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Autore: Charlotte    25/05/2004    19 recensioni
Harry, Ron, Hermione, Ginny. Quattro Grifondoro inseparabili... ma se un giorno la vita ad Hogwarts non fosse più molto sicura? Cosa succederebbe se i nostri eroi fossero costretti ad andarsene in una sconfinata località babbana, per scampare al pericolo rappresentato da Voldemort? E cosa succederebbe se assieme a loro si aggiungesse un personaggio non molto apprezzato? Forse i pregiudizzi e le apparenze ingannano...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Muggles life” -Chapter 1. Ancora ad Hogwarts- Hermione, dormiva ancora, quella domenica mattina. Strano, perché in genere era sempre lei a dare la sveglia a Harry e a Ron. Invece quella fredda mattina invernale, la ragazza era ancora immersa nel sonno più profondo. Le ragazze con le quali condivideva la camera, erano già scese a colazione e nemmeno lontanamente si erano sognate di svegliarla; erano anni che Lavanda Brown e Calì Patil dicevano che era arrivato il momento di meritato riposo per Hermione, ma lei si ostinava a seguire tutte le lezioni – eccetto Divinazione – e studiare più di qualsiasi altro studente di Hogwarts. I capelli cespugliosi, le nascondevano i lineamenti delicati, e le coperte erano quasi del tutto cadute dal letto. Erano le nove meno cinque. A quell’ora Harry e Ron avrebbero dovuto intuire che qualcosa non andava. Dei passi, che si erano fermati di fronte alla porta, dei mormorii. Il suono della maniglia che veniva abbassata e poi la faccia lentigginosa di Ron e quella occhialuta di Harry, che contemporaneamente facevano capolino dentro la stanza. Ron strabuzzò gli occhi. Hermione che alle nove riposa beatamente! Si avvicinarono con cautela alla ragazza e Ron, con la delicatezza che si addice solo ad un pachiderma le diede uno scossone. Hermione per lo spavento o per la sorpresa, scattò a sedere facendo cadere a terra le poche coperte che l’avevano coperta prima dell’irruzione di quei due nella stanza. Ma come hanno fatto ad entrare? Si chiese Hermione dopo che ebbe fatto mente locale. << Ma come…? >> iniziò. Ron, la faccia illuminata da un sorriso furbo, indicò la Firebolt, di Harry. << Con quella >> disse il ragazzo. Hermione scosse il capo, incredula. Poi si rivolse a Harry. << Ma che ore sono? Da quando in qua siete voi a svegliare me? >> aggiunse divertita. << Da quando tu, ti alzi così tardi. Sono le nove e dieci, Hermione. Perché tutto questo sonno? >> le chiese Ron, metà fra l’inquisitorio e il divertito. Hermione fissò le lancette della sveglia, incredula. Eppure era vero, erano le nove e dieci. << Oh, dio! Avanti, scendete a colazione, vi raggiungo fra cinque minuti.>> I ragazzi girarono sui tacchi, e scesero in sala grande per la colazione. Hermione li raggiunse puntuale e si sedette in mezzo a loro. << Non capisco, perché ho dormito così tanto?! Avrei potuto prepararmi per l’interrogazione di Aritmanzia! >> si lamentò, servendosi dei toast. << Avanti Hermione, Aritmanzia l’hai il giovedì, mi spieghi che senso ha studiare una materia cinque giorni prima? Poi che ti ricordi il giovedì? >> disse Ron esasperato, mentre attaccava il pudding che aveva nel piatto. Hermione stava per ribattere, ma Ginny, la sorella minore del suo vicino, la precedette dicendo: << Solo perché lei al contrario di te si avvantaggia con i compiti, non vuol dire che… >>. << Sta zitta, Gin, tu non centri niente! >> disse Ron imbarazzato, Harry sorrise. << Allora voi che fate questo pomeriggio? Io vorrei andare da Hagrid, è da tanto che non lo vediamo; e poi è meglio controllare la faccenda di Grop, non credete? >> proferì Hermione. Ron le appoggiò la mano sulla fronte, come per sentirle la temperatura. << Hermione mi stai seriamente preoccupando. Prima dormi fino a tardi, poi dici che vuoi uscire… che ti prende? >>. << Io non posso uscire. Ho gli allenamenti di Quiddicht. E inoltre dobbiamo decidere il nuovo capitano, dato che Angelina non c’è più. >> disse Harry in tono poco allegro. << Avresti dovuto dimetterti, amico, proprio come me >> disse Ron. << Invece Harry è importante per la squadra; se desse le dimissioni lui, Grifondoro potrebbe pure dirsi spacciata…>> disse Ginny con calore. Harry arrossì, ma annuì ugualmente. Hermione intercettò il suo sguardo, e ammiccò. << Allora facciamo così: ci troviamo sotto la grande quercia, d’accordo? Ginny vieni a chiamarmi verso le tre, va bene? >> disse Hermione. Ginny annuì, e si alzò. Anche Hermione, Harry e Ron, si alzarono dal tavolo dei Grifondoro, e si diressero verso il loro dormitorio. Quel movimento non passò inosservato ad un ragazzo biondo, che, con i suoi occhi di ghiaccio aveva seguito tutta la scena. * * * Quella mattina Draco, non aveva mangiato granché a colazione, si sentiva giù da qualche giorno, troppo preso dalla condizione di suo padre per pensare ad altro. Riceveva fiumi di lettere da sua madre e in tutte in fondo c’era scritta la stessa cosa: non cacciarti nei guai. Draco Malfoy, durante l’estate era maturato, e in parte la sua mania di infastidire la gente era sparita. In parte, solo in parte. Si era svegliato presto, quella mattina d' inizio settembre, perché quell’anno, il suo penultimo anno ad Hogwarts, lo sapeva era diverso, sarebbe stato diverso. Si era vestito alla svelta, e ormai non si curava più di pettinarsi i capelli all’indietro, li lasciava morbidi e flosci. Nel complesso, però l’aspetto era simile a quello dello scorso anno, se non per il fisico. Era cresciuto parecchio durante l’estate, e il torace si era di nuovo allargato rispetto a due o a tre anni fa. Nell’insieme Draco era un bel ragazzo. Ma non era solo il suo aspetto fisico a renderlo attraente, ma anche il suo carattere ombroso, misterioso; in effetti, erano i lati peggiori del suo carattere a renderlo tanto popolare tra le ragazze. In ogni modo, si alzò dal tavolo dei Serpeverde, e si diresse silenzioso e di malumore come sempre, verso la sala Comune. Disse la parola d’ordine e si stravaccò su uno dei divani della stanza. Ripensava alla conversazione avvenuta fra Potter Weasley Granger, e l’altra Weasley. Dicevano che si sarebbero incontrati sotto una grande quercia. Sorrise maligno, pensando a che scherzo poter fare a quei quattro imbecilli. Sorrise pure pensano alla faccia che avrebbe fatto Potter quando avrebbe saputo che lui era stato nominato capitano della squadra di Serpeverde. Ormai era tardi per uscire, e poi c’era il rischio che quell’idiota della Parkinson si mettesse a sbaciucchiarlo di fronte a mezza scuola. Fece una smorfia e poi gli rivenne in mente Flitt, che gli aveva fatto questa domanda: “Allora Draco, dimmi, qual è la ragazza più carina qui a Hogwarts?” Lui non aveva risposto, anche perché non sapeva davvero cosa dire. Ce n’erano carine a Hogwarts, ma nessuna era adatta a lui. I requisiti adatti secondo suo padre ce li aveva solo quel bulldog di Pansy Parkinson. Essere figlia di maghi oscuri, essere in una agiata condizione economica, e avere conoscenze che potessero servire al benessere della famiglia. Con questi pensieri Draco Malfoy, si lasciò prendere fra le braccia di Morfeo. * * * Hermione era seduta di fronte allo specchio, e cercava invano di acconciarsi i capelli. Fra meno di dieci minuti, Ginny sarebbe venuta a prenderla. Sbuffando e maledicendo i suoi capelli, tentava di non pensare alla faccia che avrebbero i Serpeverde vedendo i suoi capelli, conciati tipo una criniera. Alla fine decise di legarli in una coda alta, lasciando che due boccoli le incorniciassero il viso dolce. Alle tre Ginny si presentò dentro la stanza e aiutò Hermione a scegliere il vestito da mettere. << Scordatelo la gonna non la metto! >> stava dicendo Hermione, le braccia conserte e le labbra imbronciate. << Perché no? Sei bella Hermione, ma se non ti valorizzi perdi tutto il tuo charme! >> diceva Ginny, con pazienza. << Quante volte te lo devo dire? Le odio le gonne! Soprattutto odio le mie! Per me è abbastanza antipatico indossare la gonna della divisa… >>, << D’accordo, >> fece Ginny sorridendo, << credo che allora indosserai una delle mie… ne ho una davvero carina… >> disse, e prima di lasciare a Hermione il tempo per ribattere, scappò nel suo dormitorio per prendere la gonnella. << Io non la metto la gonna >>, sussurrò Hermione a se stessa. Ginny tornò con in mano un involto chiaro. Lo porse a Hermione che lo guardò disperata. << Questa non è una gonna, è una mini-gonna! Dove l’hai presa? >> << Non è importante, su provatela >> disse Ginny, con un tono che non ammetteva repliche. Hermione alzò gli occhi al cielo e si provò quella mini-gonna. << Hermione, lascia che te lo dica: sei bellissima. Non te lo dico per farti piacere. >>. Hermione si guardò allo specchio: la gonnellina era un po’ sopra il ginocchio, e le pieghe la rendevano vaporosa. In effetti, non faceva proprio vomitare. << E va bene mi hai convinto, ma ricordati, che è la prima e l’ultima volta che indosserò una gonna! Parola mia! >>. Dicendo questo scesero le scale, che le avrebbero portate fuori dal dormitorio, e in sala grande trovarono Ron che era intento a leggere un articolo sulla Gazzetta del Profeta. << Ehi Ron, allora che ne pensi di un Hermione in gonnella? >> stava urlando a gran voce Ginny. Hermione sarebbe voluta sprofondare. Ron alzò lo sguardo dal giornale, guardò prima a sorella e poi, dopo aver sentito le sue parole si concentrò su Hermione, che aveva raggiunto il colore di una fragola. Ron d’altra parte era rosso più di una fragola, quali come un ravanello. La zona orecchie, poi sembravano in pericolo di incendio. Hermione avanzo lentamente verso il tavolo e si sedette. Ron deglutì, e sospirò. Poi disse: << Che ne dite, andiamo? >>. Hermione, rincuorata, lo seguì attraverso l’entrata e attese Ginny, alla quale mollò un calcio negli stinchi. In genere la domenica pomeriggio il parco di Hogwarts era gremito di studenti, che cercavano di godersi l’ultimo sole settembrino. Il sole, rendeva il lago pieno di riflessi dorati, e faceva brillare l’erba curata e verdissima del parco di Hogwarts. Hermione, Ron e Ginny, si diressero verso la quercia, sotto la quale l’anno prima avevano fatto i compiti. Ginny si sistemò sulla biforcazione di due alti e possenti rami della pianta, Ron si rimise a terra e cominciò di nuovo a leggere la Gazzetta del Profeta. Hermione si accasciò accanto a lui, strappando – per il nervosismo – ciuffi d’erba. Ogni tanto, si abbassava nervosamente la gonna e talvolta le sembrava persino di sentire le risate di scherno di Draco Malfoy e degli altri Serpeverde. << Sai cosa pensavo? Forse è meglio se vado a vedere cosa combina Harry. Mi interessa proprio vedere chi sarà il nuovo capitano. Ci vediamo a cena! >> disse Ginny tutto d’ un fiato e prima di poter dare a Hermione e a Ron il tempo per reclamare corse via, alla volta del campo di Quidditch. Ron, si allentò il nodo della cravatta e si avvicinò a Hermione, che ancora cercava di capire se quelle risatine appartenevano o no ai Serpeverde. << Senti, Hermione… >> iniziò il ragazzo << … mi chiedevo se… se ti andasse di venire con me… al b- ballo… >> disse Ron. << Che cosa? Scusa Ron non ti stavo ascoltando… >> disse Hermione. Ron sospirò e ripeté, stavolta con meno difficoltà quello che aveva detto pochi minuti prima. Hermione parve sorpresa e imbarazzata assieme. Aveva desiderato ardentemente che Ron la invitasse al ballo due anni prima, e anche adesso non le sarebbe dispiaciuto affatto averlo come partner. << Allora? >> disse lui, con un velo di panico nella voce. Lei sorrise e poi disse: << Bè sì, perché no? Ma promettimi che non ucciderai chiunque cercherà di invitarmi a ballare >>, disse Hermione, con tono divertito. Ron sorrise, e le orecchie arrossarono di nuovo. <> disse la voce di Draco Malfoy, accompagnato da Pansy Parkinson, Tiger e Goyle. << Levati di torno, Malfoy! >> esclamò Ron che era schizzato in piedi, stagliandosi di fronte a Hermione che non aveva avuto il coraggio di alzarsi. << Accipicchia, Granger, ci diamo da fare eh? Pure la minigonna! >>, sibilò maliziosa Pansy. << Hai poco da farti caso tu Pansy, quindi per una buona volta, chiudi quella bocca! >> disse fra i denti Malfoy. Lei lo guardò allibita. E così fecero Hermione e Ron. << State calmi, non avevo la minima intenzione di difendere una Mezzosangue. Comunque a parte scherzi, la mini è veramente una bella pensata cara Granger, in ogni modo sei sprecata con uno come lui >> disse indicando Ron con un cenno del capo. << Vattene! >>urlò Ron avvicinandosi a Draco. Il biondo sorrise, poi disse ad Hermione: << Ci si vede al ballo, Mezzosangue! >> e poi continuando a ridacchiare con Tiger e Goyle, se ne andò. Ron tremava di rabbia. Si sedette e per tutto il pomeriggio tenne il muso, e non osò guardare nella direzione di Hermione, che oramai cominciava ad annoiarsi. Verso sera, Hermione si alzò dolorante e assieme a Ron si avviò verso il dormitorio di Grifondoro. Lì trovarono, Neville Harry e Ginny. I due ragazzi si aggregarono e iniziarono a parlare del ballo che Silente avrebbe voluto dare, prima di ‘un evento che avrebbe coinvolto tutti ’, così aveva detto il Preside. Il Ballo di Fine Estate che ci sarebbe stato di lì a due giorni sarebbe stato tale quale a quello dato in onore del Tremaghi, balli, musica e una buona dose di divertimento. Hermione non vedeva l’ora di parteciparvi, soprattutto perché aveva un nuovo vestito da indossare. Stettero a chiacchierare fino a tarda notte, finché i doveri di Prefetto di Hermione non costrinsero tutti a levare le tende. * * * La mattina dopo, Hermione, scese a colazione assieme ai suoi due amici, e Ron con disappunto di Hermione, raccontò a Harry di Malfoy. Harry ascoltò con interesse la discussione, e poi fece spallucce, come per sottolineare l’insignificanza della cosa. << Bè non vedo l’ora: due ore belle tonde di Trasfigurazione con i Serpeverde… c’è un modo migliore per iniziare la settimana? Certo che no! >> disse sarcastico Ron. Hermione sbuffò, e lo guardò come tutte le volte che voleva iniziare a fargli la paternale. Ron intercettò il suo sguardo e si tappò le orecchie. A quel punto tutti e tre scoppiarono a ridere. Raggiunsero l’aula di Trasfigurazione, e si sedettero agli ultimi posti. La McGranitt fece ingresso nella classe accompagnata da alcuni ragazzi ritardatari. Hermione individuò Malfoy e Pansy Parkinson, accompagnati da Tiger e Goyle. << Sedetevi, avanti >> ordinò imperiosa la McGranitt. << Allora, Silente mi ha chiesto di parlarvi in maniera più dettagliata di questo Ballo, che fra l’altro io ritengo inutile; ad ogni modo, signorina Brown, la prego di non leggere lettere indirizzate a lei, mentre parlo io >> aggiunse severa, scoccando uno sguardo di disapprovazione a Lavanda, che rossa e imbarazzata in ugual misura, ripose il foglio sotto il banco. << Bene. Questo ballo, che è chiamato di Fine Estate è stata un’idea del professor Silente. Vi potranno partecipare solo gli allievi dal quarto in su. Non sarà necessario il vestito da cerimonia, comunque, siccome nella lettera che vi abbiamo inviato c’era scritto espressamente ‘abito da cerimonia’, è permesso indossarne uno. Ci saranno di nuovo le Sorelle Stravagarie, e inoltre ci sarà pure un gruppo folk locale. Niente commenti, per favore. Il ballo terminerà verso la mezzanotte, ma nulla vi vieta ( e sembrò che dire questo le costasse uno sforzo immenso ) di continuare a passeggiare per il parco o a festeggiare nei vostri rispettivi dormitori, chiaro? Il ballo inizierà subito dopo cena. Mi dispiace annunciarlo ma il giorno dopo non ci saranno le lezioni. Smettetela di esultare come un branco di babbuini! E adesso, iniziamo la lezione. Quest’oggi proveremo, l’incantesimo di Scambio. Chi sa dirmi a cosa serve? >> come sempre la mano di Hermione, scattò in aria. << Signorina Granger? >>, disse la McGranitt, avvicinandosi ad Hermione. << L’incantesimo di Scambio è frequentemente usato per far sì che oggetti si scambino con altri. Ad esempio si può scambiare gli occhi di una civetta con quelli di un gatto, senza che questi ne risentano minimamente >> concluse Hermione. La professoressa sorrise e le fece di sì col capo. << Ottimo, cinque punti a Grifondoro >>. << Non è giusto però, >> diceva Ron, mentre raccontava per la nona volta che il ratto al quale aveva tentato di scambiare gli occhi, si era messo a rosicchiare la bacchetta di Goyle. << togliere dieci punti solo perché quel topaccio ha trasformato in segatura la bacchetta di Goyle! >> << Quel topaccio, era stato appena reso orbo da te! >> gli ricordò Hermione, con i nervi a fior di pelle. Durante la lezione, aveva sorpreso più volte Malfoy a guardarla, e le risatine maligne di Pansy Parkinson non avevano contribuito certo a rilassarla. << Si può sapere cosa c’è? >> chiese Harry, urtato. << Nulla >> disse Hermione altrettanto indispettita. Il suo malumore durò fino a cena, fin quando la sera in camera sua non si poté sfogare con Ginny. << Mi innervosisce, insomma! >> diceva Hermione per la sesta volta. << Ho capito, Herm! Non ce bisogno di ripeterlo così tante volte, accipicchia! Bè se fossi in te non ci farei caso… Draco Malfoy… ah, il ragazzo più ambito di Hogwarts! Le mie amiche sbavano per lui. Comunque pure a me non dispiace… >> << Oh, come puoi dire una cosa del genere? Dopo tutto quello che ha fatto alla tua famiglia? È solo un ragazzino viziato, insensibile e perfido, ecco cos’è! >>, esplose Hermione. << Cara Hermione, il cuor non si comanda! >> disse Ginny, mentre usciva dal dormitorio di Hermione. << Buonanotte, Hermione >> << ‘Notte Gin >>. * * * La sera dopo, Hermione appena dopo aver cenato, si rinchiuse con Calì, Lavanda e Ginny, nel dormitorio della loro sala Comune. La camera era decisamente invasa dai vestiti che le ragazze avevano deciso di indossare. Hermione guardò con un velo di tristezza il vestito di Ginny: era viola melanzana, decisamente antiquato, forse era appartenuto a Molly, e Ginny si era presa la libertà di aggiungere qualche modifica. << Hermione smettila di voltare la testa! >> esclamò Calì, che tentava di tenere a bada i capelli di Hermione con una piastra per lisciare i capelli. Ora la testa della ragazza era divisa in due: da una parte i capelli erano crespi e cespugliosi come al solito, da un’altra parte, questi erano lucenti e liscissimi come la seta. Intanto Ginny cercava di restringere il suo vestito in vita, ma quello che ottenne la fece assomigliare di più a una pera viola. O meglio ad una melanzana. Hermione, d’atro canto, non vedeva l’ora di vedere Ron. In verità non vedeva l’ora di passare la serata con Ron. << Ecco fatto, vai, ora sistemo Lavanda >> stava dicendo Calì. Hermione si specchiò e per una volta nella vita rimase soddisfatta del risultato ottenuto. Con un sorriso stampato in faccia, si tolse i vestiti scolastici e indosso il suo vestito, che le era stato regalato dai genitori per il suo brillante risultato ottenuto ai G.U.F.O. L’abito era lungo quasi fino alle caviglie, era rosa pallido, e le ricadeva morbido sui fianchi. Ai piedi portava dei semplici sandali con i nastri, che aveva intenzione di attorcigliare attorno alle caviglie. Al collo un girocollo luccicante. Prese il soprabito nero e dopo aver baciato sulla guancia Ginny e le altre scese di sotto, dove trovo Harry e Ron. << Ciao ragazzi! >> esclamò, abbracciando Ron da dietro. Lui sussultò, e poi, si voltò verso Hermione che sorrideva radiosa. Le diede un bacio sulla guancia, e poi si alzò dalla poltrona di pelle rossa. << Bè, allora noi andiamo, Harry. Mi raccomando… >> aggiunse, ad un tratto, facendosi serio. Harry lo guardò, un po’ irato. Ormai era risaputo che l’amico perdesse le staffe facilmente. Hermione non riusciva a capire. Guardò Ron, ma questo non la considerò minimamente. La prese per mano e insieme scesero in Sala Grande. Scesa la scalinata di marmo, entrarono nella Sala Grande, addobbata a festa: petali di rosa che sembravano cadere dal cielo di un blu vellutato, e nell’aria c’era un profumo inebriante. Hermione si guardava attorno meravigliata. Molte coppie già ballavano poco più in là, e con lo sguardo riconobbe, Cho Chang e un ragazzo di Corvonero. << Ci troviamo un tavolo, eh? >> disse Ron, nervoso. Si guardava intorno, sorridendo ipocritamente a chiunque facesse accenno alla sua compagna. I tavoli erano grandi, ed erano a forma di foglia. Ron si sedette e si versò dell’acqua. Hermione continuava a guardarsi intorno spaesata. << Ron, volevo chiederti una cosa: perché hai detto quella cosa a Harry? >> disse d’un tratto la ragazza. Ron si fissò i piedi e arrossì in zona orecchie. << Ecco, lui va al ballo con Ginny, e… beh non vorrei che… >> biascicò. Hermione sorrise, e le appoggiò la mano affusolata sulla sua. << Ti capisco. Ma credo che Harry sia la persona più adatta al mondo per tua sorella >>. Ron non rispose. Non ne sembrava affatto convinto. Oramai erano le dieci, e al tavolo a forma di foglia, occupato prima solo da Ron e da Hermione, ora c’erano: Harry, Ginny, Seamus, Neville Calì e Lavanda. Ginny sembrava felicissima, ma Harry non sembrava considerarla molto. Guardava corrucciato dalla parte in cui Hermione, poco prima, aveva notato Cho, e il suo amico. Neville, l’unico rimasto senza compagna si dondolava un poco sulla sedia, oppure guardava depresso le coppie che danzavano nella pista. Gran parte dell’eccitazione di Hermione, era finita. Se ne stava lì, la mano sotto al mento, in attesa che quell’ incapace di Ron la invitasse a ballare. Ron però guardava ancora Harry, che fissava incavolato nero, Cho. << Ron andiamo >> disse Hermione, precipitosamente, afferrandogli il braccio. << Dove? >> disse lui, come se si fosse appena accorto di essere ad un ballo. << A ballare! >> disse la ragazza, continuando a strattonargli il braccio. Ron lanciò un ultimo sguardo alla sorella che cercava di fare un discorso sensato con Harry, e con un ultimo sospiro si fece condurre da Hermione lontano da quel mortorio. << Non mi va di ballare, Hermione >>. << Che vuoi fare, allora! Sono appena le dieci! >> esclamò la ragazza, che cominciava ad irritarsi. << Usciamo, almeno ora non c’è nessuno. Devo parlarti >> disse Ron, tremando impercettibilmente. Hermione, accettò, non che avesse scelta. Si sedettero su di una panchina; il parco era illuminato da sfere luminescenti, che galleggiavano in aria. Sembrava di essere dentro un sogno; la ragazza le guardava ammirata. Ron si schiarì nervosamente la gola, riportando Hermione alla realtà. << Hermione… tu… mi piaci molto >> sussurrò Ron, avvicinandosi di più a Hermione che istintivamente voltò il capo. << E mi piacerebbe, insomma… averti non solo come amica, ma anche… insomma come… >>, si avvicinò ancora. Il cuore di Hermione cominciava ad avere vita propria: batteva come un pazzo. << Allora? >> mormorò, Ron, carezzando il viso della ragazza. Hermione era in preda ad un conflitto interiore: cosa fare? Una parte di lei le diceva di accettare la proposta di Ron, ma un’ altra parte, le diceva di prendere tempo, e se possibile di rifiutare. << Io… io, non lo so Ron… >> riuscì a sillabare. Ron però si avvicinò ancora al viso della ragazza e per poco il loro nasi non si sfioravano. << Ron, non voglio. Almeno non per ora, lasciami pensare >> disse Hermione, voltando bruscamente la testa. Le braccia di Ron, che ora le circondavano la vita, si irrigidirono. La sua espressione mutò e la sua faccia da rilassata, diventò tesa come poco prima. Hermione abbassò lo sguardo, per nascondere le lacrime che spingevano per venir fuori. << Va bene, Hermione >> disse Ron, con voce sorda. << prenditi pure tutto il tempo che vuoi >>, se ne andò lasciandola sola. Appena fu sicura che Ron se ne fu andato, Hermione dette il via libera alle lacrime. << E così, Weasley, ti ha bidonato >> disse una voce fredda e che ostentava la massima contentezza. In poche parole, era la voce di Draco Malfoy. Hermione ricacciò indietro le lacrime e si voltò di scatto. Malfoy troneggiava di fronte a lei, e aveva in mano un calice pieno di vino. << Non osare infastidirmi, brutto, viscido e perfido idiota! >> ringhiò Hermione, scoppiando a piangere. Draco, rise, una risata fredda, priva di gioia, che lì per lì confuse ancora di più Hermione. << I tuoi epiteti scagliati a raffica non mi infastidiscono più, ormai >>, disse, sorseggiando il vino. << Allora levati dalle palle! >> esplose Hermione. << Non dire parolacce, Granger, altrimenti vado da Piton, e ti faccio togliere un bel po’ di punti, così Weasley è ancora più contento >> Hermione si alzò e si diresse verso Malfoy con la mano alzata. Giunta in prossimità della sua faccia, si preparava a schiaffeggiarlo, proprio, come aveva fatto tre anni prima. Questa volta però, il ragazzo biondo fu più veloce, e afferrò la mano di Hermione prima che potesse colpirlo. << Non ci provare. Non pensarlo nemmeno >> disse Malfoy, con la voce che tremava leggermente. Mollò il polso di Hermione, le si avvicinò velocemente e la baciò sulla guancia. Hermione sussultò, e indietreggiò. A quel punto Malfoy scoppiò a ridere, stavolta in maniera indecente, in maniera davvero sguaiata. Hermione lo guardò terrorizzata e poi mormorò: << Sei ubriaco, vero? >> << Ubriaco? Tutt’altro! Forza fila dentro, prima che Weasley si penta di averti lasciata, venga qui, mi trovi e mi butti giù nel lago. Intanto credo che cercherò Mattews, che deve darmi ben trenta galeoni, per la scommessa che ho appena vinto >> disse Malfoy, con voce calma e suadente. Hermione lo fissò disgustata. << Ero io la scommessa, vero? Dovevi baciare me? >> mormorò, toccandosi la guancia, che il ragazzo aveva baciato poco prima. Lui annuì, sorridendo in maniera disarmante. Hermione fu rapita dai suoi occhi di ghiaccio, e per un attimo si perse nel suo sorriso. Poi si riscosse, sospirò, e fece per andarsene. << Aspetta! >> esclamò Draco, raggiungendola e afferrandole il braccio. << Hai dimenticato questo >> disse con un filo di voce, mentre le porgeva il soprabito nero. Erano di nuovo vicini. Hermione si perse di nuovo nelle sue iridi, così magnificamente blu. Malfoy sorrise e si avvicinò alla bocca di Hermione. Le labbra del ragazzo, per qualche secondo, sfiorarono quelle di Hermione, prima che lei lo allontanasse bruscamente da sé. Corse fino alla sala Comune. Non voleva vedere Ron, né Ginny, né Harry. Voleva stare sola. Gettò il cappotto sul letto, e iniziò a spogliarsi, mentre l’immagine di Draco si intrometteva con prepotenza nei suoi pensieri. << Brutto idiota >> sibilava Hermione ogni tanto. Erano le undici e mezza, e lei era l’unica ragazza che stava rinchiusa nel suo dormitorio. Perché non scendeva? Perché non cercava Ron, e non gli chiedeva scusa? Perché non devi chiedergli scusa, Hermione. Non è colpa tua… sussurrava una vocina maligna dentro di lei. Hermione si gettò a pancia sotto sul letto a baldacchino, e con un gesto indolente chiuse le cortine rosse. Le dava sempre un senso di tranquillità stare nascosta lì dietro. Le sembrava di essere in un luogo in cui la gente non poteva penetrare. sbam! << Hermione , Hermione! Sei qui? >> gridava una voce, che Hermione associò a quella di Ginny. La ragazza, scostò le tende del suo letto e scivolò giù trovandosi a faccia a faccia con il viso lentigginoso di Ginny. << Ma cosa fai qui? A quest’ora, poi! Scendi, dài! >>. << Ho sonno, Gin, lascia stare… piuttosto perché urlavi come una pazza? >> chiese Hermione, che subito aveva pensato a catastrofi imminenti. << Ooooh, Hermione… non sto nella pelle… >> esclamò Ginny, estatica. * * * Draco, se ne stava in disparte, e non applaudiva. Per lui quella notizia non era bella. Spezzava solo la monotonia di Hogwarts. Tiger e Goyle, al suo fianco applaudivano entusiasti, Potter e gli altri sembravano come folgorati dalla notizia. Il ragazzo biondo sbuffò, e fece per alzarsi. Ma lo zampo della sua sedia era completamente e perfettamente incastrato in quello della sedia di Goyle, e provare a sollevarlo o a farlo notare a Goyle, sarebbe stato impossibile. Così aspetto pazientemente che il colosso si fosse alzato. Quando ebbe varcato il grande portone di quercia, sentì una mano afferrargli la spalla; si voltò. Si trovò di fronte Silente, il Preside di Hogwarts. << Se permetti, Draco, vorrei parlarti >> disse il vecchio Preside. << Nel mio ufficio >>. Draco, anche se di malavoglia acconsentì. Camminarono senza parlare finché non arrivarono al gargoyle di pietra. << Api Frizzole >> disse Silente. Salirono sulla scala a chiocciola che per magia prese a salire, portandoli fino all’ufficio di Silente. << Siediti ragazzo, >> fece Silente, accomodandosi dietro la scrivania. Draco si guardò a torno; i ritratti lo guardavano con aria di disapprovazione. Il giovane sapeva il perché. << Allora, non ti ho visto particolarmente entusiasta stasera. Il mio annuncio non ha dato il risultato che speravo >>. Draco fissò gli occhi azzurri del Preside. <> disse il ragazzo, continuando a fissare Silente. Questo si alzò, e prese a camminare avanti e indietro per la stanza. << Naturalmente, spero che tu abbia capito che voglio parlarti di una cosa molto delicata, Draco >>. Lui annuì. << Tuo padre. Hai notizie di lui? >> Draco scattò in piedi come se fosse stato percorso da una scossa elettrica. << Crede davvero che volterei le spalle a mio padre? >> disse furente. << No. Non potrei mai pensarlo. Ma con i tempi che corrono niente va lasciato al caso; Lord Voldemort è risorto. Ti chiederai perché vi sto buttando fuori proprio adesso. Non è così? >> Draco, lentamente si mise seduto. << Perché da ora in poi, questo posto non è più sicuro >>. << Crede che una baracca sulla spiaggia sia più sicura, allora? >>. Silente si rimise seduto, le lunghe dita intrecciate. << Sì ragazzo, persino una spiaggia che pullula di Babbani è più sicura di questo posto. La scuola verrà chiusa, se non mi verranno date nuove indicazioni >> << Perché allora non far tornare gli studenti a casa? >> chiese il ragazzo, che cominciava a spazientirsi. << Dovete almeno provare a istaurare un rapporto d’amicizia, ricorda sempre, Draco che se siamo uniti possiamo sconfiggere Voldemort, se non siamo uniti, siamo destinati a soccombere. E secondo il mio modesto parere, tu non hai le idee chiare come tuo padre, non è così? >>. Draco non rispose. Silente aveva in parte ragione: non era assetato di potere e di gloria come suo padre, lui, non si sarebbe mai fatto sottomettere, per avere un briciolo di potere. Se voleva conquistare qualcosa, l’avrebbe fatto da solo, senza l’aiuto di nessuno. << Bene; mi dispiace informarti che la scelta dei tuoi compagni non sarà tua. Ho già deciso con chi mandarti, dove mandarti e come mandarti >>. Draco tremò impercettibilmente. << Perché non ho potuto scegliere? >> << Ho scelto io per te. Credo che la mia decisione non ti andrà a genio, ma non potrai in ogni modo opporti. Vuoi sapere ora con chi andrai al Campeggio? >>. Silente fece una pausa, prese fiato e disse: <>. Draco, con una faccia da funerale, e con un colorito ancora più pallido del solito, si fece accompagnare fino alla porta. Scese fino al piano di sotto, e poi lentamente si diresse verso la Sala Comune di Serpeverde; le parole che Silente aveva pronunciato al Ballo gli tornavano in mente: sei mesi in uno sperduto paesino marittimo della Gran Bretagna, in compagnia di Babbani, e di tutta quella gente che lui detestava. Al mare, oltre tutto. Fantastico; davvero fantastico. * * * << Cosa?! Ginny dici la verità? Dove sono Harry e Ron? >> urlava Hermione, mentre guardava Ginny saltellare per la stanza. << è la pura verità! Sei mesi fuori di qui, senza i professori che ti dicono cosa fare e cosa non fare, spiagge fantastiche, una casa tutta per noi, e poi… la serata libera! Certo hai sempre dei doveri, ma… oooh, Hermione non vedo l’ora! >> <> aggiunse Hermione, con un velo di rammarico << Certo che non me lo sono dimenticata! Non avrei mai accettato, se ci fosse stato solo Neville! >> squittì Ginny. << Ginny, ma tu stai con Harry! Come puoi pensare a Malfoy! >> le ricordò Hermione. A sentir parlare Ginny in quel modo, le salì un groppo in gola. Non le aveva ancora rivelato cosa era successo poco prima. << Io non sto con Harry! E poi se pensi che se ne stia tutto buono con quella deficiente di Cho Chang nei paraggi ti sbagli di grosso… >>. Sospirò e si gettò sul letto. In quel momento, dal piano di sotto si sentivano le urla di Harry e Ron, che le invitavano a scendere. Le due ragazze scesero di corsa le scale e si precipitarono da i due. Ron non guardò Hermione, fissava con determinazione il fuoco che scoppiettava allegro nel camino. << Ginny, forse non me l’hai detto, fra quanto partiamo? >> chiese Hermione con una punta di panico nella voce. << Fra un paio di giorni. Silente ci rifornirà di vestiti quando saremo arrivati. In ogni modo, partiamo a gruppi, non possiamo farci notare. Noi siamo fra i primi… >> << Non capisco perché Silente c’ha voluto appioppare quella larva di Malfoy. Quasi quasi resto qui >> disse Ron, evitando di incrociare lo sguardo della ragazza bruna. << Perché vuole che facciamo amicizia, ed è utile di questi tempi >> disse Hermione. << Hermione ha ragione, e poi credo che Draco possa aiutare Silente, in qualche modo. Lui ha il padre Mangiamorte, e se lui diventasse nostro amico, potrebbe rivelargli molte cose… >> azzardò Ginny. << Non dire scemate, Ginny! Credi davvero che Malfoy, diventerebbe nostro amico? Per di più passando a Silente informazioni su Tu-Sai-Chi? Ma non scherzare!>> disse Ron facendo di tutto per non guardare nella direzione di Hermione, che lo fissava contrariata. << Potrebbe essere. Ma Silente non utilizzerebbe mai Draco come spia; comunque ci ha affidato un compito, e noi dobbiamo portarlo a termine >>disse Hermione, rivolta a Ron. Lui finalmente la guardò in faccia, e arrossendo in zona orecchie disse: << Da quando voi due lo chiamate per nome? >>. << Ron, dovrai farci l’abitudine, >> disse Harry, unendosi alla conversazione << se Silente vuole che facciamo amicizia con Malfoy, noi, faremo amicizia con Malfoy. Giusto? >> << Giusto! >>. * * * I due giorni che li dividevano dalla partenza erano passati troppo velocemente per Harry, Ron, Hermione e gli altri. Solo il giorno prima avevano dovuto sopportare due ore di pozioni con i Serpeverde, e adesso Hermione era in piedi di fronte alla valigia, aperta sul letto, in attesa di un’idea che le suggerisse cosa portare. Il che era praticamente impossibile perché Silente non aveva rivelato a nessuno il posto in cui li avrebbe mandati. Tutti i gruppi sarebbero stati destinati a luoghi diversi: chi al mare, chi alla montagna. Alla fine la ragazza rinunciò e raggiunse gli amici di sotto, in sala Comune dove alcuni ragazzi del settimo anno avevano dato inizio ad un festino. << Non credo che riuscirò a dormire… >> stava dicendo Neville. Hermione annuiva. Harry e Ginny ridevano poco più in là. Ron li fissava. Ron… perché ogni volta che abbiamo l’opportunità per stare insieme litighiamo? pensò scoraggiata la ragazza, mentre osservava il ragazzo dai capelli rossi. Adesso Ginny e Harry, avevano cominciato a coccolarsi: lui le tirava i capelli rosso fuoco, lei seduta in bilico sulle sue ginocchia, ogni tanto gli pizzichettava lo stomaco. Ron non sembrava affatto entusiasta del cambiamento avvenuto. Hermione li fissava con una punta di invidia. Era felice per l’amica ma non mentiva a sé stessa: avrebbe voluto che Ron le toccasse i capelli, proprio come Harry li sfiorava a Ginny. Ma Ron, sembrava che fosse sulla luna; osservava con sguardo vacuo, il fuoco che crepitava nel camino, e Hermione ogni tanto con la coda dell’occhio cercava di vedere se la osservasse: nulla. Doveva essersi proprio offeso. Si disse che se non le avrebbe rivolto la parola per il resto della sera gli avrebbe parlato: e così fu. Erano le due e un quarto e Harry, Ginny, Neville, e Calì, erano saliti a dormire. Hermione di prepotenza aveva trattenuto Ron, e adesso stavano – anche se a bassa voce - discutendo animatamente. << Non volevo offenderti! >> ripeté Hermione per la terza volta. << Non volevi, eh? Ma ci sei riuscita benissimo! >> sibilò Ron, rosso in faccia, quasi quanto i suoi capelli. << Davvero, Ron, sai che ti voglio bene, ma non me la sono sentita di… insomma… >> disse Hermione, sulla difensiva. << Hermione, possibile che non capisci!? Io ti amo! >>. << Io… si l’avevo intuito… ma, Ron, io ti vedo meglio come amico che come fidanzato… >>. << Rispondimi: ti piaccio, o no? >> chiese Ron, con tono solenne. << Tu…>>. Hermione ragionava, o almeno si sforzava di mettere due parole in fila. Lui ti piace? Puoi dirlo, qui non ti sente nessuno, non può leggerti nel pensiero… disse una voce nella sua testa. La ragazza osservò il ragazzo sedicenne che aveva di fronte: i capelli erano quelli di sempre, rossi, un po’ arruffati, gli occhi dalle stupende sfumature blu e verdi, le spalle larghe e muscolose… Ron era molto bello… ma perché qualcosa la spingeva a rifiutare? << Io… non lo so… >>, disse lei sospirando e nascondendo la faccia fra le mani. Ron sbuffò e la ragazza, che intanto aveva dato il via a lacrime silenziose, lo sentì passarle accanto, per poi vederlo scomparire, con la vista annebbiata dal pianto, su per la scala del dormitorio dei maschi. -To Be Continued…- Charlotte
  
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