C’era una volta una giovane donna che aveva un rimpianto: aver
troncato un’amicizia nel periodo della sua infanzia, un’amicizia che non era
poi così tanto male.
Questa ragazza si chiamava Grace, abitava in un paese sperduto
nell’entroterra dell’America latina, precisamente in Messico. Quando era ancora
bambina aveva l’abitudine di giocare per strada con tutti i bambini del
vicinato, tra cui vi era un ragazzino con cui spesso battibeccava anche per i
motivi più futili. Tuttavia i due erano amici, si volevano bene, nonostante tra
loro ci fossero delle differenze sostanziali. Grace era una bimba sensibile,
anche se cercava di ostentare durezza e coraggio. Il suo amico – Jeremy – era
invece coraggioso, pieno di sorprese e di spericolatezza, tanto da scatenare
l’invidia della sua compagna di giochi.
Nonostante trascorressero parecchio tempo insieme, Grace si era
sempre sentita inferiore e inadeguata rispetto a lui, ai suoi genitori. Tra
l’altro invidiava immensamente il rapporto che lui aveva con April, una loro
vicina che poi si era trasferita in un altro quartiere ma continuava comunque a
visitare i suoi vecchi amici ogni giorno, come se nulla fosse cambiato. Jeremy
ed April si conoscevano fin dalla nascita e i genitori di lui avevano sempre
fatto sì che il loro unico figlio potesse scarrozzarsi dietro la bimba, in
qualunque luogo la famiglia andasse.
A Grace questo trattamento non era mai stato riservato un, anche
perché lei era arrivata dopo April, era “il terzo incomodo” e il suo carattere
impertinente le aveva sempre impedito di farsi ben volere dai genitori di
Jeremy.
Inoltre la giovane donna di cui parliamo aveva un’altra anomalia
che la rendeva più aliena di quanto già non fosse: era ipovedente.
Per lei questo aveva sempre rappresentato una barriera, ma non
insormontabile. Certo, gli altri bambini potevano giocare insieme anche quando
il sole non riscaldava e illuminava più il mondo che li circondava, come nelle
calde sere d’estate, mentre lei doveva stare in casa a sentire le loro risate e
a desiderare che qualcosa del genere capitasse anche a lei. In compenso, però,
durante la giornata era una bambina come tutte le altre e si divertiva. Eppure
gli altri sapevano della sua disabilità e alcune volte la discriminavano per
questo fatto.
Grace, tuttavia, non si abbatteva e rispondeva per le rime, anche
se spesso e volentieri la sua sensibilità la portava alle lacrime.
Tornando ad April, Grace aveva stretto amicizia anche con lei e
spesso la invitava a dormire da lei e aveva trovato nei suoi genitori la stessa
disponibilità di quelli di Jeremy, ottenendo di poter invitare April ad andare
dappertutto con la sua famiglia.
Oltre a loro tre, c’erano altri ragazzini nel quartiere: c’era
Daniel, freddo, distaccato ma simpatico; poi Marcus, goffo, impacciato e
soggetto a diverse prese in giro da parte degli altri bambini; Stephen, che
giocava con loro solo ogni tanto e Grace non ci aveva mai avuto granché a che
fare, così com’era successo con Cassandra, Luke, Paula e tanti altri.
I suoi compagni di gioco abituali erano quindi Jeremy, April,
Daniel e Marcus. Lei e Jeremy avevano la stessa età, mentre April e Daniel
avevano un anno in più e Marcus due. Tutto sommato erano una bella squadra e si
inventavano sempre qualcosa di nuovo da fare per non annoiarsi. Ma a loro bastava
stare insieme affiché il tempo trascorresse velocemente tra una risata e
l’altra.
Poi qualcosa accadde.
Era il decimo compleanno di Grace e sua madre aveva organizzato una
festicciola a cui i suoi amici e compagni di classe erano stati tutti invitati.
Ovviamente anche Jeremy era presente quel giorno, giorno in cui
Grace rovinò tutto.
Alla festa partecipò anche Cassandra, una vecchia compagna di Grace
durante i primi due anni di scuola elementare. Lei era una tipa egocentrica,
spericolata, piena di grilli per la testa e con un odio insensato nei confronti
di Jeremy.
Durante i festeggiamenti Cassandra andò a dire a Grace che Jeremy
l’aveva spinta facendola cadere.
Jeremy giurò di non aver mai fatto niente di simile.
Grace non gli credette e lo cacciò di casa, scatenando la sorpresa
di tutti i presenti.
April le disse che era stata ingiusta con lui e abbandonò a sua
volta la festa, correndo dietro al suo amico.
Da quel giorno ogni rapporto tra Grace e Jeremy si interruppe e lei
spesso rimpianse di aver dato corda a Cassandra, essendosi resa conto in
seguito della sua cattiveria.
In futuro Grace non fece altro che pentirsi di essersi comportata
in quel modo nei confronti di quel ragazzino scuro di pelle con i capelli ricci
e ribelli che gli donavano un’aria selvaggia, intonata perfettamente al suo
carattere.
Sapeva che non avrebbe mai più trovato il coraggio di avvicinarsi a
lui, nonostante il litigio non era stato altro che una bambinata. Una bambinata
che la paralizzò durante tutti i nove anni successivi.
E poi?