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Autore: Just a Mistake    28/07/2012    9 recensioni
Mi da' un ultimo abbraccio e si allontana lentamente, trascinandosi dietro il borsone in una mano e il mio cuore nell'altra.
E a me non resta che rendermi conto che senza di lui non sono nient'altro che uno straccio zuppo di lacrime.
A riflettere sul fatto che molte volte lasciamo andare ciò che vorremmo più di ogni altra cosa al mondo.
Desideriamo che resti.
E se non può restare nutriamo sempre la speranza che torni.
Ma il più delle volte ciò non avviene.
Ed è da qui che nasce la delusione.
Il pensiero di essere una tra le tante.
Si, proprio come una ruota di scorta.
E io lo so, lo so bene.
E ora sono qui a fingere di essere forte, ma nell'anima avverto già l'orribile presentimento che lui non farà ritorno a casa.
E che questo era l'ultimo abbraccio.
Si fa strada nel mio stomaco la sensazione che non sfiorerò mai più la sua pelle. Né potrò risentire la sua candida voce.
Non appena lui se ne va smetto di essere forte.
Mi abbandono in ginocchio e scoppio a piangere.
E mi sembra già di sentire il rumore delle mine che esplodono.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una caldissima serata estiva.                                                                                                      
Il sole stava tramontando e un leggero venticello iniziava a soffiare tra i rami degli alberi di pesco che si trovavano nel mio giardino.
Ero tranquillamente distesa sul prato, con un filo d'erba fra le labbra.
Guardavo il cielo che diventava pian piano un ammasso di liquido scuro e il sole che sembrava un'arancia mangiata soltanto a metà da un bambino capriccioso. Presto avrebbe lasciato posto alle stelle.
Aspettavo come sempre la chiamata di Matthias, il mio migliore amico.
Lo scopo iniziale di questa telefonata era condividere le cose che c'erano successe durante la giornata, ma spesso finivamo per parlare del più e del meno e trascorreva parecchio tempo prima che uno dei due riattaccasse.
In genere ero io che insistevo per prolungare la telefonata.
Ero sola tutto il giorno e, parlare con qualcuno, era come una rinascita per me.
Non è facile per una ragazzina di sedici anni vivere da sola in una casa enorme aspettando che ai suoi genitori venga voglia di ritornare dal loro viaggio.
Quando ci sono solo io in quel salotto sconfinato mi sembra tutto vuoto, abbandonato, triste.
E' per questo motivo che preferisco stare in giardino la sera.
Avevo guardato l'ora, le nove.
Quella sera la telefonata tardava parecchio ad arrivare e io incominciavo a pensare che non sarebbe più arrivata.
Mi ero tirata su a sedere e avevo acceso una sigaretta.
Non era una delle mie solite Marlboro, era una di quelle marche scadenti che si vendono nelle tabaccherie della periferia.

Quel tipo di sigaretta che quando la fumi non ti soddisfa, perché non ti riempe la gola con il suo gusto, ti lascia semplicemente in bocca un saporaccio di cartone.
Eppure quel giorno mi scocciava troppo andare in centro.
Ci andavo solo quando era strettamente necessario.
Per esempio quando il frigo era completamente vuoto.
Trovavo quell'attesa terribilmente snervante ma, in ogni caso, se non avesse telefonato Matt io non lo avrei chiamato.
Il mio migliore amico ha due anni in più di me.
Ha degli occhi azzurro ghiaccio che ti congelano l'anima con un solo sguardo.
I suoi capelli corvini sono forse un po' più lunghi di come dovrebbero essere e, ogni volta che mi abbraccia, mi solleticano sempre il viso. E' un ragazzo molto dolce, è sincero e non giudica mai le persone se prima non le conosce a fondo.
Purtroppo lui abita in pieno centro quindi non ci vediamo molto sovente.
Ma se decidiamo di incontrarci, spesso, passiamo anche due o tre giorni di fila insieme.
Generalmente è lui che viene a trovare me, e non il contrario.
In casa sua non ci sarebbe spazio per dormire in due.
Non che il suo appartamento sia particolarmente piccolo ma ci abitano in sei là dentro e, appena qualcuno esce, sembra quasi che tutti gli altri tirino un sospiro di sollievo.
Quasi le dieci, decido di scrivergli.
 

-Cazzo ma che fine hai fatto?-


Con lui non devo preoccuparmi di essere fine, dolce e carina.
Lui mi conosce per quella che sono.
La ragazza dai lunghissimi capelli rossicci e dagli sfacciati occhi verdi.
Quella impulsiva e forse un po' rude.
Quella che nasconde una sensibilità assoluta dietro una maschera da dura.
Insomma lui sa bene chi sono e non ha senso trattenersi.
Lo invio e, a sorpresa, sento la suoneria a pochi passi dal cancelletto del mio giardino.
Sobbalzo spaventata ma poi capisco che è lui e resto lì ferma ad aspettarlo.
Scavalca la staccionata con un salto e si avvicina lentamente.
E' strano, ha le spalle curve e la testa abbassata.
Non riesco nemmeno lontanamente a scorgere i suoi occhi, che di solito scintillano come fari bluastri nella notte.
Mi raggiunge, senza fretta.
Mentre si siede accanto a me mi accorgo che sta piangendo.
Mi si ferma di colpo il cuore.
Sento una mano fredda stringerlo con forza.
Però non parlo. So che non devo.
Sarà lui a farlo quando si sentirà pronto.
Mi limito ad avvicinarmi di più a lui e allargare appena le braccia.
Lui coglie il gesto e rimane fermo per alcuni istanti, poi si stringe a me e scoppia in singhiozzi.
Lo abbraccio più forte che posso, riesco a sentire il suo cuore battere all'impazzata contro il mio e i suoi polmoni respirare avidamente aria a ritmo irregolare.
Senza volerlo, inizio a piangere anch'io, silenziosamente.
Le lacrime rigano il mio viso da cui, fino a pochi minuti prima, non traspariva alcuna emozione.
La mia felpa è zuppa ma non me ne curo.
So che avere una felpa d'estate non è molto normale, ma questa era di mio fratello, questa è speciale.
E' una felpa normalissima.
Azzurra con sopra disegnato un cuore nero stilizzato.
Le venature che si prolungano dal disegno lo fanno somigliare vagamente ad un rampicante.
Non c' entra molto quest'immagine, pare disegnata a caso con un pennino.
Ma da quando mio fratello è morto di leucemia indosso praticamente solo questa felpa.
Le uniche volte in cui cambio maglia è per mettere questa in lavatrice.
Pian piano Matthias si calma, il suo respiro e i suoi battiti tornano regolari.
Ma lui non si muove, resta lì, con la testa nell'incavo del mio collo e le sue braccia intorno a me.
In questo giardino c'è un silenzio assordante, riesco a percepire ogni nostra pulsazione, ogni minimo movimento.
Mi guarda con quei suoi occhi magici, resi ancora più intensi dal pianto.
Mi chiedo cosa l'abbia ridotto in questo stato.

-Chiunque sia stato giuro che lo ammazzo.- Mi esce involontariamente di bocca.


Le mie parole sono piene di odio, rabbia, compassione, affetto.
Le mie parole sono piene di lui.
Una sua mano si sposta delicatamente dai miei fianchi alla mia testa e lui inizia ad accarezzarmi i capelli.
Adoro quando lo fa, riesce a mettermi in pace con il mondo.
Ma io so che lo fa soltanto per anticipare una brutta notizia.
Vuole farmici arrivare calma e rilassata, in modo da assimilarla meglio e attutire il colpo.
L'ultima volta che ha fatto così è stato per dirmi che mio fratello era morto.
Hanno sempre lasciato che fosse lui a dirmi le cose brutte.
Perché è in grado di capirmi, di calmarmi e di consolarmi come nessun' altro sa fare.
Resta qualche secondo immobile.
Ecco, la mazzata sta per arrivare.
Attendo, c'è un po' di tensione in me.


-Mi hanno reclutato nell'esercito Jamie. Io dovrò andarmene.-

-COSA? Matthias James Horan spero che tu stia scherzando.- Urlo mentre le lacrime mi scendono convulsamente.
 

Sono senza controllo ormai.
Il colpo è arrivato ma stavolta niente avrebbe potuto calmarmi. Nemmeno lui. Nemmeno Dio.
Mi alzo di scatto, lui subito dopo di me.
Mi prende per i polsi e poi mi stringe a sé.


-Devo Jam, non ho scelta, mi dispiace.-

-Diamine Matt potresti morire!-

-Ehi, shh. Non pensarlo neanche. Io tornerò.-

-Non ci credi neanche tu, cazzo dimmi che è uno scherzo.-

-Calmati Jamie. Ti prego non riesco a vederti in questo stato.- Sussurra.

-Calmarmi? CALMARMI!? Tu sei tutto quello che ho, dannazione riesci a capirlo? Se te ne vai la mia vita cade a pezzi. Io non ho più niente.-

-Ritornerò piccola, lo sai.-

-Ritornerai? Che diamine significa che ritornerai? C'è chi ritorna perché senza di te non riesce a stare, chi perché capisce il suo sbaglio, chi per farti soffrire di nuovo, chi per sfizio e chi per poi riandarsene. Ogni ritorno provoca solo guai, guai irreparabili. Tu non vai da nessuna parte. Tu resti con me, fosse l'ultima cosa che faccio.-

-Lo sai che anch'io lo vorrei. Ma andiamo Jam sii realista.- Sentivo che aveva ragione, lo stavo perdendo.


Con delicatezza mi porta in casa.
Ci stendiamo insieme sul divano e pian piano lui si addormenta.
Io resto a guardarlo tutta la notte.
Sono troppo ferita per dormire.
Troppo stanca per muovermi.
Ha l'espressione di un angelo.
In un attimo mi arriva quel flashback.

 
***

Io, in macchina con Niall.

Era il giorno in cui facevamo sei mesi insieme.

Stavamo litigando piuttosto pesantemente.

Ad un certo punto ero scoppiata a piangere.

-Come puoi pensare che io non ti amo? Da dove ti è uscita una cosa così orribile?- Avevo urlato.

Poi la sua faccia pentita.

Il suo tentativo di abbracciarmi.

E fu un attimo.

Un auto che sbaglia corsia.

La nostra macchina che perde il controllo e cade nel fossato.

Le sue ultime parole, quasi un sussurro

-Amore, perdonami..-

E poi la vita che lascia il suo corpo, i suoi occhi spalancati ma ciechi che non vedono più il mio dolore, le sue orecchie ormai sorde che non mi sentono più gridare di svegliarsi, gridare che lo amo.  
 


***  
 

 

 Quando Matthias si sveglia sono ancora lì immobile.

-Ma cos..?!-

-Tuo fratello.- Dico in un sussurro.

Mi abbraccia forte e mi dice che lui non farà questa fine, che il nostro non sarà un addio.

 

 

-Un mese dopo-

 -Ehi. Ehi piccola, guardami. Non piangere, ok? Ci rivedremo.-

-I-Io.. Ok p-perdonami.- cerco di ricompormi - E' che.. io.. non sono pronta a perdere anche te.-

-Non succederà.-

Mi da' un ultimo abbraccio e si allontana lentamente, trascinandosi dietro il borsone in una mano e il mio cuore nell'altra.

E a me non resta che rendermi conto che senza di lui non sono nient'altro che uno straccio zuppo di lacrime.

A riflettere sul fatto che molte volte lasciamo andare ciò che vorremmo più di ogni altra cosa al mondo.

Desideriamo che resti.

E se non può restare nutriamo sempre la speranza che torni.

Ma il più delle volte ciò non avviene.
Ed è da qui che nasce la delusione.

Il pensiero di essere una tra le tante.

Si, proprio come una ruota di scorta che non verrà mai usata.

E io lo so, lo so bene.

Mio fratello. Niall.

E ora sono qui a fingere di essere forte, ma nell'anima avverto già l'orribile presentimento che lui non farà ritorno a casa.

E che questo era l'ultimo abbraccio.

Si fa strada nel mio stomaco la sensazione che non sfiorerò mai più la sua pelle. Né mai potrò risentire la sua candida voce.

Non appena lui se ne va posso smettere di essere forte.

Mi abbandono in ginocchio e scoppio a piangere.

E mi sembra già di sentire le mine che esplodono.



-Note(?)
Ok eccoci qua a scocciare il mondo con un altra OS. Questa è speciale. Ci tengo da morire perchè, per quanto non possa sembrare vero, è circa la mia storia.
Se la recensiste mi rendereste davvero felice. Non avete idea di quanto mi sia costato scriverla. Ho pianto ad ogni riga, ad ogni parola, ad ogni ricordo. Grazie a chi la leggerà.
Con amore x
-Faith




OkE 

   
 
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