World in my
eyes
Tutti avevano capito che
da qualche tempo le cose fra quei due erano un po’ diverse. Si sorridevano ogni
volta che i loro occhi si incrociavano e ogni scusa era buona per sfiorarsi le
mani.
Insomma, Ron non poteva
più nascondere a nessuno quello che stava
succedendo.
In quella sera di marzo,
poi, fu praticamente impossibile cercare di sviare l’argomento più scottante e
interessante: le ragazze.
Più o meno tutti in fondo
avevano qualcuno di cui parlare, e soprattutto di cui sfogarsi, e allora in mano
le bottiglie e la schiena riposata sul letto ognuno disse la
propria.
In primis
Dean.
-Va tutto bene… cioè, mi
piacerebbe avere un po’ più di tempo da passare con la mia Ginny- fremito di Ron
– ma entrambi siamo tanto impegnati. Lei ha il quidditch e il suo strano
club.-
-Quello di recitazione?-
chiese Neville.
-Esatto, e io non vado
bene di pozioni e se voglio fare qualcosa di decente nella vita è meglio che mi
muova subito!-
-Mi sa allora che per
quello che ti stai impegnando farai lo spazzino da grande, Dean!- lo punzecchiò
Seamus.
Risata
generale.
-E tu,
Harry?-
-Oh, io Neville… ho
incontrato una persona.-
Ron drizzò le
antenne.
-Ma dai? E chi è la
ragazza fortunata?-
Harry si portò le mani
alla bocca con un sorriso sfrontato.
-Top
secret!-
-Così ci togli tutto il
divertimento, Harry!- brontolò Seamus con gli occhioni
lucidi.
Harry non ebbe pietà di
lui e gli buttò addosso un cuscino.
-Piantala, scemo! Dicci
qualcosa tu, invece!-
Seamus
ghignò.
-Io? Ho una bellissima e
dolcissima ragazza al mio fianco, cosa potrei volere di
meglio?-
Partì
un’ovazione.
-Wow, allora è proprio una
cosa seria!-
-Vai forte,
amico!-
Seamus chinò la testa, ora
imbarazzato.
-Eh
già.-
Qualche altra battuta
scherzosa seguì ma Ron non ci prestò molta
attenzione.
Cosa poteva dire quando il
turno sarebbe stato il suo?
-Ehi, Ron, manchi solo
tu!-
Ecco,
appunto.
- Neville non ha ancora
parlato!- tentò di prendere tempo.
-Dove sei stato fino ad
adesso? Ha appena detto che sta dietro ad una! Adesso tocca a te, Ronnuccio
puccio.- lo prese in giro Seamus.
-Non chiamarmi in quel
modo!-
Oddio, e adesso cosa
avrebbe detto?
-Su, non devi vergognarti
di niente, Ron.- gli disse Harry al suo fianco. –Puoi anche non dire di chi ti
sei innamorato come abbiamo fatto io e
Neville…-
Qualcosa nel suo sguardo
fece pensare a Ron che i suoi amici avevano già capito tutto da
tempo.
Allora utilizzò l’ultima
tattica.
-Io non ho preso una cotta
per nessuno!-
Vide Harry scambiarsi
un’occhiata saputa con gli altri.
-Va bene.- disse poi
accondiscendente guardandolo dritto negli occhi –Avete visto comunque quella del
quinto?-
-Quella di
corvonero?-
-Si,
stupenda!-
Ron soffocò un sospiro nel
cuscino ringraziando silenziosamente il suo migliore amico che aveva in fretta
cambiato discorso.
Il giorno dopo iniziò
normalmente.
Sveglia alle nove, era
sabato per fortuna, e colazione in Sala
Grande.
Salutò Hermione con un bel
sorriso e si sedette al suo fianco servendosi poi di latte e
cereali.
La ragazza rispose
caldamente al suo sorriso e senza parlare continuò a leggere la Gazzetta del
Profeta.
Tutto normale.
Ovviamente però ad
Hogwarts nulla poteva girare bene per più di due giorni consecutivi e quindi Ron
quasi se lo aspettava quello che in effetti
successe.
All’improvviso infatti uno
stormo di gufi spuntò creando ancora più confusione di quanta mille allievi in
piena adolescenza potessero fare mangiando
insieme.
Un bel caos, insomma,
soprattutto contando che molta gente stava chiedendo a sé stessa, ai suoi
compagni e agli sconosciuti per quale ragione i gufi quella mattina stessero
portando di nuovo la posta, per la seconda
volta.
Una cosa del genere non
era mai successa!
Le stesse parole vennero
dette anche da Harry quando due istanti dopo si sedette accanto agli
amici.
-Ma cosa è questa?-
esclamò Hermione sorprendendosi nel ritrovarsi una busta rosa davanti portata da
un piccolo gufetto spettinato, che sembrava avere tutta l’intenzione di
divorarsi la sua colazione.
E non solo lei l’aveva
ricevuta, tutti i presenti in sala potevano vantarsi di avere una busta rosa e
profumata in mano.
Anche Ron.
Il ragazzo la guardò
sospettosamente rigirandola in mano come se si trattasse di un pacco bomba o peggio di una
lettera d’amore.
Infine la curiosità
prevalse e Ron decise di aprirla.
Con la sua finezza strappò
quasi la carta.
L’amore è come una nota suonata al pianoforte, una
canzone cantata da bambini.
L’amore è un
dono.
L’amore è
donare.
L’amore è una forza che rende tutti più forti, un fiore
che cresce nella nebbia più spessa.
L’amore è un sentimento potente, l’amore è IL
sentimento, l’unico che può fronteggiare e distruggere
l’odio.
Perciò è necessario che questa lettera che tu ora stai
leggendo serva a qualcosa.
A unire persone, a fare atti di pace e di bontà, ad
aprire gli occhi a chi prima non riusciva a
vedere.
Questa non è una lettera qualsiasi, è un’iniziativa
delle tre Scuole di Magia e Stregoneria d’Europa per far capire che esistono più
tipi di amore ma che tutti servono a compiere qualcosa di
migliore.
Stasera quando andrete a dormire
pensateci.
Avrete sette giorni di tempo per fare un atto d’amore
alle persone che vi stanno intorno.
Se avrete fatto anche solo un gesto di bontà sincero e
disinteressato fra sette giorni, il 21 marzo, riceverete una
sorpresa.
I Presidi delle scuole di Beauxbatons, Durmstrang e
Hogwarts.
La prima cosa che passò in
mente a Ron fu “ma che scemenza”.
Davvero si aspettavano che
con quella stupida lettera avrebbero fatto qualcosa di buono?
Stava per girarsi verso
Harry per dirgli cosa ne pensava di quella roba quando, stranamente, trovò che
il suo amico stava ancora riflettendo, la lettera in
mano.
- E’ un’idea
interessante.- disse Hermione appena ebbe finito di leggere– Non avrei mai
pensato che Silente avrebbe usato dei metodi così sottili per instaurare un po’
di pace dopo quello che abbiamo passato con Voldemort… voglio proprio vedere
come andrà a finire!-
Harry posò la
lettera.
-Penso che la maggior
parte delle persone farà qualcosa solo per il gusto di sapere cos’è la sorpresa…
in ogni caso è pur sempre un miglioramento, non
credete?-
Ron non ne era convinto e
così molte altre persone.
La Sala Grande ora difatti
aveva la stessa cacofonia di un vespaio, indice che comunque quella lettera
qualcosa aveva già fatto.
Erano in biblioteca da due
ore.
Due ore erano veramente
troppe… due ore! Oddio, ormai Ron non riusciva a pensare ad altro oltre che
erano due che era dentro alla biblioteca con un libro in
mano.
Due
ore…
Due ore, l’ho già
detto?
-Si,
Ron.-
Il ragazzo alzò la testa
sorpreso.
Hermione riusciva a
leggere nel pensiero?
-Si, Ron, ti ho
detto.-
-Cosa?- chiese
confusamente.
Hermione
sospirò.
-Mi hai appena chiesto se
lunedì ci sarà la prova di Trasfigurazione e io ti ho risposto di sì.-
-Ah.-
Ron ingoiò la
saliva.
-Ultimamente Ron soffre di
perdita di memoria a breve termine!- scherzò Harry –E spesso è distratto. Tu lo
sapevi, Hermione, che questi sono sintomi di
innamoramento?-
La ragazza arrossì
leggermente mentre Ron si stava strozzando con la sua stessa
lingua.
-Oppure ha la malaria.
Insomma, o uno o l’altro.- Stavolta il ghigno di Harry non solo era visibile ma
era anche ben sottolineato dalle risatine degli altri
compagni.
-Tu cosa ne pensi, Ron?
Sei innamorato o ammalato di malaria?-
-Io… - balbettò questi
maledicendo l’amico in tutte le lingue che conosceva… ehm, in inglese. –Io,
veramente…-
-Zitti voi laggiù in
fondo!- urlò Madama Pince salvandolo in
corner.
Ron poté riprendere una
colorazione del viso umana e approfittando del momento di silenzio per salutare
tutti se ne andò dalla biblioteca.
Tre giorni erano passati
da quel “inconveniente” e Ron non aveva spiaccicato parola con nessuno dei suoi
compagni di stanza.
Era troppo offeso con loro
per averlo preso in giro davanti alla sua
Hermione!
Nel tempo che aveva
passato da solo intanto aveva scoperto che ogni volta che si faceva un gesto di
bontà una stellina colorata e lampeggiante si accendeva sopra la sua
testa.
Una cosa molto
imbarazzante, che veniva però mitigata dal fatto che tutti in quei giorni aveva
sopra di loro delle stelline al neon.
Perfino Malfoy ce ne aveva
un paio!
Il terzo giorno però
decise di perdonare Harry per il brutto scherzo alla biblioteca… non ce la
faceva più a vedere le stelline del suo migliore amico piangere ogni volta che
Harry gli chiedeva di scusarlo e lui
rifiutava!
Era uno spettacolo
penoso!
E così la sera del terzo
giorno si erano trovati di nuovo a chiacchierare insieme nella loro
stanza.
Di
Hermione.
- E’ una bella ragazza.-
aveva detto Seamus.
-Si e anche molto
intelligente!-
-E dolce, quando vuole!-
aveva aggiunto Neville.
E fin qui tutto bene, Ron
era ancora riuscito a tenere i suoi istinti omicidi a freno. Fu la frase
pronunciata da Harry che lo aveva fatto
infuriare!
-E scommetto che è una
tigre a letto!-
Non ci aveva visto
più.
Senza preavviso e con uno
scatto degno di un centometrista era piombato addosso a
Harry.
-Prova a ripeterlo!- aveva
ringhiato furibondo.
Harry lo aveva guardato e
aveva sfoggiato quel sorriso sfrontato che ultimamente gli capitava spesso sulle
labbra.
-Ho detto: scommetto che è
una tigre a letto.-
Ron gli aveva tirato un
pugno nello stomaco.
-Come osi! Non provare mai
più a dire una cosa simile sulla mia
Hermione!-
Harry si era piegato su sé
stesso con le braccia attorno alla pancia.
Gli altri erano subito
entrati in azione: Neville aveva aiutato il povero piccolo Potter e Seamus e
Dean avevano calmato la bestia feroce, alias
Ron.
Lo stesso Ron che si era
reso conto di quello che aveva appena detto: la mia Hermione, la
mia.
Era innamorato
cotto.
Un quarto d’ora più tardi
Ron chiese scusa a Harry.
-Non ti scusare, amico. Ti
ho provocato apposta, anche se non mi aspettavo il
pugno!-
Harry si passò una mano
sullo stomaco.
-E perché lo hai fatto?-
domandò Ron sorpreso.
-Perché lo abbiamo fatto,
vorrai dire! – indicò gli altri compagni di stanza –E’ da giorni che cerchiamo
di farti ammettere che sei completamente partito per
Hermione!-
-Ma… ma perché?- chiese
ancora.
Harry sorrise
affettuosamente.
-Per aumentare le
stelline, ovvio.-
Ron
sorrise.
-Grazie amici.- rispose
soltanto.
Da quel momento per Ron
tutto fu diverso.
Era come se avessero
finalmente acceso la lampadina e adesso potesse finalmente vedere le cose
attorno a sé!
Prima di tutto si era reso
conto dell’effetto devastante che Hermione aveva su di lui; ogni gesto, ogni sua
parola si imprimeva profondamente dentro il suo cuore, lasciandolo triste o
felicissimo.
Si accorse anche che
l’amore era come ascoltare una canzone stupenda, una di quelle che vuoi
riascoltare mille e mille volte, una di quelle che canti tutto il tempo e con
cui ti svegli la mattina.
Quei quattro giorni per
Ron passarono proprio così, con una canzone in mente e un sorriso sulle
labbra.
Era trascorsa una
settimana da quando avevano ricevuto la lettera e ognuno era curioso di sapere
che cosa sarebbe stata la sorpresa.
Ovunque potevi sentire
ipotesi su ipotesi!
Ron non ci pensava neanche
a dir la verità… preferiva ricordare il sorriso particolarmente dolce di
Hermione la sera prima o il suo bacio della buonanotte sulla
guancia.
Fu per questo che non
provò delusione quella sera quando tutti videro che in Sala Grande per cena non
c’era nulla di speciale o di fantastico.
Era una sera come tutte le
altre sere… a parte il sorriso particolarmente allegro di Silente e le stelline
che si muovevano come pazze sulle loro
teste.
Andò a dormire sereno e
fece anche un sogno dove decideva di scrivere una bellissima lettera d’amore a
Hermione.
Si ricordava anche qualche
parola come… uhm, il mondo nei miei
occhi?
La mattina dopo si svegliò
lentamente.
Sentiva qualcuno
parlottare vivacemente ma non se ne curò, si stava così bene sotto le
coperte!
Solo dopo un po’, quando
percepì un peso accomodarsi sul suo letto, decise di aprire gli
occhi.
Quello che vide fu una
sorpresa.
-Buongiorno, Ron.- gli
disse una voce dolce –Hai dormito bene?-
-Io, Hermione...- balbettò
lui preso in contropiede.
La ragazza gli sorrise, si
chinò e lo baciò.
-Grazie, Ron.- gli
sussurrò quando il bacio finì –Grazie per la lettera! Anch’io ti voglio bene,
anch’io voglio provarci a stare con te!-
Non ebbe il tempo per
capire, Hermione lo baciò e tutto passò in secondo
piano.
Poteva sentire un piano
suonare.
Era passato un mese, un
bellissimo mese con la sua bella Hermione a baciarla e a stringerla tra le
braccia!
E tutto era cominciato da
quella pazza idea di Silente di creare un mondo migliore dopo la sconfitta di
Voldemort partendo dalle generazioni più giovani, una trovata geniale a dir la
verità.
Infatti non solo i ragazzi
avevano scoperto che si era più felici nel fare atti di gentilezza verso, nel
caso di Ron, i serpeverde ma che la ricompensa finale c’era
eccome.
L’avevano capito la
mattina dopo quando tutti bene o male avevano ricevuto un dono, un
pensiero.
Ron aveva avuto Hermione,
Harry un primo bacio da una persona ancora sconosciuta, Neville un regalo
particolarmente dolce dalla nonna e così ogni alunno e insegnante delle tre
scuole.
Ron per di più aveva
capito che la lettera che Hermione aveva ricevuto non era altro che quella che
lui aveva sognato quella notte.
Una lettera che faceva più
o meno così:
Hermione,
lascia che io ti porti in
un viaggio
Attraverso il mondo e
ritorno
E se non vorrai
muoverti
Resta semplicemente
lì
E adesso lascia che la tua
mente vaghi
E che il mio corpo ti
parli
Lascia che io ti mostri il
mondo nei miei occhi!
Ti
amo
Tuo
Ron
Hola! Questa storia
partecipa alla sfida indetta da Makichan
(qui c’è l’indirizzo di
riferimento ma c’è anche un topic sul forum di Efp se volete
[url]http://www.immaginifico.com/blog/?page_id=164[/url]
)
World in my eyes che ho citato nella lettera che Ron scrive
a Hermione è una canzone dei Depeche
Mode e quindi i diritti sono loro. Io ne ho fatto una
traduzione abbastanza libera, nel senso che non ho tradotto proprio alla
lettera… ehm ehm^_^!
In ogni caso questa è solo
la prima della storie che ho intenzione di fare seguendo le tracce delle canzoni
dell’album dei Depeche Mode “Violator”. Ne farò altre, non so bene quante, e con
diversi pairing e quindi
aspettatevi anche qualche yaoi^^!
Ehi gente, ma vi rendete
conto che questa è una delle mie primissime storie non yaoi?? Wow
O.ò…
Commentini-ini-ini?
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