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Autore: Beauty    30/07/2012    6 recensioni
Cosa è successo fra Rumpelstiltskin e Belle dopo il ritorno della magia a Storybrooke? Una piccola What if? su un amore respinto per paura e a lungo creduto perso che, forse, può tornare a donare un po' di felicità.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Come hai potuto farlo?!- l’esclamazione rabbiosa di Belle mi distrae per un attimo dall’euforia silenziosa che l’aver riportato la magia a Storybrooke mi ha procurato.

Mi volto lentamente verso di lei, esterrefatto. Non ha mai usato un tono del genere, non s’è mai fatta prendere dall’isteria nemmeno quando l’ho fatta prigioniera o quando l’ho cacciata via dal mio castello, quindi la sua reazione mi lascia a dir poco sorpreso. E spaventato, ammetto.

- Come hai potuto farlo?- ripete, più calma ma ansimando, senza staccare gli occhi dal pozzo. La nube violacea s’è diradata, ma lei non la smette di far girare lo sguardo inorridito tutt’intorno alla foresta.

- Come ho potuto fare…che cosa?- chiedo, non sapendo se innervosirmi o no. Il mio sesto senso mi dice che c’è aria di litigio, e anche bello furioso.

- Questo!- strilla, indicando il pozzo.- Non ci posso credere…l’hai fatto di nuovo! Io sono tornata da te, sono qui, eppure tu…tu hai scelto ancora…

Non termina la frase, si limita a ringhiare e a girare i tacchi, dandomi le spalle neanche io fossi una stramaledetta quercia. Incomincia a discendere il pendio a passo svelto, fregandosene altamente di me, di tutti gli arbusti che si frappongono fra lei e la strada e del fatto che le basterebbe un solo passo falso per ruzzolare giù da questa discesa ripida.

La raggiungo di corsa, afferrandole un braccio, nel tentativo di fermarla; lei non mi guarda, ma si divincola con furia.

- Lasciami!- mi dice.- Lasciami, non far finta che te ne importi ancora qualcosa di me, fammi uscire da questo posto…

- Belle? Ma che stai dicendo? Perché non dovrebbe importarmi di te?- la trattengo ancora per un braccio.

- Ti ho detto di lasciarmi andare!- grida, puntandomi contro due occhi pieni di rabbia.- E poi, è ovvio che non te ne importa niente di me! L’hai fatto di nuovo…

- Fatto che cosa?- ripeto, quasi gridando, in preda all’esasperazione.

- Hai di nuovo scelto il potere, invece dell’amore…Hai preferito il potere, a me…- mormora, e vedo chiaramente le lacrime in agguato sulle sue ciglia. Forse questa visione dovrebbe commuovermi, ma quello che ha detto è solo in grado di farmi saltare i nervi.

L’afferro per le spalle, costringendola a voltarsi e a guardarmi in faccia, una buona volta.

- Ora stammi a sentire!- sibilo, e la mia voce suona minacciosa perfino a me stesso.- Belle, non voglio mai più sentirti dire una cosa del genere, sono stato chiaro?- lei mi guarda, senza dire nulla, senza che nessuna emozione traspaia dai suoi grandi occhi scuri.- Io non ho scelto il potere al posto dell’amore, mi hai capito? Non l’ho fatto, non più. Ti ho già persa una volta, non succederà anche una seconda. Io ti amo, ho promesso che ti avrei protetto e manterrò la mia promessa. Ma tu non ti azzardare mai più a pensare una cosa simile, intesi?

Forse sono stato un po’ troppo brusco, ma se non altro credo che il messaggio sia arrivato. Belle mi guarda ancora per diversi istanti, senza dire niente. Le lascio andare le spalle, sperando di non averle fatto male. Lei abbassa lo sguardo per un istante, quindi annuisce con vigore.

Stavolta devo aver proprio esagerato. Dannazione, non è che avesse poi tutti i torti ad avere dei dubbi su di me, non è che il mio comportamento sia stato proprio impeccabile, in passato. Complimenti, Rumpelstiltskin, hai ritrovato la donna che ami da neanche dieci minuti e già le hai urlato contro, ragguardevole!

Cerco di rimediare in qualche modo, anche se non è facile per niente. Con Belle, poi, non sono mai stato troppo sicuro delle mie capacità, questa ragazza ha sempre avuto il potere di farmi vacillare su tutto ciò di cui fino ad un attimo prima ero certo.

Continua a fissarsi le scarpe, e a non dire nulla. Non piange più, questo almeno è un lato positivo.

- Hai…hai bisogno di una casa, vero?- mormoro, e subito mi prenderei a calci per la stupidità della domanda. E’ ovvio che ha bisogno di una casa, dove potrebbe mai andare, dopo ventotto anni passati in un reparto psichiatrico?

Questo fatto, comunque, potrebbe essere un passo avanti nella direzione giusta. Ora che l’ho ritrovata, non voglio perderla di nuovo, e so che in qualche modo dovrò rimediare ai miei sbagli. Adesso che Belle si ricorda tutto, mi dico, devo trovare il modo di fare ammenda, di farmi perdonare per essermi comportato come una bestia, con lei.

Belle annuisce, sempre senza guardarmi.

- Io…sì, in effetti ne ho bisogno…- mormora.

Le sfioro piano una mano, abbastanza sollevato quando vedo che lei non si ritrae.

- Vieni, andiamo…- sussurro, cominciando a scendere il pendio al suo fianco.

Il silenzio è imbarazzante, sento il bisogno di cercare qualcosa da dire. Inizio a parlare, le racconto di tutto quel che è successo, di come la Regina ci abbia intrappolati tutti qui, con l’unico scopo di vendicarsi di Biancaneve, di come l’abbia tenuta rinchiusa per usarla come arma contro di me, se fosse stato necessario. Lei mi ascolta, non parla, si limita ad annuire e a guardarmi di tanto in tanto.

Improvvisamente sento la mancanza delle nostre chiacchierate al castello, e mi chiedo se, un giorno, le cose potranno tornare ad essere come prima.

 

***

 

Casa mia è un ammasso di cianfrusaglie, alcune delle quali Belle ha sicuramente visto al castello. La osservo mentre si guarda intorno, sicuramente si ricorda di questo e quest’altro. Per un attimo, mi sembra di vedere sulle sue labbra un debole sorriso, ma è stato solo per un istante troppo fugace da potermi permettere di illudermi.

- Io…non ho abiti per te…- ammetto ad un certo punto, gettando un’occhiata a quella specie di pigiama che indossa, la “divisa” che i pazienti di psichiatria dovevano essere costretti ad indossare.- Mi dispiace, io…se avessi saputo, avrei provveduto a…

- Non fa niente - mi dice, interrompendomi. Sa che odio essere interrotto, ma non gliene è mai importato nulla. E’ sempre la stessa Belle. In un’altra situazione mi sarei innervosito, ma in questo momento è un vero sollievo sentire la sua voce. - Non fa niente, davvero. Qualunque cosa è meglio di…questa - ridacchia, indicando i propri vestiti.- Mi basta una camicia, sul serio.

- Io…va bene, allora…- acconsento. Non posso fare altrimenti. Anche se l’idea di poterle offrire soltanto una camicia mi disgusta.- Domani ti comprerò qualche vestito, promesso.

- Grazie…- sorride ancora. E’ un piacere vedere il suo sorriso, ora sembra essere ritornata serena. Chissà, magari si è dimenticata di quanto sono stato insensibile e idiota e mi ha già perdonato…

Sì, come no, aspetta e spera, Rumpelstiltskin!

- Dov’è che dormo?- mi chiede d’un tratto, riportandomi alla realtà.

Le faccio cenno di seguirmi di sopra, lei ubbidisce senza fiatare. La mia casa è a due piani, sotto ci sono il negozio con la cucina e il salotto, sopra il bagno e le due camere da letto.

- Vieni, ti mostro la tua stanza…- dico, aprendo la porta della camera degli ospiti.

- Spero che non sia una cella!- ridacchia. Il tono è scherzoso, probabilmente l’ha detto con l’intento di fare una battuta, ma a me è riuscita solo a ricordare un altro dei miei innumerevoli sbagli. Tuttavia sto al gioco, e mi apro in una smorfia che vorrebbe essere un sorriso.

- No, ho smesso con certe misure drastiche, tesoro…- dico, e apro la porta.

La stanza è piccola, ma Belle dovrebbe trovarsi a suo agio.

Lei osserva un attimo l’insieme, quindi sorride e si getta sul letto con un balzo ben poco aggraziato.

- Mi piace - dichiara.- Vedo che con l’accoglienza sei migliorato, in questi anni…

- Sì, mi sono reso conto che un letto e una stanza come si deve sono più confortevoli di una cella…- dico, abbozzando un sorriso.

- Ce ne hai messo di tempo per arrivarci! - ride Belle.- E tu?

- Io?

- Dormi qui anche tu?

- Ehm…no…- dico, cercando di non sembrare imbarazzato.- Io dormo nell’altra stanza…

- Oh…- Belle si sporge in avanti a guardare fuori dalla porta.

- Se vuoi scusarmi un attimo…- dico, dopo qualche istante.- Credo di aver lasciato il negozio aperto. Solo il tempo di sistemare un paio di cose e sono subito da te…

- Sì, certo. Fai con comodo…- mi sorride nuovamente.

Cerco di sorriderle di rimando, ma mi riesce sempre la solita smorfia. Non è che mi sforzi molto per migliorarla, ho sempre odiato il mio sorriso. Più che un sorriso, a dire il vero, è un ghigno malefico, di quelli che spaventano la gente.

L’ideale per il sottoscritto, no?

Non appena entro in negozio trovo uno sfacelo. Sì, altro che un paio di cose, me e la mia dannata mania di non mettere mai in ordine a fine giornata! Comincio a dare una ripulita, senza magia. Trovo in continuazione qualcosa in disordine, ma chi voglio prendere in giro?

Il negozio è a posto, sono io che continuo a temporeggiare. Ho voglia di stare con Belle, muoio dal desiderio di stare con lei e di stringerla fra le mie braccia, ma allo stesso tempo ho paura di affrontarla. So di aver combinato un disastro, e che mi dovrò scusare, prima o poi, se voglio che le cose ritornino com’erano una volta. Dopo averla rifiutata, dopo che la Regina mi ha detto che era morta, ho davvero creduto di averla persa per sempre, e ora non voglio che questo accada di nuovo.

Sento dei rumori sordi provenire dal piano di sopra, quindi Belle gemere.

In un attimo sono al piano superiore; faccio per entrare nella sua stanza, ma mi accorgo che la porta della mia camera è spalancata. Entro con cautela: sul pavimento sono sparsi almeno una ventina di libri, mentre Belle è inginocchiata sulle mattonelle al loro fianco. Si è cambiata, ora indossa una mia camicia, che le arriva fino alle ginocchia nude. Ha i capelli sciolti che le ricadono continuamente sugli occhi mentre cerca di raccogliere i libri che, puntualmente, le scivolano di mano.

- Che stai facendo?- chiedo, cercando di non sembrare troppo brusco.

Lei alza lo sguardo, e subito la vedo avvampare.

- Io…io volevo solo…ecco, cercavo di mettere un po’ d’ordine…- mormora.

Sospiro, inginocchiandomi accanto a lei e iniziando ad aiutarla a raccogliere i libri.

- Non sei più una domestica, ora - le dico.

- Questo lo so, ma…ecco, il punto è che stavo facendo un giro mentre tu eri al piano di sotto - dice.- Sono entrata in camera tua e ho visto tutti questi libri ammassati a casaccio per la stanza, pur essendoci una libreria che, come dice il nome stesso, è fatta apposta per contenerli - ridacchia.- Ora capisco perché mi hai fatta prigioniera. Non sei in grado di sopravvivere, senza qualcuno che tenga in ordine la casa…

La guardo, sollevando un sopracciglio.

- Per tua informazione, mia cara, sono abbastanza autonomo, se si tratta di pulizie…

- Ah, davvero? Vorrà dire che in nostra assenza in casa tua è passato un tornado…

- Non ti sembra di esagerare, ora?

- No, niente affatto. I libri sono importantissimi, Rumpelstiltskin, e tu non mostri il minimo rispetto per loro…

- Prometto che chiederò scusa personalmente ad ognuno di loro, una volta rimessi in ordine…- rido, ricordando quanto sia piacevole scherzare con lei.

- Sono sicura che apprezzeranno molto, non vedevano l’ora di essere riposti in libreria…- dice, alzandosi dal pavimento e sistemando alcuni volumi sullo scaffale di legno.

- Vuoi dirmi che sono stati i libri a chiederti di rimetterli in ordine e a spingerti a combinare questo disastro?

Belle non risponde, continuando a riporre i libri sullo scaffale. Abbassa lo sguardo, lentamente.

- Io…scusami, non volevo combinare tutto questo pasticcio, io…ho pensato di rimettere in ordine per farti piacere - dice alla fine, voltandosi a guardarmi.- Mi sei sembrato parecchio triste, da quando siamo arrivati…- continua, ignorando il mio sguardo da pesce lesso.- Lo so che mettere in ordine dei libri non cancella la tristezza, ma…insomma, ho pensato che fosse una cosa carina, e che magari avrebbe potuto strapparti un sorriso…- conclude, stringendosi nelle spalle.

- Un sorriso?- ripeto.

- Sì. Tu non sorridi mai, non lo facevi nemmeno quand’eravamo al castello. O almeno, lo facevi molto raramente. Mi ricordo la prima volta che mi hai sorriso…- dice, distogliendo brevemente lo sguardo e arrossendo.- E’ stato bello…

- Bello?- faccio eco. - Tu trovi bello il mio sorriso? Così tanto da volerlo vedere?

- Che c’è di strano a voler vedere sorridere qualcuno?

- Niente, se quel qualcuno non sono io. Il mio sorriso è orribile, spaventoso. Credo che si romperebbero gli specchi, se sorridessi.

- Non è affatto così!- sbotta Belle.- Il tuo sorriso non è affatto spaventoso, è…insomma, quando…

Si blocca, non sa come continuare. Si passa una mano fra i capelli, guardando il pavimento ormai quasi sgombro dai libri.

- Sarà meglio che finisca qui…- mormora.- Sono stanca, non vedo l’ora di andare a letto…

- Vai pure - dico, di slancio.- Riposati, se sei stanca. Dormi un po’, finisco io qui…

- No, davvero, non voglio che tu…

- Sul serio, Belle - rimarco con fermezza.- Devi essere stanca, hai il diritto di riposarti.

Lei ci pensa un po’ su, quindi acconsente ed esce dalla stanza.

Finisco di riordinare, quindi mi affaccio alla porta della sua camera, attento a non fare rumore. La vedo distesa a letto, sotto le coperte, con gli occhi chiusi. Sembra tranquilla, ha un’aria rilassata. Non l’avevo mai vista dormire, ha un’espressione così serena, come se tutto quello che ha passato non fosse mai esistito. Potrei stare a guardarla per ore, ma già adesso mi sembra di compiere un’intrusione, quasi come se il mio sguardo fosse qualcosa di velenoso a fronte di tanta purezza. E forse è proprio così.

Torno nella mia stanza, comincio ad essere stanco anch’io. Mi stendo sul letto senza nemmeno togliermi i vestiti, e chiudo gli occhi.

Mi ero ripromesso di parlarle con calma il prima possibile, ma evidentemente sono più vigliacco di quanto credessi. Chissà se mi perdonerà mai, dopo tutto quello che le ho fatto…Perché io ho bisogno del suo perdono, ho bisogno di lei come ho bisogno dell’aria che respiro.

Potranno mai le cose tornare come prima?

 

Angolo Autrice: Due paroline di spiegazione nel caso vi steste chiedendo se io non sia completamente impazzita.

Allooora, per chi segue la mia ff Il mostro e la fanciulla **silenzio…silenzio…palla di fieno che rotola…**, sappia che non me ne sono dimenticata. Quindi, prima che qualcuno gridi al massacro, ci tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di abbandonarla dopo la bellezza di 20 capitoli e proprio ora che sono arrivata alla fine. La mia storia avrà una conclusione! E allora perché, vi starete chiedendo, ho iniziato questa nuova cosa di dubbia utilità? Perché…non lo so. Semplicemente perché mi andava, la mia testolina da quaglia scervellata ha partorito quest’idea e ora pretende che venga messa in atto…A questo proposito, questa ff è una storia che mi è venuta in mente vedendo l’ultimo episodio di Once upon a time, il cui finale generale mi ha lasciato un po’ delusa, benché sia stata contenta che Belle e Rumpelstiltskin (lo chiamo così non perché è più figo, solo perché Tremotino non mi piace granché, e avendo visto la serie in inglese mi riesce difficile chiamarlo diversamente) si siano ritrovati, e ho immaginato cosa sarebbe potuto succedere fra di loro una volta concluso l’episodio. Questa non è una long, è una “two-shot”, perché una semplice one-shot sarebbe risultata troppo lunga, e non ho idea di dove sia finito il mio amore per la tragicità e il melodramma, so solo che in questa ff ci ho messo parecchio fluff, spero che la cosa non faccia salire eccessivamente la glicemia a nessuno…J.

Anyway, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, il secondo sarà pubblicato a breve: e ricordate, la tastiera non morde! Una recensioncina ina ina aumenterebbe il livello di felicità nel mondo (o perlomeno della mia XD)!

Grazie a tutti per aver letto, al prossimo capitolo!

Ciao!

Dora93

  
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