Storie originali > Commedia
Segui la storia  |      
Autore: roriy    29/07/2012    1 recensioni
Ciao a tutti =) Mi chiamo rori mi piace molto scrivere e ho deciso di pubblicare qui parte di una storia che sto scrivendo. Non so se la continuerò perchè per ora è una bozza ma volevo comunque provare a pubblicarla per vedere se c'era almeno una o due persone che fossero interessate a leggerla perchè nel caso potrei decidere di aggiustarla come si deve e di continuarla, non vi nascondo che è difficile far leggere qualcosa di proprio agli altri quando si è insicuri ma chi meglio di voi che scrivete può capirmi. "Respirai profondamente e chiusi gli occhi cercando di immaginarmi di essere in un altro luogo qualsiasi.
Mi stava venendo una leggera nausea e la situazione mi stava decisamente opprimendo.
Odiavo viaggiare in aereo, l'ansia del decollo, i posti schiacciati in cui tutto era a un palmo dal tuo naso, il cibo immangiabile e inoltre lo stress delle valige che venivano lasciate all'andata e solo se eri abbastanza fortunato le avresti riviste al ritorno."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti =) Mi chiamo rori mi piace molto scrivere e ho deciso di pubblicare qui parte di una storia che sto scrivendo. Non so se la continuerò perchè per ora è una bozza ma volevo comunque provare a pubblicarla per vedere se c'era almeno una o due persone che fossero interessate a leggerla perchè nel caso potrei decidere di aggiustarla come si deve e di continuarla, non vi nascondo che è difficile far leggere qualcosa di proprio agli altri quando si è insicuri ma chi meglio di voi che scrivete può capirmi =). Detto questo spero davvero che avrete voglia di darci un occhiata, buona lettura.

Capitolo 1

-Non permetterò mai che ti venga fatto del male tu sei tutta la mia vita adesso!!-
Sbuffai tamburellando con le dita sul tavolino pieghevole davanti a me e che mi stava opprimendo sempre di più a causa del passeggero davanti a me che, molto gentilmente, aveva deciso di impadronirsi dei suoi spazi distendendosi con il sedile e infischiandosene della povera sottoscritta che tra pochi minuti si sarebbe ritrovata con il tavolino impiantato nell'intestino.
Mi strappai gli auricolari e spazientita iniziai a tirare dei colpetti al sedile per richiamare l'attenzione del ragazzo davanti.
-Ehi! Ehi! Mi scusi può tirare un po' più su il sedile??-
Non ottenni risposta; forse non era italiano. Sospirai e provai di nuovo a richiamare la sua attenzione.
-Mi scusi!! Mi sente? Please! Can you...-
Questa volta la risposta la ottenni, un bel dito medio alzato (che fu per altro la sola cosa che vidi del passeggero davanti a me) accompagnato da un insulto in qualche lingua a me sconosciuta.
Spazientita tirai uno schiaffo allo schienale del sedile con tutte le forze che avevo e risprofondai nel mio, cercando di reprimere un grido.
Respirai profondamente e chiusi gli occhi cercando di immaginarmi di essere in un altro luogo qualsiasi.
Mi stava venendo una leggera nausea e la situazione mi stava decisamente opprimendo.
Odiavo viaggiare in aereo, l'ansia del decollo, i posti schiacciati in cui tutto era a un palmo dal tuo naso, il cibo immangiabile e inoltre lo stress delle valige che venivano lasciate all'andata e solo se eri abbastanza fortunato le avresti riviste al ritorno.
Mancavano ancora un paio di ore all'arrivo e non so per quanto avrei resistito lì, sospesa sull'atlantico in una trappola con le ali.
Sbirciai con un occhio il ragazzo con gli occhiali seduto alla mia destra, stava leggendo, meglio lasciarlo in pace. Avevo intrattenuto con lui una conversazione di un'ora, poco prima. Con aria saccente mi aveva descritto lo scopo del suo viaggio di studi mentre io avevo annuito ritmicamente immaginandomi una musica di sottofondo nella quale dovevo tener conto di un ritmo immaginario. Sorrisi mentre immaginavo di fare un onda con le braccia mentre continuavo a muovere il collo e di dare così inizio ad un balletto da musical.
Non che fossi maleducata ma avevo capito che ogni tentativo di conversare con quell'individuo era praticamente inutile. Nella mia classifica personale lo avevo collocato tra gli eccelsi sapienti, ovvero coloro che sanno e sono esperti in tutto. Ne avevo conosciuti moltissimi nella mia vita e quello che avevo capito era che ogni tentativo di esprimere la tua opinione era inutile, poiché qualunque cosa tu avessi fatto loro l'avevano fatta meglio, qualunque esperienza tu avessi vissuto bella o brutta loro l'avevano già vissuta prima e in modo più approfondito, se tu eri a conoscenza di qualche novità loro già la sapevano e se per pura fatalità tu avessi avuto ragione in qualcosa loro lo avevano capito già da prima. Insomma erano degli eroi!
Ragion per cui avevo poi deciso di infilarmi le cuffiette e di guardarmi un film qualsiasi ovvero “Twilight”.
Mi strinsi le braccia allo stomaco, il malessere che sentivo in quel momento dipendeva sopratutto dall'ansia. Continuavo a chiedermi se quella che stavo prendendo fosse la decisione giusta.
Stavo andando a New York dai miei zii che nel corso della mia vita avevo visto solamente in fotografia e i cui contatti erano stati mantenuti solamente via e-mail.
Era stata una decisione molto difficile che avevo preso assieme ai miei genitori. Avevo infatti 18 anni e da poco mi ero diplomata in un liceo linguistico. La scarsità delle prospettive che avevo per il mio futuro e la continua indecisione che caratterizzava ogni mia scelta aveva convinto i miei a intervenire proponendomi un'alternativa.
Sarei andata ad abitare dai miei zii che tanto erano abituati ad ospitare studenti e avrei frequentato una scuola di lingue per approfondire il mio inglese. Parallelamente mi sarei cercata un lavoro per non gravare ne sui miei zii ne sui miei genitori ed avrei così provato a “combinare qualcosa di buono” come diceva mio padre.
Sapevo che lo facevano perchè ritenevano che fosse una buona possibilità per me, ma da un lato avevo sempre sospettato che lo facessero un po' anche per loro, per ricostruirsi un loro nido. Naturalmente non doveva essere per sempre, ma per ora avevo solo il biglietto di andata, il ritorno era ignoto.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: roriy