Questa fanfiction è stata scritta per la Big Damn
Table della comunità “fanfic100_ita” (http://community.livejournal.com/fanfic100_ita/),
utilizzando il prompt 095-capodanno.
La mia tabella sulla coppia Remus/Severus
è sul mio livejournal: http://vahly.livejournal.com/#item1322.
Contiene spoiler del libro “Harry Potter e il principe mezzosangue”.
Capodanno
Severus osservava i fuochi d’artificio dalla finestra
della sua stanza.
In attesa di accertamenti, era costretto a restare
alla sede dell’Ordine della Fenice, sorvegliato costantemente dagli Auror.
“Idioti…”, mormorò fra sé e sé. Se fosse stato davvero
dalla parte di Voldemort… se non avesse voluto farsi
prendere, non sarebbe stato lì in quel momento. Se avesse
voluto andarsene da quel posto, che sembrava sapere sempre di più di
muffa e di stantio, avrebbe potuto facilmente ucciderli ed uscire dall’ingresso
principale. Ma ovviamente nessuno avrebbe mai dubitato della sicurezza di
quella vecchia casa, né delle capacità degli Auror… Nessuno considerava i loro
continui fallimenti nella caccia al Signore Oscuro.
Nessuno si era chiesto perché decine di maghi non fossero in grado di sconfiggerne
uno solo. Nessuno avrebbe mai volutamente ammesso che erano
solo un branco di incapaci, che la sicurezza del mondo magico era affidata ad
un branco di incompetenti e ad un ragazzino che sapeva troppo poco e si sentiva
troppo forte.
Sospirò, aprendo la finestra per sentire il rumore sordo prodotto dai fuochi
colorati, per dimenticare un attimo tutto ciò che era accaduto.
Non avrebbe potuto sporgersi, a causa della barriera protettiva che circondava
la sua stanza.
Ma pensandoci, forse non lo avrebbe fatto comunque.
Non voleva vedere, nel giardino sottostante, gli altri abitanti della casa
allegri mentre festeggiavano l’arrivo imminente del nuovo anno. Non voleva
vedere Potter e i suoi amichetti fare un brindisi sperando in un avvenire che
forse sarebbe stato più cupo che mai. Non voleva vedere Remus
e Tonks abbracciarsi e scambiarsi un lungo bacio di
buon augurio.
Se le cose fossero andate diversamente, forse sarebbe
stato ancora al suo fianco. Se solo avesse avuto il
coraggio di ammettere i propri sentimenti, invece di continuare ad allontanare
tutti coloro che tentavano anche solamente di avvicinarsi, forse… ma non era
stato così.
Era inutile continuare a rimuginarci sopra, lo sapeva benissimo, ma non poteva
fare a meno di pensarci.
Si odiava, per questo. Per essere incapace di andare avanti,
per essere stato sempre incapace di avere amicizie sincere, amori veri.
Si era guadagnato l’odio ed il disprezzo di tutti, fin dai tempi della scuola,
e non gli era mai importato. Mai.
Almeno, prima di conoscere Remus Lupin.
Era strano, pensare che c’era davvero stato qualcosa tra di
loro.
E mentre sul suo viso si riflettevano il rosso, il verde e il blu di immensi cerchi che brillavano nell’aria, quasi gli
sembrava di poter rivivere quel capodanno di tanti anni prima…
Era l’ultimo anno che trascorreva ad Hogwarts, ed un
senso di inquietudine gli stringeva il cuore. Non capiva perché provasse un
sentimento del genere, dopotutto quella scuola non gli aveva dato altro che
sofferenze… Eppure, il pensiero di lasciarla gli sembrava molto meno piacevole
di quanto non avrebbe mai creduto.
Era già capodanno, ed entro pochi mesi avrebbe lasciato
tutto.
Avrebbe lasciato la sua stanza, i suoi compagni, avrebbe detto addio agli
scherzi insopportabili di Potter, alla voce stridula della Evans che lo difendeva. Avrebbe detto addio a tutto ciò che
era stato il suo mondo fino in quel momento. Avrebbe detto addio a Remus.
Solo nel momento in cui lo aveva pensato, aveva realizzato
che sarebbe stato davvero così.
Remus, quel ragazzo carino e gentile che con
timidezza gli aveva detto di non far caso ai suoi amici, erano vivaci ma non lo
facevano con cattiveria… quel ragazzo che pian piano aveva imparato a
conoscerlo, di nascosto, che aveva deciso di frequentarlo sempre più
assiduamente, che gli aveva detto di voler stare con lui… che da mesi, era il
“suo” ragazzo… lo avrebbe salutato, forse per sempre.
Sarebbe stato assurdo anche solo sperare che la loro storia sarebbe
sopravvissuta al distacco da Hogwarts, ma in fondo Severus aveva sempre raccontato a
sé stesso che sarebbe stato così.
Era talmente immerso nei suoi pensieri, da non essersi accorto che qualcun
altro era entrato in quella stanza.
“Sapevo che ti avrei trovato qui…” mormorò una voce dolce alle sue spalle.
Si voltò, senza fretta. Sapeva benissimo chi era.
“Remus…” mormorò, “che ci fai
qui? Credevo fossi con i tuoi amici a festeggiare l’anno nuovo.”
Il ragazzo sorrise.
“Infatti ero con loro in sala comune, ma…”
Abbassò lo sguardo, prima di continuare, come se sapesse che quelle non erano
le parole giouste. “Non volevo che passassi un altro
capodanno da solo.”
Severus si irrigidì, e si
voltò nuovamente.
“Non ti preoccupare, sto benissimo da solo. Non ho bisogno della…”
“Della pietà di nessuno?” lo anticipò Remus,
“Sai benissimo che non è affatto così. non è pietà, la
mia… Voglio solo stare con te, tutto qui. E vorrei che
anche tu provassi lo stesso. C’è qualcosa di male, in questo?”
Chiese con una nota di tristezza nella voce.
Severus strinse nervosamente i pugni. Come poteva
dirgli che lo amava, che se fosse dipeso da lui avrebbero trascorso tutta la
vita assieme, e non solo quella notte? Non era capace di dire
quelle cose, non lo era mai stato. E non
avrebbe imparato in quella notte senza Luna, in cui solo le stelle illuminavano
il cielo oscuro ad augurar loro un felice anno nuovo. Perché
non sarebbe stato un anno felice, e non avrebbe dato a Remus
false speranze in cui lui stesso non sapeva credere.
“No, non c’è nulla di male…” sussurrò.
Remus lo abbracciò da dietro,
stringendogli forte le braccia attorno alla vita menre
poggiava il volto alla sua schiena.
“Allora permettimi di starti accanto…”
Severus sospirò. “Se i tuoi amici sapessero…”
“Non mi importerebbe. È a me che devi piacere, non a
loro.”
Il moro ridacchiò. Nonostante
l’apparente fragilità, l’altro era sempre stato una persona forte, e questo lo
sapeva benissimo, eppure ogni volta riusciva a stupirlo.
“Severus… lo chiamò piano il grifondoro.
“Sì?”
“Tu… cosa provi per me?”
Severus gli accarezzò una mano, prima di rispondere. Ma le parole non gli uscivano, e gli sembrava di avere la
gola secca ed il volto in fiamme. Non riusciva a dirlo, no,
non poteva…
“Non lo so, Remus.”
Disse solamente.
Si era sempre pentito di non avergli detto che lo amava.
Remus non glielo aveva più chiesto, dopo quella
volta, e lui non era mai riuscito a dirglielo.
Sapeva che l’altro soffriva per quella situazione, per il dover vivere un amore
nascosto a tutti, persino agli amici più cari. E
sapeva che se solo lui avesse risposto di amarlo, Remus
gli avrebbe detto che anche lui lo amava, e che voleva restare con lui, che
voleva stargli accanto per sempre.
Era sempre stato una persona romantica, dopotutto,
capace di credere nell’amore eterno, e capace di allontanarsi dai suoi amici
per trascorrere un solitario capodanno con lui.
Senza champagne, senza nessuno che facesse il conto alla
rovescia, l’alba l’unico sentore del fatto che era iniziato un nuovo anno.
Non c’erano stati fuochi d’artificio, non c’erano
stati festeggiamenti.
Ma per Severus era stato il
più bel capodanno di tutta la sua vita.
Neppure questo gli aveva detto, ed aveva sbagliato, lo sapeva bene.
Dopo la fine di Hogwarts lo aveva semplicemente
lasciato andare, aveva solo lasciato che la loro storia si dissolvesse nel
nulla, come la notte all’alba.
Quelle notti assieme, nascosti da tutti, non sarebbero
mai più esistite. Mai più.
Remus gli aveva scritto un paio di lettere, ma lui
non aveva mai risposto. E quando lo aveva rivisto ad Hogwarts, era stato uno shock.
Quell’uomo trasandato ma dal sorriso gentile era ancora nel suo cuore, e solo
in quel momento se n’era reso conto. Eppure, aveva continuato ad evitarlo il
più possibile, nascondendo i suoi sentimenti dietro la maschera di indifferenza ed astio che era solito portare. L’unico
contatto che era costretto ad avere con lui, l’unica cosa che concedesse loro
di avere un qualche tipo di legame, erano i brevi attimi in cui gli portava la
pozione antilupo.
Ma non gli aveva concesso altro, se non vaghi sorrisi
quando si vedevano in quelle occasioni.
Era stato proprio durante uno di quei brevissimi incontri che Remus gli aveva detto
semplicemente di non averlo mai dimenticato.
Quella frase lo aveva non solo sorpreso, ma soprattutto spaventato… Com’era
possibile una cosa del genere? Come poteva amare ancora una persona come lui?
Ma il rancore per aver fatto riaffiorare in lui sentimenti e sofferenze che
credeva aver dimenticato, aveva avuto il sopravvento sull’amore che ancora
provava, ed alla fine a causa sua, di un momento d’ira in cui aveva rivelato il
segreto di Remus, l’uomo era stato cotretto a lasciare la scuola.
Chissà se lo aveva perdonato anche per questo, si chiese
distrattamente Piton, guardando i fuochi aumentare sempre più di dimensioni e
farsi sempre più frequenti.
Avrebbe voluto che quella sera di tanti anni prima ci fossero
stati dei fuochi d’artificio, almeno quelli, perché Remus
meritava un vero capodanno.
E meritava anche una vera storia d’amore, quella che Ninfadora sicuramente gli avrebbe saputo dare. Per quanto
questo lo infastidisse (no, si disse, non era quello il termine giusto, ma
usarne un altro sarebbe stato ammettere che la sua vita era in
qualche modo incompleta senza Remus, e non
voleva farlo), per quanto lo infastidisse sapeva che era giusto così.
Sentì bussare alla porta, e disse distrattamente “avanti”, senza neppure
prendersi il disturbo di chiedere chi era. Qualche Auror che voleva controllare
che fosse ancora lì e che non si fosse suicidato prima
del processo, probabilmente.
“Non volevo che passassi il capodanno da solo…” mormorò timidamente la persona
che era appena entrata.
Severus si voltò di scatto.
“Remus?” domandò, quasi senza fiato.
Lui ridacchiò. “Questa scena l’ho gia vissuta…”
“Remus, tu non…”
Quest’ultimo scosse la testa con decisione. “Non mandarmi via, per favore. Concedimi almeno questa serata…”
Piton sospirò. “E Tonks?”
“Di sotto. Con gli altri…”
“Non era questo che intendevo” ribatté l’ex-serpeverde.
“Lo so, ma non mi va di parlarne. Possiamo fare almeno
finta che vada tutto bene, almeno per ‘stanotte?”
“Non state più insieme?” domandò insistente Severus.
Non avrebbe continuato a commettere sempre gli stessi sbagli, non di nuovo…
“Perché, la cosa ti interesserebbe?” rispose Remus, incerto.
“Sì”, ammise il moro.
“È un po’ tardi per capirlo, temo…”
“Non saresti ancora qui se non volessi darmi un'altra possibilità.”
Remus annuì. “Forse hai ragione, ma sono stanco di
continuare a ripeterti cose che ormai sai da tempo. È
vero, sono ancora innamorato di te… ma non importa più. Domani chiederò a Tonks di sposarmi, credo. Non lo so, in
realtà…”
Severus si sentì stringere il cuore, e mancare
il respiro.
“C’è qualcosa che posso fare, per farti cambiare idea?”
“Non lo so, Severus. Dimmelo tu.”
Il moro gli prese il mento fra due dita, per sollevargli il volto, poi posò le
proprie labbra su quelle del ragazzo che ancora amava, che stava per perdere
per sempre.
“Mi dispiace…” sussurrò poi, quando si furono separati, “non sono stato in
grado di dirti che ti amavo, né di fartelo capire. Io… Ho
sbagliato, lo so. Quando mi hai detto di provare ancora qualcosa per me,
ad Hogwarts, ho capito
quanto in realtà il mio cuore non ti avesse mai lasciato andare…”
“Ma non mi hai voluto ugualmente.” Concluse per lui Lupin.
“Avevo paura. Ho sempre avuto paura di mostrare i miei
sentimenti, lo sai. E so di non meritarmi
un’altra possibilità, ma…”
“Vuoi davvero un’altra possibilità?” domandò Remus
deciso, fissandolo negli occhi.
“Sì. È ciò che più desidero, anche se non so come andrà a finire. Non so
neppure se sarò condannato ad Azkaban…”
“No, non ti condanneranno. Non ti avrebbero lasciato qui, se non credessero
nella tua innocenza…”
Piton sgranò gli occhi.
“Davvero? E tu come…”
“Tonks.” rispose
semplicemente, con un’alzatina di spalle. “E, comunque… non volevo chiederle davvero di sposarmi. Ci siamo
lasciati due giorni fa… altrimenti non mi avrebbe mai permesso di passare il
capodanno lontano da lei, non ti pare?”
Severus lo guardò spaesato.
“E allora perché mi hai detto…”
“Per metterti con le spalle al muro.” Ammise
candidamente l’altro con un sorriso.
“Sei incredibile.”
“Lo so.” Tentò di ghignare, con pessimi risultati. “Ma
volevo iniziare il nuovo anno assieme a te. So che sembra sciocco, ma… sapevo che in fondo anche per te c’era qualcosa. Sapevo che
non era tutto finito…”
Il conto alla rovescia era iniziato, e da fuori si sentivano le voci dei membri
dell’ordine e di alcuni auror urlare dieci, nove,
otto…
“Allora, iniziamolo assieme questo nuovo anno!”
Si risolse a dire Piton, abbracciandolo.
Era strano, per lui, lasciarsi andare così, certo… Ma, d’altra parte, era ciò
che voleva davvero, stare con Remus. E questa volta avrebbe fatto di tutto per dargli ciò che si
meritava.
Allo scoccare della mezzanotte, Remus, felice, diede un brevissimo bacio a Piton, prima di dirgli felice “Buon
anno, Severus!”
Quest’ultimo inspirò leggermente. Doveva farlo, e questa volta sapeva di
poterci riuscire.
“Buon anno nuovo anche a te, amore.”
…fine…