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Autore: sonsimo    12/02/2007    10 recensioni
Come risulta evidente dal titolo (Sangue e lacrime)la storia si rivelerà violenta e inoltre, a tratti, fortemente introspettiva. Goku dovrà combattere una battaglia molto dura, non solo per il suo fisico ma soprattutto per il suo cuore
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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fanfiction3: diciassettesimo capitolo

Scusate  per il tremendo ritardo, ma questo capitolo è finalmente l'ultimo...                                La scelta

 

Il sangue di un angelo e le lacrime di una strega

 

Goku era rimasto praticamente senza parole. Osservava le sfere in silenzio, immobile. Quelle sfere che per tutta la sua vita avevano ricoperto un ruolo fondamentale, mai come allora apparivano importanti e preziose ai suoi occhi. La sua ultima speranza, la possibilità di ricostruire la propria famiglia... e in quel momento si trovavano proprio nelle mani di colei che era la causa di tutto quel male, colei che a sangue freddo, brutalmente, aveva ucciso due delle tre persone più importanti della sua vita, la sua dolce ma allo stesso tempo volitiva moglie e il suo piccolo, innocente Goten. Probabilmente le due persone che più di chiunque altro aveva fatto soffrire nel corso della sua esistenza: la moglie abbandonata innumerevoli volte, il piccolo costretto a crescere senza un padre. Due persone che comunque non avevano mai  perso la fiducia nei suoi confronti. A che pro Horia aveva fatto radunare le sfere? Goku vide avvicinarsi verso di sè il fratello, sangue del suo sangue, sorridente, e a stento trattenne la rabbia. 

"Allora, Kakaroth, a quanto pare tu e il nostro principe siete in difficoltà, non è così? -Radish digrignò i denti e pronunciò le ultime parole con rabbia- finalmente avete trovato qualcuno che vi farà pentire di aver tradito il vostro popolo!". L'onere di rispondere a tono a quell'insopportabile fratello venne tolto a Goku da Vegeta, che si frappose tra i due, e si rivolse a Radish nel suo tono più autoritario: "Tu, terza classe, non osare rivolgerti al tuo principe in questo modo! Tornatene all'Inferno da dove sei venuto, perchè anche se sei già morto potrei farti così male da farti pentire di non essere rimasto laggiù!". Goku vide chiaramente Radish tremare, mentre indietreggiava avvicinandosi a quell'altro vigliacco di Napa che appariva pure alquanto spaventato, e non potè fare a meno di provare una punta di ammirazione per il principe dei sayan. I due guerrieri però, forti della presenza di Horia, continuarono a fissarli in cagnesco, finchè la strega, che a quel punto non aveva più bisogno di loro, non decise di liberarsene teletrasportandoli nuovamente all'Inferno.   Quindi Horia riportò i propri occhi verdi sfavillanti su Goku, sorridendo beffarda. Il sayan fece qualche passo verso di lei: "Perchè...hai fatto raccogliere le Sfere del Drago? Avanti, dicci che cosa vuoi, abbiamo atteso abbastanza! Vuoi chiedere qualcosa al Drago?". La strega proruppe iu una fragorosa risata, che strappò un grugnito di rabbia a Vegeta, immobile accanto a Goku, mentre quest'ultimo si concentrava al massimo nel tentativo di mantenere la calma. Tutto ciò che desiderava in quel momento era porre fine a quella strana battaglia che stava affrontando senza ancora averne compreso il motivo, e far ritornare in vita i propri cari.  Goku aveva sempre amato combattere. Misurarsi con gli avversari più potenti era ciò che gli dava più gioia al mondo. Era consapevole di aver provocato molta sofferenza intorno a sé tutte le volte che non era riuscito ad accantonare il proprio istinto sayan, e anche se aveva sempre combattuto per una giusta causa, per salvare il mondo da nemici di volta in volta sempre più malvagi e pericolosi, non poteva non sentirsi in colpa nei confronti dei propri cari, che lo attendevano trepidanti ogni volta che lui, quasi con gioia, metteva in pericolo la propria vita. L'eccitazione che si impadroniva di lui durante un combattimento gli faceva a volte perdere di vista il suo scopo principale, il suo ruolo di eroe. Durante una battaglia, per qualche istante, Goku perdeva completamente la percezione di ciò che avveniva intorno a sé, concentrandosi, quasi egoisticamente, solo su se stesso e sul proprio avversario, affascinato dalla potenza coinvolta nello scontro, combattendo per il puro piacere di farlo. Ma di fronte ad Horia, tutto fu diverso per lui. Goku non provò nemmeno per un istante il desiderio di misurarsi con lei solo per dimostrare di essere il più forte. Voleva soltanto non averla più davanti ai propri occhi, in modo da poter utilizzare indisturbato le Sfere. Nonostante avvertisse distintamente, ormai che la barriera era quasi del tutto scomparsa, l'aura di profonda malvagità emanta dalla strega, si rendeva conto che, dal punto di vista meramente fisico, Horia non era di certo un degno avversario. Ed infatti, a quanto pareva, non era uno scontro diretto che la strega cercava. Una voce nella mente di Goku gli suggerì di agire in fretta, di colpire la strega senza che questa avesse il tempo di difendersi, perchè in questo modo avrebbe potuto prevenire le sue future mosse, e qualunque fosse stato il piano di Horia, non le avrebbe dato il tempo di portarlo a compimento. Goku si concentrò, deciso a caricare il colpo, ma si bloccò non appena vide la strega smaterializzarsi improvvisamente di fronte a lui per comparire poco distante, alle spalle di Dende. Il namecciano sussultò e si voltò a guardare nei freddi occhi verdi della strega, con un brivido di terrore. Veloce come un lampo, senza dare a nessuno il tempo di intervenire in soccorso del Dio della Terra, Horia pose la sua mano sul capo di Dende e ostentò la massima concentrazione. Goku non potè fare altro che osservare, con crescente panico, la sottile scia d'argento scintillante che dal corpo del namecciano si trasferiva in quello della donna dai capelli rossi. Dopo pochi istanti, Dende era crollato a terra, privo di sensi, e Horia rideva, torreggiando sul suo corpo incosciente, con un'espressione di puro trionfo negli occhi.

"Che cosa gli hai fatto? Rispondimi!". Ormai la rabbia era evidente nel tono di voce di Goku, che alla fine stava per perdere il suo proverbiale autocontrollo, di fronte al comportamento apparentemente assurdo di Horia. La strega lo osservò per qualche secondo, sempre col sorriso sulle labbra, quindi decise di rispondergli. Parlò molto lentamente, quasi a voler trarre il massimo piacere dallo sconforto che le sue parole avrebbero provocato nel sayan che le stava di fronte.

"Mi sono impadronita dei poteri del vostro Supremo. Sai che cosa significa questo, non è vero? -la strega fece una pausa, e raccolse dal suolo la sfera con quattro stelle- se adesso una di queste sfere, per puro caso, dovesse andare distrutta, la Terra ne rimarrebbe priva per sempre, perchè il vostro caro namecciano è stato privato del potere di creare delle nuove sfere. Se io adesso distruggessi questa piccola sfera tra le mie mani, tu, caro sayan, non avresti più alcun modo per riportare in vita quella stupida e il vostro mocciosetto! Che cosa ne dici, proviamo?".

Vegeta, accanto a Goku, si voltò verso il compagno, e si stupì nel vederlo tremare incontrollabilmente. Non l'aveva mai visto in quello stato,  evidentemente la strega stava giocando molto bene le sue carte, e lo aveva colpito proprio nel suo punto debole. D'altro canto, Gohan e Trunks apparivano pietrificati dall'orrore. Spostavano lo sguardo da Dende, accasciato al suolo con Popo inginocchiato accanto a lui, alla strega con la sfera tra le mani, inorriditi. Inoltre, concentrandosi sull'aura dell'avversaria, Vegeta si rese conto che dopo l'attacco a Dende quest'ultima si era notevolmente indebolita, e la barriera protettiva era definitivamente scomparsa. Il principe dei sayan decise di prendere in mano la situazione, e si mosse verso Horia, ma le parole della strega lo bloccarono: "Un altro passo, principino, e la sfera sarà distrutta! Non credo che il tuo amico qui poi te ne sarà grato! Resta dove sei, questa è una faccenda tra me e l'eroe!" disse Horia, pronunciando con particolare disprezzo il vocabolo  eroe. Quindi le parole appena sussurrate da Goku fecero trasalire il principe: "Fai come ti ha detto, Vegeta. Io ho bisogno di quelle sfere!". Vegeta si voltò come una furia verso l'altro sayan: "Sei un idiota Kakaroth! Hai dimenticato che ci sono le sfere anche sul pianeta Namecc? Una volta che avrò eliminato la strega, potrai utilizzare quelle, magari anche per ripristinare i poteri di Dende!". Vegeta vide chiaramente il lampo di speranza che per un attimo brillò negli occhi di Goku, ma che immediatamente venne spento senza pietà dalla successiva rivelazione di Horia: "E tu, principe dei sayan, credi davvero che io, io che per anni sono riuscita a nascondermi, a fuggire dai Kaioshin, e che ho aspettato e trepidato così tanto per potermi finalmente godere questo momento, non abbia previsto che avreste potuto immaginare una scappatoia del genere? Sei uno sciocco! I tuoi cari sudditi hanno compiuto anche un'altra missione per me: oltre che raccogliere le sfere del Drago su questo pianeta hanno distrutto Namecc e tutti i suoi abitanti!".

Goku sentì il proprio cuore stretto in una morsa, mentre un'improvvisa ondata di gelo avvolgeva le sue membra. D'istinto cercò con lo sguardo Gohan, solo per vedere il profondo terrore negli occhi del giovane e l'incredibile pallore delle sue guance. Il sayan dal cuore puro ne aveva passate davvero tante lungo la sua esistenza, aveva persino sperimentato la morte per ben due volte, aveva visto versare tanto sangue, e lui stesso, suo malgrado, aveva dovuto versarne. Ma tutto ciò che aveva provato e sofferto fino a quel momento, impallidiva e perdeva consistenza di fronte a quella nuova, sconosciuta sensazione... la più completa e totale impotenza nel vedere la speranza volare via. Nei momenti di buio e panico, sempre aveva avuto un appiglio, un sottile filo al quale aggapparsi con tutte le forze, per continuare a combattere. Le sfere, il potere di tornare indietro, di riparare qualsiasi danno, di riavere ciò che era stato sottratto. E adesso, adesso che tutto ciò che avrebbe voluto era poter aggrapparsi ancora, abbandonarsi fiducioso a quel potere rassicurante, vedeva la quarta sfera, proprio quella che di diritto gli apparteneva e che per gran parte della vita aveva custodito gelosamente, sfuggirgli via, sul punto di essere distrutta, fatta a pezzi spietatamente come la sua speranza. E non c'era niente che potesse fare, con un semplice gesto Horia avrebbe potuto distruggerla, non esisteva via d'uscita. Tutto ciò che poteva fare era ascoltare quella strega, sentire che cosa aveva da proporgli, pur se con la morte nel cuore.

Il cielo iniziava già a tingersi del rosso intenso del tramonto, muto omaggio al tremendo tributo di sangue innocente che quelle ore avevano visto versare, mentre una leggera pioggia bagnava fresca il volto del sayan, non recandogli però alcun conforto, offrendosi silenziosamente di sostituire quelle lacrime che ancora l'uomo si rifutava di versare. Goku si dibatteva nel proprio dolore sconfinato, quasi perdendosi in esso, e ascoltava le parole della strega che, una ad una, andavano a colpire il suo cuore come lame affilate, facendogli più male di quanto mille pugnali avrebbero mai potuto. Eppure continuò ad ascoltare la strega, in silenzio, pazientemente, i volti di Chichi e Goten, sorridenti, impressi nella mente, l'improvviso urlo di disperazione di Gohan nelle orecchie, ovattato come se il giovane fosse stato incredibilmente distante.

"Ora ascoltami attentamente, sayan. Se farai esattamente quello che ti dirò potrai utilizzare le sfere per riportare in vita tua moglie e tuo figlio, ma devi obbedirmi. Non c'è niente di complicato in quello che ti chiedo". La strega tacque per qualche istante, e poi riprese con la sua voce suadente e carezzevole: "Sangue. Il sangue di una vittima. Non ha nessuna importanza di chi si tratti, puoi scegliere un qualunque abitante di questo pianeta, un vecchio o un bambino, come meglio credi. Versa del sangue di fronte a me, e vi lascerò riportare in vita le mie vittime".

Vegeta si voltò di scatto verso Goku. Dopo tanti anni, era ormai convinto di avere dell'altro sayan una conoscenza perfetta, di poterne quasi intuire i pensieri, ma in quel momento non sapeva davvero come Goku si sarebbe comportato. Fino a poco prima non avrebbe mai nemmeno lontanamente pensato che Kakaroth avrebbe mai potuto accettare una richiesta del genere. Ma dopo esser stato unico testimone della furia terribile che si era impadronito del sayan dei Paoz alla vista del corpo privo di vita della moglie, il dubbio non faticava a insinuarsi nella sua mente, misto ad un improvviso quanto quasi del tutto sconosciuto senso di pietà, mentre vedeva quegli occhi disperati volgersi verso il cielo.

Ma la disperazione nello sguardo di Goku ebbe vita breve. Il sayan socchiuse gli occhi per qualche istante, nascondendo alla vista il cielo di sangue e lacrime che lo sovrastava, immobile e partecipe della sua sofferenza. Non fu lunga la sua riflessione, perché la decisione era già stata presa. Sin dall'inizio in verità. Goku abbassò il capo e riaprì di scatto gli occhi, puntandoli verso Horia con un'espressione imperscrutabile. Con pochi passi decisi fu davanti a lei, e vide la spavalderia tremare leggermente nei suoi occhi verdi, quasi come se la determinazione del sayan fosse palpabile attorno al suo corpo. Ma non vi fece caso, ignorò quegli occhi così come ignorò il pianto sommesso che si era sostituito all'urlo rabbioso di Gohan, concentrato unicamente su ciò che doveva fare. Nient'altro importava in quel momento, nient'altro se non una scelta, la scelta dell'eroe. Goku sollevò il pugno, e la strega, d'istinto, fece qualche passo indietro, sempre stringendo in mano la sfera dalle quattro stelle. Horia urlò con rabbia e, per la prima volta, terrore nella voce: "Non osare! Se mi fai del male, le sfere moriranno con me, e non avrai più alcuna speranza!". Ma la strega non riuscì a trattenere un urlo di stupore nel vedere le mosse successive del sayan di fronte a sé, urlo che fu accompagnato da quelli altrettanto stupiti degli altri testimoni della scena. Goku volse il pugno verso il proprio torace e colpì.

Horia, esterrefatta, sentì crollare le propria ginocchia, e si accasciò al suolo, ai piedi del sayan. Goku ritirò il pugno dallo squarcio profondo che aveva provocato, e aprì la mano sulla strega, lasciando scivolare il proprio sangue. Parlò con voce solo lievemante malferma per il dolore, ma comunque decisa: "Questo... è l'unico sangue che posso offrirti. Se non dovesse bastarti...fai pure quello che vuoi delle sfere, ma nessun'altra vittima innocente verrà immolata per te. Hai fatto male i tuoi conti, se hai pensato che io avrei mai potuto uccidere delle creature indifese nel nome delle persone che amo. Mai farei loro un torto del genere. Mai il loro nome sarà accostato a un vile atto di egoismo. Loro non vorrebbero essere riportati in vita a questo prezzo".  

La strega vide, chiara e improvvisa davanti agli occhi, la propria disfatta. Avrebbe dovuto corrompere quel cuore per ottenere il Potere Oscuro...e l'unico risultato che aveva ottenuto era di vedere quella purezza che avrebbe dovuto distruggere brillare più fulgida e potente che mai, brillare nella luce dell'estremo sacrificio. Non la propria vita, ma quella dei propri cari. Fino a che punto poteva spingersi un animo nobile? Fin quasi a rasentare la freddezza, tutto per un solo, superiore motivo: fare la scelta giusta. La scelta dell'eroe. Le lacrime di rabbia di Horia  scivolarono sul pavimento della piattaforma, andandosi a mischiare al sangue di Goku. Il sangue di un angelo e le lacrime di una strega. E, ancora una volta, l'angelo aveva trionfato, pur non rendendosi pienamente conto della propria vittoria, convinto che mai più avrebbe rivisto la moglie e il figlio, desiderando soltanto unirsi a loro, pur sapendo di non poterlo ancora fare, perché ancora aveva Gohan. Il suo piccolo, coraggioso Gohan.

Horia si rimise in piedi, decisa almeno a non perdere del tutto la propria dignità. "Hai vinto, sayan, ma la tua vittoria non ti porterà alcuna gioia. Hai sancito definitivamente la condanna di coloro che ami, e questo almeno, pur nella mia sconfitta, mi consola". Emettendo una sottile foschia oscura, l'energia negativa della strega distrusse la sfera che ancora teneva in mano, e contemporaneamente le altre sfere si trasformarano in inutili sassi, ormai che erano state private della loro compagna. Goku vide tutto questo, ma ancora trattenne il dolore, trattenne le lacrime e il desiderio prorompente di correre a prendere tra le braccia quel figlio che ora piangeva disperatamente. Sapeva di averlo condannato ad una terribile sofferenza, ma non aveva avuto altra scelta. Non c'erano altre possibilità.

"E adesso, sayan, puoi anche uccidermi. Ora che non ho più modo di portare a compimento il mio piano non ho motivo di esistere. Almeno puoi vendicarti di quello che ti ho fatto, della scelta a cui ti ho costretto".

L'ultimo invito del male. L'ultima, debolissima speranza della strega. Vedere l'eroe abbandonarsi al rancore, alla vendetta, accanirsi contro un nemico ormai sconfitto. L'ultima possibilità di corrompere la purezza. Goku non pensò nemmeno prima di dare la sua risposta, non si rese conto che le sue parole avrebbero sancito il suo definitivo trionfo, le pronunciò con naturalezza: "No. Voglio solo che tu te ne vada. Non mi importa che tu viva o muoia".

L'estremo bagliore sfolgorante di purezza dell'eroe fu troppo. Un essere di pura malvagità come Horia non poteva resistere di fronte a questo. L'anima nera della strega, che per decenni si era nutrita solo di odio, di rancore e desiderio di vendetta, venne finalmente squarciata dalla luce. Il bene, puro e semplice, e grandioso nella sua semplicità, la distrusse. Un ultimo urlo di rabbia, una potente folata di vento gelido, e sotto lo sguardo stupito di Goku il corpo della strega, stagliato contro il cielo rosso sangue come i suoi capelli, perse consistenza e si dissolse in stracci di ombre nere immediatamente inghiottiti dalla luce del sole morente. E dove poco prima c'era la strega, rimae solo una sottile striscia argentea, che immediatamente volò dal suo leggittimo proprietario. Dende riprese i sensi mentre riotteneva i propri poteri, e si alzò, tremante. Goku, stupito, cadde in ginocchio, lo sguardo sul namecciano, la muta richiesta sospesa nella gola, mentre Gohan, Trunks e Bulma, che aveva assistito alla scena dalla soglia del tempio del Supremo, lo raggiungevano e si chinavano su di lui. Vegeta rimase per un momento immobile, incapace di parlare, o anche solo di rendersi conto di quello a cui aveva appena assistito. Ancora una volta quella terza classe lo aveva stupito! Si riscosse e prese in mano la situazione, dato che sembrava l'unico in grado di farlo. Corse da Dende, lo afferrò per le spalle e lo scrollò: "Allora, muso verde, sei in grado o no di ripristinare le sfere?". Dende, spaventato, rispose frettolosamente: Io..ce-certo! Lo faccio subito! Ma co-cosa è succ...?". "Te lo spieghiamo dopo! Adesso muoviti!" fu la seccata replica del principe dei sayan.

Goku osservò la scena senza emettere alcun suono. Stretto nell'abbraccio del primogenito, rivolse un debole sorriso a Vegeta che si era voltato verso di lui, prima di perdere i sensi, stremato per la perdita di sangue che si era volutamente provocato. 

...

Aprì gli occhi lentamente, sentendosi profondamente confuso e disorientato. Impiegò qualche secondo per mettere a fuoco le immagini. Ma a poco a poco, i tre volti chini su di lui divennero più nitidi, sorridenti e inconfondibili. E Goku sorrise di rimando alla sua famiglia, che di nuovo era stata ricostruita dal potere miracoloso delle sfere, e grazie alla purezza profonda e incondizionata di un eroe, una purezza che trionfava sempre, anche contro il male più infido, anche contro il sangue e le lacrime.

                                                      FINE    

 

Nota dell'autrice: non ci posso credere, ho scritto la parola fine a questa fic! Sono felice, ma Blood and Tears mi mancherà, ne sono certa! Spero di avervi trasmesso qualcosa con la mia storia, se non altro la mia immensa e sconfinata ammirazione per un personaggio come Goku... So che alcuni di voi probabilmente si aspettavano una bella battaglia finale contro la strega, una scena più ricca di azione insomma, ma io avevo in mente questo finale fin dall'inizio. Perché con la mia storia ho voluto porre l'accento su altre caratteristiche di Goku, piuttosto che sulla sua forza fisica e sul suo amore per il combattimento. E se ho troppo calcato la mano e per qualcuno ho rasentato il patetico, mi dispiace. Goku, per come l'ho descritto io in questa fic, incarna un ideale assolutamente irrealizzabile, irraggiungibile, ne sono consapevole...ma che ideale sarebbe altrimenti? Sembrerà un luogo comune, ma almeno nel mondo di sogno di una fic è bello potersi illudere che possa esistere la purezza assoluta. Una purezza così profonda da sacrificare qualsiasi cosa per fare la cosa giusta... Adesso basta comunque, in diciassette capitoli ho parlato anche troppo! Ringrazio di cuore, dalla prima all'ultima, tutte le persone che hanno letto questa fic, che l'hanno commentata e mi hanno dato il loro sostegno, sia coloro che l'hanno fatto fin dall'inizio, sia chi ha commentato solo saltuariamente, sia chi a metà strada non si è più fatto sentire ma mi ha comunque mostrato il suo interesse e affetto per la fic. Ancora le mie più sentite scuse per l'incredibile attesa a cui vi ho costretto per quest'ultimo capitolo, ma l'esperienza di Blood and Tears mi ha insegnato qualcosa. La prossima volta che deciderò di lavorare su una fic a capitoli (ed ho già una mezza idea, ma non vi anticipo niente) non ne pubblicherò nemmeno una riga finché non l'avrò preparata tutta sul mio pc, in modo da poterla poi aggiornare a scadenze regolari e ravvicinate e non ritrovarmi più in balia di eventi esterni alla mia volontà che non mi permettono di scrivere. Una piccola comunicazione: tra un paio di giorni pubblicherò una breve one-shot su Vegeta e Bulma, scritta per un improvviso lampo d'ispirazione assolutamente non previsto, dato che non amo particolarmente la coppia. E' inoltre probabile che tra qualche tempo decida di creare qualcosa per il fandom di Harry Potter, se la cosa vi interessa mi farebbe piacere incontrarvi anche lì! Concludo questo mio lunghissimo discorso dicendovi che risponderò ai commenti che vorrete lasciarmi per questo ultimo capitolo sul forum, sul mio topic autore. Alla prossima fic! Sonsimo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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