QUANDO TUTTO TI E’
CONTRO
di Coco
Lee
“Con questa mano io dissiperò i tuoi
affanni.
Il tuo calice non sarà mai
vuoto perchè io sarò il tuo vino.
Con questa candela
illuminerò il tuo cammino nelle tenebre.
Con questo anello ti chiedo di essere
mia.”
[Tratto
da film “La sposa Cadavere”]
Tsuyoshi premette il
campanello per la terza volta e finalmente sentì che dentro all’appartamento
qualcuno stava correndo ad aprirgli.
Gomi aprì la porta pochi
secondi dopo, mise sola la testa fuori nel corridoio, diede una rapida occhiata
in giro, guardò Tsu davanti a se e infine lo prese per la
maglietta.
- Entra!- gli ordinò e lo
trascino dentro casa sua, sbattendo la porta.
Lo fece sedere in salotto
senza tanti complimenti e si mise a guardare fuori dalla finestra, aspettava
qualcun altro.
- Gomi, sei sicuro di stare
bene?- provò a chiedere Sasaki sconcertato dal comportamento dell’amico.
D’accordo che Gomi non era mai stato un ragazzo del tutto a posto con la testa,
lo sapevano tutti, ma ora stava veramente passando il
limite!
Il moro non rispose subito,
continuò a guardare fuori dalla finestra. Vide qualcosa e velocemente andò ad
aprire la porta di casa.
- E’ arrivato Hayama..-
spiegò all’amico, ancora seduto sul divano, che lo guardava come un
pazzo.
Infatti, pochi minuti più
tardi, Akito varcò la soglia di quell’appartamento, osservando i due ragazzi
davanti a se.
- Si può sapere che cosa è
successo?-
Gomi osservò gli amici: era
giunto il momento, non poteva più nasconderlo.
Si sedette con un tonfo sul
divano, prendendosi la testa fra le mani. Era confuso, agitato e anche
spaventato. Spaventato da come i suoi amici avrebbero potuto prendere quella
notizia. Si faceva schifo da solo.
- Ieri sera..- iniziò con
voce titubante, mentre Akito e Tsuyoshi lo osservavano: era disperato, come non
lo avevano mai visto in tutta la loro vita.
- .. Hisae è venuta a casa
mia.. mi ha detto di aver litigato con Eiji..- disse con un sospiro,
preparandosi al peggio. Hayama lo scrutava dalla sua posizione, appoggiato al
muro del salotto, sapeva gia tutto. Sapeva gia cosa Gomi stava per rivelargli.
Conosceva lui. Ma cosa più importante, conosceva
Hisae.
- .. non so come sia potuto
succedere, ma..-
Tsuyoshi si mosse strano
sul divano, anche lui aveva gia capito la storia.
Akito chiuse gli occhi,
pronto al peggio. A quella frase.
- .. abbiamo fatto l’amore.
E non me ne sono pentito.-
***
Aya rimase scandalizzata e
si coprì la bocca con una mano.
Fuka rimase impassibile.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo. Lo sapeva (e forse lo aveva anche
sperato) lei, e lo sapeva anche Hisae.
Ci furono momenti di
silenzio imbarazzante dove le ragazze fecero mente locale per digerire quello
che avevano appena udito.
Hisae le guardava immobile,
trattenendo il respiro. Timorosa del loro giudizio, delle loro opinioni. Sapeva
che quello che era successo da Gomi era stato uno sbaglio, o almeno era quello
che voleva pensare perché quella frase “Non mi sono affatto pentito di quello
che ho fatto” che aveva pronunciato Gomi quando si era risvegliata nel suo
letto, continuava a rimbombarle nella testa, mandandola in confusione, ma
infondo doveva ammettere che era una confusione
piacevole.
- Lo sapevo che sarebbe
successo.. era troppo evidente.- esordì Matsui, stanca di quel silenzio e di
quei pensieri che affollavano quella stanza.
- Io ancora non ci credo..-
disse solamente Aya.
Hisae le guardò ancora un
istante, pronta ora a dire il peggio. Sì, il peggio doveva ancora
arrivare.
Ormai stanca di tenere quel
segreto, la prova che quello che aveva fatto era ancora più grave, tirò fuori la
mano sinistra che fino ad adesso era rimasta nascosta nella tasca della sua
felpa.
L’occhio di Fuka si puntò
immediatamente su quell’oggetto, quel dannato oggetto, che adornava l’anulare
sinistro di Hisae.
- Porca putt…- esclamò
Matsui spalancando la bocca. Aya, non capendo la reazione dell’amica, osservò il
punto che la ragazza stava fissando.
Se prima era sconcertata,
adesso era veramente fuori di se per la sorpresa.
- Eiji tre giorni fa mi
aveva chiesto di sposarlo e io ho accettato..ma ora non sono sicura di fare la
cosa giusta, non sono sicura più di niente!- e detto questo, finalmente, Hisae
si sciolse in un pianto liberatorio.
***
Akito infilò la chiave
nella serratura della porta. Quella giornata era stata pesante e massacrante.
Strana.
Prima la tomba, poi quel
detective e infine Gomi e Hisae.
Mentre si toglieva la
giacca per poggiarla sull’appendi abiti, sentì i passi allegri provenire dalla
cucina, segno che anche quella sera Romi stava provando a
cucinare, si perché come gia detto, lei non ne era molto
capace.
Hayama si avviò verso la
cucina, ma non prima di aver preso quello che gli serviva dalla tasca interna
della giacca. Quella sera era il momento perfetto. Doveva andare tutto liscio,
non poteva permettersi di sbagliare.
Fece il suo ingresso nella
stanza e trovò la ragazza col grembiule davanti ai fornelli mentre assaggiava
qualcosa che coceva nella pentola.
Sorrise.
Teneva gli occhi semichiusi
rivolti verso l’alto, la bocca piccola e bella serrata mentre assaporava quello
che aveva cucinato. I capelli neri le cadevano sciolti e lunghi sulla schiena
dritta, la mano destra era impegnata a reggere il mestolo, mentre la sinistra
teneva il contenitore del sale.
Un’immagine
perfetta.
Akito tossì due volte per
attirare l’attenzione della ragazza che non si era accorta del suo rientro a
casa. Romi si voltò con un balzo. Era gia la seconda volta che il suo ragazzo le
faceva prendere un accidente!
Sorrise gioiosa, lasciando
incustodita la pentola sul fuoco, e si buttò tra le braccia del
ragazzo.
- Sei tornato tardi!- lo
rimproverò lei con dolcezza.
- Scusa.. Gomi ha avuto un
problema e..-
- Si lo so.. mi ha
telefonato Hisae poco fa..- ammise lei staccandosi dal corpo dell’uomo.
Hayama la guardò dritta
negli occhi.
Ora.
Adesso.
Era il
momento.
- Romi, potresti chiudere
gli occhi per piacere?- chiese gentilmente alla ragazza. Questa annuì, non
capendo bene a che gioco stesse giocando il
giovane.
Sentì solo la sua mano
grande che prendeva la sua più piccola, la sinistra, è avvertì qualcosa di
freddo e metallico avvolgergli l’anulare.
“Oh mio Dio..” disse dentro
di se, mentre sentiva il cuore che velocemente aumentava i
battiti.
Spalancò gli occhi, per
vedere se non aveva sognato, se non si era solo
illusa.
Sorrise di gioia quando lo
vide.
Quell’anello era li: fine,
di oro bianco, con uno smeraldo blu piccolo incastonato sopra. Proprio come lo
voleva lei.
- Aki, ma cosa..?- riuscì
solo a formulare con gli occhi che lentamente diventavano
lucidi.
- Per dirti che voglio
passare la mia vita con te, per dirti che è grazie a te che dopo tanto tempo
riesco a sorridere alla vita e..- si fermò un attimo.
-
E..?-
- .. e che non voglio fare
la stessa fine di Eiji! Quindi prima ti sposo, meglio è! Così ci pensi due volte
a mettermi le corna!- disse ridendo baciandola con
trasporto.
Romi rise sopra le sue
labbra, per poi lasciarsi andare a quella sensazione di benessere e felicità.
Non se lo aspettava. Era felice. Troppo felice. Si mise a piangere come uno
sciocca, ma per niente al mondo avrebbe interrotto quel bacio, quel sigillo del
loro amore, della promessa che due secondo fa le aveva fatto
Akito.
Si staccarono solo quando
il telefono e il campanello di casa suonarono
insieme.
- Credo che dovremo
andare..- disse Romi ancora immersa nelle carezze del suo
fidanzato.
- Ancora un attimo..-
soffiò il ragazzo sul suo collo, riprendendo a baciarlo come se fosse la cosa
più fresca e morbida che avesse mai sentito in vita sua.
Ma all’ennesimo trillo del
telefono e all’ennesima scampanellata, fu costretto a separarsi dalla
giovane.
Andò ad afferrare il
cordless mentre Romi correva a togliersi il grembiule da cucina per poi andare
ad aprire la porta.
-
Pronto?-
- Hayama-kun? Buonasera,
sono Misako Kurata.-
- Signora salve!- salutò il
ragazzo sorpreso di sentire la donna. Era secoli che non si
sentivano.
- Devo avvertirti prima che
quella pazza si presenti a casa tua e ti faccia venire un infarto!- gridò la
scrittrice con foga.
Akito incurvò leggermente
le sopracciglia in una espressione di stupore.
- Signora ma cosa..- non
finì la frase che un ragazza alta, dai capelli rossi, la figura snella e un
sorriso luminoso fece irruzione in casa Hayama, lasciando lei e Romi
ammutoliti.
Non era
possibile.
Era fisicamente
impossibile.
Akito lasciò cadere il
telefono a terra.
Romi aveva la bocca
spalancata e si teneva appoggiata al muro del corridoio d’ingresso. Non era
capace di stare in piedi da sola.
C’era solo il silenzio in
quella stanza. Un silenzio carico di stupore e
incredulità.
La voce della signora
Kurata ancora in linea fece destare Akito Hayama dal suo stato
d’immobilità.
- Hayama-kun? Akito ci sei?
Non mi dire che Sana è gia li da te?-
Sì.
Sana Kurata era gia da
lui.
Note dell’autrice: aggiornato a tempo di record! Sto
migliorando^^! Questo capitolo credo che sarà molto apprezzato. Da questo
momento in poi, possiamo ufficialmente dirlo, la storia sarò inedita per tutti.
La storia si era fermata qui tempo fa. Bhe, cosa
dire?
Ringraziamenti
a:
miki90
SyriaPluto
LizDreamer
giulia88
merwen
Lu92
Kathy92
Daisy
Questo capitolo è dedicato
a voi che m’incoraggiate a dare sempre il meglio di me stessa, a voi che con le
vostre recensioni mi fate sorridere.