Miao. :3
So
di avere in corso una
raccolta di flash su Draco e Astoria e non temete è
già completa e prima o poi
la pubblicherò per intero. Con calma arriverà
tutta.
Ora
però avevo voglia di
pubblicare questa… cosa che ho scritto un bel po’
di tempo fa e che ho
ripescato dal computer e sistemato.
Quindi… enjoy!
As
Usual: “I personaggi non sono miei
ma di Mamma Row e niente è stato scritto a
scopo di lucro”.
R.
Surrender
Close your eyes
and surrender to your darkest dreams
(Music of The Night – Phantom of The
Opera)
Ginny
Weasley non aveva mai avuto dei veri amici: forse Luna, o Hermione, ma
non
erano poi così legate come la gente credeva,
c’erano i suoi fratelli, di certo
a loro voleva bene, ma non poteva raccontargli tutto ciò che
le passava per la
testa.
Paradossalmente,
l’unica persona cui si fosse mai trovata in sintonia non era
altro che un
ricordo, una proiezione del passato di qualcun altro.
A
volte le mancava Tom: ma solo il ragazzo gentile che aveva conosciuto
tra le
pagine di un vecchio diario e che la capiva come nessun altro, non il
pazzo
assassino che si era rivelato essere.
Non
ci aveva più pensato fin quando non si era ritrovata di
nuovo sola.
Aveva
sedici anni e l’unico ragazzo di cui si fosse mai innamorata
l’aveva lasciata per
andare a fare l’eroe: in quel suo sesto anno desiderava
soltanto la presenza di
qualcuno accanto a lei, qualcuno che la capisse e la confortasse. Mai
come in
quei momenti aveva sperato di nuovo di avere Tom con cui confidarsi.
Naturalmente
era consapevole di come tutto questo fosse assurdo: non desiderava
venir
nuovamente soggiogata e quasi uccisa, era solo il suo inconscio che la
spingeva
a ricordare con nostalgia l’unica figura veramente amica che
avesse conosciuto,
qualcuno con cui sfogarsi e condividere i propri dolori e le proprie
angosce.
Aveva
anche iniziato a sognarlo: inizialmente in modo indistinto e nebuloso
– e il
mattino il ricordo svaniva del tutto –, ma con
l’andare del tempo i sogni si
erano fatti più chiari e a volte le sembravano talmente
reali da confonderla.
Ricordava
Tom e in questi sogni era più vivido che mai, ma sembrava
così innocuo, così
umano, così diverso da quello che si era rivelato.
Rammentava
i soffici capelli neri tirati da parte nella tipica pettinatura Anni
’40, la
curva delle labbra e i profondi occhi scuri, così diversi da
quelli di Harry,
che sembravano conoscere ogni suo singolo e più intimo
pensiero.
Iniziavano
sempre conversando, ma lei non era più la bambina che
riversava le sue paure su
un diario e lui era così attraente, così
reale…
A
volte si trovava a fantasticare su Tom perfino a occhi aperti quando
era a
lezione o, da sola, nel bagno dei prefetti, immersa nella vasca: in
quei casi
spesso la colpivano idee poco caste, pensieri che quando stava da sola
con
Harry o con Dean non l’avevano mai sfiorata.
Sognava
lui, nudo, nella vasca assieme a lei circondati dalle bolle di
bagnoschiuma,
sognava le mani di lui che la sfioravano e la accarezzavano con
sicurezza, più
gentili e più esperte di quanto Harry sarebbe mai stato,
sognava le labbra di
lui, morbide, sulle sue e che baciavano ogni centimetro del suo corpo
lasciando
scie umide.
Voleva
sentire quel corpo premere contro il suo e voleva artigliarsi a quelle
spalle
forti, lasciandosi travolgere dalle sensazioni che solo la sua presenza
le
faceva provare.
Desiderava
ardentemente quei piccoli momenti in cui faceva galoppare la sua mente
e in cui
poteva stare da sola con lui, come se non fosse tutto frutto della
propria
immaginazione, per potersi sentire bene, almeno finché non
fosse sopraggiunto
il senso di colpa. Ginny non sentiva, però, alcun rimorso
nel fare questi sogni
e attendeva con impazienza la notte solo per poter stare di nuovo con
Tom.
Quello
che la turbava e che la tormentava era proprio questo: il non sentirsi
affatto
colpevole nei confronti di Harry che, da lontano, continuava ad amarla
e a
proteggerla e che stava combattendo contro l’oggetto dei suoi
sogni più oscuri.
Così
ogni notte si trovava avvinghiata a Tom, avvolta dalle sue braccia e
ogni
giorno pensava a Harry, sforzandosi si sentirsi in colpa per queste sue
fantasie, che però non desiderava cessassero.
Ginny
Weasley non aveva mai avuto dei veri amici, ma, anche se li avesse
avuti, non avrebbe
mai raccontato loro dei suoi sogni proibiti: per quello le bastava Tom.
Piccolo
Angolino Buio dell’Autrice:
Ai
prodi che sono giunti alla fine mi sento di dovere un paio di
spiegazioni al
riguardo. Ho scritto questa “cosa” in piena
sessione d’esame, il che basterebbe
di per sé a spiegare un po’ di cose, come
l’idea balzana di scrivere su Ginny
(che detesto cordialmente) e di shipparla con Tom Riddle.
Sento
già il borbottio di voi lettori che pretendono
l’assoluta fedeltà al Canon e
che gridano all’eresia ogni volta che si fiuta odore di OOC.
A
quanti di voi obietteranno che “Ginny non lo farebbe
mai!” rispondo che non lo
sapete con certezza: certo, Ginny è innamoratissima di Potty
e tante belle
cose, ma in un momento del genere lei va a pensare all’unica
persona che l’ha
davvero capita e poi – diciamocelo sinceramente – a
16 anni gli ormoni sono già
ballerini, eh?
A
chi invece pensa che “Ginny e Hermione sono migliori amiche,
praticamente
sorelle” mi sento di consigliare di distinguere i libri dalle
fanfiction: Mamma
Row non dice da nessuna parte che loro due sono così legate.
Certo, essendo
Hermione la migliore amica di Harry è ovvio che Ginny vada a
confidarsi con lei
in quel frangente e, a parte tutto, anche nelle estati passate assieme
alla
Tana loro due si frequentano comunque relativamente poco.
Poi,
vabbè, potete continuare a dissentire, ma in ogni caso
sappiate che mi sono
basata su questo per scrivere la mia storia.
E
quindi boh.
Nient’altro
di interessante da dire.
MrrrrMeow!
Rima.