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Angolo autrice
Saaaalve :3
Questa è una Dramione che avevo in
programma da un po’ di tempo(sarò
seincera “da un po’ di tempo” equivale a
“anni”), non avevo intenzione di
pubblicarla poi ho sentito il bisogno di farlo. Nasce da una fantasia
che ebbi
da piccola (come viaggiava la mia mente senza neanche conoscere questo
pairing
<3 ) su Hermione e Draco appunto al lago dove nasceva il loro
amore.
Buona
lettura!
Capitolo
1
I had to find you, tell you I need you. Tell you I set you apart.
‘Dovresti
renderti
conto che io non posso più sopportare tutto
questo.’
Lo
stomaco di Draco
fece un balzo, quelle parole significavano l’inizio di un
periodo di crisi, di
tortura per la sua mente.
‘Non
dire così…’
‘E
cosa devo dire? Tuo
padre non fa altro che deridermi
anche
non sapendo della nostra
relazione! E
devo anche sopportare te che gli dai ragione! ‘
‘Ma
non lo penso
davvero!’
‘Mi
pare ovvio!
Altrimenti non ti ritroveresti più la pelle!’
Hermione
amava scagliare uccellini inferociti addosso alle persone, Draco lo
sapeva
bene.
Quante
volte l’aveva
chiamata ‘sporca mezzosangue’, ‘lurida
babbana’, al quarto anno Draco rischiò
di affogare nel lago ed era solo, per caso anche Hermione era
lì e lo tirò via
il più velocemente possibile dalle acque del lago. Draco era
scombussolato,
vedeva tutto sfocato, e la testa gli girava forte, l’acqua
gli era andata di
traverso e ne aveva inghiottita un bel po’; la ragazza lo
strattonò forte per
farlo distendere completamente sulla riva e poggiò le sue
labbra su quelle dal
ragazzo.
Draco
in quel momento
fu preso da una sensazione che gli travolse l’animo. Hermione
continuò a
respirare nella sua bocca cercando di liberarlo dall’acqua,
dopo quindici
minuti Draco tossì forte cacciando tutta l’acqua
inghiottita, gli uscì dal naso
che bruciava forte e gli occhi lacrimavano, la gola era ruvida e acida.
La
guardò di sottecchi.
‘Non
avevo bisogno di
te, mezzosangue’
Strinse
gli occhi a due
fessure per il bruciore, la testa gli doleva. Hermione sentiva il cuore
martellargli nel petto per la rabbia, gli tremava il labbro inferiore,
Draco la
trovava ridicola, ma si sentiva terribilmente in colpa, ogni volta che
la
umiliava si sentiva terribilmente in colpa.
Il
padre lo aveva come
‘infettato’, era costretto
a deridere
i babbani, o coloro che non provenivano da una famiglia purosangue, non
riusciva a farsi valere agli occhi del padre. Credeva di essere una
costante
delusione: la scuola non andava a gonfie vele, anche essendo il cocco
del
professor Piton, il comportamento che assumeva non soddisfaceva il
padre, era
un ripiego. A volte pensava che anche Dobby fosse migliore di lui.
Voleva
attenzione, l’attenzione che davano a Harry Potter,
un’attenzione piena di
devozione, stima ed Hermione era riuscita ad accettarlo
così, a scoprire
lati nascosti di
Draco. Non poteva
perderla, non se lo sarebbe mai perdonato.
*
Era
la sera del ballo
del ceppo, era tardi, davvero tardi e Hermione era seduta sulle scale
che
portava alla torre di Astronomia, Draco era andato prima per
controllare il suo
Gufo, non poteva farlo tornare alla guferia, il padre
gliel’aveva severamente
vietato. Scendendo le scale notò Hermione, erano passati dei
mesi dal
pomeriggio in cui Hermione l’aveva salvato evitandola ogni
volta che la
incontrava per i corridoi. Hermione abbassò lo sguardo
notando la presenza del
Serpeverde, rialzandolo notò che stava per parlare. La
ragazza sentì montare la
rabbia dentro di sé.
‘PER
UNA BUONA VOLTA LASCIAMI IN PACE E NON PRENDERMI IN GIRO PER OGNI COSA!
HO
PASSATO UNA SERATA ORRIBILE PERCHE’ LA GENTE NON SA GUARDARE
IN FACCIA LA
REALTA’ E FARSI AVANTI NEI MOMENTI GIUSTI! ORA SE NON TI
DISPIACE LASCIAMI QUI
A DISPERARMI E VAI
NELLA TUA SALA COMUNE
A DERIDERMI DAVANTI A TUTTI TUOI AMICI PUROSANGUE, E NON QUI
PERCHE’ POTRESTI TROVARTI
AL SAN MUNGO NEL GIRO DI CINQUE MINUTI!’
Draco voleva andarle vicino e abbracciarla, scusarsi per
tutti i mesi passati a farla soffrire, per le brutte cose che le aveva
detto
insieme al padre. Hermione chinò la testa sulle ginocchia
piegate, sospirò
aspettandosi qualche insulto. Draco con la bacchetta fece apparire una
rosa
sulla sua mano e nel scendere le scale la fece cadere accanto a lei.
‘Che
resti fra noi..’
disse pacatamente.
‘E
scusami. Per…tutto.”
Cacciò a fatica quelle parole dalle sue labbra, fu come
autosabotarsi,
autoumiliarsi. E se abbandonare tutte le difese non fosse servito a
farla
ragionare? E se tutto ciò fosse stato uno stupido modo per
sembrare ancora più
ridicolo ai suoi occhi? E se lei non fosse andata da lui nonostante
abbia
dichiarato implicitamente che gli piaceva?
Oh
Hermione.
Scendeva
le scale
lentamente sperando che Hermione si alzasse e corresse da lui, ma la
ragazza
rimase accasciata sulle scale con la fronte poggiata sulle ginocchia
avvolte
dalle braccia e le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
Spostò lo sguardo
affianco a lei notando il fiore.
Sospirò
sentendo la
confusione nascere dentro di sé, colse il fiore e
aspettò che Malfoy andasse
via per prendere il passaggio segreto più vicino e arrivare
alla torre di
Grifondoro. Si tolse le scarpe liberando i piedi doloranti,
sentì il marmo
freddo entrare in contatto con la pelle facendole provare un piccolo
brivido e
zoppicando ogni tanto per il dolore si avvicinò al quadro.
La Signora Grassa la
guardava con un certo disappunto, a sorrise divertita.
«Non
mi aspettavo di
trovarti ancora in giro per il castello, signorina.» Disse
guardando la rosa cercando
di non farsi notare, ma la goffaggine della donna non le permetteva di
comportarsi in modo discreto.
«Avevo
voglia di stare
da sola..» buttò lì Hermione. La
Signora Grassa stava per aprire bocca quando
la strega la interruppe di proposito «Ora invece ho tanto
sonno e i piedi
doloranti.»
«Prego.»
Disse.
Hermione
sorrise appena
e dopo aver detto la parola d’ordine corse dentro la sala
comune per sfuggire a
ulteriori domande. Si guardò intorno prima di entrare. Non
c’era nessuno così
si lasciò cadere sul divano di fronte al camino spento. La
luna illuminava la
sala comune e Hermione guardava la rosa tra le sue mani,
l’accarezzava
riflettendo. La portò alle bocca sentendo i petali vellutati
accarezzarle le
labbra e chiuse gli occhi stringendo la mano destra attorno allo stelo,
fortunatamente senza farsi male.
Malfoy
ma cosa ti sta succedendo?
Avevo
vergogna nel
provare felicità per quel gesto, di aver sentito finalmente
delle scuse
provenire da Malfoy, ma non avrebbe potuto reggere tante domande per
una rosa,
non avrebbe potuto reggere le domande di Ron in preda alla gelosia,
così con un
colpo di bacchetta accese il camino e lentamente staccò i
petali, uno ad uno e
li buttò nel fuoco.
I
petali si
contorcevano nelle fiamme quando Hermione sentì dei passi.
Frettolosamente si
alzò dal divano raccogliendo il vestito fino a sopra le
ginocchia e prendendo
le scarpe da terra. Buttò il resto della rosa nel fuoco e di
corsa andò verso
il dormitorio femminile, si voltò notando il camino ancora
accesso, buffò
spegnendolo e sgattaiolò nel suo dormitorio.
Affacciandosi
notò che
era Harry e portava con sé l’uovo. Di solito non
ci avrebbe pensato due volte
ad aiutarlo, ma questa volta non poteva, era distrutta, confusa,
debole. Per la
prima volta Hermione Grenger non era nelle facoltà mentali e
fisiche per
mettere in atto il suo ingegno.
Ri-salve, se
siete
arrivati fin qui vuol dire che avete letto tutta la fanfiction e ne
sono
contenta, spero vi sia piaciuta e che lasciate una recensione. Non so
quando
aggiornerò di nuovo, spero presto e spero anche di riuscire
a scrivere molto di più di questo.
E
arrivederci!
EdenRape
:3