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Autore: Kooskia    30/07/2012    2 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 16 Lungo il cammino

-… e così il nostro Cavaliere rimase per tutto il tempo con un espressione ignara e inconsapevole mentre la nostra capoclan Íorûnon non cessava di elogiare tali virtù con alcuni racconti della nostra Storia … -
Kooskia rise insieme ai presenti, anche se dovette ammettere a se stesso che sarebbe stato impossibile per lui comprendere su due piedi quanto veniva detto e quanto veniva sottointeso dalla nana che guidava il clan di Kalcegk.
-Ho sentito molto parlare di questa vostra capoclan, stando ai racconti è bella anche per gli standard di noi umani o sbaglio?- chiese Brelan con un sorriso.
- Oei… è bella e forte, sarebbe stata una monarca perfetta ma l’incoronazione di Re Orik del Durmgrist Ingeitum è stata comunque una scelta saggia. Purtroppo non sono giunti molti altri dettagli su come si è svolta la votazione e il tradimento del Durmgrist Az Sweldn rak Anhûin non era per nulla un evento inaspettato per come la vedo io.-
Il nano scosse veementemente il capo, per poi sputare parole piene di rabbia.
-Barzul knurlar! Hanno avuto quel che si meritavano e quando questa guerra sarà finita i clan dovranno decidere come risolvere la questione in maniera definitiva.-
-E’ un mondo ben più pericoloso della nostra foresta, lì nessuno poteva colpirci alle spalle e tradirci. Non sono sicura di volerlo vedere …-
Il commento privato di Niya non sorprese il giovane Cavaliere. Egli allungò una mano sulle squame del collo di lei: la dragonessa camminava lentamente, seguendo il passo dei cavalli. Uno dei motivi era il loro comune interesse di assorbire maggiori conoscenze sul mondo ad ovest, ma più cose imparavano… più quel mondo appariva loro oscuro e pieno di minacce.
-Non pensarci, ci sono anche cose interessanti dopotutto! Questa Íorûnon è stata un po’ scorretta nei confronti di Eragon però devo ammettere che l’interesse di lei nei suoi confronti è curioso.-
Una vampata di ironia si sprigionò dai pensieri di Niya.
-Questo è sicuro! Ricordami di presentarti qualche femmina nana la volta in cui visiteremo una loro città.-
Kooskia trattenne una risposta perché dopotutto l’allegria della dragonessa contagiava la mente del ragazzo umano, rendendolo partecipe di quello stesso divertimento.
-Per Angvard! Credo che Nasuada dovrebbe avere qualche parola in merito al riguardo: è pur vero che si tratta di una faccenda interna a voi nani ma Eragon è legato ai Varden.
Il suo tentato omicidio è anche un insulto a tutti noi e alla stessa leadership di Nasuada.. –
L’esclamazione dell’umano aveva scaturito curiosità in Kooskia, aveva sentito parlare della giovane donna dalla pelle scura che conduceva i Varden dai discorsi di Brelan, ma il nome “Angvard” suonava a lui sconosciuto.
-Chi è Angvard?- chiese ingenuamente, per poi ritrovarsi ad ascoltare un fitto dibattito tra Brelan e Kalgeck che verteva su nomi ed entità ignote a Kooskia.
Egli comprese poco delle parole dei due compagni, ma dopo alcuni istanti realizzò che esprimevano contrasti e differenze sulle rispettive credenze sull’aldilà e i poteri sconosciuti di questo mondo.
-Il Popolo dei Lupi non crede in nulla di tutto questo… la Foresta in cui viviamo ci nutre e ci protegge e ha un posto speciale nei nostri cuori, ma non vi è qualcuno che l’ha plasmata. E’ sempre stata così e così sarà per sempre, se il Popolo continuerà a proteggerla e a vivere in pace con essa.
Quando moriamo il nostro spirito si unisce agli spiriti di tutti coloro che sono vissuti prima, negli alberi, nei fiumi, nella terra… -
Il giovane umano rinunciò a difendere le semplici credenze della sua gente di fronte alle dettagliate contro-argomentazioni di Brelan e Kalgeck ma del resto non era veramente interessato ad affrontare l’argomento.
–Scopriremo la verità solo il giorno della nostra morte… - commentò privatamente con Niya
-E nel frattempo non crucciarti con questi dubbi, concentriamoci su ciò che siamo ora senza lasciare che i timori e le scelte degli altri influenzino i nostri giudizi.-

Più tardi, durante una sosta verso sera, Kooskia smise di prestare attenzione a Khelia.
Ancora non si fidava completamente né di lei né delle sue motivazioni così come il passato stesso della ragazza rimanevano un mistero per il giovane Cavaliere: tuttavia non poteva passare il resto del viaggio in attesa di un qualche segno che lasciasse trapelare inganno o tradimento.
Era altresì curioso di parlare con Laér: del trio di guerrieri dell’ovest egli era stato quello più freddo e più calcolato nel parlare e nell’esprimere il suo parare con Kooskia.
-Mi chiedevo … - disse, avvicinandosi con cautela. – Quali sono le credenze del tuo popolo?-
L’elfo era chino sul terreno, dove aveva appena riposto alcune delle bisacce portate dal suo cavallo.
-Ti sorprenderà sapere che… sono più simile alle tue di quanto non lo siano rispetto a quelle dei nani o degli umani come Brelan: noi crediamo in ciò che possiamo comprendere e non in entità ultraterrene alla quali prostrarci in cerca di protezione o rassicurazioni per il nostro futuro. –
Kooskia non fu sorpreso della risposta né dal tono utilizzato dall’elfo.
-Immagino che poche cose a questo mondo possano sorprendere te e i tuoi simili..-
-Poche in effetti… mostrami la tua spada-
Il giovane cavaliere rimase stupito della richiesta ma estrasse rapidamente la lama e Laér la prese con una curiosa deferenza. Osservò per alcuni istanti il profilo, incluso lo strano glifo inciso sulla lama e l’elsa brunita. Kooskia lo sentì pronunciare delle parole a bassa voce mentre strofinava due dita sul filo della lama.
-Sta usando la magia… -
La constatazione di Niya non era necessaria a Kooskia ma cionondimeno sottolineava l’abilità dell’elfo in quel campo così raro.
-Alleniamoci.- disse l’elfo, restituendo la spada a Kooskia.
-Sei sicuro di voler accettare di allenarti da lui? Non lo sottovalutare… -
-So bene che dev’essere più forte di quel che sembra ma questo non.. –

Laér aveva estratto la spada del precedente proprietario del suo cavallo, una lunga lama di acciaio con una elsa a croce: in pochi istanti l’elfo applicò sulla spada lo stesso incantesimo che aveva formulato su quella del Cavaliere.
Kooskia non ebbe il tempo di chiedere quale fosse la sua natura che l’elfo scattò verso di lui
La velocità del guerriero dai lunghi capelli lo sorprese, non aveva mai visto nulla muoversi con tanta rapidità e scioltezza.
Fece appena in tempo a sollevare la spada per deviare la lunga lama d’acciaio dell’elfo che Laér si esibì in una fitta di serie di attacchi: in una manciata di istanti il Cavaliere si vide costretto a retrocedere e ad impegnarsi a parare fendenti e stoccate realizzate con una maestria impeccabile.
-Ti sta battendo, non durerai mezzo minuto se … -
Kooskia represse una brutta risposta alla sua dragonessa ma per quanto cercasse di concentrarsi non riusciva a trovare il momento per sferrare un singolo colpo.
Colto dalla frustrazione egli si slanciò in avanti calando un fendente verso il basso ma l’elfo era riuscito a spostarsi di lato per poi abbassare la sua lama sulla nuda pelle della schiena del giovane.
Kooskia avvertì il formicolio della magia dell’elfo sulla pelle e comprese come essa servisse a prevenire l’esito letale che avrebbe avuto normalmente il filo della lama a contatto col suo corpo.
-Ti muovi rapidamente per essere un umano… e possiedi un curioso stile di combattimento aggiungerei.-
-Già… peccato che non sia servito a molto.-
-Non preoccuparti-
gli rispose Niya nella sua mente -Secondo me c’era qualche trucco magico… -
-Trucco o non trucco non posso permettermi di essere sconfitto così facilmente quando il mio futuro avversario cercherò di uccidermi.-
- Beh… se non altro quel Lord Aseld che affronteremo è un normale essere umano.-

Laér ripose la spada nel fodero, rivolgendosi poi al Cavaliere con un espressione tranquilla.
-Non crucciarti - disse con un sorriso, -Pochi esseri umani riescono a combattere alla pari con un elfo e questi erano tutti dei Cavalieri: col tempo e con l’addestramento migliorerai anche tu.-
Kooskia rinfoderò la sua lama verde nel fodero dietro la schiena, quindi si asciugò con una mano il sudore dalla fronte
-Non potresti insegnarmi? Sono sicuro che le tue conoscenze nella spada e nella magia potrebbero essermi di grande aiuto, sarei onorato di essere tuo allievo.-
L’elfo si volse e si incamminò verso un albero solitario che cresceva nella secca radura.
-Non è mio compito farti da insegnante, ricorda che non sei da solo ed hai già le qualità per affrontare gli avversari che dovrai affrontare in queste lande dimenticate. Quando raggiungerai Alagaesia troverai coloro che ti insegneranno ciò che hai bisogno di conoscere.-
Il palmo della sua mano delicata si posò sulla corteccia dell’albero.
-Tuttavia posso mostrarti qualcosa, una dimostrazione di cosa si può ottenere con la magia.-
L’elfo si mise a cantare.
E fu qualcosa che i presenti non avrebbero mai dimenticato.
Kooskia avvertì un sussulto al cuore mentre l’elfo cantava in una lingua a lui sconosciuta, solo dopo alcuni istanti riconobbe alcune parole dell’Antica Lingua inframezzate a tante altre che non conosceva.-
Il Cavaliere non comprese il senso della canzone ma riconobbe parole legate alla vita delle piante, allo scorrere della linfa, alla vita pulsante sotto la corteccia e al sacrificio che l’elfo compiva utilizzando la sua energia su quell’albero solitario.
Lentamente dalla dura corteccia si formò un prolungamento, come se un ramo dell’albero stesse crescendo da solo ad una velocità più elevata del normale.
Laér stava concentrando ora tutti i suoi sforzi su quel singolo ramo: la sua magia lo plasmava, adattandolo in una forma ben precisa e allo stesso tempo l’elfo attingeva visibilmente alla propria forza per sostenere l’albero e non prosciugare la vita in esso.
Dopo alcuni minuti il canto si interruppe e l’elfo rivelò un lungo arco. Kooskia non poté non rendersi conto dell’enorme differenza che vi era tra un tale oggetto e gli archi che venivano prodotti tra i cacciatori col quale era cresciuto: l’opera di Laér era un vero capolavoro di precisione e maestria.
-Dovresti sentirti sollevato che non ti ha invitato a sfidarlo con la magia…-
Nonostante le parole di Niya, Kooskia non provò né invidia né timore di fronte all’opera di Laér: il canto dell’elfo ancora riecheggiava nella sua mente e nessun altro genere di pensiero sembrava poter turbare quella melodia nella mente del Cavaliere.
  
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