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Autore: telesette    30/07/2012    0 recensioni
Gameten spalancò le braccia, rivolgendo alla figlia uno sguardo pieno di commozione, e Tenten non perse tempo nel corrergli incontro per stringerlo forte. Padre e figlia rimasero così, stretti uno all’altra, entrambi consapevoli del profondo affetto tra loro.
Ora il vecchio Kizoku aveva finalmente capito cosa era meglio per sua figlia e, da buon padre, le sarebbe rimasto vicino senza imporle alcunché. Se Tenten desiderava vivere il resto della sua vita accanto a Neji, non poteva far altro che benedire entrambi e cominciare a comportarsi da suocero...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Un suocero per Neji

 - Andiamo Neji, non fare quella faccia!

Lo Hyuga storse appena le labbra, scoccando a Tenten un'occhiata torva, tuttavia si rassegnò al fatto che non aveva altra scelta. Del resto, ora che si erano ufficialmente fidanzati, le loro famiglie non potevano restare all'oscuro di una cosa così importante. Tenten aveva sopportato pazientemente la spocchia e la prosopopea del Clan Hyuga al completo ma, a dispetto delle formalità cerimoniose della sua famiglia, il vecchio Hiashi aveva finito per esprimere la sua approvazione al fidanzamento del nipote...
Ora però doveva essere Neji a incontrare il papà di Tenten in forma ufficiale!

Inutile dire che, secondo quel poco che sapeva di lui, l'idea di conoscerlo non lo entusiasmava particolarmente.
Tenten non discendeva da una famiglia di shinobi, bensì da una lunga e orgogliosa tradizione di "ristoratori": suo padre, Gameten Kizoku, era il quindicesimo Ryōri-chō ( Mastro Cuoco ) nella nobile arte dei Takoyaki ( ossìa delle specie di intingoli a base di polpo spezzettato, farina, zenzero marinato e cipolla verde ); era un uomo piuttosto difficile da trattare e, considerato che non aveva mai accettato la decisione della figlia di diventare una kunoichi, Neji poteva ben immaginare come avrebbe accolto la notizia che Tenten aveva scelto di fidanzarsi con un jonin.

 - Tenten - esclamò lo Hyuga, fermandosi di botto. - Non sarebbe meglio rimandare le presentazioni ad un altro giorno...
- Che vuoi dire?
- Niente, solo che forse potresti aver bisogno di parlare meglio con tuo padre: spiegargli la situazione, prepararlo e...

 Tenten lo fulminò con uno sguardo severo, aggrottando minacciosamente il sopracciglio.

 - Neji Hyuga - esclamò. - Quando tu mi hai presentata al cospetto del tuo clan, ho mandato giù tutta una serie di cose che NON intendo minimamente rinfacciarti ( anche perché avrei troppe cose da dire riguardo l'atteggiamento di tuo zio, e il rating di questa fanfiction è "verde" ); quindi ora mi aspetto che tu faccia lo stesso, incontrando mio padre e dichiarando le tue intenzioni... Sono stata sufficientemente chiara ?!?

Neji non disse nulla, limitandosi a chinare leggermente il capo in cenno di assenso, ma sinceramente avrebbe preferito trovarsi da tutt'altra parte. Mentre proseguivano lungo la strada, attraversando la piazza del villaggio e imboccando una stretta viuzza adiacente, Tenten cercò di convincerlo che suo padre non era poi quel "vecchio orso intrattabile" che tutti dicevano.

- E' un brav'uomo - spiegò lei. - Certe volte, quando si intestardisce su una cosa, sa essere cocciuto come un mulo; ma ha sempre fatto tutto il possibile, per crescermi e darmi un'educazione... soprattutto da quando è morta la mamma!

Neji notò la nota di tristezza nella voce e negli occhi di Tenten. Anche se lui non ricordava più molto bene i suoi genitori, non faceva fatica a comprendere i sentimenti di Tenten e, non volendole causare ulteriore dispiacere, decise di buon grado che avrebbe fatto il possibile per accontentarla.

- D'accordo - mormorò lui. - Non intendo minimamente arrecarti un dispiacere, perciò farò il possibile per farmi quantomeno accettare da tuo padre!

Tenten si voltò a guardarlo e sorrise.

- Sono sicura che gli piacerai - disse. - In fondo anche tu sei un carattere difficile, non sei d'accordo?

Neji accusò quella frecciata pungente, stringendosi nelle spalle e arrossendo imbarazzato. Tenten nascose una risatina divertita con la mano davanti alla bocca e, una volta giunti davanti all'ingresso del ristorante, fece cenno a Neji di fermarsi.

- Eccoci arrivati - esclamò, scostando appena le tendine poste sotto l'insegna. - Accomodati pure!

Neji entrò piano nel locale, guardandosi attentamente intorno, e si fermò sulla soglia.
Il locale era praticamente deserto, ad eccezione di un paio di genin che stavano divorando vassoi di Takoyaki a tre tavoli di distanza dalla porta; dietro al bancone invece, le spalle rivolte verso l'ingresso, qualcuno era indaffarato ai fornelli per cuocere la pastella e preparare altri vassoi.

 - Un attimo, sono quasi cotti - esclamò una forte voce maschile, canticchiando allegramente.
- Ciao papà - lo salutò Tenten. - Sono tornata!

L'uomo dietro al bancone sollevò la testa e si voltò di scatto.
Neji rimase alquanto stupito dal suo aspetto singolare. Il padre di Tenten sarà stato alto sì e no un metro e qualcosa, con i capelli raccolti ai lati in due ciocche ( vagamente simili ai codini di Tenten ) e una bianca pelata in mezzo alla fronte; in testa portava legato un coprifronte stilizzato che, a differenza di quelli dei ninja, sotto l'emblema della Foglia recava inciso: Ryōri-chō; i corti baffetti a spazzolino e le spesse lenti cerchiate che aveva contribuivano a farlo sembrare ancora più buffo di quello che era ma, a giudicare dalla posizione aggrottata delle sopracciglia, Neji dubitava che fosse il tipo disposto a lasciarsi prendere in giro tanto facilmente...

 

- Ciao figliola, bentornata - fece l'uomo, scurendosi però in volto nel guardare il giovane che era entrato assieme a lei. - Questo giovanotto è un cliente?
- Signor Kizoku - lo salutò Neji gelido, chinando appena la testa con rispetto.

Subito tra Gameten e Neji sembrò quasi di vedere lampi e scintille elettriche che si scontravano immancabilmente nel punto dove i loro sguardi andavano incontrandosi. Tenten percepì chiaramente l'ostilità fra loro e, facendosi avanti, cercò di calmare entrambi.

- Papà, lui è Neji - spiegò Tenten. - Io e lui operiamo nella stessa squadra ninja!
- Un ninja, eh - sbuffò il padre con disprezzo. - Se vuole mangiare è il benvenuto, altrimenti ho altro da fare per perdere tempo in chiacchiere!

Così dicendo, Gameten si voltò nuovamente per rimestare con noncuranza l'impasto dei Takoyaki.

- Potresti comunque sforzarti di essere un po' più gentile - lo rimproverò Tenten aspramente.
- E' quello che sto facendo - sottolineò l'altro impassibile. - Altrimenti lo avrei già buttato fuori a pedate!

Sentendosi punto sul vivo, Neji serrò istintivamente il pugno lungo il fianco e aggrottò la fronte.

- Con tutto il dovuto rispetto, signor Kizoku - esclamò lo Hyuga in tono piatto. - Dubito fortemente che potrebbe anche solo "pensare" di mettere in pratica ciò che ha appena detto...

Gameten strinse rabbiosamente l'utensile per dare la forma ai Takoyaki e una grossa vena rossa cominciò a pulsare sulla sua fronte.

- Ti credi molto forte, vero? - esclamò stizzito, guardando Neji di traverso. - Magari pensi che essere un ninja ti rende invincibile, ma ti sbagli di grosso!
- Papà, per favore - cercò di calmarlo Tenten.
- Non dico di essere "invincibile", questo no - ammise Neji, raccogliendo la provocazione. - Ma trovo ugualmente difficile che un cuoco possa avere anche solo la possibilità di mettere le mani addosso ad un ninja!
- Neji - sibilò Tenten tra i denti, guardandolo con evidente rimprovero.
- Sto solo spiegando educatamente a tuo padre che farebbe meglio a riflettere su ciò che dice!
- Non ho bisogno di spiegazioni da te, giovane spudorato - sbottò Gameten stizzito, agitando minacciosamente l'utensile davanti a sé. - E ringrazia il cielo che c'è mia figlia, altrimenti ti avrei già servito come si deve...
- Papà, Neji, smettetela !!!

Come Tenten ebbe urlato, tutti si voltarono a guardarla ( compresi i due genin seduti al tavolo vicino ). Una volta compresa la situazione, i clienti si accinsero a lasciare i soldi sul bancone e uscirono dal locale alla chetichella. Gameten commentò dunque imbronciato la "fuga" dei clienti, attribuendone la colpa a Neji.

- Mi piacerebbe sapere cosa t'è saltato in mente di portare qui il tuo amico - esclamò burbero.
- Per un motivo molto semplice, signore - spiegò dunque Neji, rivolgendosi a Gameten con grande calma e freddezza. - Io sono il fidanzato di sua figlia e, secondo gli obblighi nei suoi confronti, sono venuto a presentarmi e a chiedere la sua approvazione!

Il volto di Gameten si fece paonazzo e gonfio, come il polipo quando è sul punto di spruzzare l'inchiostro, e l'istante dopo un urlo gigantesco fece scuotere le pareti del locale tanto da staccare le cerniere che sorreggevano l'insegna all'entrata...

- COOOSAAA ?!?

Balzando dunque in piedi sul bancone, per compensare la sua scarsa statura, Gameten si parò davanti a Neji e lo agguantò per l'uniforme fulminandolo con lo sguardo. Tuttavia Neji decise di non reagire in alcun modo, a dispetto di quanto detto, perché intuiva che la reazione del vecchio era tanto folle quanto comprensibile.

- Tu - esclamò furibondo. - Tu, lurido schifosissimo pezzo di bellimbusto... Prova un po' a ripetere quello che hai detto!
- Papà, lascialo immediatamente - intervenne ancora Tenten, ben sapendo che difficilmente costui le avrebbe dato retta. - Cerca di comportarti da persona civile, per una volta...
- Un corno - rispose l'uomo con rabbia. - E' per colpa di quelli come lui, se tua madre è morta: anche lei era una kunoichi e, se non fosse stato per i suoi compagni negligenti e incapaci, sarebbe ancora viva!
- La mamma è morta in missione, non è stata colpa di...
- Balle - tuonò ancora l'altro, senza smettere di stringere Neji per il bavero. - Io odio i ninja, vorrei che non fossero mai esistiti, e tu vorresti sposarti con uno di loro?
- Io non sono mia madre - urlò Tenten, buttando a terra il rotolo delle armi con un gran fracasso. - Se ho scelto di diventare una kunoichi è perché è ciò che sento di essere... E' così difficile da capire per te? Ti disgusta tanto che tua figlia ami combattere per il suo villaggio, o che possa amare qualcuno come lei ?!?
- Non usare questo tono con me, ragazzina - la rimproverò Gameten. - Io sono tuo padre e so quello che è meglio per te e quello che non lo è!
- La verità è che sei solo un maledetto egoista - mormorò Tenten tra le lacrime. - Sei un egoista!

Tenten uscì di corsa dal locale, urlando tutto il suo odio verso il genitore testardo e ostinato.
Neji non disse nulla, limitandosi a guardare Gameten coi suoi occhi glaciali e carichi di rimprovero. Alla fine, dopo qualche attimo di silenzio, l'uomo allentò dunque la presa e chinò lo sguardo con aria abbattuta.

- Mi dispiace, ragazzo - esclamò sottovoce. - Mi sono lasciato andare, e senza dubbio ho esagerato, ma non ce l'ho con te in effetti... Non ti conosco nemmeno, e non posso certo attribuirti colpe che non sono tue, ma alla mia età spesso la ragione non va molto d'accordo col cervello!

Ciò detto Gameten si allontanò dal bancone e, davanti ad una specie di altarino posto in un angolo del locale, si fermò dinanzi alla foto della moglie morta anni addietro.

- La madre di Tenten era davvero bellissima - disse l'uomo, guardando l'immagine sorridente di lei come se fosse in trance. - Era una donna forte e coraggiosa, una kunoichi come poche altre al villaggio, e l'amavo con tutto me stesso... Ma quando è morta, una parte di me è morta!
- Posso capirlo - annuì Neji senza battere ciglio.
- La verità è che non sono mai riuscito ad accettarlo - proseguì Gameten. - Incapace di sopportare il dolore della realtà, ho preferito attribuire la colpa della sua morte a ciò che era, a ciò che rappresentava, ed è così che ho cominciato ad odiare i ninja...
- Ma Tenten ha seguito comunque le orme di sua madre - osservò Neji.
- Già - ammise dolorosamente l'altro. - Sapevo di non poterla dissuadere, anche se ci ho provato, e tutto sommato temo che abbia ragione lei: sono solo un vecchio testardo ed egoista!

In quella Neji si avvicinò al vecchio.

- Tutti i genitori sono un po' egoisti verso i propri figli - esclamò lo Hyuga, fermandosi alle spalle di Gameten e osservando attentamente la foto. - Alcuni un po' meno o un po' più degli altri, ma comunque incapaci di dimostrare il proprio amore nel modo corretto... Fa parte dell'ordine naturale delle cose!

Gameten si voltò a guardarlo serio.

- Io voglio bene a mia figlia - sussurrò. - Proprio come volevo bene a Sayoko, e non voglio che anche lei... Non voglio che anche lei trovi lo stesso destino un giorno!
- Purtroppo fa parte dei nostri rischi, è inevitabile - sottolineò Neji. - Tenten è consapevole di cosa comporta la sua scelta e, se le vuole bene come dice, deve accettarla così com'è!
- E tu? - domandò dunque Gameten.

Un sorriso ironico comparve sulle labbra di Neji e, anche se non rispose, l'uomo capì ugualmente la risposta. Il giovane era un ninja, proprio come sua figlia, ed era scontato che avrebbe condiviso tutto con lei: gioie, dolori, difficoltà, pericoli, momenti belli e momenti brutti... Qualunque cosa riservasse loro il futuro, sarebbero rimasti insieme e questo bastava.

- E sia - sospirò alla fine il vecchio, sfregandosi il naso. - Penso proprio che dovrò rassegnarmi all'idea di avere un altro figlio-ninja!
- E io suppongo che dovrò cominciare a chiamarla "papà"...
- Non precipitiamo le cose - sottolineò Gameten, aggrottando le sopracciglia. - Tutto a suo tempo!

***

Tenten si era seduta nei pressi del fiume che separava in due il villaggio.
Era convinta che suo padre non avrebbe mai accettato Neji e, anzi, avrebbe fatto di tutto per rendergli la vita impossibile. Per anni infatti era stato proprio lui il primo grande ostacolo ai suoi sogni e ai suoi desideri, durante il periodo di addestramento per diventare una kunoichi, ma adesso era diverso.
Poteva anche accettare l'astio che il genitore nutriva verso il suo lavoro, fatto di pericoli e incertezze, ma non poteva certo accettare che fosse così anche per la sua vita: il suo futuro con Neji, una famiglia, dei figli... Cosa sarebbe successo, se suo padre si fosse intestardito nel non recedere dalle sue idee? L'avrebbe forse ripudiata, per non ammettere di avere torto?
Tenten soffriva molto nel pensare a questo.

- Quanto sei stupido, papà - singhiozzò, gettando un ciottolo nell'acqua.

La superficie dell’acqua si increspò per un attimo con una serie di cerchi portati via dalla corrente e, non appena la sua immagine riflessa tornò nitida, Tenten si accorse che Neji e suo padre erano fermi e immobili alle sue spalle.

- Papà - esclamò lei, scattando subito in piedi. - Neji…

I due la guardarono sorridendo e, in quel preciso momento, Tenten comprese cosa era successo.
Gameten spalancò le braccia, rivolgendo alla figlia uno sguardo pieno di commozione, e Tenten non perse tempo nel corrergli incontro per stringerlo forte. Padre e figlia rimasero così, stretti uno all’altra, entrambi consapevoli del profondo affetto tra loro.
Ora il vecchio Kizoku aveva finalmente capito cosa era meglio per sua figlia e, da buon padre, le sarebbe rimasto vicino senza imporle alcunché. Se Tenten desiderava vivere il resto della sua vita accanto a Neji, non poteva far altro che benedire entrambi e cominciare a comportarsi da suocero.

- Ti voglio bene, papà - esclamò Tenten, piangendo di gioia.
- Anch’io, figlia mia - rispose il vecchio, soffiando forte col naso. - Solo una cosa però…
- Eh ?!?

Gameten si fece dapprima serio, per poi distendersi subito ad una smorfia fin troppo allegra e divertita.

- Sono ancora “troppo giovane” per essere nonno - esclamò.

Tutti e tre scoppiarono a ridere di cuore.

FINE

   
 
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