – quella sinistra – ed allargare l’odiosissima cicatrice che le tue labbra hanno assaggiato troppe volte.
“Certo.” Rispondi e scoppi a ridere così forte che potresti persino pensare di voler ridere per davvero.
Ridi e ridi ancora finché James non ti afferra privo di qualsiasi accortezza. C’è collera nei suoi occhi adesso, tanta tanta rabbia pronta ad incollarsi ai tuoi vestiti e strangolarti.
“Cosa avrei dovuto fare, Sirius? Chiederti di aiutarmi a scegliere? Preferisci il rubino o lo smeraldo, tesoro? Cosa avrei dovuto fare? Credi che accompagnandomi avresti sentito meno male?”
Hai il suo corpo a schiacciarti contro il muro, il suo viso arrossato ad un soffio e tutto quello che vorresti fare sarebbe ucciderlo a mazzate. E baciarlo, riempirlo di morsi, sentire il sapore della sua pelle sulla lingua, perché due settimane sono tante e volere così tanto una persona fa schifo.
Ingoi il desiderio calando le palpebre sull’iride per un istante e lo spingi via, facendo forza sui bicipiti.
“Non sono il tuo cagnolino. Non puoi pretendere che io ci sia solo quando ne hai bisogno tu, non puoi pretendere che io ti voglia quando tu vuoi me. Non me ne frega un cazzo del tuo anello, mi frega che io per te esista solo quanto ti fa più comodo.”
Il pugno arriva e fa male. Due secondi dopo e il tuo braccio destro decide per te.
Nessuno dei due si lamenta, non un gemito, non un’imprecazione. Ma è doloroso osservare il rossore espandersi sul viso che ami da troppi anni senza poter evitarlo.
“È questo che pensi di me, Black? È questo?” sputa James, infervorato.
“Va’ al diavolo”
“Sii sincero. È questo che pensi, Sirius?” rincara, avvicinandosi.
“È la verità. Semplicemente.” Sibili, irritato.
“Non hai capito un cazzo.”
“Oh, bene! Cos’è che dovrei capire, James? Cosa?”
È un attimo e le sue labbra sono sulle tue e non mollano più. Le tue non cercano nemmeno di tirarsi indietro. È sempre sfiancante baciare James. È come voler suggerire quello che ti passa per la testa, traducendolo con la bocca. Ed è complicato, perché poi ci si mette il cuore e la necessità di voler vivere così per sempre: respirare l’aria di James, tutto James, dalle sue labbra.
È sempre sfiancante baciare, James. La sua bocca, e i suoi denti, e la sua lingua  parlano troppo senza pronunciare una parola. E tu vorresti dirgli che così non vale, che un bacio non risolve un cazzo, che c’è Lily a qualche chilometro di distanza, Lily che ha un tempo lungo quanto tutte le notti della sua vita per baciare James, ma poi lui biascica un ti amo e tu ti sciogli. Perché vorresti odiarlo, ma lo ami mille volte in più. Perché baciarlo è come vivere un po’ più a lungo, è come tessere la tua felicità con un po’ del suo fiato sulle labbra, è come pensare che la vita non sia tutta questa merda. Ma poi il bacio finisce e le menzogne riaffiorano assieme al dolore, alla consapevolezza che sia tutto uno stupido bluff. Che la vita non è mai semplice e che non ha un pizzico della dolcezza dello zucchero filato. Che avere bisogno non significa necessariamente che ci sarà qualcuno pronto ad offrire se stesso per farti stare bene.
Sciogli la presa delle sue dita dal tuo maglione e concedi una possibilità di vita in più al tuo cuore con un passo indietro.
“Sir...”
“Avrei scelto il rubino, tu no. So anche questo. L’addio al celibato lo organizzo io. Adesso vado. Ho da fare.”
Scolleghi il cervello e allontani la mano che ha cercato di riafferrarti.
Spalanchi la porta e scappi fuori.
Nont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importanont’importa.
Tasti l’erba bagnata di Londra con le zampe, il suo profumo ti solletica le narici.
Scodinzoli eccitato. Così è più facile respirare.
 

 
 
 
 

 
 
 
 

Quarta Classificata

( Nali ): Non t’importa
 
Grammatica e Ortografia: 14.8/15
Stile e Lessico: 12.5/15
Originalità: 18/20
Caratterizzazione: 13/15
Utilizzo del pacchetto: 9/10
Gradimento personale: 2.5/5

Totale: 69.8/80
 
Grammatica e Ortografia: 14.8/15
-          E…ed io non capisco
I puntini di sospensioni devono essere staccati dalla parola che li segue.
Per il resto, non ho trovato errori.
 
Stile e Lessico: 12.5/15
Allora, diciamo che accetto il linguaggio scurrile e gergale nei dialoghi, ma nel resto della storia ho trovato alcuni termini colloquiali, tipo ‘sgamato’, che non vanno bene per la narrazione. Credo che il tuo stile sia un po’ acerbo e da allenare, ma c’è una buona base.
 
Originalità: 18/20
La storia è decisamente originale, perché la discussione tra i due nasce da una scelta di James di andare con Remus a prendere l’anello di fidanzamento per Lily. L’unico problema riguarda il fatto che, spesso, nella James/Sirius i due litigano per via del matrimonio con la Evans.
 
Caratterizzazione: 13/15
Buono James che tiene molto a Sirius, il quale ho trovato, invece, un po’ forzato. Dato che parli di loro ai tempi della gioventù, la caratterizzazione è un po’ personale, soprattutto riguardo agli ultimi anni: non credo che Sirius si sarebbe comportato così da strafottente con James, ma gi avrebbe parlato, soprattutto per lo strettissimo legame che li legava.
 
Utilizzo del pacchetto: 9/10
Mi piace come hai usato Diagon Alley, anche solo citandolo, e il pezzo di canzone scelta è adattissimo alla storia: forse avrei preferito un maggiore utilizzo di Muscle Museum.
 
Gradimento personale: 2.5/5
La tua storia non è male, ha potenziale, ma non mi ha entusiasmato. Prima di tutto per lo stile, che ti consiglio di esercitare continuando a scrivere; in secondo luogo, va bene il linguaggio colorito, considerando soprattutto che nella storia sono giovani, ma in alcuni casi è forse troppo. Infine, stesso discorso fatto negli altri giudizi: l’emozione. Mio malgrado non mi sono emozionata, ma, come dico sempre, questo è anche un problema di chi legge, non solo di chi scrive.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: nals