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Autore: Vampiresroads    30/07/2012    3 recensioni
La notte accoglie i tuoi problemi, li nasconde, lascia che la tua mente si tranquillizzi. Poi te li precipita in faccia, come qualcosa di più grande di te, più forte di te, più veloce di te. Qualcosa che non potrai mai dominare, sconfiggere o comandare.”
Ma sarà così per sempre, per la nostra Raymie?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Questa non è la storia di una semplice ragazza, è la storia di qualcuno che ha fatto della sua vita qualcosa di più, che non morirà finché ci sarà qualcuno a ricordare di lei, e con ciò intendo che non morirà mai.
Una persona che ha modificato il pensiero ottuso della sua società, calmato una guerra inutile per tutti, trovato una soluzione.
Una storia che il mondo non ha mai visto nemmeno con gli occhi dell’immaginazione, quella che ha rimboccato le sporche maniche e ha camminato verso le cose più assurde, ma più spettacolari.
Bene, il suo nome è…”
“Raymie, smettila di dire puttanate e scendi da quella sedia!”
Raymie scende, un viso teso cala sul suo viso spento, perdendo il suo piccolo sogno, passo dopo passo.
“Vuoi capire che tutto questo non è reale? Hai quindici anni, quindici! Devi svegliarti! La vita non è immaginare di aver salvato il mondo.”
“Non mi interessa cos’è la vita.” Il disprezzo accompagna la voce della ragazzina.
“Inizia a provarci.”
“Allora dimmelo tu!”
“Dirti cosa?”
“Voglio sapere, dato che dici di saperlo così bene, cosa dovrei farne di questi giorni, a cosa dovrei pensare, come dovrei agire, cosa sognare. Avanti, son tutta orecchie.”
“Ray, non è l’ora. Vai a dormire.”
“Sono ancora io l’infantile, Hannah?”
“Devi iniziare a studiare, pensare alla scuola, farti una vita sociale, sognare una vita normale, come tutti gli altri!” Ribatte lei, che alza il tono a ritmo di sfida.
“Sì, e poi ripetere di essere libera, come tutti gli altri.” La frase è accompagnata da un sospiro lontano. Raymie raggiunge la sua stanza afferrando la sedia su cui fantasticava fino a pochi minuti fa.
Il vento attraversa le finestre lasciando che le tende accompagnino il su e giù di Raymie intorno alla stanza, mentre purifica l’aria.
“Han non sa. Non capisce. Non ha ragione, sei tu ad averla, è il tempo che le ha imprigionato i pensieri.”
La ragazzina ripeteva le sue stesse parole al vento, come se parlandogli lui le rispondesse muovendo le fatidiche tende.
Hannah era la sorella maggiore di Ray, dodici anni di differenza, anni luce di distanza mentale e caratteriale.
Le giornate estive non sono mai state tanto noiose per la quindicenne sventurata. Il paesino in cui si trasferì tre mesi fa non le aveva fornito alcuna compagnia, e il suo carattere timido non ha aiutato affatto. La voglia di studiare con trentanove gradi fuori dalla finestra non è affatto presente e la tristezza risuona in ogni stanza della casa spoglia. Abitata da gente con mente spoglia.
L’orario tardo la costringe a dormire. I lunghi capelli neri le sfiorano e fianchi e con la sua rilevante altezza contrastano col suo carattere così infantile. Gli occhi grigi ormai le privano della visione della finestrella affacciata sulla montagna regalandole quelle poche ore di sonno in cui riesce a proteggersi dagli attacchi della sua famiglia.
“La notte accoglie i tuoi problemi, li nasconde, lascia che la tua mente si tranquillizzi. Poi te li precipita in faccia, come qualcosa di più grande di te, più forte di te, più veloce di te. Qualcosa che non potrai mai dominare, sconfiggere o comandare.”
Così aveva detto l’ultima volta che sua madre accorse a consolarla dai ricorrenti incubi. Così aveva reagito alle trappole che l’apparente conforto le tendeva.
“Questo è quello che lei vuole tu creda. Ma tu sei più forte di loro.” Aveva risposto sua madre.
“Questo è quello che io voglio credere.”
“Promettimi una cosa.” Disse con l’ultimo filo di voce che le rimaneva in gola. “Promettimi che li abbatterai tutti. Uno per uno. Promettimi che dopo questa notte non dovrò più chiamarti per tranquillizzare il tuo spirito. Promettimi che ucciderai ogni mostro.”
“Non sono io a deciderlo.”
“Lo vuoi?”
“Sì.”
“Allora fai in modo che io non venga mai più qui a ripetertelo.”

E così accadde. La mattina stessa, Raymie fu costretta a vederla. Vedere sua madre fredda sopra un letto, col respiro rubato dalla notte.

Da quella buia giornata, nessuna notte accolse un buon sonno. Al contrario, la perdita dell’unica persona che aveva accanto veramente ossessionò la piccola dodicenne, fino ad ora.

Questa è la prima notte in tre anni in cui gli incubi non le rubano il sonno, e contro tutto e tutti, ha deciso che poteva permettersi di sognare, per una buona volta.
Il giorno venne accolto da un cielo perfettamente celeste che ricordava tanto un film, di quei film assurdi e irreali.
Raymie ha in mente di cambiare strada, perché qualcuno l’avrebbe pur dovuta ricordare con un sorriso, un giorno.
Esce di casa senza chiamare la sorella, forse solo per prendere un po’ di aria, forse perché ha sinceramente bisogno di godersi il raro cielo sereno e seguire le farfalle inoltrarsi nei boschi.
È arrivato il momento in cui una persona impara a trovare la bellezza negli occhi di un’altra.
Il momento in cui il mondo non è stato mai tanto pulito.
È arrivata l’ora di vivere, per la nostra cara Raymie, l’ora di sputare ciò che le hanno sempre tirato addosso.
La scelta è solo la sua .
  
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